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Pronto il bando da 19 milioni di euro destinato ai Comuni montani e parzialmente montani della Sicilia. Si tratta di risorse del Fosmit, Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane, assegnate alla Regione Siciliana dalla Presidenza del Consiglio dei ministri per finanziare interventi di promozione e per rafforzare le reti sociali di questi territori. Ciascun Comune, in particolare, potrà proporre: la realizzazione di progetti che riguardano l’informatizzazione, attraverso soluzioni di alfabetizzazione e inclusione digitale per stimolare l’uso del web; l’acquisizione di beni strumentali per il rafforzamento dei servizi essenziali; la valorizzazione del patrimonio esistente materiale o immateriale per aumentare l’attrattività dei luoghi; interventi finalizzati a ridurre nel medio e lungo termine la dipendenza da fonti fossili e per l’efficientamento energetico; la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade comunali e intercomunali.

«Il bando destinato a 180 Comuni delle aree montane - dice Andrea Messina, assessore regionale alle Autonomie locali e alla Funzione pubblica – è l’ultimo atto di un processo che ha visto impegnati i nostri uffici in un’attività di coordinamento di numerosi assessorati e dell’Autorità di Bacino nel recupero di risorse nazionali che sarebbero andate perse. I 19 milioni di euro complessivamente recuperati – prosegue l’assessore – rappresentano un impegno concreto del governo regionale per sostenere lo sviluppo e la valorizzazione dei Comuni montani, lasciando libere le amministrazioni di proporre progetti in ambiti particolarmente significativi per la promozione dei loro territori. Si tratta di un’azione che mira a rafforzare l’attrattività di aree particolarmente fragili per contrastarne lo spopolamento attraverso il potenziamento delle reti sociali e la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale. Questo attraverso azioni che mirano alla salvaguardia ambientale, al miglioramento della viabilità e a incrementare l’economia locale, in coerenza con il “Turismo delle radici”, l’offerta turistica italiana che punta quest’anno sulla memoria dei luoghi».

I progetti, dettagliatamente descritti e con le previsioni dei costi, dovranno essere presentati dai Comuni, previa approvazione della giunta locale, entro 45 giorni dalla data di pubblicazione dell’avviso sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana, a pena di esclusione. 

Al fine di diffondere la conoscenza della nuova misura e di illustrare le modalità di presentazione dei progetti, l’assessorato ha in programma due incontri operativi con i sindaci e i tecnici comunali, che si terranno nei  prossimi giorni a Palermo e Catania.

Il decreto è consultabile sul sito del dipartimento delle Autonomie locali a questo link 

Pubblicato in Dal Territorio
Mercoledì, 18 Settembre 2024 13:11

COGNOMI DI REGALBUTO DALLA A ALLA Z GRUPPO: M

MACALUSO

Macaluso ha diverse varianti: Macalusi, Macalusso, Maccaluso: tutte derivano da un soprannome legato al vocabolo siciliano Macaluggiu o Malauggiu, o anche Macalusciu, termini con cui viene indicato il cotone “ripulito e mondato del seme” (Piccitto). Il termine è di derivazione araba; mahlus in arabo indicava anche un liberto, cioè uno schiavo a cui era stata ridata la libertà. Cognome tipicamente siciliano diffuso in più di 400 comuni di tutte le regioni italiane, in particolare Sicilia, Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia-Romagna, Liguria, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province con un'alta concentrazione in quelle di Palermo, Caltanissetta, Agrigento, Catania, Enna (nei comuni di Enna, Villarosa, Calascibetta. Valguarnera Caropepe, Nicosia, Regalbuto

Riferimenti storici e personaggi - Tracce di questo cognome si trovano a Mazara, 1303, con un Juda Macalus. Damiano Macaluso (Palermo 1845/1932) – fisico italiano, professore di fisica sperimentale nell'Università di Catania e Palermo in cui fu anche rettore. Emanuele Macaluso (Caltanissetta 21/3/1924) – Roma 19/1/2021), politico, sindacalista, giornalista italiano; deputato al Parlamento nazionale per il P.C.I. nelle IV-V-VI legislature e senatore nelle VII-VIII-IX-X legislature. Direttore dell'Unità dal 1982 al 1986; dal 1^ maggio 2011 fino alla chiusura del giornale nel 2012, direttore de Il Riformista.

 

MACCARRONE

Maccarrone dovrebbe derivare da soprannomi connessi con il vocabolo “maccarone” (tipo di pasta) o anche il mestiere di pastaio svolto da un capostipite. Di solito il termine si fa derivare dal latino maccus o Maccius (che era il nome del comico latino Plauto) che vuol dire “dalla larga mascella”, per cui aggiunto al dialettale “maccarruni”(“cibo grossolano che allarga la mascella”), si avrebbe “persona che ha la mascella larga per aver consumato cibo grossolano”(Piccitto). 

Maccarrone è un cognome tipicamente siciliano, presente in molti centri della Sicilia: nel catanese (Catania, Adrano, Acireale, Giarre, ecc.); nell'ennese (Troina, Regalbuto, Centuripe, Catenanuova, Leonforte, Nicosia); nel messinese (Furci Siculo, Messina, S. Teresa Riva), nel siracusano, nell'agrigentino, nel nisseno, nel ragusano. In tutta Italia è presente in circa 230 comuni sparsi in diverse regioni fra cui (oltre alla Sicilia): Calabria, Lombardia, Piemonte, Lazio, Veneto.  Variante: Macaione.

Tracce storiche e personaggi - Galderius Maccarrone, Sicilia 1156; Maccaronus de Trapano, Palermo 1287; Isola di Makàron, isola dei beati (citata da Giuliano di Samosata); S.Tommaso Moro in Utopia parla dei Macarenses (abitanti del paese felice). PIETRO MACCARRONE, medico e filosofo, nato in Regalbuto ma vissuto a Palermo dove si distinse in occasione della peste del 1579. Morì nel 1630. PIETRO MACCARRONE (1924/2010), eminente studioso degli avvenimenti storici e politici siciliani. Avvocato, sindacalista, sindaco di Adrano, deputato in Sicilia e Presidente della Commissione antimafia; Senatore della Repubblica del P.C.I. per due legislature. 

 

MACRÌ

Cognome diffuso in circa 700 comuni di tutte le regioni italiane, molto noto in Calabria, ma anche in Sicilia in Campania e in Puglia; altri nuclei di trovano in Piemonte, Lazio, Lombardia, Liguria, Toscana, Emilia Romagna, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province, maggiormente concentrato in quelle di Messina, Catania, Siracusa, Enna (nei comuni di Troina, Regalbuto, Nicosia. Ha come varianti Macri, Magrì; tutti sono di origine grika (greco salentino) o anche greco-albanese; nascono da un adattamento dell'aggettivo greco makrìs che ha il significato di “lungo, alto”. Potrebbe anche derivare dal cognomen latino Macrus o dal nome medioevale Magrus, derivato da soprannomi originati da caratteristiche della corporatura del capostipite (magro).

Tracce storiche e personaggi - Tracce di questi cognomi si trovano nelle Pergamene greche di Sicilia del 1269 con un Andréu Makrù. Oreste Macrì (Maglie 10/2/1913 – Firenze 15/2/1998) – critico letterario, filologo, linguista e noto ispanista italiano. Emanuele Macrì (Acireale 1906/1974) – puparo di Acireale, uno dei più noti pupari italiani; continuatore del Teatro dei pupi di Mariano Pennisi, fondato nel 1887.

 

MAGNO

Il cognome Magno è diffuso in più di 400 comuni di tutta l'Italia, con rilevanti presenze soprattutto in Puglia, Campania, Sicilia, Calabria, Basilicata, ma anche, Lombardia, Lazio, Piemonte, Emilia Romagna, Abruzzo, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare Palermo, Messina, Ragusa, Catania; nell'ennese è noto nei comuni di Valguarnera, Regalbuto, Enna. Ha come varianti Magni, Magnini, Lo Magno.

Magno riflette etimi e processi di formazione molteplici che si sono incontrati e spesso confusi in modo da non essere più distinguibili. Può continuare il nome Magno, ripreso da un supernomen o signum latino Magnus (da magnus, “grande in senso fisico, sociale o morale); può in alcuni casi rappresentare un soprannome derivato da “magnare” (variante di mangiare); può infine, in Lombardia, riflettere il toponimo Magno, frazione del comune di Gardone Val Trompia, in provincia di Brescia (da E. De Felice). In Grecia, e poi a Roma, Magno veniva usato come epiteto aggiunto al nome per sottolineare il valore, soprattutto morale, di una persona (Alessandro Magno, Carlo Magno, San Gregorio Magno, ecc.)

Riferimenti storici e personaggi - Pasquale Galliano Magno (Orsogna, Chieti 25/2/1896 – Pescara 9/9/1974), avvocato antifascista. Tra la fine del 1925 e l’inizio del 1926 accettò di patrocinare Velia Matteotti, moglie di Giacomo Matteotti, il deputato socialista assassinato dai fascisti il 10 giugno 1924. Per questa sua posizione subì una serie di persecuzioni, sequestro degli atti, agguati, percosse, cure all’olio di ricino; a causa delle percosse ebbe problemi di vista e di deambulazione fino alla morte. Dopo la caduta del fascismo Galliano Magno fu presidente del Comitato di Liberazione Nazionale e, per volontà degli Alleati, vice prefetto politico

 

MAIDA

Cognome diffuso in 273 comuni di tutta l'Italia; è concentrato maggiormente nelle regioni del meridione, Calabria, Sicilia, Campania, Basilicata; con gruppi meno consistenti, è presente anche in altre regioni, Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Lazio, Toscana, ecc. In Sicilia è diffuso in tutte le province, in particolare nell’ Agrigentino (Ravanusa, Cammarata, Castrofilippo, Campobello di Licata, San Biagio Platani, Ribera, Racalmuto, ecc.), nel Nisseno (Mussomeli, Caltanissetta, Serradifalco, Mazzarino, Villalba, San Cataldo, Gela, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Sciara, Misilmeri, Campofelice di Fitalia, Termini Imerese, Montemaggiore Belsito, ecc.), nel Catanese (Catania, Gravina di Catania, San Giuseppe La Punta, Mascalucia,ecc.), nell'Ennese è noto nei comuni di Piazza Armerina e Regalbuto.

