Articoli filtrati per data: Novembre 2024

Nel “Padre Nostro” continuiamo a recitare: dacci oggi il nostro pane quotidiano. Si, perchè al tempo l’acqua era considerata risorsa illimitata e gratuita e si chiedeva il pane. Oggi invece, senza fare ironia, avere la certezza dell’acqua potabile è diventata una priorità. Da diversi mesi lo spettro della siccità si aggira sui cieli del Mezziogiorno d’Italia avendo come epicentro la Sicilia. Non si è trattato di un evento imprevedibile e immediato, ma di un processo lento, progressivo che è diventato inesorabile allorchè il prolungarsi dei fenomeni avversi di un surriscaldamento, straordinario per durata e per concentrazione territoriale, hanno raggiunto un livello tale da stressare la popolazione a tal punto da attrarre l’interessel dell’opinione pubbllica e della stampa nazionale e internazionale. Spesso però i riflettori puntati sul dramma che ha determinato la siccità in Sicilia non si sono tradotti automaticamente in solidarietà, talvolta invece hanno fornito spunti per alimentare la denigrazione dell’Isola anche al fine di indebolire il suo notevole potenziale turistico. Per alleviare una disperazione nerissima arriva nel porto di Licata la nave cisterna della Marina Militare Ticino che scarica un milione e quattrocentomila litri di acqua potatile. Un atto importante, ma non risolutivo, perchè se non diventa un intervento organico e sistematico, rischia di apparire come il classico gesto umanitario che “una tantum” viene fatto verso i Paesi del Terzo mondo preda di calamità. Da non sottovalutare inoltre il tema della distribuzione del prezioso liquido su cui andrebbe aperto un ampio capitolo per descrivere i movomenti delle autobototti, pubbliche e private, certificate e abusive, un autentico universo parallello che fornisce un servizio in nero e a pagamento, essenziale in alcuni territori e che rischia di espandersi se il fenomeno siccità è destinato a continuare. Ma c’è anche una forma di speculazione politico-istituzionale che si articola tra comuni, tra quartieri, tra condomini, tra esercizi cpmmercialil, ristoranti etc. Esempio emblematico il caso sollevato dai consiglieri comunali del Pd sull’acqua del Comune di Messina che saebbe stata dirottata verso il Comune di Taormina. Questo argomento è stato ripreso da un quotidiano nazionale e dall’on. Stefania Marino, parlamentare eletta nel collegio Enna-Messina nella lista Pd. Ecco cosa scrive l’on. Marno; “Interrogazione a risposta in Commissione ai Ministri per la Protezione Civile e delle Infrastrutture

Per sapere Premesso che:

  • Da molti giorni i cittadini di Messina registrano significativi disservizi nella erogazione idrica che comportano notevoli disagi soprattutto per coloro che abitano ai piani alti dei palazzi;
  • L’Amam società municipalizzata che gestisce il servizio idrico comunale attribuisce tale criticità allo stato di perdurante siccità che attanaglia il territorio siciliano da tempo;
  • Nonostante l’oggettiva condizione climatica sono stati sollevati una serie di dubbi, riportati anche a mezzo stampa, in merio alla gestione della risorsa acqua per la città in considerazione di due elementi sui quali va effettuato opportunamente un approfondimento;
  • Sembrerebbe infatti che una quota di acqua gestita da Amam venga indirizzata verso la città di Taormina e un’altra quota parte invece venga indirizzata per il cantiere di lavoro di Webuild per il raddoppio ferroviario della linea Palermo-Catania-Messina;
  • le giustificazioni rese note anche a mezzo stampa dall’amministrazione comunale e dalla società municipalizzata non hanno convinto l’opinione pubblica che lamenta continui disagi che purtroppo rischiano di aggravarsi per via dell’andamento climatico;

si chiede pertanto di sapere se quali iniziative per quanto di competenza il governo intenda assumere per ottenere dagli enti interessati la massima trasparenza rispetto alla gestione della risorsa idrica, in riferimento a quanto riportato in premessa, e per assicurare il minor disagio possibile ai cittadini di Messina”

Sicilia, una regione d’Europa dove, per cause e responsabilità diverse, si prega per avere l’acqua quotidiana.

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Un pane semplice, rustico, bagnato con tanto succo di pomodoro fresco e condito con un filo d’extravergine: l’estate spagnola è servita.

Pane e pomodoro è la soluzione a ogni pasto estivo, specialmente nei paesi mediterranei. L’Italia ha fatto di questo abbinamento una vera cultura, e la Spagna non è da meno: re dei pasti frugali è il pan con tomate, o pan amb tomaquet come si dice in Catalogna, dove si narra sia nato, una versione iberica della panzanella romana, ovvero due fette di pane su cui viene strusciato un bel po’ di pomodoro maturo (talvolta sostituito con della salsa di pomodoro). Olio, un pizzico di sale, magari un po’ d’aglio strofinato: pochi ingredienti per un grandissimo gusto.

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Non potevamo fermarci alla rinuncia di disputare campionati di serie. L’intesa con mister Mimmo Tripi è stata senza sprecare parole , perchè tra persone che sanno di pallavolo le collaborazioni sono naturali e spontanee. Paternò ha una lunga tradizione nel mondo della pallavolo , la vicinanza delle due città , il nostro sempre desiderio di realizzare la costruzione di un progetto di sviluppo del volley nel territorio , ci ha portato ad accettare l’avvio di un’unità di intenti che avrà senz’altro positivi sviluppi sui nostri tesserati. Si riparte dunque dal settore giovanile e dalla capacità dei nostri allenatori. Da questa stagione il team che formerà i ragazzi e le ragazze della Scuola di Pallavolo è formato da Letizia Stancanelli, Erica Smirne Miletti, Daniela La Venia e Barbara Rossi. Un team che ha esperienza e potrà collaborare con i tecnici del settore giovanile del Paternò Volley 2006. Nei prossimi giorni ci incontreremo con Mimmo per far muovere le prime iniziative ana collaborazione che abbiamo definito a ” 365 gradi “ . Il Volley a Regalbuto dunque c’è ma si evolve al passo delle nuove collaborazioni tra società sportive non più chiuse ma aperte , appunto a 365 gradi. ! E…a proposito di collaborazioni …..resteranno immutate quelle con la Misericordia di Regalbuto, l’IT Citelli e la GaEditori ! Più di così…….

