Giardini, cortili e spazi verdi nella disponibilità delle scuole costituiscono un patrimonio da non sottovalutare. Non si tratta di una questione meramente estetica. I giardini scolastici possono infatti essere utilizzati per molteplici scopi: da occasione per momenti dedicati al gioco e allo sport a vere e proprie attività didattiche. Legate ad esempio all’apprendimento dell’educazione ambientale e di quella alimentare. Già prima dell’emergenza la letteratura internazionale aveva individuato nel “verde scolastico” una fonte quasi inesauribile di opportunità educative.Si tratta di un’opportunità ancora più preziosa nel contesto della crisi pandemica, come sottolineato in analisi e riflessioni più recenti (Wwf, 2020). A maggior ragione se si inserisce nello sviluppo dell’educazione civica, dopo che la legge 92/2019 ne ha reintrodotto l’insegnamento obbligatorio, con voto e per tutti i gradi di istruzione. Dal punto di vista dei contenuti, la scelta è stata quella di concentrare gli studi civici su 3 assi principali: costituzione e leggi, cittadinanza digitale, sviluppo sostenibile e agenda 2030. Quest’ultimo aspetto prevede una formazione incentrata su educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio, salute e tutela dei beni comuni. Aspetti su cui la presenza dei giardini scolastici – se ben sfruttata – può giocare un ruolo importante. Per rendere lo studio dell’ambiente e il suo rispetto una pratica concreta, e non solo parte di una spiegazione tra le mura scolastiche. Se si considerano i capoluoghi di provincia, gli unici comuni per cui abbiamo a disposizione dati strutturati, in media in Italia nel 2019 ci sono 7,5 metri quadri di giardini scolastici per ciascun minore di 18 anni residente. Un dato che è possibile ricostruire incrociando i dati ambientali sui capoluoghi rilasciati annualmente dall’istituto di statistica con quelli – sempre di Istat – sui residenti per età.Questa quota è fortemente variabile tra le diverse aree del paese. Le città del nord-est ad esempio superano i 10 metri quadri per minore, quel del nord-ovest raggiungono gli 8,7. I capoluoghi dell’Italia centrale e delle isole si attestano su cifre inferiori, con rispettivamente 6,7 e 6,1 metri quadri per minore. Nelle città del sud il rapporto è inferiore a 5, essendo pari a 4,9 metri quadri per minore. Tuttavia, la carenza di giardini scolastici non è una questione solo nel mezzogiorno. Dal confronto regionale emerge infatti come anche territori settentrionali (ad esempio le città liguri) si trovino molto al di sotto della media nazionale. Insieme alla Liguria, hanno meno di 5 metri quadri per minore – anche i capoluoghi, in media – di Calabria, Puglia e Lazio.

