Su questa considerazione il Governo e la politica di questa regione dovrebbero riflettere quando considerano un peso e non una risorsa gli operatori degli ex sportelli multifunzionali che, con le loro professionalità, dimostrate in tanti anni, si sono occupati di politiche attive del lavoro in questa Regione.
Il Programma Garanzia Giovani potrebbe ancora funzionare se la macchina amministrativa avesse un’accelerazione e un nuovo impulso e permettesse agli operatori degli ex sportelli multifunzionali di erogare il servizio di consulenza orientativa specialistica o di II livello a tutti i giovani che hanno aderito all’iniziativa. Ciò consentirebbe di effettuare il giusto matching tra la domanda e l’offerta relativamente alle misure previste dal Programma.
Ma le recenti dichiarazioni miopi e poco lungimiranti dell’Assessore Bruno Caruso non lasciano spazio a tale possibilità cancellando, di fatto, il servizio dal prossimo 9 aprile.
Ancora una volta questo Governo Regionale, con le sue decisioni, rischia di perdere l’occasione per non rincorrere i tempi ma piuttosto per viverci dentro, non permettendo ai giovani siciliani di vivere per intero lo spirito propositivo del Programma Garanzia Giovani, e cioè individuare il loro progetto professionale e dargli impulso, offrendo loro una opportunità di lavoro qualitativamente valida, sostenendoli e incoraggiandoli a perseguire i loro obiettivi e a non “accontentarli” soltanto con una gratificazione meramente economica. Ma, a quanto pare, a questo Governo interessano soltanto i numeri da mostrare e sbandierare come un successo anche se in realtà, ben sa, nascondono un fallimento.
I lavoratori degli ex sportelli multifunzionali della provincia di Enna
Occupazione . Appello dei lavoratori degli sportelli multifunzionali della provincia di Enna. In evidenza
La Costituzione della Repubblica Italiana, all’Art. 3 sancisce l’uguaglianza dei cittadini, ma anche la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea riconosce al capo 3 l’uguaglianza dei diritti e ribadisce, all’Art. 21, la “non discriminazione” e, infine, le pari opportunità sono un principio giuridico basato sulla rimozione di qualsiasi forma di discriminazione.
Nonostante quanto detto in premessa nulla di tutto ciò accade nella nostra bella Sicilia.
Entrando nel merito del Programma Garanzia Giovani che dovrebbe rappresentare, di fatto, un’opportunità per agevolare l’ingresso lavorativo dei giovani siciliani finisce, invece, per discriminare coloro che vi hanno aderito poiché non tutti avranno la possibilità di completare il percorso.
Dei circa 55000 giovani (under 30) iscritti, soltanto 25000 circa sono stati presi incarico e profilati mediante un colloquio di I livello dai CPI della Regione e avviati al colloquio specialistico o di II livello, affidato agli operatori degli ex sportelli multifunzionali che ha la finalità di aiutare il giovane all’elaborazione di un progetto professionale da realizzare utilizzando le misure previste dal programma (Formazione, Accompagnamento al lavoro, Apprendistato, Tirocini, Servizio civile,
Sostegno all’autoimprenditorialità, Mobilità professionale all’interno del territorio nazionale o in Paesi UE, Bonus occupazionale per le imprese) oltre che a contribuire alla sua crescita personale e professionale. Questo servizio, però, non è un’opportunità di cui tutti gli iscritti potranno beneficiare, in quanto fra gli stessi giovani profilati ci sarà una parte che completerà l’intero percorso e un’altra, molto consistente, che non potrà mai usufruirne.
Questa disparità avverrà in quanto il percorso di II livello di fatto potrebbe essere eliminato con un colpo di spugna e, contrariamente a quanto previsto, nonostante l’indubbia validità, potrebbe interrompersi anticipatamente, tra meno di un mese, danneggiando tutti quei giovani che, per ragioni tempistiche, non vi rientreranno.
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