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NAPOLI

Il cognome deriva dal toponimo Napoli, capoluogo della Campania, l’antica Neapolis latina composta da neo = nuovo e polis = città. Varianti: Napoletano, Napolitano. In Sicilia in cognome Napoli venne adottato da molti ebrei costretti, dopo l’editto del 1492 che li cacciava dall’Isola, a convertirsi al cristianesimo e ad assumere cognomi locali; molti di loro assunsero cognomi di paesi e città

Napoli è molto diffuso in Italia, è presente in più di mille comuni di tutte le regioni italiane, soprattutto Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, ma anche Lombardia, Piemonte, Puglia, Liguria, Toscana, Sardegna, ecc. In Sicilia copre tutto il territorio ma ha alta frequenza nel Palermitano (Palermo, Villabate, Bagheria, ecc.), nell’Agrigentino (Palma di Montechiaro, Sciacca, Menfi, ecc.), nel Catanese (Catania, Gravina di Catania, Aci Catena, ecc.), nel Messinese (Messina, Milazzo, Alcara Li Fusi, ecc.), nel Trapanese (Campobello di Mazara, Mazara del Vallo, Paceco, ecc.), nell’Ennese (Piazza Armerina, Regalbuto, Enna, ecc.)

Riferimenti storici e personaggi - Una famiglia Napoli risulta iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922; discente da quella originata da un ramo dei Caracciolo in persona di Nicolò, passato in Sicilia come seguace di re Federico II d'Aragona.

 

NASCA

Nasca nasce dalla cognominizzazione di un soprannome legato al dialetto siciliano e riferito a persona che ha il naso schiacciato, camuso, piatto. In senso figurato “nasca” è persona pedante, pignola. Ha origine dal termine tardo latino “nasica”. In alcuni casi il cognome Nasca potrebbe derivare dal toponimo Nasca, frazione del comune di Castelveccana in provincia di Varese. Il cognome è molto frequente in Sicilia, nel Palermitano (Palermo, Cerda, Montemaggiore Belsito, Alia, Casteldaccia, Bagheria, Partinico, San Giuseppe Jato, Campofelice di Roccella, Borgetto, Sciara, ecc.), nel Catanese (Catania, Vizzini, Tremestieri Etneo, Gravina di Catania, Adrano, Santa Venerina, Giarre, Grammichele, San Giovanni La Punta, Mascalucia, ecc.), nel Nisseno (Caltanissetta, Sommatino, Gela, ecc.), nell’Ennese (Agira, Troina, Centuripe, Regalbuto, ecc.), nel Messinese (San Teodoro, Milazzo, Capo d’Orlando, ecc.), nel Siracusano (Priolo Gargallo, Francofonte, Siracusa, ecc.). Ceppi del cognome, molto meno consistenti, si trovano nelle regioni Puglia, Lombardia, Piemonte, Basilicata, Toscana, Campania, Lazio, Emilia-Romagna.

Riferimenti storici e personaggi. CAMILLO NASCA (Palermo 23/3/1911 +?), militare italiano del Regio Esercito tristemente noto per aver collaborato, durante la Seconda Guerra Mondiale, con le forze germaniche sbarcate nell’Isola di Kos, nell’Arcipelago del Dodecaneso.

 

NASELLO/NASELLI

Secondo gli storiografi la famiglia Naselli ha origini longobarde, discenderebbe da Palatino (detto “Nasello”), figlio di Liutprando re dei Longobardi, nato intorno all’anno 738. Un ramo di questa famiglia passò in Sicilia nel secolo XIII e si stabilì nel territorio di Piazza Armerina (cognomix.it). In alcuni casi Nasello, e la sua variante Naselli, potrebbero derivare dalla cognominizzazione di soprannome legato al mestiere del capostipite, venditore di pesce, o da altro soprannome del tipo “Johannes de Lamidinia dictus Nasello” o, ancora, dal termine “nasello”, pesce di mare appartenente alla famiglia dei “merluccidae” (merluzzo).

Naselli è diffuso in Sicilia, soprattutto nel Catanese (Catania, Acireale, Misterbianco, ecc.), nell’Ennese (Agira, Regalbuto, Nicosia, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Gangi, Castelbuono, ecc.), nel Messinese (Tusa, Torregrotta, Barcellona Pozzo di Gotto, ecc.); Nasello è frequente nel Catanese (Catania, Sant’Agata Li Battiati, Fiumefreddo di Sicilia, Sant’Alfio, Gravina di Catania, Aci Sant’Antonio, ecc.), nell’Ennese (Enna,

Nissoria, Leonforte, Centuripe, ecc.), nel Palermitano, nel Ragusano, nel Siracusano. Famiglie Naselli e Nasello sono presenti anche in Lombardia, Liguria, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Umbria, ecc.

