A grandi passi la Sicilia conta le ore che la separano dalla "zona rossa" almeno per due settimane. A chiederlo è stato il Presidente della Regione Musumeci , il quale ha fatto sapere che se Speranza non dovesse accettare la richiesta , sarà lo stesso Musumeci a firmare l'ordinanza che dichiarerà zone rosse molti dei comuni siciliani. Naturalmente manca ancora l'ufficialità ma sarà questione di ore dato che l'ordinanza dovrebbe partire dal 17 gennaio prossimo. Numeri dei casi in aumento, indice di positività più alto d’Italia, ospedali sotto pressione.Questi sono i motivi che in questo momento fanno della Sicilia assieme alla Lombardia le uniche Regioni che potrebbero ricevere il via alla zona rossa.  Per oggi sono attese le ordinanze. 

Li chiamano  "responsabili" ma spesse volte dietro il termine responsabili si nasconde il cambio di casacche di deputati e senatori che transitano da un partito all'altro o passano nel cosidetto " gruppo misto " . Deputati e senatori esercitano la loro funzione senza vincolo di mandato. Un principio alla base della nostra democrazia rappresentativa, ma che con il forte incremento dei cambi di gruppo in parlamento viene messo costantemente in discussione. Così come riportato da Openpolis, nel corso della XVIII legislatura i cambi di gruppo totali sono stati 147. Di questi, 118 si sono verificati a seguito dell’insediamento del governo Conte II. 57 sono invece quelli avvenuti nel 2020. La principale vittima di questa dinamica è stata il Movimento 5 stelle che ha perso complessivamente 33 membri. Ma tutte le principali forze politiche nel corso di quest’anno hanno registrato flussi in entrata o in uscita. In questo particolare momento , data l'attuale crisi del Governo Conte , così come avvenuto nel corso della prima legislatura Conte 1 , (cioè dal primo giugno 2018 al 5 settembre 2019) si siano registrati circa 1,61 cambi al mese. Con l'inizio dell'esecutivo giallo-rosso il dato è poi esploso a 7,3. Ciò ha conciso con la nascita di Italia viva che nel settembre 2019 ha portato a 51 cambi di casacca. Nel 2020 infine la media si è attestata a 4,5 cambi al mese. In tale situazione crediamo che i partiti che compongono la maggioranza sono già da tempo in movimento per cercare i numeri necessari a Governare per colmare l'uscita dei deputati e senatori di Italia Viva. Quelloo dei cambi di casacca è un fenomeno che nel corso della prima Repubblica era piuttosto raro che si manifestasse per via del fatto che era piuttosto spiccato in ogni parlamentare , ma non solo, il senso di appartenenza ideologico ad un partito. Oggi con il crollo delle ideologie e la fine dei partiti è facile passare , anche più volte nello stesso anno, da un gruppo all'altro , con la conseguente variazione  dei numeri all'interno di ogni gruppo parlamentare.