fonte Openpolis

Un polo innovativo dove far crescere il tessuto imprenditoriale locale, ma anche dove far nascere talenti, nuovi professionisti del digitale e imprenditori di domani. È Molo 4.0, la nuova casa di chi fa
e vuole fare impresa. Un unicum nel territorio di riferimento, una scommessa, ma soprattutto un’opportunità per l’hinterland che può, finalmente, misurarsi con un aggregatore di talenti e idee
pensato sul modello delle grandi città. Molo 4.0 nasce a Paternò (i suoi uffici, le sale meeting e le aule tecnologiche sono in via Emanuele Bellia 242) ma unisce le energie di un vasto territorio, rendendolo fertile e attrattivo per la crescita di imprese e la nascita di nuove professioni. Da Misterbianco a Motta S. Anastasia, da Adrano a Bronte, ma anche Santa Maria di Licodia, Ragalna, Camporotondo Etneo, Nicolosi, Biancavilla,
Maniace, Maletto, Randazzo, Troina, Regalbuto, Ramacca, Palagonia. Tanti, importanti, centri urbani che potranno adesso contare su moderni uffici, una Scuola d’Impresa e delle Professioni Digitali ed
una community d’imprenditori e professionisti vicino casa. Ma cos’è, esattamente, Molo 4.0? La risposta semplice sarebbe quella di definirlo un coworking, uno spazio di lavoro condiviso, ma è molto di più. Certo, ci sono uffici, postazioni di lavoro, sale meeting, aule di formazione tecnologiche tutte prenotabili secondo esigenze differenti (ore, giorni, mesi) ma Molo 4.0 è innanzitutto un luogo dove connettersi e raggiungere i propri obiettivi. Nuovi
imprenditori, professionisti e freelance hanno l’opportunità di creare il proprio ufficio, fisico o virtuale, le aziende possono scegliere Molo 4.0 come sede di rappresentanza ma tutti, soprattutto,
possono seguire percorsi formativi per la crescita personale o d’impresa e incontrare altri professionisti per fare community. Con la Scuola d’Impresa e quella delle Professioni Digitali è possibile individuare e sviluppare al
meglio modelli di business vincenti e imparare i segreti di una professione che genera risultati davvero concreti e che non viene ancora “insegnata” concretamente da nessuna parte. I percorsi formativi sono pensati per imprenditori e manager, ma anche per giovani talenti e per nuove generazioni di imprenditori e professionisti. L’obiettivo è quello di trasformare gli incontri in opportunità di scambio, anche attraverso i tanti
eventi tra imprenditori e incontri con specialisti del settore: momenti piacevoli, ma anche opportunità per creare relazioni di successo, confrontarsi con chi ha visioni e linguaggi simili, scambiarsi idee e incontrare potenziali partner, fornitori, investitori o clienti. In due parole: fare community! Infine, Molo 4.0 è anche un hub dedicato all’innovazione e allo sviluppo d’impresa che si pone la
missione di supportare e accelerare lo sviluppo delle PMI: il punto d’incontro tra chi necessita di sostegno per realizzare e sviluppare il proprio progetto imprenditoriale e chi ha le competenze per farlo, anche online. Un punto di approdo e partenza per ogni business, il luogo dei Makers, di chi ogni giorno crea e sviluppa. Perché anche da questa parte della provincia è possibile sognare nuove sfide e traguardi.
Ed è possibile farlo in grande!
I dettagli su www.moloquattropuntozero.it

Una delle priorità trasversali del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) riguarda la riduzione dei divari territoriali che caratterizzano il nostro paese. Non solo tra nord e sud ma anche tra i centri maggiori e le zone periferiche. In questo senso gli investimenti in infrastrutture e mobilità rappresentano un elemento fondamentale. Questi interventi infatti possono rivelarsi decisivi non solo per migliorare la vita dei cittadini ma anche come volano per l’economia e per rilanciare alcune aree depresse. Lo scorso 21 dicembre il ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims) ha annunciato la definizione di tutti gli atti finalizzati all’assegnazione del 98% delle risorse del Pnrr di sua competenza. Parliamo di una cifra che si attesta oltre i 60 miliardi. Il 42% circa di queste risorse sono classificate dal ministero come “territorializzate”. Ossia assegnate a regioni, enti locali o altri soggetti attuatori per interventi che ricadono su specifiche aree del paese. Gli investimenti in infrastrutture e mobilità sono considerati evidentemente un settore strategico dal governo. Infatti al ministero preposto è stata affidata la parte più consistente delle risorse europee assegnate al nostro paese. Ma l’amministrazione centrale si occuperà direttamente solo di una porzione degli investimenti in questo ambito. Un ruolo di primo piano infatti sarà svolto anche da altri enti che già operano sui territori. Tali enti sono definiti come “soggetti attuatori”. Si tratta di organismi di varia natura a cui è affidata la gestione di una parte dei fondi e a cui competerà la realizzazione pratica dei progetti previsti dal Pnrr. A livello regionale, il territorio che beneficerà maggiormente degli investimenti del Mims sarà la Sicilia. Qui infatti arriveranno circa 3,5 miliardi di euro. Al secondo posto troviamo la Campania (2,9 miliardi), al terzo la Puglia (2,8). Al quarto posto troviamo la prima regione del centro-nord che è la Lombardia con 2,5 miliardi. Il fatto che ai primi tre posti di questa classifica si trovino 3 grandi regioni del sud non deve stupire. Infatti una delle regole previste dal Pnrr impone una riserva del 40% a favore delle aree meridionali. In base ai dati disponibili possiamo osservare che - in questo caso - tale disposizione è stata rispettata. Al mezzogiorno (isole comprese) infatti è stata assegnata addirittura più della metà delle risorse già territorializzate.