Riferimenti storici e personaggi - Esistono tracce di questa cognominizzazione nel sec. XII a Genova con Obertus Nasellus che nel 1135 fu cancelliere di Genova. Altro ramo dei Naselli, di origine longobarda, venuto in Sicilia, possedette i principati di Aragona e di Poggioreale, la ducea di Casalnuovo-Gela, i marchesati di Flores e di Gibellina, la contea di Comiso, le baronie di Budigiano, Castellammare del Golfo, Imbrici, Pirrera, Pumo, ecc. GIOVANNI BATTISTA NASELLI (Napoli 25/6/1786-Palermo 3/5/1870) – della nobile famiglia palermitana dei duchi di Gela, fu vescovo di Noto e arcivescovo di Palermo dove morì il 3 maggio del 1870. CARMELINA NASELLI (Catania 4/11/1894 – ivi 13/11/1971), antropologa, critica letteraria, docente universitaria: prima donna ad occupare una cattedra universitaria nella Facoltà di lettere dell’Università di Catania dal 1949 al 1964.

 

NASSISI

Cognome diffuso solo in 50 comuni di alcune regioni italiane: Puglia, Sicilia, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Campania, Umbria, Piemonte, Marche. In Sicilia è presente nelle province di Messina, Catania, Enna (nei comuni di Regalbuto ed Agira)

Questo cognome deriva da forme etniche del toponimo Nasso, isola del mare Egeo, o di Naxos, seconda colonia greca (dopo Zancle) fondata in Sicilia dai greci nel 734 a.C.; oggi sito archeologico ricadente nel territorio di Giardini-Naxos in provincia di Messina.

Il cognome è di origine greca, beneaugurante con il significato di “che tu possa vivere a lungo”. Esso è immigrato in Puglia all'epoca della dominazione turca. Una canzone greca “na ziseis” viene cantata ancora oggi nelle feste di compleanno e indica augurio di longevità (cognomi italiani).

 

NATOLI

Il cognome Natoli è di origine orientale o turca e deriva da aferesi del nome greco Anatoli (= gente dell'est, orientale) o dal nome della regione turca Anatolia.

È diffuso in circa 300 comuni italiani, in gran parte siciliani, con ceppi più o meno consistenti nelle altre regioni, Lombardia, Lazio, Campania, Piemonte, Puglia, Campania, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare nel Messinese (Lipari, Gioiosa Marea, Messina, Santangelo Brolo, San Piero Patti, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Campofelice Roccella, Corleone, Cefalù, Bagheria, Capaci, Trabia, Carini, ecc.), nel Catanese (Paternò, Catania, Riposto, Aci Catena, Adrano, Vizzini, ecc.), nell’Agrigentino (Isole Pelagie, Agrigento, Campobello di Licata, ecc.), nel Siracusano (Augusta, Siracusa), nell’Ennese (Regalbuto)

Riferimenti storici e personaggi - La famiglia Natoli si vuole originaria di Provenza; passata prima in Napoli e poi in Sicilia ai tempi di re Federico II, godette nobiltà in Messina e Palermo. LUIGI NATOLI (Palermo 14/4/1857-Palermo 25/3/1941) – scrittore italiano, autore di romanzi d'appendice con lo pseudonimo di William Galt. GIUSEPPE NATOLI (Messina 9/6/1815- Messina 25/9/1867) – giurista, patriota e politico italiano. UGO NATOLI (Messina 9/2/1915- Roma novembre 1992) – docente e giurista italiano di diritto del lavoro all'Università di Messina e poi di diritto civile all'Università di Pisa. È stato uno dei più grandi giuristi del diritto del lavoro.

 

NERI

Varianti di Neri sono Negrelli, Negrello, Negretto, Negretti, Negri, Negro, Negrini/o, Negroni, Nerini, Nigrelli: tutti cognomi che traggono origine, direttamente o tramite variazioni ipocoristiche o accrescitive, dal cognomen latino Niger e dai suoi derivati medioevali Nigrus e Negro o Nigro, o da soprannomi legati al colore dei capelli o alla carnagione scura. Potrebbero anche derivare dal nome medioevale Neri che in origine sembra nascere per aferesi da nomi quali Ranieri, Guarneri, Maineri. Altra origine potrebbe essere quella dell'ebraico Nerì che significa “il mio lume, la mia luce” usato come diminutivo di Neriel che significa “la mia luce è Dio”. Neri lo si trova all'inizio del Vangelo di Luca dove figura come uno degli antenati di Gesù (3, 23-31). Cognome fra i più diffusi in Italia, Neri è presente in più di 1300 comuni di regioni in gran parte settentrionali, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Lombardia. Con ceppi abbastanza consistenti si trova anche nelle altre regioni, fra cui Sicilia, Calabria, Umbria, Piemonte, Liguria, Marche, Campania, ecc. In Sicilia è noto soprattutto nel Catanese (Adrano, Biancavilla, Catania, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Villabate, Misilmeri, ecc.), nell’Agrigentino (Agrigento, Porto Empedocle, Ribera, ecc.), nel Nisseno (Mazzarino,

Caltanissetta, Sutera, ecc.), nel Siracusano (Avola, Melilli, Lentini, ecc.), nell’Ennese (Piazza Armerina, Regalbuto, Leonforte, ecc.).

Riferimenti storici e personaggi. San FILIPPO NERI (Firenze 1515-Roma 1595) – detto l'Apostolo della città di Roma. Fondò un oratorio in cui si tenevano conferenze religiose e discussioni e si organizzavano iniziative per il soccorso ai malati e ai bisognosi. FRANCESCA NERI (Trento 10/2/1964) – attrice e produttrice cinematografica italiana.

 

NEVE

Cognome diffuso in poco più di 100 comuni sparsi in quasi tutte le regioni italiane, con ceppi più rilevanti in Piemonte, Puglia, Lombardia, Liguria, Sicilia, Lazio. In Sicilia è presente in pochi comuni di alcune province: Caltanissetta (comuni di San Cataldo e Caltanissetta), Catania (Caltagirone), Messina (Rometta), Palermo, Enna (Regalbuto).