L’efficacia nella gestione dei rifiuti urbani, della raccolta differenziata e nello smaltimento dei rifiuti industriali rappresenta da sempre un tema caldo nel dibattito locale sui territori. Il tema dei rifiuti urbani è spesso presente nel dibattito pubblico, che si tratti della raccolta di immondizia per le strade o della localizzazione di una nuova discarica. La fondazione Openpolis ha di recente effettuato una ricerca sulla quantità dei rifiuti nelle città Italiane e la relativa spesa pro capite per il cittadino contribuente , i dati si riferiscono all'intervallo di tempo che va dal 2011 al 2019. E' interessante sapere che Il catasto dei rifiuti dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) nel suo studio considera le seguenti frazioni merceologiche: rifiuti urbani indifferenziati, rifiuti dallo spazzamento stradale destinati allo smaltimento, altri tipi di rifiuti urbani indifferenziati.Negli anni tra il 2011 e il 2019 la produzione di rifiuti urbani in Italia ha avuto un andamento abbastanza costante. Nel 2011 nel paese si sono prodotti 31,38 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, nel 2019 il dato è sceso a 30,07, con una diminuzione del 4,2%. La produzione minima si è verificata nel 2015 (29,52 milioni di tonnellate).I dati italiani sono sostanzialmente  con quelli degli altri paesi europei . Nel 2018, infatti, in Italia si producevano 499 chili pro capite di rifiuti, una cifra di poco superiore alla media dei 28 paesi Ue (489 kg).La competenza per la gestione dei rifiuti urbani non speciali è quasi sempre in capo alle amministrazioni comunali o a società partecipate da enti pubblici, le quali gestiscono il servizio per conto dei comuni. Nei bilanci esiste una voce di spesa chiamata "rifiuti".Si tratta di uno dei capitoli di bilancio della missione "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente", Nella voce dedicata ai rifiuti le amministrazioni inseriscono importi di spesa in bilancio per l'amministrazione, ispezione, funzionamento o supporto alla raccolta, al trattamento e ai sistemi di smaltimento dei rifiuti.Questo capitolo comprende le spese per la pulizia di strade, piazze, viali, mercati, oltre che per la raccolta di tutti i tipi di rifiuti (da differenziare o smaltire senza differenziazione). Sono inclusi inoltre i costi di trasporto nei luoghi di trattamento o nella discarica.Qui sono infine comprese le spese per sovvenzioni o sussidi a sostegno del settore, per la costruzione o il miglioramento dei sistemi sui rifiuti e per i canoni o i contratti di servizio con le aziende per i servizi di igiene ambientale. Openpolis a questo proposito ha pubblicato il grafico delle spese pro capite dei rifiuti nei comuni con più di 200 mila abitanti.Se consideriamo i grandi comuni italiani, Venezia è quello ad aver speso di più per la gestione dei rifiuti urbani nel 2019: 464,99 euro pro capite. Dietro il capoluogo veneto troviamo Genova (324,61), Roma (273,77) Firenze (234,86) e Torino (230,93).In coda alla classifica delle città con più di 200mila abitanti ci sono tre comuni del nord-est: Padova (205,86), Trieste (162,78) e Verona (161,52). A seguire Openpolis ha pubblicato la spesa di tutti i comuni d'Italia nella gestione dei rifiuti che potrete consultare . Il Comune di Regalbuto nel 2019 ha speso 1.621.966 di eu alla voce "sviluppo sostenibile e tutela del territorio e ambiente " che comprende la somma di tutte le spese per la tutela dell'ambiente, lo smaltimento dei rifiuti e la gestione del servizio idrico. Per una spesa pro capite di  232,00 euro. A Enna nel 2019 la spesa pro capite per la gestione dei rifiuti è stata di 219,32 , a fronte di una spesa globale di 5.846.671.9 eu e un numero di abitanti pari a 27243. Il Comune di Agira nel 2019 ha speso 1.059.187.74 eu a fronte di 8222 abitanti. Abbiamo cercato di pubblicare la spesa anche degli altri Comuni dell'Ennese ma c'è da  notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Non sono disponibili i dati di alcuni comuni perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2019.

FONTE OPENPOLIS

n Sicilia sono state individuate quattro aree potenzialmente idonee per la costruzione del deposito nazionale nucleare. Si trovano nelle province di Trapani, Palermo e Caltanissetta.Nel dettaglio, i Comuni sono Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Butera potrebbero ospitare in futuro le scorie nucleari derivanti dalle centrali dismesse. In base a questi pareri, il Ministero dello Sviluppo Economico convaliderà la versione definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la Carta Nazionale delle Aree Idonee. La Cnai sarà il risultato dell’aggiornamento della Cnapi sulla base dei contributi emersi durante la consultazione pubblica. Sarà una procedura fortemente partecipata e trasparente, condotta coinvolgendo gli amministratori e i cittadini tutti, e al termine della quale potranno pervenire le candidature dei comuni. Come prevedibile il coro dei NO si è sollevato da tutte le parti siano esse Istituzionali che semplici cittadini , quest'ultimo hanno formato un gruppo sui social che in poco tempo ha raggiunto le 10000 adesioni. Sta per partire anche la consultazione pubblica alla quale ha aderito anche Anci Sicilia.

Crediamo che il punto interrogativo sia da intendere come consapevolezza che l'edizione 2021 del carnevale di Regalbuto non si farà. A conti fatti la data del 15 febbraio che quest'anno coinciderebbe con l'ultima domenica delle quattro precedenti le sfilate che segnano il clou , sia piuttosto vicina  per sperare , data la situazione della diffusione del Covid - 19 in Italia, che cambi la situazione  per cui è lecito pensare che purtroppo quest'anno una delle feste più attese dai regalbutesi non si svolgerà così come accaduto negli anni precedenti. Ciò provecherà senza dubbio notevoli ripercussioni economiche che aggraverebbero le già precarie possibilità di commercianti e artigiani che dal Carnevale ricevevano una boccata di ossigeno non indifferente. Visto dal lato della salute e della diffusione del virus c'è da sperare infine  che il senso di responsabilità di ognuno prevalga sul desiderio di "fare festa" per evitare guai peggiori già a partire dai prossimi fine settimane.