fonte Openpolis

Soldi stanziati dallo Stato per aiutare le imprese e i commercianti in difficoltà a causa della pandemia e finiti invece in modo illecito nelle mani di professionisti, imprenditori e commercialisti che non ne avevano diritto. E' la maxifrode scoperta dalla Guardia di finanza in un'indagine partita da Rimini e poi estesa a diverse regioni. Complessivamente sono 78 le persone indagate e 35 le misure cautelari emesse dal gip, mentre è di 440 milioni l'importo complessivo dei fondi illecitamente percepiti attraverso la creazione e la commercializzazione di falsi crediti d'imposta. In corso anche decine di perquisizioni. Otto sono le persone finite in carcere e altre 4 ai domiciliari mentre nei confronti di 20 imprenditori è stata disposta l'interdizione all'esercizio di impresa e per 3 commercialisti l'interdizione all'esercizio delle professione: secondo quanto emerso dalle indagini della Guardia di Finanza, facevano parte di un'associazione con base a Rimini ma con ramificazioni in tutta Italia responsabile di aver creato e commercializzato per un importo di 440 milioni i falsi crediti di imposta, lo strumento introdotto tra le misure previste dal governo con il decreto Rilancio del 2020 per aiutare le imprese e i commercianti in difficoltà. L'esecuzione delle misure è scattata oltre che in Emilia Romagna anche in Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto. (ANSA).