Neve è forse cognominizzazione del nome femminile latino Nevia, nome devozionale sostenuto dal culto di Santa Maria della Neve; potrebbe derivare direttamente dal termine “neve”, nome attribuito ad una figlia nata in un giorno in cui stava nevicando o in un inverno particolarmente rigido, o da toponimo intitolato alla Madonna della Neve, frazione e santuario di Frosinone.

 

NICOLOSI

Cognome tipicamente siciliano, originario del Catanese; è un toponimico derivato dal toponimo Nicolosi, probabilmente luogo d’origine del capostipite, e così chiamato dal monastero benedettino di San Nicola che sorgeva fin dal 1359 nel territorio etneo e in cui successivamente sorse l’agglomerato urbano. Nicola deriva dal greco Νικολαος (Nikòlaos), composto da νικη (nike) = vittoria e λεως (leòs) = popolo, folla, latinizzato in Nicolaus, che significa “vincitore fra il popolo”, colui che combatte e vince per il suo popolo. Nicolosi è abbastanza noto in Italia; è diffuso in circa 500 comuni, in gran parte siciliani. Con ceppi meno consistenti si trova anche nelle altre regioni: Lombardia, Lazio, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Campania, Calabria, ecc. Nell’Isola è diffuso in tutte le province con alte frequenze soprattutto nel Catanese (Catania, Biancavilla, Paternò, San Giovanni La Punta, Adrano, Mascalucia, Misterbianco, Aci Catena, Tremestieri Etneo, Ramacca, Giarre, Santa Maria Licodia, Aci Sant’Antonio, Sant’Agata Li Battiati, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Monreale, Bisacquino, Corleone, San Mauro Castelverde, ecc.), nel Messinese (Messina, Castel di Lucio, San Fratello, Acquedolci, Torrenova, Santo Stefano di Camastra, Roccalumera, Spadafora, Militello Rosmarino, Torregrotta, Barcellona Pozzo di Gotto, ecc.), nel Trapanese (Marsala, Alcamo, Pantelleria, Trapani, Vita, Calatafimi, Poggioreale, Salaparuta, Erice, ecc.), nell’Agrigentino (Sciacca, Caltabellotta, Licata, Agrigento, Burgio, Ribera, Naro, ecc.), nel Siracusano (Melilli, Augusta, Carlentini, ecc.)

Personaggi: ROSARIO NICOLOSI detto RINO (Acireale 28/7/1942- Acireale 30/11/1998), politico italiano. Esponente di spicco della corrente di sinistra della D.C. Fu deputato all’ARS per un quindicennio dal 1976 al 1991 (dall’VIII all’XI legislatura). Nel 1985 fu eletto presidente della Regione Siciliana e tenne tale carica per sei anni, fino al 1991, guidando cinque governi regionali. ROLANDO NICOLOSI (Rosario, Argentina 15/9/1934 – Roma 3/10/2018) – musicista e compositore argentino, nato da genitori italiani, noto anche in Italia. Ha collaborato con il Teatro dell'Opera di Roma e con la RAI, come consulente, maestro di repertorio e collaboratore pianistico.

 

NICOSIA

Cognome abbastanza noto in Italia; è diffuso in circa 480 comuni in gran parte siciliani. Nuclei più o meno consistenti si trovano in altre regioni, come la Lombardia, Lazio, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, ecc.

In Sicilia è diffuso in tutte le province con punte più alte in quelle di Catania (36 comuni, Catania, Tremestieri Etneo, Paternò, ecc.), Palermo (31 comuni, Palermo, Roccapalumba, Villabate, ecc.), Agrigento, Messina, Ragusa (10 comuni, Vittoria, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Ragusa, ecc.), in provincia di Enna è presente soprattutto nei comuni di Enna, Gagliano Castelferrato, Nicosia, Regalbuto, Catenanuova, Piazza Armerina, Villarosa, Troina, Calascibetta, Agira, ecc. Deriva dal toponimo siciliano Nicosia, comune in provincia di Enna, il quale secondo alcuni è di origine greca; il suo nome significa “città di San Nicola”, Nikòi Oikòs; secondo altri sta a significare “città della vittoria, Nikes Oikòs.

Tracce storiche e personaggi - Una famiglia Nicosia godette di nobiltà in Palermo, Nicosia e Catania. Suoi componenti ebbero il titolo di barone di Filicino e Monserrato (con Vincenzo Nicosia nel 1742/43), barone

di Trigona (con Michelangelo Nicosia nel 1781), riconoscimento del titolo di barone di Filicino e Monserrato (nel 1900 con Vincenzo Nicosia). Risulta iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922

 

NISSORICI

Cognome unico in Italia e in Sicilia; è presente solo nella provincia di Enna, nel comune di Regalbuto. E' sicuramente una forma erroneamente trascritta del cognome più noto, Missorici, al quale si rimanda per rilevarne l'origine.

 

NULLO

Cognome molto raro, tipico dell’Umbria, zona di Terni e Perugia; è presente in circa 30 comuni delle regioni Umbria, Lombardia, Puglia, Piemonte, Campania, Lazio, Friuli. In Sicilia è presente, con qualche famiglia, nella provincia di Palermo (Termini Imerese) e nella provincia di Enna (Regalbuto).

Nullo, in lingua italiana, significa “non valido”, che “non ha alcun valore”, “nessuno”; il cognome potrebbe derivare da soprannome dato ad un capostipite, persona di non grande rilievo. Ma non ne siamo certi

Tracce storiche e personaggi - Un’antica famiglia Nullo sembra abbia abitato a Chioggia ed uno Stefano Pietro sia stato Cancelliere Grande di quella città. Carlo Nullo faceva parte del Consiglio al momento della caduta della Repubblica Veneta, alla fine del secolo XVIII; suo figlio, Francesco, fu podestà di Chioggia. (H.I) - Francesco Nullo (Bergamo 1/3/1826 – Krzykawka, Polonia 5/5/1863) – patriota italiano, partecipò alle Cinque Giornate di Milano e, al seguito di Garibaldi, alla spedizione dei Mille. Morì in Polonia lottando a fianco degli insorti polacchi contro la dominazione russa.

