Più di 11 milioni di spettatori nel nostro paese hanno assistito alla finale del Campionato Mondiale di Calcio. Per molti italiani, l’88% secondo un sondaggio del Corriere.it, la fine della favola della nazionale che avrebbero voluto sul tetto del mondo: la Croazia, battuta da una Francia indubbiamente più attrezzata. Le immagini, come prassi in occasione di eventi dalla portata globale come quello in diretta da Mosca, rimbalzano tra il campo e la tribuna, indugiando sui volti delle personalità ospiti; ovviamente, la maggior parte degli obiettivi erano puntati sulla presidentessa croata Kolinda Grabar-Kitarovic che ha abbracciato e baciato ad uno ad uno i suoi giocatori con addosso la maglia della Croazia. Già durante tutto il percorso mondiale dei suoi ragazzi aveva attirato l’attenzione dei media avendo deciso di smettere i panni istituzionali per vestire quelli, più consoni alla situazione, della supporter. Maglia della nazionale quindi, al posto di un più sobrio tailleur, e tifo indiavolato. Non avrà meravigliato affatto dunque la rinuncia all’etichetta istituzionale della quale , suscitando un’indubbia simpatia probabilmente globale, si è resa protagonista al termine del match.Al triplice fischio infatti, durante la premiazione sotto un diluvio cornice inedita per la manifestazione estiva, Kolinda Grabar-Kitarovic si è lasciata andare ad abbracci sinceri e particolarmente calorosi verso tutti i protagonisti della partita, senza fare sconti o differenze di bandiera. Calciatori sia croati che francesi appena usciti dal campo, riserve, arbitri, dirigenti Fifa, passanti occasionali. Un abbraccio affettuoso e un sorriso per tutti.
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