Da più parti mi è stato chiesto come mai avessi evitato di scrivere alcuni commenti legati alla strada che in primavera inoltrata ci porterà a scegliere la nuova classe dirigente della nostra città. I recenti comunicati stampa che in prima pagina abbiamo pubblicato , forniscono una visione più chiara delle forze che scenderanno in campo. Rispetto alle precedenti tornate elettorali però c'è qualcosa di diverso al quale ho dato il nome di "spacchettamento". Curiosando nella grande enciclopedia di internet sul termine spacchettamento leggo testualmente. " Il Principio dello Spacchettamento (o unpacking principle) è il bias che ci fa pensare che la descrizione più ricca corrisponda a una esperienza più ricca." Il principio dello spacchettamento si basa sul principio dello shopping on line. Le persone tendono cioè a scegliere i prodotti che hanno una presentazione più dettagliata: lo facciamo per un pregiudizio cognitivo chiamato appunto  principio dello spacchettamento, e ci spiega perché il content di valore fa sempre la differenza. Per fare un esempio concreto . Se devo comprare on line un paio di calze . Cosa mi ha convinto a scegliere? A mente fredda, direi la percezione della qualità del prodotto e il rapporto qualità/prezzo vantaggioso. Questo, però, non è del tutto vero. Tra i prodotti di brand che non conoscevo e a parità di prezzo, ho scelto le calze che avevano la descrizione più dettagliata e che contenevano i requisiti che avevo in mente e molti altri ai quali non avevo pensato. Il motivo della mia scelta è un bias cognitivo, una valutazione di una situazione che la nostra mente basa su esperienze passate e che ci permette di creare un “repertorio” di giudizi prêt-a-porter. L’abbondanza di dettagli mi ha fatto pensare che le calze che ho scelto avevano tutti i requisiti che volevo; che rispetto alle altre, avevano anche altre caratteristiche interessanti; che dati tutti gli aspetti elencati nella scheda, il prezzo era più vantaggioso delle altre. Detto ciò la domanda che mi sono posto è se il termine spacchettamento può coniugarsi in politica e nella fattispecie in ciò che nei due comunicati stampa ricevuti può evincersi. Nelle precedenti tornate elettorali i protagonisti e i soggetti politici erano all'interno di un unico contenitore chiamato " Guardiamo al futuro" . Un contenitore che per ben due volte ha conquistato la fiducia degli elettori. Da questo grande contenitore ne è uscito solamente il movimento " Obiettivo Comune". Questo contenitore oggi appare appunto "spacchettato". All'apparenza divisi ma nella realtà penso che ognuno questa volta voglia sedersi al tavolo con una propria autonomia politico-amministrativa che li porterà nei fatti però ad allearsi , opponendosi alla unione che è stata già da tempo annunciata tra i movimenti Obiettivo Comune, Regalbuto Riparte e 5 Stelle. Ma . C'è sempre un Ma. Il Partito Democratico di Regalbuto. All'apparenza sembra che abbia perso la centralità e l'autonomia che lo hanno storicamento caratterizzato. Cosa farà il PD di Regalbuto ? Costituirà una terza lista ? Andrà con Forza Italia ? Riaprirà il diaologo con Obiettivo Comune ? Scelte difficili anche perchè le anime dei Dem regalbutesi sono molto variegate . Difficile dunque rispondere agli interrogativi anche se , provando un ipotetico e quanto mai fumoso azzardo sembrerebbe che all'apparenza il PD potrebbe ( in questi casi sempre con il condizionale) rappresentare la terza gamba di una contenitore  tra Movimento per Regalbuto, Inno-Forza Italia e PD. Tutto è dunque possibile. In Commercio anche nell principio idello spacchettamento come del resto penso in politica , saremo noi consumatori e noi elettori a scegliere ma non sapremo mai , fino a prova contraria,  se il prodotto abbia in realtà la qualità migliore. In ogni caso resta la consapevolezza che la nostra sarà stata una scelta quanto più possibile personale,libera e valutativa e senza rimpianti. SCEGLI, ESCI E VOTA !!

AgoVit

E' ufficiale l'accordo politico che vedrà Forza Italia e il movimento "Innoviamoci" correre insieme alle elezioni comunali del prossimo mese di giugno a Regalbuto. Alla presenza di un folto gruppo di dirigenti di entrambe le compagini è stato sottoscritto l'accordo da parte del commissario cittadino di Forza Italia Giuseppe Carambia e del coordinatore del movimento "Innoviamoci" Nicola Manoli. "L’impianto di questo accordo é oggi più solido che mai - si legge in una nota - rafforzato dalla comune volontà’ di proseguire un rapporto di leale collaborazione che dura oramai da diversi anni. Siamo aperti alla società civile, ai partiti e a chi ha condiviso con noi dei percorsi politico-amministrativi. Nei prossimi giorni incontreremo partiti e altri movimenti per costruire la coalizione che presenteremo alla cittadinanza. Nel corso dell'incontro da più parti è venuto il "monito" di procedere, il più velocemente possibile, ad individuare i candidati e le candidate per le prossime elezioni Amministrative, ovviamente coinvolgendo con pari dignità tutte le altre componenti facenti parte del progetto amministrativo per il nostro comune.