 

OANNI

Cognome raro: la sua presenza viene registrata solo in provincia di Enna, nel comune di Regalbuto. L'Heraldrys Institute of Rome, che si occupa di ricerca delle origini dei cognomi italiani ed europei, ritiene tale cognome noto “da tempo immemorabile nell'Umbria. In un antico codice conservato nell'archivio della comunità di Foligno intitolato 'Reformationes ab anno 1552 a 1554' alla pagina 78, sotto il giorno 19/12/1553, apparisce la elezione fatta in potestà per il seguente semestre di messer Girolamo che dell'istorico Lodovico Jacobilli, si asserisce essere di Rieti, con i soliti pesi ed onori. Un Baldassare Oanni fu presidente di polizia in Bologna”.

In verità Ludovico Jacobilli (1598/1664) nella sua opera “Discorso della città di Foligno” (1), cita un Girolamo Manni (e non Oanni), da Rieti come podestà di Foligno dal 1^ maggio 1554.

Noi crediamo che il cognome Oanni costituisca un'articolazione di un unico ceppo che comprende le forme Joanni, Ianni, Oanni. Queste articolazioni deriverebbero tutte da una modificazione dialettale di forme contratte del nome Joannes o di forme aferetiche del nome Giovanni di cui si ha esempio in un testo del 1308 che riporta ...quilibet eorum in solidum stipulatione solemni promiserunt et convenerunt Ianni Bonaccursi, civi et mercatori florentino de societate Macciorum de Florentia stipulanti ".

 

OCCHIPINTI

Il cognome Occhipinti deriva probabilmente dal soprannome dato agli individui di origine normanna che vivevano in Sicilia e che erano gli unici con gli occhi azzurri o verdi e quindi “pinti” (occhi-pinti); gli altri siciliani, discendendo da arabi, greci e spagnoli, avevano gli occhi scuri.

Occhipinti è presente in circa 350 comuni italiani: in Sicilia con picchi di presenze molto elevati. Seguono poi le altre regioni: Lombardia, Lazio, Toscana, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Campania, e giù, per numero di presenze, fino alla Valle d'Aosta passando per Puglia, Marche, Sardegna, Calabria, Trentino-Alto Adige, Umbria. In Sicilia è diffuso soprattutto nel Siracusano (Siracusa, Pachino, Francofonte, ecc.), nel Ragusano (Ragusa, Vittoria, Scicli, Comiso, ecc.), nel Catanese (Catania, Caltagirone, Mazzarrone, ecc.), nel Trapanese (Marsala, Trapani, Paceco, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Trabia, Borgetto, ecc.), nel Nisseno (Gela, Caltanissetta, Delia, ecc.), nell’Ennese (Agira, Regalbuto, Centuripe, ecc.).

Riferimenti storici e personaggi - MARIA OCCHIPINTI (Ragusa 29/7/1921 – Roma 20/8/1996), ribelle, anarchica e femminista, fu testimone dell'insurrezione popolare di Ragusa esplosa il 6 gennaio 1945 tra corso Vittorio Veneto e via 4 Novembre, contro una nuova chiamata alle armi. Ancora ventitreenne e incinta di cinque mesi, si stese a terra davanti ad un camion militare carico di giovani rastrellati, con l'intento di agevolarne la fuga. Scoppiò un tumulto: i soldati cominciarono a sparare, i popolani resistettero per tre

giorni poi, l'8 gennaio, la Divisione Sabauda “ristabilì l'ordine” e più di cento rivoltosi furono arrestati. Maria Occhipinti fu condannata al confino e al carcere, dove diventò mamma. Dopo aver scontato la condanna viaggiò per diverse città italiane e scrisse, fra l’altro la sua autobiografia “Una donna di Ragusa” con la quale

vinse il Premio Brancati 1976.

 

OLIVA

Oliva e le sue varianti (Uliva, Olivo, Olivi, Ulivi, ecc.), alterati e derivati (Olivella, Olivelli, Olivetti, Olivotto, ecc.) possono avere alla base l’oliva, come frutto, con riferimento a chi produce o vende olive; come colore, derivati da soprannomi riferiti a persone di carnagione olivastra; l’ulivo, come albero, riferito a chi coltiva ulivi. Per molti cognomi, tuttavia, la base potrebbe essere costituita da toponimi formati o derivati da oliva e ulivo (Oliva Gessi, Oliveto, Olivetta San Michele, Oliveri, ecc.). Soprattutto nella Sicilia occidentale può derivare da Sant’Oliva, martire a Palermo, il cui nome fu probabilmente importato dai Normanni (“Olive”, che fra l’altro, fu la figlia di Pipino, è comune nella Francia dell’Alto Medio Evo, nome collegato al culto di Santa Rosalia, rappresentata spesso con un ramoscello di olivo in mano). Oliva è cognome diffuso un po’ ovunque in Sicilia, soprattutto nel messinese (Messina, Milazzo, Roccalumera, Torregrotta, Barcellona Pozzo di Gotto, Rometta, Taormina, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Santa Flavia, Bagheria, Marineo, Cinisi, Cefalù, Misilmeri, Capaci, ecc.), nel Catanese (Catania, Palagonia, Misterbianco, Militello V.C., Mascali, Vizzini, Acireale, ecc.), nel Siracusano (Solarino, Siracusa, Lentini, Floridia, ecc.), nel Trapanese (Marsala, Erice, Campobello di Mazara, Trapani, ecc. ), nell’Agrigentino (Sciacca, Agrigento; Sambuca di Sicilia, ecc.)., nell’Ennese (Enna, Piazza Armerina, Regalbuto, ecc.). Famiglie Oliva sono attestate, inoltre, in tutte le altre regioni italiane, in particolare in Campania, Lombardia, Piemonte, Calabria, Puglia, Lazio, Liguria, ecc.