Maida potrebbe derivare dal vocabolo arabo maidah, ma anche dal toponimo Maida, comune in provincia di Catanzaro, l'antica Maghida. Alcuni fanno derivare Maida dal greco màghis o dal latino magida = madia, con il significato di “modesto avvallamento del terreno nel quale può ristagnare l'acqua” (Piccitto).

Riferimenti storici e personaggi - Una famiglia Maida di Palermo governò con gli uffici di capitano, pretore e senatore sotto Federico II l'aragonese; un Matteo Maida fu al servizio di re Federico III nel 1343 (famiglia-nobile.com).

 

MAMMANA

Il cognome è presente in circa 150 comuni italiani, molto diffuso in Sicilia ma presente anche in Lombardia , Piemonte, Toscana, Lazio e, con piccoli nuclei, nelle altre regioni. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare Catania, Messina, Siracusa, Palermo, Caltanissetta, ecc.; nell'ennese è noto nei comuni di Centuripe, Regalbuto, Gagliano Castelferrato, Catenanuova, Enna, Nicosia, Nissoria.

Di questo cognome esiste una variante, Manmana, sicuramente originato da errore di trascrizione di Mammana: in Sicilia esso è presente solo nel catanese (Catania e San Gregorio di Catania) e nell'ennese (Catenanuova e Centuripe); piccoli nuclei si trovano anche in Lazio e Piemonte.

Il cognome Mammana deriva dall'antica professione della “mammana”, una figura tipica della cultura contadina meridionale, una donna esperta che si assumeva l'incarico di aiutare le partorienti. Era anche, all'occorrenza, una levatrice che effettuava aborti clandestini utilizzando attrezzature rudimentali (ferri da calza, cucchiai, ecc.) e mettendo spesso a rischio la salute delle donne. 

 

MANCUSO

Mancuso deriva dalla cognominizzazione di un soprannome originato dal vocabolo dialettale “mancuso” o “mancosu” (mancino, maldestro), riferito probabilmente a capostipite che presentava tale caratteristica; “mancuso viene anche detto di un terreno non soleggiato perché esposto a tramontana.

Il cognome è diffuso in tutta l'Italia, è presente in più di 1100 comuni di tutte le regioni italiane, con presenze più numerose in Sicilia, Calabria, Lombardia, Piemonte, Campania, Lazio, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Basilicata. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare Palermo, Messina, Catania, Caltanissetta, Trapani; nell'ennese è noto nei comuni di Enna, Nicosia, Piazza Armerina, Barrafranca, Leonforte, Nissoria, Valguarnera Caropepe, Villarosa, Troina, Agira, Regalbuto. Sue varianti sono Mancosu, Mancusi, Mancusu.

 Riferimenti storici e personaggi - Tracce di questa cognominizzazione si trovano nel 1178 a Montevergine con un Iohannis Mancusi e, nel 1600 a Carolei (CS). Una famiglia Mancuso godette nobiltà nelle città di Caltagirone e Messina. Filippo Mancuso (Palermo 11/7/1922 – Roma 30/5/2011) – magistrato e politico italiano; fu Ministro di Grazia e Giustizia nel 1995 nel governo Dini. Vito Mancuso (Carate Brianza 9/12/1962) – teologo, docente di teologia moderna e contemporanea presso l'Università San Raffaele di Milano. Autore di numerose opere, editorialista di “Repubblica”.

 

MANERA

Cognome diffuso in circa 400 comuni di quasi tutte le regioni italiane; grossi nuclei sono presenti in Lombardia, Piemonte, Veneto, gruppi meno numerosi in Sicilia, Liguria, Campania, Lazio, Emilia Romagna, Friuli, Puglia, Calabria, ecc. In Sicilia i Manera sono presenti nelle province di Messina, Catania, Siracusa, Ragusa, Palermo; nell'Ennese è noto nei comuni di Catenanuova, Regalbuto, Gagliano Castelferrato.

Questo cognome corrisponde al femminile del nome personale Mainerò o Maniero derivato dal germanico o Mainerius di tradizione franca – e composto da “magin” = forza e ”haria” = esercito (forza dell'esercito, esercito potente)

Tracce storiche e personaggi - Tracce di questo cognome si trovano nel 1304 nel testamento di Bonvesin della Riva, redatto e controfirmato da Luchus Manera notarium; a Torino nel 1363 con un Mainerius. Leonardo Manera, pseudonimo di Leonardo Bonetti (20/4/1967) – attore, autore e cabarettista; ha ottenuto vari riconoscimenti a livello nazionale. Nel 1996 ha vinto il Festival del cabaret e, nel 1997, il premio della critica alla Zanzara d'Oro, trasmessa da RAI Uno. In televisione ha partecipato a Seven Sohow, Paperissima, Quelli che il calcio e Ciro. Fa parte del cast di Zelig.

 

MANFRELLOTTI

Cognome diffuso solo in 15 comuni italiani delle regioni Piemonte, Campania, Lazio, Lombardia, Liguria, Sicilia (nel comune di Regalbuto).

Questo cognome è probabilmente una forma ipocoristica del nome germanico Manifred, diventato poi, nel medioevo, Manifredus, poi Manfredo e Manfredi.

Tracce storiche e personaggi - Si ritiene che Manfrellotti sia una famiglia di origine spagnola, anticamente detta Manforio o Manfoillette, passata nel regno di Napoli al seguito della regnante dinastia aragonese ove, a causa delle solite modificazioni di pronuncia dialettale, assunse la forma attuale di Manfrellotti.

 

MANGIAMELI

Cognome diffuso in poco più di 100 comuni in gran parte siciliani; con nuclei molto esigui si trova anche in altre regioni come Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio, Toscana, ecc. In Sicilia è presente in quasi tutte le province (escluse Trapani ed Agrigento) ma è concentrato maggiormente in provincia di Siracusa (Lentini, Carlentini, Ferla, Siracusa, Solarino, Sortino, Palazzolo, Noto, ecc.); nell'ennese è noto nel comune di Regalbuto. Mangiameli, che ha come varianti, Mangiamela e Mangiamele (entrambi tipici della Basilicata), deve probabilmente la sua origine a soprannome riferito a capostipite che si nutriva abbondantemente di dolciumi e miele o che allevava api per la produzione del miele.

Tracce storiche e personaggi – Giuseppe Mangiameli – medico lentinese (Lentini 10/9/1983), specializzato in chirurgia generale e toracica, vincitore del Primo premio CTCVSTAR in quanto presentatore del miglior caso clinico tra le chirurgie toraciche di Francia (Marsiglia 2017). Inserito nel progetto TALENTUEUX promosso dal Consolato Generale d’Italia a Parigi, come iniziativa di visibilità e valorizzazione dei talenti italiani presenti nella Circoscrizione Consolare (Agosto 2020). Francesco (Ciccio) Mangiameli, palermitano, politico ed insegnante, dirigente siciliano del movimento di estrema destra “Terza Posizione”; dal 1975 referente del Fronte Nazionale in Sicilia. Venne ucciso il 9 settembre 1980 a Tor dei Cenci, vicino Roma, da appartenenti ai Nuclei Armati Rivoluzionari, gruppo terroristico di estrema destra.

 

MANGIONE

Cognome diffuso in poco più di 400 comuni sparsi in tutta l'Italia; soprattutto nel meridione (Sicilia, Puglia, Campania, Calabria), ma anche nelle altre regioni come Lombardia, Lazio, Piemonte, Liguria, Toscana, Emilia Romagna, ecc. In Sicilia è presente nelle province di Agrigento, Palermo, Ragusa, Caltanissetta, Catania; nell'Ennese è noto nei comuni di Leonforte, Enna, Regalbuto, Agira, Nicosia, Nissoria.

Questo cognome ha origine certamente da un soprannome, cioè è basato su una caratteristica fisica o su un attributo personale del capostipite. In questo caso, poichè il nome deriva dal verbo “mangiare” e finisce con il suffisso accrescitivo “-one”, è evidente che il fondatore della stirpe era un uomo di grande appetito e, per le grandi scorpacciate che si faceva, lo avevano soprannominato “mangione”. Mangione è chi abitualmente mangia molto, ma, in senso figurato, dicesi “mangione” di chi fa mangerie, cioè trae illeciti guadagni dalla propria carica o dal proprio ufficio.

Tracce storiche e personaggi - Mangione è stata una famiglia di antica nobiltà aragonese, trapiantata in Sicilia da Gianguglielmo Mangione o Mangioni, nobiluomo alla corte di re Ferdinando il Cattolico. Nel 1500 un Guglielmo Mangione era generale delle Piazze della Camera Regia. Charles Frank Mangione (Rochester 29/11/1940) – musicista, compositore, trombettista e filocornista jazz statunitense; ha pubblicato oltre trenta album. In Italia ha avuto notorietà grazie al suo brano Feels So Good del 1978

 

MANNINO

Cognome diffuso in più di 350 comuni di tutte le regioni italiane. Oltre che in Sicilia, dove è maggiormente concentrato, è presente in Lombardia, Toscana, Lazio, Piemonte, Emilia Romagna, Calabria, Liguria, Veneto, Puglia, ecc. In Sicilia si trova in tutte le province, in particolare Palermo, Catania, Messina, Agrigento, Trapani, Enna (nei comuni di Regalbuto, Nicosia, Enna, Aidone, Catenanuova, Gagliano Castelferrato)

Mannino, che ha come varianti Mannina e Mannini, dovrebbe derivare da Manninus, diminutivo del nome medioevale italiano di origine germanica Manno. Potrebbe derivare da diminutivo dell'aferesi di nomi come Alemanno, Ermanno, Riccomanno.