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del neo "Movimento Civico " che si è  da poco costituito a Regalbuto in vista delle prossime elezioni amministrative che si svolgeranno in primavera. "Amici e cittadini di Regalbuto abbiamo il piacere di comunicare che è stato costituito il gruppo politico "MOVIMENTO CIVICO PER REGALBUTO" con una terna di coordinatori composta dai signori Ivan Intraguglielmo, Pippo Cardaci e Sergio Politi. Vogliamo presentare alla cittadinanza le nostre proposte programmatiche, unitamente con tutti quelli che vogliono realmente rendere il cittadino partecipe come attore del processo decisionale e non semplicemente un passivo recettore delle decisioni. Vogliamo oltremodo precisare che ogni nostra azione non si propone a prescindere contro qualcuno e non vuole distruggere le motivazioni e l’operato degli altri.
Il nostro è un "MOVIMENTO CIVICO" che si basa solo sulle cose da fare per la nostra Regalbuto. Vogliamo superare INSIEME la logica del qualunquismo E formare una nuova coalizione che non sarà una somma algebrica, ma un insieme di persone chiamate a rispettarsi sin da subito e a lavorare per l'interesse della nostra comunità. Ovviamente la persona più adatta per noi sarà quella che in questi anni ha dimostrato di sapere operare per il bene della comunità. Stiamo verificando la disponibilità di una sua candidatura e dialoghiamo con diverse forze politiche cittadine per rafforzare questa possibilità e costruire una forte alleanza per il benessere dei Regalbutesi."

Una corretta alimentazione è alla base della crescita e dello sviluppo psicofisico di bambini e ragazzi. Trasmettere delle corrette abitudini in questo senso è un compito che sicuramente spetta in primis alla famiglia, ma non solo. La scuola infatti, attraverso il servizio di refezione, può garantire agli alunni pasti sani ed equilibrati. Una possibilità che non tutti trovano nella famiglia di origine, per difficoltà organizzative, di tempo o spesso economiche, soprattutto nei contesti di maggior disagio.Da qui l’invito dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza a rendere il servizio mensa accessibile nelle scuole a tutti i bambini in condizioni di povertà. Una proposta che è stata inserita nel quinto piano per l’infanzia e l’adolescenza.Il servizio di refezione dà alla scuola la possibilità di educare bambini e ragazzi anche dal punto di vista alimentare, attraverso l'offerta di pasti sani.Un ruolo che può in alcuni casi compensare le difficoltà della famiglia di origine che, per questioni economiche o di altro tipo, in tanti casi non garantisce una dieta equilibrata ai figli.In questo senso va tuttavia sottolineato che in Italia la mensa scolastica non è un servizio gratuito. Quindi le famiglie che non possono permettersi una buona alimentazione, presumibilmente non possono permettersi neanche di pagare il servizio di refezione per i propri figli. Un punto su cui vuole intervenire la proposta del garante per l'infanzia e l'adolescenza, a supporto delle famiglie e dei minori con maggiori difficoltà economiche.Oltre all'aspetto legato all'alimentazione, le mense facilitano agli alunni la frequentazione del tempo pieno a scuola e, di conseguenza, la conciliazione per i genitori della vita lavorativa con quella familiare. Un aspetto su cui investe anche il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), per promuovere lo sviluppo di questo servizio.Le amministrazioni comunali avranno quindi un ruolo centrale nella messa in atto concreta di questo piano.

La GAEditori annuncia la sua prima partecipazione al Salone del Libro di Torino dal 19 al 23 maggio 2022. Ieri sera il rappresentante legale della casa editrice, nella persona del dott. Gaetano Amoruso, ha firmato il contratto definitivo di partecipazione. GAEditori avrà un proprio stand ed è prevista la presentazione di un libro nel corso della manifestazione culturale. All'evento saranno presenti tutti i collaboratori della casa editrice che coglie l'occasione per estendere l'invito ufficialmente ai propri autori e lettori. E, come si dice in questi casi, save the date!!! Vi aspettiamo a Torino dal 19 al 23 maggio 2022. Quello di Torino è il più importante appuntamento al Salone del libro che  ha raggiunto il massimo livello internazionale e  vede la partecipazionie delle più importanti case Editrici nazionali e del mondo. Una kermesse che offre l'occasione anche  alla nostra "piccola"  Casa Editrice  che a ragione più considerarsi vanto  del territorio ennese e ha già affermato la propria presenza sull'intero territorio dell'isola , ma è la conferma di quanto sia cresciuta la GaEditori e quanto sia importante per le opportunità che offre a quanti vorrebbero veder pubblicato il loro libro.