Riferimenti storici e personaggi. Una famiglia Oliva risulta iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliario Italiano del 1922: è originaria di Gaeta e nota fin dal secolo XV; ebbe sede a Gaeta e Napoli. ANTONIO OLIVA (L’Avana 19/6/1827 – Roma 14/5/1886), politico, patriota, docente di Diritto Costituzionale e di Diritto all’Università di Parma. Politicamente si riconobbe nell’ideale mazziniano dell’Italia unita ed indivisibile. PATRIZIO OLIVA (Napoli 28/1/1959) ex pugile, considerato uno dei maggiori campioni della storia del pugilato italiano

 

ORLANDO

Il cognome Orlando è un adattamento del nome di origine germanica Hrodland (o Hruodolandus), composto da hrod (fama) e land (terra), e significa “terra famosa”, ma anche “che dà fama, gloria alla sua patria”. Il nome è noto per essere stato portato da Orlando (o Rolando), protagonista dei poemi cavallereschi, celebre paladino caduto a Roncisvalle nella lotta contro i Mori.

In Italia ci sono più di seimila famiglie Orlando sparse in più di 1500 comuni; il cognome è specifico del centro-sud, in particolare Sicilia, Puglia (zone Lecce - Taranto), Campania (Napoli, Salerno), ma ha ceppi consistenti anche in Lombardia (Milano, Varese), Piemonte (zona Torino), Calabria (Reggio Calabria, Cosenza, Lazio (Roma), Veneto, Abruzzo, Friuli -Venezia Giulia, Toscana, Basilicata, Liguria (zona Genova). Nell’Isola il cognome è presente in tutte le province, soprattutto nel Palermitano (con 53 comuni, fra cui Palermo, Prizzi, Corleone, Santa Flavia, Terrasini, Bagheria), nel Messinese (46 comuni, fra cui Messina, Patti, Oliveri), nel Catanese (28 comuni, fra cui Catania, Misterbianco, Paternò, Gravina di Catania), nell'Agrigentino (Ribera, Ravanusa, Licata, Canicattì, Agrigento, ecc.), nel Trapanese (Alcamo, Trapani, Castelvetrano, Marsala, ecc.), nel Nisseno (San Cataldo, Gela, Caltanissetta, ecc.), nell’Ennese (Agira, Valguarnera Caropepe, Piazza Armerina, Regalbuto, ecc.)

Riferimenti storici e personaggi - Il ramo siciliano degli Orlando, storica e nobile famiglia, nota fin dal XV secolo nelle città di Caltagirone, Salemi, Palermo, Alcamo, ebbe numerosi illustri esponenti in vari centri siciliani, fra cui un MATTEO ORLANDO (Carini 1610 – Cefalù 1695) che fu generale dell'ordine dei Carmelitani e vescovo di Cefalù dal 25/6/1674 al 13/11/1695; VITTORIO EMANUELE ORLANDO (Palermo 1860 – Roma 1952) – politico e giurista italiano; deputato, più volte ministro e Presidente del Consiglio dei Ministri dopo la disfatta di Caporetto. Con il fascismo mantenne un atteggiamento possibilista, ma dopo l'uccisione di Matteotti si ritirò a vita privata.; nel 1946 venne eletto alla Costituente e fu senatore di diritto dal 1948 al 1952. LEOLUCA ORLANDO (Palermo 1/8/1947) – politico e avvocato, già sindaco di Palermo.

 

OTTIMO

Cognome molto raro, diffuso in circa 20 comuni sparsi in diverse regioni italiane; concentrato soprattutto in Sicilia, ha diramazioni anche nelle regioni Lazio, Campania, Lombardia, Piemonte, Liguria, Puglia, Umbria. In Sicilia è presente nell'Ennese (comuni di Enna e Regalbuto), nel Catanese (Motta Sant’Anastasia), nel Ragusano (Modica), nel Siracusano (Lentini).

Questo cognome deriva dall'aggettivo latino “optimus” (italianizzato in ottimo), con il quale si indica il meglio relativamente a qualità materiali, morali e a capacità professionali. Può essere considerato un cognome di origine augurale con il significato di “che sia sempre il migliore”.

Tracce storiche e personaggi – Marco Ulpio Nerva Traiano (Italica 18/9/1953 – Selinus in Cilicia 8/8/117) – fu imperatore romano dal 98 al 117; la sua popolarità fu tale che il senato gli concesse il titolo onorifico di “optimus”, il migliore

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La Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera al riconoscimento per tutta la Sicilia delle “condizioni di forza maggiore e circostanze eccezionali” a causa della persistente siccità che colpisce l’Isola da circa un anno, una delle più gravi dell’ultimo cinquantennio. Un provvedimento che era stato richiesto dal governo regionale lo scorso 17 giugno e per il quale adesso serve solamente la firma del decreto da parte del ministro della Sovranità agricola, alimentare e forestale.

Il riconoscimento della condizione di forza maggiore e di circostanze eccezionali dal primo luglio 2023 a maggio 2024 consentirà alle imprese agricole e zootecniche che operano su tutto il territorio siciliano di usufruire di deroghe in alcuni ambiti della Politica agricola comune, che permetterebbero di non applicare determinati vincoli a pascoli e terreni, continuare a godere di aiuti, rinviare pagamenti, sanzioni e oneri.