Tracce storiche e personaggi - Tracce di questo cognome si trovano a Firenze, dove nei registri della Fabbrica del Duomo del 1417 si legge di un “Manninus Iacobi et Bonaiutus Simonis...”. Una famiglia Mannino godette di nobiltà in Catania ed ebbe i titoli di barone di Piachi e nobile dei baroni: Francesco Mannino, dottore in legge, ne ebbe l’investitura nel 1705; Antonino Mannino, anche lui dottore in legge, nel 1729; Francesco Maria Mannino fu ufficiale di artiglieria nella guerra 1915/18. La famiglia risulta iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliario Italiano del 1922. Calogero Mannino (Asmara 20/8/1939) – politico italiano, esponente di spicco della D.C. siciliana, più volte ministro della Repubblica Italiana (dei Trasporti, dell'Agricoltura e Foreste, della Marina mercantile, per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno). Deputato al parlamento dalla VII alla XI legislatura e nella XVI. Teresa Mannino (Palermo 23/11/1970) – comica, cabarettista, attrice e conduttrice televisiva italiana.

 

MANNO

Manno, che ha come variante Manni, potrebbe derivare da una modificazione dialettale del vocabolo latino Magnus o dall'aferesi di nomi di origine longobarda come Harimanno o Ermanno o etnici come Alemanno.

Il cognome è diffuso in poco più di 450 comuni di tutte le regioni italiane: oltre che in Sicilia è presente in Puglia, Lombardia, Campania, Calabria, Lazio, Piemonte, Toscana, Liguria, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare Palermo, Trapani, Agrigento, Messina, ecc.; nell'ennese è noto nei comuni di Agira, Nissoria, Gagliano Castelferrato, Regalbuto, Catenanuova, Sperlinga, Valguarnera Caropepe, Enna.

Tracce storiche e personaggi - Tracce di questo cognome si trovano in una carta modenese del 984 dove compare un nome proprio Manno e nel 1027 un Mannus; nel Codice Diplomatico della Lombardia medioevale anno 1088, con un Alberico Manno; a San Miniato (PI) dove nel 1400 c'è un notaio Alamanno Manni. Una famiglia Manno, proveniente da Firenze, fu nobile in Sciacca e possedette il feudo di Lazzarino. Gioacchino Manno ebbe attestato di nobiltà nel 1774 e fu senatore a Sciacca dal 1774 al 1800. Giuseppe Manno (Alghero 17/3/1786- Torino 25/1/1868) – magistrato, politico e storico italiano; ricoprì l'incarico di Presidente del Senato del Regno di Sardegna e, successivamente, del Regno d'Italia. Scrisse una Storia di Sardegna in 4 volumi, il saggio Dei vizi dei letterati e il saggio Sulla fortuna delle parole.  

 

MANOLI

Manoli deriva da Emanuele, nome di origine ebraica, Immanuel, che significa “Dio con noi!”; fu usato per la prima volta dal profeta Isaia e divenne l'appellativo di Gesù. Immanuel, in greco Σμμανουηλ;   in spagnolo  Manolo è diminutivo di Manuel, aferetico di  Emmanuel. Riteniamo azzardata  la derivazione di Manoli dal vocabolo dialettale siciliano “manoli”, termine con cui vengono indicati i “pezzi di canna che servono ai contadini durante la mietitura per proteggere le dita della mano sinistra  dal taglio della falce”.(voc. sicil. Piccitto). Cognome raro, diffuso in poco meno di 90 comuni di alcune regioni italiane, Veneto, Sicilia, Lombardia, Emilia Romagma, Piemonte, Lazio. In Sicilia è presente solo nelle province di Catania, Enna, Messina, Palermo; nell'ennese è noto nel comune di Regalbuto.

 

MANTIA

Cognome diffuso in circa 75 comuni di alcune regioni italiane: Sicilia, dove esiste il nucleo più numeroso, Lombardia, Calabria, Veneto, Liguria, Piemonte. In Sicilia è presente in molte province, in particolare Palermo (Termini Imerese, Palermo, Isola delle Femmine, ecc.), Agrigento (Licata, Ravanusa, Racalmuto, ecc.), Caltanissetta (Vallelunga, Mussomeli, Caltanissetta); nell'Ennese è noto nel comune di Regalbuto.

Mantia è variante di La Mantia, Lamantia; deriva dal toponimo calabrese “Amantea”, comune di provincia di

Cosenza (a' Mantia in dialetto locale). Potrebbe, molto più probabilmente, derivare dal nome dell'antica città illirica (albanese) di “Amantia” che, occupata dai turchi nel XVI secolo, venne abbandonata dagli abitanti cristiani che si trasferirono in massa in Sicilia; in questo caso “Mantia” sarebbe collegato ad un capostipite “proveniente da Amantia”.

 

MANUZZA

Cognome molto raro, tipicamente siciliano, presente solo in due comuni della Sicilia, Regalbuto (Enna) e Castelvetrano (TR).

Il cognome, che in linguaggio dialettale significa “piccola mano”, deriva molto probabilmente da un soprannome dato a chi è “nato con una malformazione alla mano” o è legato “al modo con cui il capostipite serviva le carte da gioco facendo assumere alla propria mano la tipica forma di cucchiaio”. Il soprannome era tipico della provincia di Catania, zona Bronte, e della provincia di Enna, zona Centuripe, Regalbuto. Corrispondeva al soprannome sardo Manunta o Manunza o Manuntza, con analogo significato

 

MARASSÀ

Cognome raro, tipico siciliano, presente in pochi comuni sparsi fra Sicilia, Toscana, Lombardia e Liguria. In Sicilia è presente nell'Ennese, nei comuni di Nicosia, Regalbuto, Sperlinga, Enna, Catenanuova.

Il cognome non ha origine certa, potrebbe derivare dal toponimo Marassi, uno dei più antichi quartieri di Genova, il cui nome significa “palude” o dal nome “marasso” che è un tipo di serpente, con testa ovale e piatta, di colore grigiastro, dal morso pericoloso. Potrebbe anche derivare da Marazza, variazione del nome medioevale Maro o da forme aferetiche di nomi germanici come Guntmar o Gumaro o Ivimaro. Molto probabilmente si tratta della cognominizzazione di soprannome del capostipite.

Riferimenti storici e personaggi. Una famiglia Marassa, secondo quanto afferma qualche storico, trae origine dalla Germania; passata in Italia e stabilitasi nelle città di Vicenza e Genova, si diramò in seguito a Verona, Padova e Palermo. Vanta molti illustri personaggi tra i quali si segnala Un Ottone di Marassa, duca, molto stimato dall’Imperatore Enrico V (cfr. Heraldrys Institute of Rome)

 

MARCHESE

Cognome molto diffuso in Italia, è presente in più di 1200 comuni di tutte le regioni italiane, soprattutto Sicilia, Lombardia, Piemonte, Campania, Calabria, Liguria, Puglia, Lazio, Veneto, Basilicata, ecc. In Sicilia è diffuso in tutte le province, in particolare Palermo, Catania, Trapani, Agrigento, ecc.; nell'ennese è noto nei comuni di Agira, Nicosia, Valguarnera Caropepe, Piazza Armerina, Villarosa, Catenanuova, Enna, Leonforte, Regalbuto. Marchese ha molte varianti: Marcheselli, Marchesello, Marchesetti, Marchesi, Marchesin, Marchesini, Marchesino, Marchesoni, Marchesotti, Marchisotti.

Tutti questi cognomi potrebbero derivare, direttamente o tramite varie forme ipocoristiche, più o meno dialettali, o dal nome Marchese o da soprannomi legati al fatto che i capostipiti avessero un qualche rapporto con una famiglia nobiliare, in qualità di servitori o mezzadri. Potrebbero derivare anche da un soprannome riferito al portamento o a caratteristiche di somiglianza o atteggiamenti da “marchese”.

Marchese, titolo nobiliare inferiore a quello di duca e superiore a quello di conte, deriva dal germanico marka = zona di confine e graf = conte, quindi conte-marchese o conte della marca.

Tracce storiche e personaggi - Una famiglia Marchese, di origine lombarda, passò in Sicilia con i re normanni con Riccardo Marchisio, castellano di Taormina, al servizio di re Guglielmo il Buono. Godette di nobiltà in Messina, Palermo e altre città siciliane, poi un ramo si trasferì a Napoli. La famiglia ebbe i titoli di principe della Scaletta, marchese di Rajata, diverse baronie e numerosi altri titoli. Risulta iscritta nell’Elenco Regionale delle Famiglie Nobili di Sicilia. Concetto Marchesi (Catania 1/2/1878 – Roma 12/2/1957) – politico, latinista, accademico italiano; fu eletto all'Assemblea Costituente e partecipò alla elaborazione della Costituzione; fu deputato al parlamento italiano nella I e II legislatura per il gruppo P.C.I. Turi Marchese (1976) – scrittore, poeta dialettale siciliano, cantante; dal 2005 vive a Milano

 

MARCIANÒ - MARCIANO

Marcianò è diffuso in circa 170 comuni di tutte le regioni italiane; molto noto in Campania, Calabria, si trova anche in altre regioni, Piemonte, Lombardia, Puglia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province, particolarmente Palermo, Siracusa, Messina, Enna, Trapani, ecc.; nell'Ennese è noto nei comuni di Regalbuto e Piazza Armerina.

Marciano (o finale non accentata) è diffuso in circa 380 comuni di tutta la Penisola, presente in particolare in Campania, Calabria, Lazio, Sicilia, Piemonte, Lombardia, ecc.; in Sicilia è presente nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Palermo, Siracusa; nell'ennese, come la forma precedente, è noto nei comuni di Piazza Armerina e Regalbuto.

Marciano e Marcianò hanno due ceppi in Sicilia, uno a Messina che sembra derivare dal toponimo Marcianò o Marcianò Freddo in provincia di Caserta, l'altro a Palermo che sembra derivare dalla “gens Marcia” che in Sicilia possedeva delle proprietà. La gens Marcia è una gens romana di antichissima origine sabina.

Tracce storiche e personaggi - Santo Marcianò (Reggio Calabria 10/4/1960) – il più giovane arcivescovo d'Italia, nominato nel 2006 da papa Benedetto XVI nell'arcidiocesi di Rossano-Cariati. Dal 2013 è ordinario militare per l’Italia; Giornalista pubblicista dal 1992, è direttore responsabile della rivista “Euntes Ergo” e del mensile “Con Gesù nella notte.