Con l'approvazione delle variazioni al regolamento comunale sulla rateizzazione per la rateizzazione per la riscossione coattiva delle entrate comunali , in vigore dall'1 gennaio 2020, è bene stare attenti alle scadenze per evitare maggiori sanzioni. Dalla data della notifica il cittadino ha sessanta giorni di tempo per dimostrare di aver pagato l'Imu e la Tasi per gli anni 2015 e 2016 oppure per ottemperare al versamento tramite l'F24 allegato all'avviso o chiedere la rateizzazione del debito inviando con una Pec o presso l'ufficio protocollo del Comune la richiesta di rateizzazione. Scaduti i sessanta giorni l'Ente potrà già attivare tutte quelle azioni esecutive che sono figlie della riscossione coattiva. Nel caso si scelga la rateizzazione secondo l'articolo 8 del regolamento la domanda deve essere presentata entro i sessanta giorni dalla notifica. CLICCA SUL LINK  : https://www.comune.regalbuto.en.it/getfiles.php?t=doc_modulistica&id=78

 

 

Regalbuto. Prima di Natale l'ultimo rilevamento comunicato dall'Asp era pari a un solo soggetto positivo. Nella comunicazione del 2 gennaio il Sindaco Francesco Bivona ha evidenziato invece che sono ripartiti  i contagi  con attuali 6 Positivi confermati dall’ASP e 7 tamponi molecolari dei quali si è in attesa dei risultati. A questi vanno aggiunti i positivi da laboratori privati, in isolamento ed in attesa di essere raggiunti dall’ASP per il tampone di conferma. Un momento di distrazione - scrive Bivona - ma forse c'è di più di una semplice distrazione. La tentazione di sentirsi più forti del contagio può causare quello che non ci aspettiamo perchè la realtà dimostra che il virus è sempre in circolazione e la prudenza deve essere massima. Bivona si rivolge in particolare ai genitori e per evitate situazioni di assembramento sia per le usuali “giocate a carte” o similari , ma aggiungiamo noi sono necessari maggiori interventi per sensibilizzare i ragazzi a evitare pericolosi assembramenti in quelle piazze e nei luoghi dove di solito adolescenti e giovani si radunano dentro le auto o fuori senza alcun controllo. L'aumento dei casi positivi ha innescato , come prevedibile, la ridda di voci e di nomi e soprattutto sul numero dei contagiati che si pensava superati dal precedente picco pandemico che seppur elevato era pian piano riportato a quasi zero prima delle feste. "I dati nominativi - conclude Bivona - dei positivi e dei contatti stretti sono stati, come sempre, trasmessi alle forze dell’ordine per la vigilanza attiva al fine del rispetto dell’isolamento obbligatorio.Siamo ancora in zona Rossa, si può uscire esclusivamente per i casi previsti dalla norma."

 

(ITALPRESS) – Nonostante la pandemia da COVID 19, il 2020 si è chiuso con un aumento dell’attività di donazione e trapianto di organi.
Dal 1 gennaio al 31 dicembre 2020, dalle rianimazioni della Sicilia sono stati segnalati 123 potenziali donatori (ovvero possibili candidati al prelievo degli organi), di cui 50 effettivi. Nel 2019, nello stesso periodo, i donatori segnalati sono stati 136, ma gli effettivi solo 44. Dunque l’anno appena trascorso ha registrato un aumento delle donazioni di quasi il 14 per cento. Trend in aumento anche per i trapianti: 203 nel 2020, 177 nel 2019, con un incremento percentuale di quasi il 15 per cento.
“Il confronto con i dati dello scorso anno, – afferma il Coordinatore del CRT Giorgio Battaglia – In un momento particolare come quello vissuto nell’anno appena trascorso caratterizzato dalla pandemia, è confortante. Per questo esito voglio ringraziare tutti gli operatori della Rete, a partire dai coordinatori locali, e l’assessorato regionale alla sanità, i cui uffici supportano costantemente l’attività del CRT, nella consapevolezza che l’efficienza della rete trapiantologica è sinonimo di un sistema sanitario di qualità. E’ chiaro che, se il risultato raggiunto è da considerare positivo, il nostro obiettivo deve essere spinto in avanti per colmare il divario significativo esistente tra l’esigenza di trapianti di organo e le donazioni. Lavoreremo, pertanto, con il massimo impegno, a questo obiettivo ambizioso, cercando di dare all’attività del CRT una struttura organizzativa di supporto sempre più qualificata e stabile”.
L’azienda ospedaliera che ha fatto il maggiore numero di accertamenti nel 2020 è stata il Policlinico di Messina con 18 donatori segnalati, di cui 8 effettivi e 7 opposizioni. A seguire l’azienda “Villa Sofia Cervello” con 17 segnalati, 6 donatori effettivi e 8 opposizioni, e l’ARNAS Civico con 17 segnalati, 6 donatori effettivi e 10 opposizioni.
Resta da affrontare il nodo delle opposizioni alla donazione registrate nelle rianimazioni, in gran parte espresse dai familiari del paziente deceduto: 55 opposizioni nel 2020, 64 nel 2019. Dunque leggermente diminuite, ma comunque a una percentuale del 44 per cento.
Alta anche l’opposizione alla donazione registrata negli uffici anagrafe al momento del rinnovo rilascio della carta d’identità: su un totale di 506.652 dichiarazioni, il 41,8 per cento (211.686) è di dissenso.
“Stiamo pianificando – anticipa Battaglia – d’intesa con l’assessore Razza, campagne di comunicazione che possano sensibilizzare tutti sul valore di solidarietà della donazione e favorire un maggiore consenso dei cittadini”.
Nel difficile anno appena trascorso, la Sicilia è stata teatro del primo trapianto di utero in Italia, effettuato su una donna di 30 anni al centro trapianti del Policlinico di Catania, in collaborazione con l’azienda ospedaliera Cannizzaro, e di uno dei primi trapianti da donatore positivo al Coronavirus eseguito, anche questo eseguito su una donna, all’Ismett di Palermo. Per il trapianto di utero sono in lista d’attesa altre 3 donne.
Il coronavirus non ha fermato l’attività di procurement e trapianti di cellule staminali emopoietiche. Nel 2020 sono stati reclutati 534 donatori nel registro regionale donatori di midollo osseo, e il Registro regionale, che ha sede presso il CRT Sicilia, ha coordinato per la prima volta, insieme ad IBMDR, il Registro nazionale donatori di midollo osseo che ha sede presso l’ospedale Galliera di Genova, due trasporti denominati “a staffetta” permettendo di eseguire due trapianti con cellule provenienti dall’America.