«Voglio ringraziare i ministri Lollobrigida e Calderoli - sottolinea il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani - per la celerità nell’approvazione dell’iter. A causa della grave emergenza idrica, che pone la Sicilia in “zona rossa” al pari di Marocco e Algeria, il mio governo è impegnato su più fronti per contrastare la mancanza d’acqua. L’intesa raggiunta ieri dimostra la concreta attenzione e sensibilità del governo nazionale per una situazione che va affrontata in maniera corale da tutte le istituzioni, comprese quelle europee».

La Regione ha già dichiarato lo stato di calamità naturale per danni all’agricoltura e ottenuto dal Consiglio dei ministri il riconoscimento dello stato di emergenza di rilievo nazionale. La nuova richiesta nasce da una situazione che si è aggravata nelle ultime settimane a causa della riduzione delle risorse idriche negli invasi e della conseguente indisponibilità di acqua per l’irrigazione. Per il comparto agricolo e zootecnico si stima una perdita della produzione nel 2024 che va da un minimo del 50% a un massimo del 75%.

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La sezione locale Ciccio Marraro del partito Democratico di Regalbuto , sarà presente nelle piazze della città per la raccolta delle firme contro l'autonomia differenziata.

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Il 25 scorso l’assessore delle autonomie locali e funzione pubblica della Regione Siciliana Andrea Messina e il segretario provinciale della Democrazia Cristiana di Enna Nello Rampulla hanno incontrato la DC di Nicosia per ringraziare dirigenti, iscritti e simpatizzanti per l’ottimo risulta ottenuto nelle passare elezioni europee dal candidato Massimo Dell’Utri sponsorizzato dalla DC , risultato ottenuto in un clima molto difficile. Erano presenti il Commissario DC di Nicosia Roberto Li Volsi, il delegato provinciale DC per l’agricoltura Giavanni Farinella nonché Commissario comunale DC di Sperlinga , Antonio Pagliazzo presidente e consigliere comunale di Nicosia; Ilenia Catania Cerro vice segretaria provinciale zona Nord, Daniele Li Volsi Commissario del movimento giovanile di Nicosia. Gli intervenuti hanno ringraziato l’assessore Messina per la sensibilità dimostrata nel venire a Nicosia e nel contempo il Segretario Provinciale Rampulla per il supporto dato durante la campagna elettorale. L’assessore nel ribadire i complimenti per il risultato ha rassegnato la propria disponibilità per venire incontro alle esigenze del territorio nicosiano e sperlinghese che con Capizzi formano un unico bacino territoriale. Successivamente ci si è recati a Capizzi dove erano in corso i festeggiamenti del Santo Patrono San Giacomo. Qui attendevano i giovani DC Capitini guidati dal Commissario comunale Ludovica Prestifilippo. Dopo I saluti e i ringraziamenti c’è stato l’incontro informale col Sindaco arch. Principato Trosso a cui l’assessore ha declinato tutta la disponibilità per risolvere lo stato di dissesto finanziario del Comune di Capizzi. Il Sindaco nel ringraziare ha voluto sottolineare l’impegno dei giovani DC capitini sia su Capizzi che su Nicosia che sebbene comuni di due province diverse sono accomunati da vincoli territoriali, di studio e amicizia tanto da formare un unico gruppo, pur nella loro autonomia , con i giovani DC di Nicosia.

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“ A Parlare è il segretario provinciale della FILBA UIL di Enna , Domenico Romano , a proposito della grave situazione che attraversa il personale dei Consorzi di Bonifica.” Il Mondo dei Consorzi di Bonifica merita una forte attenzione,trovando i giusti equilibri e mettendoli nelle condizioni di operare al meglio senza creare continui disagi potrebbero dare le giuste risposte che oggi gli agricoltori si attendono. Dipendenti che operano nel territorio  a fianco degli agricoltori ,un ente che lavora per la  difesa del suolo e il risanamento delle acque proteggendo il patrimonio idrico connessi agli assetti ambientali. Un ente che  oggi con il patrimonio umano che si ritrova potrebbe collaborare benissimo con tanti altri istituti e mi rivolgo principalmente  ai Comuni(strade e verde pubblico ), dipartimento dighe (custodia e manutenzione), protezione civile  e tanti altri ancora .Un Ente che oggi in organico vanta  Ingegneri ,Agronomi,Avvocati,Tecnici,Periti Industriali ,Elettricisti ,Muratori,Imbianchini,Idraulici ,Saldatori ,Escavatoristi,braccianti agricoli,Ragionieri ,Geometri e tante altre figure ancora. Mi chiedo – continua la nota di Romano -  perché una macchina cosi importante , che tanti anni fa fu costruita con l’obbiettivo della tutela del territorio e degli assenti ambientali e di stare a fianco agli agricoltori dando i giusti risultati sperati, oggi si ritrova in una situazione drammatica dipendenti che da Aprile non percepiscono un centesimo e  tante difficoltà nel rispettare il piano ordinario lavorativo. Tutti i lavoratori  oramai da tempo non riescono a stare tranquilli e le famiglie sono a forte rischio non riuscendo a sostenere le spese giornaliere compromettendo gli equilibri e la serenità di ogni persona,aspettare ulteriori giorni metterebbe ancora di più a rischio la serenità di ogni famiglia. Per ultimo chiediamo che un Ente cosi importante merita la giusta attenzione e non rovinare ciò che i nostri nonni hanno creato ,mettiamo l’Ente nelle condizioni di poter operare e dare i giusti servizi che gli agricoltori si attendono ,dando un  aiuto all’economia agricola che oggi soffre moltissimo ,nonostante tutti i lavoratori del Consorzio sono oramai da tempo in forte disagio comunicano che pur non avendo un centesimo nelle loro tasche dovuto alle mensilità non percepite ad oggi ,resteranno  sempre a fianco  degli agricoltori .”