 

MARGIOTTA

Margiotta e le sue varianti Margiotte, Margiotti, Margiotto dovrebbero derivare da termini arcaici basati sull'alterazione ipocoristica di provenienza relativa al vocabolo latino “marga/margae”, termine con cui si indicava una zona acquitrinosa di acqua spesso salmastra, una palude; era riferito probabilmente a soprannomi di capostipiti che arrivavano da zone paludose o da litorali marini caratteristici per le acque basse. Il cognome è diffuso in circa 370 comuni di tutte le regioni italiane; molto frequente in Puglia, è presente, oltre che in Sicilia, particolarmente nelle regioni Lazio, Lombardia, Campania, Abruzzo, Piemonte, Basilicata, Calabria, Toscana, ecc. Nell’Isola è presente nel Trapanese (Mazara del Vallo, Castelvetrano, Campobello di Mazara, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Bisacquino, Chiusa Sclafani, ecc.), nell’Agrigentino (Sciacca, Santa Margherita Belice, Campobello di Licata, ecc.), nel Nisseno (Mazzarino, Riesi, Caltanissetta), ma anche nell’Ennese (Regalbuto), Ragusano,

ne famiglia Margiotta si hanno memorie certe e documentate in Lugo (RA) fin dagli inizi del secolo XIII. ADOLFO MARGIOTTA (Torre del Greco 13/9/1957 – comico, attore, doppiatore e musicista italiano. Diplomato alla Scuola del teatro Stabile di Genova nel 1992, oltre a cabaret e teatro, ha partecipato a diversi programmi televisivi trasmessi su RAI 3 (Avanzi) e RAI 2 (Disokkupati).  

 

MARIA

Cognome diffuso in 122 comuni di buona parte delle regioni italiane, in particolare Sicilia, Campania, Lazio, Veneto, Lombardia, Piemonte, Calabria, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare Agrigento, Trapani, Palermo, Catania, Enna (nei comuni di Leonforte, Regalbuto, Nicosia).

E' probabile una derivazione geografica del cognome da località dedicate alla Madonna (Maria Ausiliatrice, Maria delle Grazie, ecc.), oppure derivate tout court dalla cognominizzazione del nome proprio Maria, in ebraico Myrhiám, poi divenuto Maryàm e poi ancora in latino Mariam e Maria. Probabilmente l'origine di questo nome risale al periodo della cattività egiziana del popolo ebraico; alla parola Myr, che vuol dire “amata”, fu affiancata la parola iàm, che indica Dio: così nacque Myrhiàm, cioè “amata da Dio”. Ma ci sono tante altre teorie sul nome di Maria.

 

MARINO

Marino deriva dalla cognominizzazione del nome proprio medioevale Marino o da soprannome, poi cognominizzato, generato dall’aggettivo “marino” (relativo a mare). E’ uno dei cognomi più diffusi in Italia: anche se nasce nel nord Italia, è maggiormente noto nelle regioni del Meridione (Sicilia, Campania, Calabria). Nell’isola è particolarmente rappresentato nelle province di Catania (in quasi tutti i comuni, Catania, Acireale, Misterbianco, Caltagirone, ecc.), nel Trapanese (intero territorio provinciale, Marsala, Trapani, Mazara del Vallo, Petrosino, ecc.), nell’Agrigentino (Sciacca, Palma di Montechiaro, Agrigento, Licata, Canicattì, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Corleone, Bisacquino, ecc.), nel Messinese (Messina, San Fratello, Brolo, Gioiosa Marea, ecc.). Consistenti nuclei del cognome Marino si trovano nelle altre regioni italiane, in particolare, Lombardia, Piemonte, Puglia, Lazio, Liguria, ecc.

Riferimenti storici e personaggi. - Tracce di questo cognome si trovano a Palermo con un Marinus de Destayti. Una famiglia Marino, originaria di Genova, passò in Sicilia al seguito dell’imperatore Federico II di Svevia e possedette numerosi feudi e censi del Regio Demanio di Messina; ebbe sede a Palermo e Messina ed i titoli di nobile e nobile di Messina. Esponenti di questa famiglia presero parte alla campagna per la difesa del Regno delle Due Sicilia dall’aivasione piemontese.  Nicolo’ Marino (Palermo 22/7/1887 – Forno Canevese, Torino 9/12/1943, tipografo, sottufficiale partigiano. Entrato nella Resistenza dopo l’8 settembre 1943, era diventato comandante di distaccamento in una Brigata della “IV Divisione Garibaldi”. Cadde, con altri 17 partigiani in un sanguinoso scontro con i nazifascisti a Forno Canavese, nel Torinese.  

 

MARLETTA

Cognome diffuso in più di 200 comuni in gran parte siciliani; con nuclei poco consistenti si trova in quasi tutte le altre regioni italiane: Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania, Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Friuli, Veneto, ecc. In Sicilia è concentrato particolarmente nel Catanese, da cui è originario (30 comuni, fra cui Catania, Mascalucia, Misterbianco, Gravina di Catania, Tremestieri Etneo, San Giovanni La Punta, Aci Castello, San Pietro Clarenza, Palagonia, Aci Catena, Acireale, Paternò, ecc.), ma è presente anche in tutte le altre province, Ragusa, Siracusa (Lentini, Carlentini, Siracusa, Augusta, ecc.), Messina (Messina, Santa, Teresa Riva, Giardini Naxos, Sant’ Alessio Siculo,  Enna ( Centuripe, Regalbuto, Catenanuova, ecc.), Palermo.

Il cognome potrebbe derivare da forma ipocoristica del nome Marlius o dal toponimo Marletta, in zona di

Catania; ma è probabilmente un alterato del termine “marla” = saliscendi, nottola del mulino, stanga, leva, asse che sostiene le campane. In latino medioevale troviamo mar(r)ula, in bolognese “marleta”(piccola marra). C'è poi “merletta” , alterato di merla = “persona a cui piace cantare”(Caracausi).

Tracce storiche e personaggi - Tracce di questo cognome si trovano a Monteverdi nel 1178, con un Marlectus e a Napoli, nel 1700, con un Marlius Pisanus, scrittore. Giuseppe Marletta (Catania 1878-Catania 1944) – docente di matematica, professore di geometria presso l'Università di Catania; autore di molte pubblicazioni di geometria proiettiva. Fu socio e presidente dell'Accademia Gioenia di Catania.

 

MARRARO

Cognome poco noto, diffuso solo in circa 40 comuni, in gran parte siciliani; con piccoli gruppi è presente anche nelle regioni Lombardia, Piemonte, Umbria, Friuli, Sardegna, Lazio, Toscana. In Sicilia è presente nelle province di Catania, Messina, Siracusa, Palermo, Enna (nei comuni di Regalbuto, Catenanuova, Centuripe).

Il cognome deriva dal termine “marra”, che è un arnese simile alla zappa usato in agricoltura per lavorare il terreno in superficie; marraro è il fabbricatore e/o il venditore di marre.

Tracce storiche e personaggi - Francesco Marraro (5/9/1948-19/5/2009) – docente di matematica e fisica nelle scuole superiori – vice sindaco nel comune di Regalbuto dal 1983 al 1988; assessore provinciale e più volte consigliere comunale e provinciale nel gruppo PCI-PDS-PD. Rosario Howard Marraro (Regalbuto 1897 – New York1 1972) – Studioso di letteratura italiana; professore di lingua e letteratura italiana presso la Columbia University di New York dal 1925 al 1965. Si occupò principalmente delle relazioni culturali e diplomatiche fra l'Italia e gli Stati Uniti, della cultura italiana negli Stati Uniti e degli studi americani in Italia.

 

MARTINEZ

Cognome di origine spagnola, ha nuclei nel sassarese, nelle coste siciliane, nel napoletano e nel Lazio; è diffuso in circa 250 comuni di molte regioni: Sicilia, Lombardia, Sardegna, Lazio, Piemonte, Campania, Toscana, Veneto, Emilia Romagna, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare Palermo, Trapani, Catania, Messina, Siracusa, ecc.; nell'Ennese è presente nel comune di Regalbuto.

Martinez e Martines sono forme patronimiche spagnole con terminazioni in “es ed ez” e valgono come “figlio di “Martinus (dal latino) o di Martin (spagnolo).

Tracce storiche e personaggi - Una famiglia Martinez, originaria della Spagna, fu nobile a Messina nel XVII secolo; inserita nella Confraternita della Pace, ebbe un comandante dell'arsenale di Messina nel 1747. Giovan Tommaso Martinez nel 1775 ricevette da Gaetano Cottone il titolo di barone. La famiglia risulta iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922. Gaetano Martinez (Galatina-Lecce 14/11/1892 – Roma 2/10/1951) - scultore.

 

MARZULLO

Marzullo deriva da modificazione dialettale del vezzeggiativo del nome medioevale marzo, latino “martius”, mese dedicato al dio romano Marte, divinità del raccolto primaverile e della guerra. Ma Marzullo poteva essere riferito anche ad individui nati nel mese di marzo. Il cognome è diffuso in Campania, Sicilia, Puglia (nel Barese), quindi Lombardia, Piemonte, Calabria (nel Cosentino), Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Molise, Friuli-Venezia Giulia. In Sicilia è, in particolare, censito nel Catanese (Catania, Randazzo, Mascali, Scordia, Mirabella Imbaccari, Acireale, Motta Sant’Anastasia, Pedara, ecc.), nel Messinese (Floresta, Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Gaggi, Ucria, Gioiosa Marea, Milazzo, Taormina, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Castelbuono, Castellana Sicula, Monreale, ecc.), nell’Agrigentino (Licata, Raffadali, Agrigento, ecc.), nel Trapanese (Mazara del Vallo, Castelvetrano, Marsala, ecc.)

Riferimenti storici e personaggi. Luigi (Gigi) Marzullo (Avellino 25/7/1953), giornalista, conduttore TV e personaggio televisivo. Laureato in medicina e chirurgia, ha iniziato a scrivere per il Mattino, poi ha esordito in TV (1986) conducendo “Italia mia” e “Il mondo è tuo”. In televisione ha raggiunto la notorietà con il programma “Mezzanotte e dintorni”, talk show notturno in cui personaggi famosi si sottoponevano a domande spesso pungenti e personali.

