Mesi addietro, la caduta di alcune pietre, rotolate dalla parte medio-alta del costone roccioso, dovuta in parte all’azione delle radici della vegetazione (in alcuni punti veri e propri alberi), comportò la chiusura parziale del tratto di strada in questione, l'impianto di questo cantiere ci ha fatto quindi pensare all'avvio di lavori di consolidamento preannunciati di recente dall'amministrazione comunale.
Lunedì mattina segnaliamo l’accaduto alla Soprintendenza di Enna, la quale organizza tempestivamente un sopralluogo per verificare lo stato dei luoghi, sono presenti, per la Soprintendenza la dott.ssa Pinella Marchese, responsabile del servizio Beni Archeologici e l'arch. Antonio Mameli, responsabile del servizio Beni Architettonici, per il Genio Civile il geom. Gaetano Di Maria e per SiciliAntica il dott. Gaetano Marchiafava.
In quella sede si apprende che oltre al muro di contenimento in cemento armato che affiancherà la strada è stata prevista anche la chiodatura con la posa in opera di reti metalliche su tutta la parte sottostante la torre Pisana.
SiciliAntica da tempo sostiene che nelle aree archeologiche e monumentali bisogna intervenire con estremo rispetto e professionalità, utilizzando materiali idonei.
La tipologia dell’intervento messo in atto dai tecnici del Genio Civile di Enna (cemento armato, reti e chiodi!!) è inopportuna (impatto visivo del cemento e delle reti), dannosa (la chiodatura crea ulteriori spaccature nella roccia e a distanza di tempo richiede la sostituzione a causa del deterioramento) e non risolutiva (le rocce continuano il loro dissesto).
Esistono altri tipi di intervento di risanamento molto meno invasivi e con un impatto visivo accettabile. Basti pensare ai lavori di consolidamento e restauro eseguiti nel sito rupestre del villaggio bizantino di Canalotto, nei pressi di Calascibetta, dove una situazione molto più complicata di quella ennese è stata perfettamente affrontata e risolta senza l'uso di reti e chiodature visibili.
Non vogliamo più assistere inermi ad interventi assurdi tipo quelli eseguiti nelle grotte preistoriche di via Pergusa, nelle necropoli di villa Farina e del Pisciotto, alla Rocca di Cerere e alla grotta della Spezieria (e adesso anche al castello di Lombardia..), il nostro patrimonio archeologico è irrimediabilmente compromesso da fitte imbrigliature di acciaio.
La Soprintendenza di Enna, che intanto ha provveduto al blocco dei lavori, a giorni acquisirà tutti i carteggi relativi a questi interventi valutando eventuali irregolarità procedurali e riservandosi anche di effettuare modifiche sostanziali al progetto.
La sede di Enna di SiciliAntica seguirà scrupolosamente l’evolversi della faccenda dichiarando fin da adesso la costituzione di Parte Civile nel caso in cui saranno riscontrati gli estremi per un'azione giuridica nei confronti dei trasgressori.
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