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" A Proposito di risparmio dell'acqua potabile. Crediamo che sia venuto il tempo di mettere mani sul progetto di RIFACIMENTO DELLE LINEE ESTERNE dell'acquedotto dalle quali , ogni anno, si disperdono migliaia di litri di acqua dovute alle continue rotture dei tubi e ai ritardi per la riparaziona. Per arrivare a ciò vorremmo sollecitare le forze politiche , amministrative e dell'Ufficio Tecnico di Regalbuto , per la costituzione di un tavolo invitando la società ACQUA ENNA , affinchè si lavori , in sinerdia , per l'individuazione dei finanziamenti sul risparmio energetico e dunque accelerando i tempi per la realizzazione delle opere. La maggior parte di tali linee esterne sono dichiarate PRIVATE, ciò impedisce ACQUA ENNA ad effettuare riparazioni e controllo sulla stessa efficienza. Dunque la prima decisione da prendere o meglio da realizzare con urgenza , è quella del passaggio dal privato a Acqua Enna. Nel caso della condotta che da Regalbuto porta a Sparacollo , il tavolo tecnico c'è già stato , con la volontà da parte di Acqua Enna di gestirne la condotta idrica con il rifacimento della stessa , aumentando la portata dei tubi ( attualmente l'acqua scorre dentro un tuno di 32 mm . La condotta è stata realizzata quasi quarantanni or sono e dunque piuttosto vetusta e per la sua stessa natura è difficile a volte individuare le perdite ). Secondo noi quella da assumere è una decisione politica e di buon senso dato il grave momento di crisi che anche il nostro paese oggi attraversa. Siamo certi che le forze politiche e i movimenti uniranno le rispettive volontà , nel sensibilizzare ACQUA ENNA a iniziare il percorso di rifacimento delle condotte esterne del paese."

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A modo mio , mi sono posto questo interrogativo. Il problema della siccità in Sicilia è il vero problema !  L'acqua è un bene così prezioso per la nostra sopravvivenza che - secondo me - passano in secondo piano altri, ben importanti , ma mai come questo. Ma come si fa a risolvere il problema della siccità ?  E' vero che è un processo irreversibile ?  E se lo è , come vivranno le prossime generazioni ? Prima di andare avanti nel discorso mi sono ripassato uno degli argomenti che si insegnavano nelle scuole. Il ciclo dell'acqua.

Il ciclo dell’acqua, o ciclo idrologico, è un processo continuo che descrive il movimento dell’acqua sulla Terra, attraverso l’atmosfera e di nuovo sulla superficie terrestre. Ecco le principali fasi del ciclo:

  1. Evaporazione: L’acqua dai mari, laghi, fiumi e altre superfici evapora a causa del calore del sole, trasformandosi in vapore acqueo.
  2. Condensazione: Il vapore acqueo sale nell’atmosfera e si raffredda, formando nuvole attraverso il processo di condensazione.
  3. Precipitazione: Quando le nuvole diventano sature, l’acqua cade sulla Terra sotto forma di pioggia, neve, grandine o nebbia.
  4. Infiltrazione e raccolta: L’acqua precipita sulla superficie terrestre e può infiltrarsi nel suolo, ricaricando le falde acquifere, oppure scorrere sulla superficie, alimentando fiumi, laghi e oceani

Questo ciclo è essenziale per mantenere l'equilibrio ecologico e garantire  la disponibilità di acqua per tutti gli esseri viventi.

A questo punto chiediamoci. PERCHE' NON PIOVE IN SICILIA. ?

La mancanza di pioggia in Sicilia è dovuta a una combinazione di fattori:

  1. Posizione geografica: La Sicilia si trova nel Mediterraneo, una zona che può essere influenzata da condizioni climatiche che limitano le precipitazioni.
  2. Catene montuose: Le montagne presenti sull’isola possono bloccare le nuvole cariche di pioggia, impedendo loro di raggiungere alcune aree.
  3. Cambiamento climatico: Il riscaldamento globale sta alterando i modelli meteorologici, portando a periodi di siccità più lunghi e intensi.
  4. Alta pressione: La permanenza di alta pressione sulla Sicilia ha portato le piogge solo nelle regioni del Nord Italia, lasciando l’isola con precipitazioni molto scarse.

Questi fattori combinati stanno causando una grave siccità, con conseguenze significative per l’agricoltura e la disponibilità di acqua potabile.

COSA POSSIAMO FARE NOI. ?

Se consideriamo il fatto che le piogge saranno sempre più scarse nel corso dei prossimi anni, meglio rendersi conto che potremmo non poter contare più sui bacini artificiali e dunque mettere mani a nuove forme di raccolta dell'acqua. Come si vede, gli interventi urgenti sono necessari , urgenti , ma non potranno risolvere il prosciugamento del Lago di Pergusa e di altri bacini artificiali. Una cosa però si può subito fare. NON FAR DISPERDERE L'ACQUA ! Quest'ultimo argomento è assai delicato perchè abbraccia situazioni del tipo gli allacci abusivi nelle condotte idriche e le riparazioni urgenti che fanno disperdere metri cubi di acqua potabile per giorni , se non per settimane senza l'intervento alcuno.  ANCORA UNA COSA POSSIAMO FARE ! Seguire l'esempio di una coppia che in Brasile ha piantato milioni di alberi in 20 anni per icreare una foresta.

Questo è un esempio che ci indica un grande suggerimento: non dobbiamo aspettare risposte miracolose dai governi, ma agire da noi. Tanti piccoli, fanno una cosa grande! Infinita stima a questa coppia!!

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