 

MASCALI

Mascali ha un toponimo in provincia di Catania; deriva dal latino “maschala”, greco bizantino μασχάλη, “maschàle” = ascella, ma anche “ramoso, boscoso”, forse riferendosi ai fitti boschi che coprivano il territorio di Mascali, posto nel versante orientale dell’Etna. (per Caracausi ha il significato di “baia, insenatura”.)

Cognome tipicamente siciliano diffuso in poco più di 100 comuni di alcune altre regioni italiane come Piemonte, Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Liguria, Calabria, Puglia, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare nel Catanese (Catania, Misterbianco, Gravina di Catania, Randazzo, Acireale, Paternò, Tremestieri Etneo, Mascalucia, San Pietro Clarenza, San Gregorio, Pedara, ecc.), nel Messinese (Montalbano Elicona, Caronia, Messina, Tortorici, Furnari, Santa Lucia del Mela, Monforte San Giorgio,  

Tracce storiche e personaggi - Papa Gregorio Magno, in una epistola al vescovo di Taormina, nell’anno 593 d.C., alludendo ad un antico monastero, posto nei pressi di Vena, frazione di Piedimonte Etneo, scrive: “quod est super Maschalas” (che è sopra Mascali)

 

MASSIMINO

Cognome diffuso in più di 220 comuni di varie regioni italiane: Sicilia, Piemonte, Campania, Lombardia, Liguria, Puglia, Lazio, Basilicata, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare Catania, Agrigento, Palermo, Messina, Enna (Catenanuova, Regalbuto, Agira). Ha tre diversi e consistenti ceppi: nel Catanese, nel Napoletano, nel Cuneese. Il cognome Massimino trova le sue radici nell’antica Roma, deriva, probabilmente, dal nomen latino Maximius o dal nome bizantino Maximinus.

Tracce storiche e personaggi- Ricordiamo l'imperatore romano Caio Giulio Maximinus il Trace (173/238) – imperatore dal 235 al 238; fu il primo a diventare da semplice soldato sommo imperatore dei romani. Massimino è una famiglia oriunda di Centallo (Cuneo) e suddivisa nelle due linee di Bastia e Ceva. Capo della prima linea fu Giovanni Pietro Massimino, il cui pronipote Giovanni Battista fu sostituto avvocato fiscale generale, infeudato in Bastia Soprana nel 1756 e investito con il titolo di conte nello stesso anno (H.I.)

Angelo Massimino (Catania 16/1/1927 – Scillato 4/3/1998) – imprenditore e dirigente sportivo, presidente del Calcio Catania per quasi 25 anni, detto “il presidentissimo”; a lui è intitolato lo stadio “Cibali” di Catania.

 

MAUCERI – MAUCIERI- MAUGERI

Questi cognomi derivano dal nome medioevale Maugerius, che corrisponde al cognome francese Mauger (Malgier) = cascinaio, padrone di una malga (per malga si intende un terreno alpino coltivato a pascolo, ma anche una costruzione rustica di pietra o legno adibita ad abitazione per i pastori).

Tutti sono originari della Sicilia sud orientale; meno conosciuti Mauceri e Maucieri, più noto invece Maugeri, soprattutto a Catania e nel Catanese.

Mauceri è diffuso in circa 170 comuni, moltissimi dei quali siciliani, e, per il resto distribuiti in quasi tutte le regioni italiane: Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Piemonte, Veneto, Calabria, Puglia, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare Siracusa, Agrigento, Catania, Palermo, ecc.; nell’Ennese è noto nei comuni di Agira, Nissoria, Leonforte, Barrafranca, Centuripe, Regalbuto, Piazza Armerina, Catenanuova. Maucieri è più raro, è presente in circa 40 comuni di alcune regioni, Sicilia, Lombardia, Piemonte, ecc.; in Sicilia è diffuso nelle province di Enna (Catenanuova e Centuripe), Catania, Siracusa, Ragusa. Maugeri è diffuso in circa 330 comuni concentrati in modo massiccio in Sicilia; è presente, ma con piccoli nuclei, anche nelle altre regioni italiane: Lombardia, Piemonte, Lazio, Calabria, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Campania, ecc. In Sicilia è diffuso in tutte le province, in particolare Catania, e poi Messina, Caltanissetta, Siracusa, Palermo, ecc.; nell’Ennese è noto nei comuni di Valguarnera Caropepe, Piazza Armerina, Centuripe, Leonforte, Agira, Regalbuto, Catenanuova.

 

MAURO

Cognome diffuso in più di mille comuni di tutte le regioni italiane, con più di 4 mila famiglie, con prevalenza in Campania, Calabria, Sicilia, Puglia, e, con nuclei consistenti, anche in Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Lazio, ecc. In Sicilia è frequente in tutte le province, in particolare nel Catanese (29 comuni fra cui Acireale, Catania, Palagonia, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Baucina, Ciminna, ecc.), nel Messinese (Messina, Torregrotta, Giardini-Naxos, ecc.); nell'Ennese è noto nei comuni di Troina, Pietraperzia, Regalbuto. E’ diffuso anche nella variante Di Mauro, portata da più di 3 mila famiglie, metà delle quali si trovano in Sicilia.

Mauro è probabilmente cognome patronimico che vale per “figlio di Mauro”, o “colui che appartiene alla famiglia dei Mauro”; potrebbe essere anche un nome di origine etnica, derivato dal latino Maurus che significa “appartenente al popolo dei Mauri”, popolazione latina della Mauritania (regione compresa fra l'Algeria e il Marocco). Molti i personaggi con cognome Mauro; fra questi: Domenico Mauro, politico, letterato, patriota italiano; Ezio Mauro, giornalista; Francesco Mauro, chimico; Gianni Mauro, cantante, attore teatrale e scrittore, e tanti altri.

 

MAZZA

Il cognome potrebbe derivare da uno dei tanti toponimi che contengono il gruppo “-mazza” (Mazzarino, Mazzarrone, ecc.), ma potrebbe anche derivare da un soprannome del capostipite o dal nome di origine germanica Matzo o Mazzo. Potrebbe anche essere un deverbale (nome derivato dal verbo) di (am)mazzare in nomi composti (Caracausi). Mazza è presente in tutte le regioni italiane, in ordine di consistenza: Lombardia, Emilia-Romagna, Calabria, Campania, Sicilia, Piemonte, Lazio, Liguria, Puglia, Toscana, Marche, Veneto, ecc. In Sicilia è diffuso in tutte le province, in particolare nel Catanese (Catania, Randazzo, Gravina di Catania, ecc.), nel Messinese (Saponara, Barcellona Pozzo di Gotto, Taormina, Francavilla di Sicilia, ecc.), nell’Agrigentino (Palma di Montechiaro, Agrigento, Sciacca, ecc.), nel Siracusano (Siracusa, Noto, Priolo Gargallo, ecc.), nell’Ennese (Assoro, Enna, Leonforte, Regalbuto, ecc.), nel Ragusano (Ragusa, Vittoria, Giarratana, ecc.)

Riferimenti storici e personaggi – Tracce di questo cognome si trovano a Montevergine nel 1130 con un Guillelmus Macza e un Nicolaus Macza, nell'Italia meridionale nel 1310. Una famiglia Mazza, originaria della Spagna, ebbe dimora a Catania e, con Pietro Mazza, ottenne da re Martino II il feudo di Delia.  ANGELO MAZZA (Parma 16/11/1741 – 11/5/1817) Poeta e letterato, fu segretario e poi professore di lingua greca all’Università di Parma. MAURO MAZZA (Roma 18/8/1955), giornalista professionista, ha lavorato per il “Secolo d’Italia” e per l’agenzia Adnkronos, ha collaborato con emittenti radio e televisive private e con numerosi periodici.  

 

MAZZONE

Cognome noto in tutte le regioni italiane, in particolare in quelle meridionali (Puglia, Campania, Sicilia, Calabria), con nuclei meno consistenti è presente anche in altre regioni come Piemonte, Lombardia, Lazio, Liguria, ecc.: è diffuso in circa 635 comuni. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare nel Catanese (18 comuni fra cui Catania, Adrano, Biancavilla), nel Siracusano (14 comuni fra cui Avola, Francofonte, Siracusa), nel Messinese; nell'Ennese (Aidone, Regalbuto, Enna, Catenanuova).

Questo cognome potrebbe derivare da soprannome originato da alterato del vocabolo “mazza” (antica arma immanicata), o dal vocabolo “ammazza” (in senso proprio o in senso lato), o dal nome medioevale germanico Mazzi o Mazzo); potrebbe derivare, inoltre, da errore di trascrizione del nome Masone, aferesi di Tommasone). Mazzone in Sardegna è sinonimo di volpe, potrebbe essere, quindi un soprannome del capostipite noto per la sua furbizia. (L. Pazzola)

Tracce storiche e personaggi – Tracce di questa cognominizzazione si trovano nella seconda metà del 1400 con il pittore, Giovanni Mazzone (Alessandria 1432 – Savona 1511) e ad Imola con un certo Antonio Matzoni.

 

MENDOLARO

Cognome molto raro, presente solo in 10 comuni della Sicilia, in gran parte della Lombardia e dell'Emilia Romagna, con piccolissimi nuclei. In Sicilia è presente nelle province di Catania (Randazzo, Mascali, Tremestieri Etneo, Paternò) e di Enna (Regalbuto).

Il cognome, tipico del Catanese, deriva da mennularu, soprannome dialettale attribuito al capostipite che probabilmente esercitava il mestiere di coltivatore o commerciante di mandorle (ménnule, mendole.ecc.).