 - Il 2021 inizia con circa 4 milioni di italiani che sono stati costretti a chiedere aiuto per mangiare a Natale e a Capodanno, un numero praticamente raddoppiato rispetto allo scorso anno. È quanto emerge da una stima della Coldiretti, - riporta l'agenzia AGI- sulla base dell'ultimo rapporto di attuazione sugli aiuti alimentari distribuiti con il fondo di aiuto agli indigenti (Fead) relativo al periodo 1994-2020."Si tratta della punta dell'iceberg della situazione di difficoltà in cui si trova un numero crescente di persone costrette a far ricorso alle mense dei poveri e molto piu' frequentemente - sottolinea la Coldiretti - ai pacchi alimentari, anche per le limitazioni rese necessarie dalla pandemia".

"Tra le categorie più deboli degli indigenti - evidenzia la Coldiretti - il 21% è rappresentato da bambini di età inferiore ai 15 anni, quasi il 9% da anziani sopra i 65 anni e il 3% sono i senza fissa dimora secondo gli ultimi dati Fead. Fra i nuovi poveri ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalla limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per Covid".

Persone e famiglie che mai prima d'ora - precisa la Coldiretti - avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche. Contro la povertà è cresciuta la solidarietà con le molte organizzazioni attive nella distribuzione degli alimenti, dalla Caritas Italiana al Banco Alimentare, dalla Croce Rossa Italiana alla Comunità di Sant'Egidio.

E si contano ben 10.194 strutture periferiche (mense e centri di distribuzione) promosse da 197 enti caritativi impegnate nel coordinamento degli enti territoriali ufficialmente riconosciute. "La novità di quest'anno è tuttavia il crescente impegno nei confronti degli altri di singoli, famiglie, aziende pubbliche e private, enti ed associazioni non ufficialmente dedicate alla solidarieta'".

Quasi 4 italiani su 10 (39%) hanno infatti dichiarato di partecipare a iniziative di solidarietà per aiutare chi ha più bisogno. A beneficiarne sono soprattutto quei nuclei di nuovi poveri "invisibili" che, proprio a causa del repentino peggioramento della propria condizione economica, non sono stati ancora integrati nei circuiti "consolidati" dell'assistenza.

Il 2021 si aprirà infatti con tariffe di luce e gas più care, rispettivamente del 4,5% e del 5,3%, per le famiglie che sono ancora in regime di Maggior Tutela, quindi quelle che non hanno scelto nessuna offerta sul mercato libero. Lo ha stabilito l’ Autorità di Regolamentazione per Energia, Reti e Ambiente (Arera). Gli aumenti sono legati alla crescita delle quotazioni delle materie prime energetiche, tornate sui livelli di fine 2019. Secondo lo studio dell’ Unione Nazionale Consumatori, una famiglia tipo nell’anno solare 2021 (1 gennaio-31 dicembre) spenderà, nell’ipotesi di prezzi costanti, 23 euro in più per la luce e 50 euro in più per il gas, per un aumento complessivo pari a 73 euro. La testata online Consumerismo ha inoltre calcolato che a partire dal prossimo 1 gennaio i consumatori pagheranno il 34% di oneri e imposte sulle bollette della luce e il 44% su quelle dal gas.

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