Attività sportiva concepita come diritto dei cittadini e come strumento di intervento nel sociale.

Settembre 12, 2019 2411

Fino a quando le Amministrazioni pubbliche non riconoscono con un atto deliberativo, il valore sociale che esercitano le Società Sportive nel territorio , non si sarà compiuto un atto che riconosce la pratica sportiva,  come strumento di inclusione, solidarietà, dialogo, diffusione di valori di lealtà, correttezza, rispetto delle regole e legalità, in particolare in contesti disagiati e caratterizzati da un alto rischio dicriminalità e dispersione scolastica. Tutto ciò può diventare vano se non si crea la necessaria sinergia tra Amministrazioni locali e società sportive. Non è solo una questione di un atto formale, le società sportive devono quanto meno essere messe nelle condizioni di poter operare in contesti ( campi di calcio, palestre, luoghi all'aperto) dove possono svolgere l'attività sportivo-educativa che aiuta la crescita del ragazzo. E' sempre così ? Purtroppo no. E' amaro scriverlo. Si tenta di far passare l'attività sportiva dilettantistica come una attività commerciale , specie in assenza di quei necessari contributi che seppur piccoli possono diventare significativi. Ci viene in mente per esempio il contributo di palloni , di reti o di un impianto : la spesa cioè di pochi euro per incoraggiare e sostenere un gruppo di persone che ogni anno passano il loro tempo nelle palestre o nei campi sportivi per la pura passione per lo sport e per l'educazione dei bambini. A volte basta accelerare le riunioni dei consigli d'istituto scolastici per la concessione delle palestre per facilitare l'organizzazione delle società sportive. O riparare un tetto dal quale entra acqua durante le giornate di pioggia. Potremmo citare altri esempi. Tutto ciò però può essere possibile solo se gli amministratori riconoscono la vera funzione sociale delle associazioni sportive al pari degli Enti di volontariato o Enti religiosi.

Ultima modifica il Giovedì, 12 Settembre 2019 14:38