 

MESSINA

Il cognome deriva dal toponimo Messina, l'antica città Messenion o Messene, così chiamata in onore della Messenia, patria di Anassila, tiranno di Reggio, che la conquistò nel 491 a.C.; esso indica, quindi, il luogo di provenienza dei capostipiti.  E’ possibile che la vasta diffusione del cognome sia dovuta al fatto che esso sia stato assunto da molte famiglie ebree che, in seguito all’editto di Ferdinando il cattolico del 1492 furono costrette a lasciare il regno di Spagna, e quindi anche la Sicilia, o a convertirsi al cattolicesimo: molti ebrei, per mimetizzarsi e rimanere nell’isola, assunsero come cognome nomi di città, Messina, Catania, Genova, ecc. Messina è diffuso in tutte le regioni italiane, con una grossa concentrazione in Sicilia e consistenti nuclei  in Lombardia, Campania, Piemonte, Lazio, Calabria, ecc.; nella nostra regione è particolarmente presente nel  Messinese (Messina, Ficarra, Milazzo, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Monreale, Cefalù, ecc.), nel Catanese (Catania, Acireale, Paternò, Caltagirone, ecc.), nell’Agrigentino (Agrigento, Canicattì, Favara, ecc.), nel Trapanese (Trapani, Mazara del Vallo, Erice, ecc.), nell’Ennese (Regalbuto, Catenanuova,  ecc.)

Riferimenti storici e personaggi. Messina è una famiglia fra le più antiche del Regno di Sicilia, attestata già nel secolo XIII con il capostipite CORRADO MESSINA che fu Capo della Guardia di Pietro III d'Aragona: godette nobiltà in Messina, Palermo, Castiglione, Noto, Malta. La famiglia risulta iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922. FRANCESCO MESSINA (Linguaglossa 15/11/1900 – Milano 13/9/1995) – noto scultore e pittore italiano. IVAN MESSINA (Catania 6/7/1988), atleta paraplegico in forza a “Il Faro”.  Associazione Sportiva diversamente abili di Augusta (SR). Paraplegico dall’età di 13 anni, per un tuffo nella diga dell’Ancipa in un punto in cui il livello dell’acqua era inferiore ad un metro e mezzo.  

 

MELI

Il cognome Meli deriva dal nome personale “Mele”, usato nel medioevo e assegnato dalle famiglie ad un figlio molto gradito, mite e, in senso affettivo, “dolce come il miele”. Non è da escludere che il cognome derivi dall’attività di alcuni capostipiti allevatori di api e produttori di miele. Il cognome, diffuso soprattutto in Sicilia, registra presenze in numero abbastanza rilevante anche in altre regioni italiane, in particolare in Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna, Sardegna, Lazio, Piemonte, Puglia, Liguria, Calabria, ecc. Nell’Isola è frequente in tutte le province, in particolare nel Palermitano (Palermo, Castelbuono, Mezzojuso, Misilmeri, Monreale, ecc.), nel Catanese (Bronte, Catania, Paternò, Misterbianco, Grammichele, Tremestieri Etneo, Mazzarrone, Caltagirone, ecc.), nell’Agrigentino (Palma di Montechiaro, Campobello di Licata, Canicattì, Aragona, Realmonte,  Agrigento, ecc.), nel Messinese (Messina, Sant’Agata Militello, Naso, Barcellona, Francavilla di Sicilia, ecc.), nel Siracusano (Siracusa, Rosolini, Pachino, Augusta, Noto, ecc.), nel Nisseno (Niscemi, Caltanissetta, Mazzarino, Gela, San Cataldo, ecc.), nell’Ennese (Barrafranca, Villarosa, Enna, Centuripe, Catenanuova, Regalbuto, Nicosia, ecc.). È il primo cognome a Comiso, nella zona del leggendario miele ibleo, e il secondo cognome per diffusione a Bronte.

Giovanni Meli (Palermo 6/3/1740 – ivi 20/12/1815) – poeta e drammaturgo italiano; è annoverato, insieme a Carlo Porta, Carlo Goldoni, Giuseppe Gioacchino Belli, fra le “quattro coroncine” della letteratura italiana (da affiancare alle “tre corone” Dante, Petrarca, Boccaccio); aderì ai modi e allo stile dell'Arcadia con l'uso della lingua siciliana.    

 

MIANO

Cognome presente in poco più 300 comuni di tutte le regioni italiane; ha nuclei abbastanza consistenti in Sicilia e in Campania, ed è abbastanza diffuso in Lombardia, Puglia, Lazio, Piemonte, Toscana, Liguria, Emilia Romagna, Veneto, Calabria, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare nel Messinese (Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Santa Teresa Riva, Casalvecchio Siculo, Galati Mamertino, Taormina, Giardini Naxos, Terme Vigliatore, Savoca, Milazzo, ecc.), nel Catanese (Catania, Licodia Eubea, Calatabiano, Fiumefreddo di Sicilia, Caltagirone, Belpasso, Militello Val di Catania, Santa Maria di Licodia, Maletto, Gravina di Catania, Mascalucia, ecc.), nel Siracusano (Siracusa, Solarino, Canicattini Bagni, Floridia, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Mezzojuso, Bagheria, Monreale, ecc.), nell’Ennese Enna (Troina, Enna, Nicosia, Leonforte, Valguarnera Caropepe, Agira, Regalbuto, Centuripe). Ha come varianti Miani, Mianini.

Miano dovrebbe derivare da contrazione di nomi quali Emiliano, Massimiano, Damiano e simili. Ha toponimi a Napoli (quartiere periferico della città), Forlì, Teramo, Parma.

Tracce storiche e personaggi - Tracce di questo cognome si trovano a Bergamo nel 1512 con un Carolus Mianus Venetus. Miani, famiglia di origine veneta, si stabilì in Puglia nel XVI secolo ed ebbe dimora a Polignano; risulta iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922.  

 

MICCICHÈ

Cognome presente in circa 230 comuni di molte regioni italiane; ha un grosso nucleo in Sicilia e gruppi meno numerosi in Lombardia, Piemonte, Liguria, Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Veneto, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare Agrigento, Palermo, Caltanissetta, Ragusa, Enna (nei comuni di Pietraperzia, Enna, Barrafranca, Regalbuto, Aidone. Ha come varianti Miccicchè e Micicchè. Questo cognome, tipico siciliano, deriva dal toponimo Miccichè, feudo di Villalba (Caltanissetta), a sua volta derivato dal termine arabo miciken (= terra nera).

Tracce storiche e personaggi - Nel XII secolo il nobile casato dei Miccichè governa il feudo di Villalba in provincia di Caltanissetta; a Scicli (RG) nella prima metà del 1600 troviamo il nobile don Giuseppe Miccichè e poi il figlio don Vincenzo Miccichè. Lino (Niccolò) Miccichè (Caltanissetta 31/7/1934 – Roma 1/7/2004) – storico e critico cinematografico italiano; è stato presidente della Biennale di Venezia e del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Gianfranco Miccichè (Palermo 1/4/1954) – politico italiano, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio nell'ultimo governo Berlusconi.  

 

MICELI

Cognome diffuso in poco meno di 850 comuni; è concentrato maggiormente in Sicilia, Calabria, Lombardia, ma è presente anche in tutte le altre regioni italiane, in particolare Lazio, Piemonte, Puglia, Campania, Toscana, Liguria, Emilia Romagna, ecc. In Sicilia é presente in tutte le province, in particolare Palermo, Agrigento, Messina, Siracusa, Trapani, ecc.; nell'Ennese è noto nei comuni di Agira, Troina, Leonforte, Regalbuto, Nicosia, Calascibetta, Piazza Armerina, Assoro, Nissoria. Ha come varianti Micela, Micele, Micelli. Questi cognomi derivano probabilmente da una forma diminutiva del nome Michele, che, a sua volta, è il corrispettivo italiano del nome ebraico “Mikha’el”; quest’ultimo significa “chi è come Dio?”, domanda retorica che evidenzia l’impossibilità per l’uomo di avvicinarsi alla grandezza del Creatore.

Tracce storiche e personaggi - Una famiglia (De) Miceli, nota fin dal XV secolo in Sicilia e in Calabria; ebbe dimora a Palermo ed i titoli di signore di Tenatti e signore della Salina di Nicosia. Risulta iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922. Vito Miceli (Trapani 6/1/1916 – Roma 1/12/1990) – generale, politico e direttore del SID (Servizio Informazioni Difesa). Fu arrestato nel 1974 per cospirazione contro lo Stato nell'inchiesta sulla Rosa dei Venti, ma nel 1978 fu assolto con formula piena. E' stato deputato alla Camera per il M.S.I. in tre legislature.

 

 MIGLIASTRO

Cognome rarissimo, presente solo in una decina di comuni concentrati soprattutto in Sicilia con qualche piccolo gruppo in Lazio, Lombardia, Liguria; in Sicilia è presente solo nelle province di Messina (comuni di Santa Teresa Riva, Sant’Angelo di Brolo, Naso), Catania, Enna (nel comune di Regalbuto).

Questo cognome deriva dal latino miliacium = focaccia di miglio (da milium = miglio, cereale), ma potrebbe anche derivare da modificazioni dialettali di un ipocoristico peggiorativo dell'aferesi del nome Emilio. Nel linguaggio dialettale calabro migghiazzu è una sorta di gramigna (Rohfls), mentre nel linguaggio dialettale siciliano c'è il termine migghiastreddu che significa pietra miliare (Piccitto).

Tracce storiche e personaggi - Risulta che un'antica famiglia Migliastro, originaria di Brescia e discendente da un Filippino, fratello di Giovanni, nel 1396 ebbe il titolo di conte del S. Palazzo Lateranense dall'imperatore Venceslao; nel 1407 ottenne la cittadinanza di Verona. (H.I.)

 

MIGNACCA

Cognome noto in poco più di 80, comuni concentrati soprattutto nel Lazio, in Sicilia, Lombardia, Piemonte; con piccoli nuclei si trova anche in Emilia Romagna, Campania, Toscana, Umbria e in altre regioni italiane. In Sicilia è presente nelle province di Messina, Catania, Ragusa; nell'ennese è noto nei comuni di Cerami, Catenanuova, Agira, Regalbuto.

Il cognome Mignacca deriva da un soprannome basato su di una forma ipocoristica arcaica del termine provenzale e francese medioevale Migne ( = grazioso, piacevole). Ha un'origine linguistica spagnola, minãca.

