È ormai diventato un pericoloso vortice di crisi che non risparmia nessuno quello che ruota intorno l’Ato “EnnaEuno”. E così mentre da due giorni i lavoratori del Ccr di Enna hanno iniziato lo sciopero della fame, un altro grave stato di disagio è denunciato dai dipendenti dei cantieri di Dittaino e cioè il compostaggio, officina e servizi provinciali. Così come al resto dei colleghi anche loro vivono settimane di dramma per il mancato pagamento di quattro mesi e mezzo. Per loro oltre al danno anche la beffa di rischiare il licenziamento per interruzione del servizio. È quanto gli è stato comunicato nei giorni scorsi dal commissario Amato, ora dimessosi, e dal Collegio di liquidazione guidato da Di Mauro.
«Quanto ci sta succedendo è incredibile, qualche settimana fa abbia rappresentato a Di Mauro le nostre difficoltà e si era impegnato a farci pagare qualche mensilità per intero» raccontano i dipendenti che attendevano una risposta entro giugno ma ne è seguito solo un assordante silenzio. «Abbiamo quindi deciso per l’astensione lavorativa presidiando però il posto di lavoro e abbiamo avvisato l’azienda nel caso in cui avessero voluto inviare dei sostituti anche se non l’ha fatto» raccontano i dipendenti dell’Ato che aggiungono: «Nonostante i nostri disagi abbiamo però ricevuto una lettera dell’azienda in cui ci si prospetta il rischio del licenziamento per interruzione del servizio». E qui esplode la protesta e la rabbia: «Questa sarebbe la punizione perchè chiediamo i nostri diritti? Con questi espedienti vogliono allegerire l’organico? Bene, noi non siamo d’accordo e non ci fermiamo» dicono i lavoratori ricordando che «poco tempo fa l’impianto di compostaggio è stato chiuso un mese perchè qualcuno non ha fatto la polizza fideiussoria di 14 mila euro circa, in quel caso il servizio non era essenziale ed ora si?». Ma i dipendenti si sono chiesti anche che fine faccia l’umido raccolto visto che non arriva a Dittaino: «Forse lo portano in discarica?» si chiedono i dipendenti che concludono spiegando il loro dramma: «Qui c’è gente che piange ogni giorno perchè non può garantire l’essenziale ai propri figli, neanche gli alimenti e tutto per qualcuno sembra essere normale visto che siamo stati abbandonati da tutti, nessuno ne parla, il silenzio è assoluto ma – avvisano – non può andare ancora a lungo questa situazione, bisogna trovare una soluzione a questo dramma».
Intanto, è diventato molto difficile smaltire i rifiuti ed andare ad abbancare gli stessi presso la discarica di Motta Santa Anastasia per molti comuni della provincia di Enna o a Gela per i comuni della zona Sud. Perché con la crisi delle discariche si corre il rischio di arrivare alla discarica, trovare una lunga fila di autocompattatori di altri comuni della Sicilia, non riuscire a scaricare e tornare indietro con la stessa spazzatura con cui si era partiti. E’ capitato ad alcuni comuni della provincia partire intorno alle due per la discarica e poi tornarsene senza avere concluso niente. La situazione dello smaltimento dei rifiuti è diventato il problema più difficile per molti comuni della Sicilia e per la provincia di Enna in particolare. E’ la situazione non trova uno sbocco positivo proprio per la crisi delle discariche e perché i lavori alla la vasca B2 di contrada Cozzo Vuturo ancora non iniziano perché si deve firmare il contratto e consegnare i lavori. Un rallentamento che sta penalizzando, per certi aspetti, tutta la provincia di Enna. UN problema difficile che è caduto sulle spalle della commissione di liquidazione e del presidente Antonino Di Mauro, visto che CdA della nuova società Srr si è presentato dimissionario e per eleggere il nuovo CdA ci sono difficoltà perché nessun sindaco si vuole caricare tante difficoltà, la più importante delle quali è sicuramente il passaggio del personale dall’Ato Rifiuti alla nuova società che comporta un aggravio finanziario notevole. Ma su questo argomento CdA dimissionario e sindacati avevano discusso ampiamente e si era arrivati quasi ad una soluzione con la decurtazione in percentuale dello stipendio dei lavoratori a secondo del ruolo ricoperto nell’organico, ma queste riduzioni non sono state ne approvate ne sottoscritte per diventare operative. Nella prossima assemblea si dovrà necessariamente parlare ed operare in tal senso, bisogna decidere sulla nomina del CdA in caso contrario la situazione diventerebbe veramente difficile e si rischia di creare caos a tutti i livelli. “Il problema di fondo – dichiara Armando Glorioso, sindaco di Nissoria – è che ci sono tante responsabilità per i sindaci che vanno a far parte del CdA e sono responsabilità complesse, aggravate dall’incapacità della Regione di risolvere il problema dei rifiuti e del suo smaltimento”.
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