Il ritorno delle province in Sicilia ma si chiameranno liberi consorzi. In evidenza

Agosto 11, 2017 718

Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Questa frase rimasta poi famosa nel patrimonio letterario siciliano è parte di una memorabile scena de film " Il Gattopardo" di Luchino Visconti. La citazione serve ad introdurre la notizia e cioè che L’assembla regionale siciliana con un blitz alla vigilia di Ferragosto cancella anni di discussione e di riforme delle province e approva, su iniziativa del gruppo di Forza Italia (in minoranza) l’elezione diretta per il presidente dei Liberi consorzi, per il sindaco metropolitano e per i consiglieri di questi enti, che altro non sono che i discendenti delle vecchie e mai rimpiante Province. Se la legge entrerà in vigore le elezioni si dovrebbero svolgere in primavera, quando si voterà per le amministrative. Ma non è l’unica novità destinata a far discutere. Nel provvedimento varato l’altra sera è prevista anche la reintroduzione delle indennità, che per il presidente saranno uguali a quelle del sindaco della città capoluogo. Per i consiglieri, invece, sono previsti dei rimborsi spese.La legge regionale segna un ritorno al passato.L’ennesimo coup de theatre di una riforma, che è nata e si è evoluta a furia di colpi di scena. Una legge regionale pasticciata, quella di Crocetta, nata in tv con l’intento di voler fare prima del resto d’Italia, più volte si è arenata ed è ripartita tra lotte politiche e agguati di palazzo, arrivando a creare alla fine i cosiddetti “liberi consorzi di comuni”, che più che una vera rivoluzione sembrano solo un’etichetta più complicata affibbiata alle vecchie province. Un ritorno al passato dunque e c'è chi ipotizza che si voterà nella primavera del 2018. 

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