 

MILAZZOTTO

Questo cognome è diffuso solo in 35 comuni di alcune regioni italiane, Sicilia, Lombardia, Toscana, e, con piccolissimi gruppi, anche in Piemonte, Lazio, Umbria, Puglia. In Sicilia è presente nelle province di Catania (Catania, Tremestieri Etneo, Bronte, Gravina di Catania) e di Enna (Agira, Enna, Aidone, Leonforte, Nissoria, Regalbuto). Il cognome Milazzotto è una forma etnica grecanica ed è riferito ad “abitante di Milazzo”, comune in provincia di Messina, probabile luogo di origine dei capostipiti. Milazzo è l'antica Mylae, ellenizzata dai greci di Zancle(Messina).

Tracce storiche e personaggi - Questo cognome è molto noto ad Agira (Enna); Giuseppe Milazzotto, avvocato, fu uno dei 13 componenti il Comitato di Pubblica Sicurezza e Salute, che organizzò l'accoglienza di Garibaldi e dei garibaldini nel territorio agirino.

 

MILIA - MILIO

Il cognome Milìa è diffuso in 281 comuni italiani, concentrato soprattutto in Sardegna, ma presente anche in Sicilia, Lombardia, Lazio, Piemonte, Toscana, Liguria, Calabria, Emilia Romagna; in Sicilia è presente nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Palermo, Messina, Catania, Trapani; nell'Ennese è noto nei comuni di Agira, Regalbuto, Cerami, Pietraperzia. Il ceppo sardo del cognome Milia dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine sardo milìa = belato, forse ad indicare l'attività del capostipite, dedito alla pastorizia. Ma potrebbe anche originare dal termine greco milìa = melo.(Vito Blunda)

Il cognome Mìlio è invece diffuso solo in 50 comuni italiani distribuiti fra Sicilia, Lombardia, Lazio, Friuli, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte. In Sicilia è presente nelle province di Messina, Catania, Ragusa, Palermo, Enna (nei comuni di Regalbuto, Cerami, Calascibetta).

Dovrebbe derivare da un'aferesi del nome personale Emilio, derivato da Aemilius, un antico gentilizio latino di probabile origine etrusca (= cortese, grazioso) o dal latino aemulus ( = emulo, rivale).

Tracce storiche e personaggi - GRAZIANO ERNESTO MILÌA (Nuoro 10/8/1959) – politico italiano, studioso di storia medioevale, giornalista, consulente storico e culturale. E' stato sindaco di Quartu-Sant'Elena e presidente della provincia di Cagliari. FULVIO MILIA (Trieste 12/7/1963), militare, maresciallo capo dell’Arma dei Carabinieri: il 17/1/1997 l’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro lo ha insignito di Medaglia d’Oro al valor civile per aver partecipato, in Colombia, ad un’operazione internazionale contro il traffico di droga.    

 

MILICI

Cognome diffuso in poco meno di 140 comuni di molte regioni italiane; è concentrato soprattutto in Sicilia ma è presente anche in Lombardia, Liguria, Lazio, Piemonte, Toscana, Puglia, Calabria, Veneto, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare Messina, Catania, Palermo, Enna (Regalbuto, Nicosia, Leonforte. Il cognome, che ha come toponimo Rodì Milici nel Messinese, proviene dal termine greco “milici” (macine di mulino) e dovrebbe riferirsi all'attività di mugnaio svolta dal capostipite. Potrebbe, inoltre, derivare dal latino "milites", che significa "soldati", o da "miles", che indica "guerriero". Questo suggerisce che i portatori originali del cognome potrebbero essere stati collegati a un ruolo militare o essere stati parte di una comunità militare.

 

MILITELLO

Cognome assolutamente siciliano, diffuso in circa 330 comuni di quasi tutte le regioni italiane; è concentrato in Sicilia ma è presente con piccoli gruppi anche in Lombardia, Piemonte, Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Catania, ecc.; nell'Ennese è noto nei comuni di Regalbuto, Catenanuova, Piazza Armerina, Troina, Cerami, Enna, Nicosia, Gagliano Castelferrato, Agira, Valguarnera Caropepe. Una variante di questo cognome, Miritello, sicuramente generata da errore di trascrizione di Militello, è presente in alcuni comuni siciliani, del Catanese e dell'Ennese (Nicosia, Catenanuova, Troina);

Il cognome deriva da soprannomi attribuiti ai capostipiti e legati a toponimi quali Militello Val di Catania (l'antico Mellis Tellus o Miletum Tellus), Militello Rosmarino (l'antico Meleto = campo di meli), S.Agata Militello (territorio appartenente al principe di Militello).

Tracce storiche e personaggi - Una famiglia Militello era nota dal XV secolo; ebbe dimora a Palermo e Castrogiovanni e i titoli di barone di Castagna e nobile dei baroni. Un Francesco Militello, barone di Castagna, fu senatore di Nicosia nel 1805/6 e capitano di giustizia nel 1792/3. Enrico Militello era iscritto nell'elenco definitivo delle famiglie Nobili Siciliane col titolo di barone di Castagna; la famiglia risulta iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922. Cristiano Militello (Pisa 10/8/1968) – attore e comico toscano di Striscia la Notizia e in numerosi noti film.

 

MINEO

È un cognome toponimico, derivato da Mineo, comune della provincia di Catania, l'antica Menai o Menainon (Μεναινων), patria del re siculo Ducezio, che, nell'etimologia greca significa “accampamento dei soldati”; il cognome è riferito al capostipite proveniente, appunto, da Mineo.

Mineo è un cognome tipicamente siciliano diffuso soprattutto nel Catanese (Catania, Caltagirone, Maletto, Randazzo, Paternò), nel Palermitano (Palermo, Bagheria), nel Trapanese (Erice, Marsala, Mazara del Vallo), ma anche nel Siracusano (Siracusa, Floridia) e nel Ragusano (Acate, Pozzallo, Ragusa); nell'Ennese è noto nei comuni di Agira, Centuripe, Valguarnera Caropepe, Leonforte, Enna, Regalbuto Con piccoli nuclei è sparso in tutta la penisola, soprattutto in Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Toscana, Piemonte.

Tracce storiche e personaggi: Il Mugnos ritiene che la famiglia Mineo sia di origine francese e che Adinolfo, signore di Mineo, le abbia dato il cognome. Questa famiglia con Giovanni possedette il feudo di Busalca e la castellania di Mineo, con Alaimo, ai servigi di Federico II, possedette la castellania di Vizzini. Ignazio Mineo (Bagheria 1/6/1924 – Ivi 18/9/1984) – esponente del Partito Repubblicano Italiano, senatore della Repubblica nell' ottava legislatura (1979/1983). Il 18 settembre del 1984 fu ucciso a Bagheria in un agguato di stampo mafioso.  

 

MINISSALE

Minissale deriva da un soprannome grecanico μέλισσαρεϛ (melissares)- cioè mielaio, in riferimento al fatto che i capostipiti esercitassero probabilmente il mestiere di apicultori, produttori di miele. Altra ipotesi vorrebbe il cognome derivato dal toponimo Minissale, rione di Messina posto fra Gazzi e Contesse, nome generato dalla parola latina “dominus”, cioè padrone: essendo quei terreni un “domenicato”, cioè proprietà di persona non soggetta a vincoli feudali, che ne ricavava delle rendite dominicali, venne il nome della zona storpiato in “dominissale” e poi in “minissale”.

Si tratta di un cognome tipico siciliano, diffuso nell’Isola, nel Catanese (Misterbianco, Bronte, Biancavilla, ecc.) e nel Messinese (Messina, Mojo Alcantara, Capo d’Orlando, ecc.), ma anche nel Siracusano (Carlentini, Solarino, Siracusa), nell’Ennese (Leonforte, Enna, Regalbuto, Catenanuova), nel Palermitano. Fuori della Sicilia è qua e là presente in regioni come Lombardia, Piemonte, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Valle d'Aosta, Veneto, Campania, Sardegna, ecc.

Riferimenti storici e personaggi. ANTONINO MINISSALE (Bronte 7/5/1935 – Catania 22/7/2011) – studioso di Esegesi biblica e biblista di fama mondiale. Dal 1962 docente di Esegesi nel corso teologico del Seminario di Catania e poi di Antico Testamento e lingua ebraica nello studio San Paolo e nell'ISSR San Luca. La sua maggiore opera “Bibbia e dintorni, Saggi esegetici e scritti d’occasione”, raccoglie alcuni degli scritti più significativi di monsignore Minissale

 

MINNI

Cognome raro, diffuso in circa 50 comuni delle regioni Sicilia, Umbria, Lazio, Molise, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Piemonte, Lombardia, Marche, Friuli; in Sicilia è presente solo nelle province di Enna, Catania, Siracusa, Messina; nell'ennese è noto nei comuni di Agira, Leonforte, Nissoria, Regalbuto. Agira è il comune in cui questo cognome è maggiormente diffuso.

Cognome di incerta origine: potrebbe derivare da un’apocope (troncamento) del cognome Minniti, toponimo di Diminniti frazione di Reggio Calabria o potrebbe derivare da una errata trascrizione di Mini aferetico di nomi come Firmino, Guglielmino, Massimino e simili.

 

MIRABELLA

Mirabella deriva dal nome proprio augurale che i genitori davano ai figli con il significato di “che sia un belvedere”, proviene dal tardo latino Mirabilius o dal medioevale Mirabellus. Non è da escludere, inoltre, la derivazione da toponimi che contengono il termine Mirabella, come Mirabella Imbaccari nel Catanese e Passo Mirabella o Mirabella Eclano nell’Avellinese. Il cognome è originario della Sicilia ma ha ceppi consistenti anche nel Lazio e nel Napoletano; oltre che in queste regioni è diffuso anche nel resto della Campania, in Piemonte, Lombardia, Puglia, Toscana, Liguria, Emilia-Romagna, Sardegna, ecc. In Sicilia è molto noto nel Catanese (Catania, Mascalucia, Misterbianco, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Termini Imerese, Capaci, ecc.), nel Ragusano (Scicli, Ragusa, Acate, ecc.), nell’Ennese (Piazza Armerina, Enna, Catenanuova, Regalbuto, ecc.), nel Messinese (Messina, San Fratello, Acquedolci, ecc.), nel Siracusano (Siracusa, Augusta, Francofonte, ecc.)

