Una gita a ..." Siracusa " In evidenza

Aprile 02, 2013 3366

Le origini greche della città sono databili al 734 a.C. e già nel V sec. a.C. Siracusa estende la sua influenza politico-militare un po' dovunqe nel Mediterraneo in cui da origine a numerose città come Akre, Casmene, Kamarìna, Ancona, Lissa e Corcira. Per secoli costituirà un poderoso baluardo della grecita contri i Cartaginesi, gli Etruschi e i Romani che solo con l'inganno potranno espugnarla nel 212 a.C. Gli artisti siracusani Evénetoe Cimone coniarono le più belle monete del mondo antico, i decadrammi. Siracusa fu la patria di Epicarmo, l'inventore della commedia; di Agàtocle che per primo tentò l'unificazione delle regioni meridionali d'Italia e fu anche la patria del grande Archimede, Con gli Arabi perderà per sempre (878 d.C.) la sua funzione di capitale dell'Isola ma continuerà a dare validi contributi alla cultura europea con il più grande poeta arabo in Sicilia, Ibn Hamdis. Il nucleo della vecchia città sorge sull'isola di Ortigia collegata, oggi, alla terraferma da un ponte che delimita due insenature, il Porto Pìccolo e il Porto Grande.

Da visitare: Isola di Ortigia, le rovine del Tempio di Apollo, il Duomo, le Catacombe, il Museo Nazionale, la Fontana Aretusa, il Teatro Greco, le Latomie, l'Ara di Gerone, il Castello di Eurialo (a 8 km. da Siracusa).

 

Il Fiume Ciane ed il Papiro. Ciane, ninfa di Siracusa, tentò invano d'impedire il rapimento di Proserpina da parte di Fiutone, signore dell'Ade. Come punizione fu trasformata in fiume...; ma qualcuno afferma che fossero le lacrime della sconsolata Ciane a formare il corso d'acqua. Lungo le sponde del Ciane, nei dintorni di Siracusa, cresce ancora spontaneamente il papiro, con i suoi cespi alti fino a 3-4 metri e altrove ormai estinto. Il Ciane è un breve fiume le cui acque sgorgano dalle sorgenti di Fisima e Pìsimotta e sfocia dopo soli otto chilometri nel porto di Siracusa. In passato tutta questa area era acquitrinosa; qui si estendevano le paludi di Lisimelie che dopo opere dì bonìfica han-nao ceduto il posto a fertili zone agricole. Dell'area, visitabile a piedi o in barca, fanno parte anche le vecchie saline oggi abbandonate.

Le saline. Le saline di Siracusa si estendono per circa 50 ettari; furono installate all'inizio del '600 e da allora hanno prodotto sale marino fino al loro abbandono ai primi degli anni '80. Oggi è previsto il loro parziale riprìstino per conservare, anche se a solo scopo didattico, una testimonianza di una tìpica tradizione siciliana ormai quasi scomparsa. Le saline sì osservano bene dall'area antistante il faro: l'acqua che le riempie è, ormai, solo quella piovana e nei mesi estivi la zona è spesso totalmente asciutta. In detto periodo si possono osservare il reticolo di argini in pietra o in terra ed i canali con i resti delle vecchie chiuse in legno che mettevano in comunicazione fra loro i diversi ambienti, permettendo la distribuzione dell'acqua marina ai diversi settori della salina fino alle cosiddette casedde, le vasche quadrate vicino al mare. Qui il sale veniva raccolto e conservato in cumuli protetti da tegole o custodito nel vasto magazzino a pochi metri dal faro. Oggi le saline sono, soprattutto, un luogo privilegiato per l'osservazione degli uccelli acquatici. Dalla punta rocciosa su cui sorge il Faro e lungo il percorso indicato si possono osservare facilmente, soprattutto d'inverno, da novembre a marzo, gli uccelli presenti quali folaghe, anatre, fenicotteri, cigni reali, falchi di palude, cormorani e gabbiani mentre in primavera si possono ammirare gli aironi cenerini, le bianchissime garzette, le curiose spatole dal becco a cucchiaio, l'ibis mignattaio nonché il cavaliere d'Italia nel mese di aprile.

Ultima modifica il Martedì, 02 Aprile 2013 16:48