 Riferimenti storici e personaggi - Tracce di questo cognome si trovano a Monopoli (BA) nel 1200 con un notar Mirabellus; a Savona nel 1500/1520 con l'arciprete della cattedrale Dominicus Nannius Mirabellus; a Palermo nel 1324 con un Nicolaus de Mirabella. MICHELE MIRABELLA (Bitonto 7/7/1943) – regista, autore ed attore di teatro, radio, cinema, televisione, docente, saggista, giornalista; laureato in lettere e filosofia con uno studio di regia sul teatro di Pirandello e, ad honorem, in farmacia. Firma la regia di oltre cinquanta spettacoli e ha diretto allestimenti e recitato in teatri stabili e in numerose compagnie primarie in tutta Italia, in Europa e negli Stati Uniti. Ricca la sua attività di regista d’opera lirica (Traviata, Tosca, Butterfly, Elisir d’amore, Il Barbiere di Siviglia, ecc. Conduce tuttora la trasmissione “Elisir” in onda su RAI Tre.

 

MIRAGLIA

Miraglia è un cognome diffuso in circa 500 comuni in gran parte meridionali, Sicilia, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria; si trova anche in Lombardia, Lazio, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare Caltanissetta, Catania, Palermo, Messina, ecc.; nell'Ennese è noto nei comuni di Regalbuto, Piazza Armerina, Valguarnera Caropepe, Villarosa, Troina, Centuripe, Nicosia, Enna, Catenanuova, Agira, Pietraperzia, Gagliano Castelferrato.

Ill cognome Miraglia (in arabo amīr  arrah), risale al termine arcaico miraglia o miraglio (specchio) e forse proveniente dalla voce provenzale mirahls (con uguale significato di specchio), deriva da un soprannome dato ai capostipiti, artigiani dediti alla lavorazione del vetro e alla produzione di specchi.

Tracce storiche e personaggi - Una famiglia Miraglia, con dimora a Napoli, ebbe illustri esponenti fra cui: Nicola Miraglia (1835/1928), dirigente della Direzione Generale dell'Agricoltura e direttore generale del Banco di Napoli dal 1896; ebbe il titolo di conte nel 1896 con motu proprio del re Vittorio Emanuele III. Michele Miraglia, ufficiale del Regio Esercito delle Due Sicilie, partecipò alla campagna del 1860/61 contro l'invasione piemontese del Regno. Giuseppe Miraglia (1883/1915) – ufficiale della Regia Aviazione Navale, partecipò al “raid aereo” di Gabriele D'Annunzio su Venezia nel 1915; perse la vita in un incidente aereo il 21 dicembre del 1915. Questa famiglia risulta iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922. Accursio Miraglia (Sciacca 2/1/1896 – ivi 4/1/1947) – sindacalista italiano, presidente della Camera del lavoro di Sciacca, venne ucciso dalla mafia.

 

MIRANDA

Cognome specifico campano, diffuso in più di 400 comuni di tutte le regioni italiane, in particolare in Campania, Lombardia, Lazio, Sicilia, Toscana, Piemonte, Basilicata, Puglia, Emilia Romagna, Veneto, Calabria, Liguria. In Sicilia è presente nelle province di Palermo, Siracusa, Ragusa, Trapani, Catania, Enna (nel comune di Regalbuto). Questo cognome ha una doppia origine: deriva dal toponimo Miranda, nome di varie località in Portogallo e in Spagna, e di un comune, Miranda, in provincia di Isernia (Molise), derivato a sua volta, dal latino “mirandus” che vuol dire “meraviglioso”, “ammirevole”; “ad miranda” (cose da ammirare). Una seconda ipotesi farebbe risalire il cognome alla parola spagnola “miralla” che significa “torre di guardia”.

Tracce storiche e personaggi - Questo cognome è frequente nei registri della chiesa di S.Maria, Woolnoth, a Londra a partire dalla metà del 16^ secolo; un esempio è Clemente Morando che è stato testimone in quella località il 17 maggio 1565. Altre registrazioni si trovano nei registri di Spagna, Messico e California.  

 

MIRANTE

Cognome diffuso in circa 120 comuni di alcune regioni italiane: Lazio, Campania, Calabria, Lombardia, Sicilia, Piemonte, Puglia, Liguria, Trentino Alto Adige, Toscana, Abruzzo, Friuli. In Sicilia è presente nelle province di Siracusa, Palermo, Catania, Messina, Caltanissetta; nell'Ennese è noto nei comuni di Enna, Regalbuto, Catenanuova. Questo cognome dovrebbe derivare da forme aferetiche del termine almirante o ammirante, con il significato di comandante, capo, derivato dall'omonimo termine spagnolo, a sua volta derivato dal termine arabo al-amir (il capo, il comandante).

Personaggi: Antonio Mirante (Castellammare di Stabia (8/7/1983), calciatore di ruolo portiere, attualmente svincolato; ha giocato con Juventus, Sampdoria, Parma, Bologna, Roma, Milan

 

MIRIA

Cognome molto raro, diffuso solo in alcuni comuni italiani sparsi fra la Sicilia, la Basilicata, l'Emilia Romagna, il Piemonte. In Sicilia è presente nelle province di Catania (Bronte, Ramacca, Misterbianco, Trecastagni, Sant’Agata Li Battiati), Palermo (Terrasini, Bagheria, Palermo, San Giuseppe Jato), Siracusa (Pachino), Caltanissetta, Enna (Regalbuto).

Questo cognome deriva forse da una errata trascrizione del più noto cognome Milia, originato, a sua volta, dal termine sardo “milia “= belato.

 

MISSORICI

Cognome molto raro, diffuso in pochi comuni della Sicilia, con qualche piccola diramazione in Lombardia, Liguria, Campania. In Sicilia è presente solo nelle province di Catania (Catania, Adrano, Aci Catena), Enna (Regalbuto, Enna).

Caracausi nel suo “Dizionario onomastico della Sicilia” fa derivare questo cognome da un toponimo localizzato nel foglio 269 IV N.E. dell'Istituto Geografico Militare (I.G.M.) corrispondente al territorio di Regalbuto, ma non ne fornisce il significato; a nostro avviso il cognome potrebbe derivare da un soprannome originato dal termine latino “messoris” (= mietitore), probabile cognominizzazione della professione svolta dal capostipite, o dall'antico italiano messerìa o messarìa che era la carica e l'incombenza di messo o banditore: il capostipite o i capostipiti probabilmente esercitavano l'attività di banditori o messi (voce dotta, tardo latina, missorium, da missus, part. pass. di mittere, “inviare, mandare “.


MONACO          

Cognome assolutamente panitaliano, anche se è più diffuso nel centro-sud. E' presente in circa 1250 comuni italiani sparsi in tutta la penisola: nell'ordine, in Campania, Sicilia, Puglia, Lazio, Lombardia, Abruzzo, Piemonte, Calabria, Toscana, Emilia, Basilicata, Veneto, ecc.In Sicilia è presente in tutte le province con punte più elevate in quelle di Catania (37 comuni, fra cui Catania, Acireale, Misterbianco), Siracusa (15 comuni, fra cui Palazzolo Acreide, Carlentini, Siracusa), Trapani (14 comuni, fra cui Trapani, Erice, Mazara del Vallo), Messina (11 comuni, fra cui Messina, Pettineo, Taormina), Palermo (10 comuni, fra cui Palermo, Montelepre, Trabia). Nell'Ennese è noto nei comuni di Enna, Valguarnera, Agira, Regalbuto, Nicosia, Sperlinga, Nissoria, Assoro, Calascibetta, Aidone.

Questa cognominizzazione è anteriore al XIV secolo e dovrebbe derivare da soprannome di un capostipite, legato al fatto di abitare vicino ad un monastero o di lavorare alle dipendenze di monaci; il termine origina dal tardo latino eccl. “monachus”, greco “monǎkhόs (μονακός), da “mònos” (μόνος)  = unico, solitario.

Tracce storiche e personaggi – Monaco è una famiglia siciliana oriunda dalla Francia, di antica tradizione, propagatasi nel corso dei secoli in diverse regioni italiane. Monaco a Siracusa è anche il trabiccolo che si usava per tenere lo scaldino nel letto; a Catania è una piccola lucerna ad olio che si lasciava accesa durante la notte; ad Agrigento una spranghetta di legno che chiudeva porte e finestre; ad Enna monaco era detta la trave principale del tetto a due spioventi. Personaggi: Giusto Monaco (Siracusa 13/11/1915 – Palermo 14/2/1994), cattedratico di filologia classica e presidente dell'Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa.  

 

MONSECATO

Cognome rarissimo, presente solo in pochi comuni della Sicilia, in provincia di Catania (Catania e Gravina di Catania) e di Enna (Regalbuto); un piccolo nucleo si trova anche in Lombardia.

Il cognome Monsecato, variante di Monsecado, deriva dal latino mons (monte) e dallo spagnolo secado (secco), = monte “seccato”, cioè reso improduttivo dal sole o dalla siccità o dall'incuria degli uomini.

 

MONTAGNO – MONTAGNO CASTAGNOLO

Montagno è un cognome piuttosto raro, è diffuso solo in circa 30 comuni particolarmente siciliani; con piccoli nuclei si trova anche in Lombardia, Emilia Romagna, Sardegna, Lazio, Veneto, Piemonte. In Sicilia è presente nelle province di Catania, Messina, Palermo, Enna, Siracusa; nell'Ennese è noto nel comune di Regalbuto, Centuripe. Deriva da soprannome legato alla provenienza montanara del capostipite o da toponimi contenenti la radice “mont...”, come ce ne sono tanti in Italia; tutti derivano dal latino mons-montis.

Montagno Castagnolo è un doppio cognome, tipicamente siciliano di Messina, presente nelle province di Messina (San Piero Patti), di Catania (Bronte e Maniace), di Enna (Regalbuto). Castagnolo dovrebbe derivare da soprannomi basati sul termine “castagnola” (piccola castagna) o da località omonime.

 

MONTALTO – MONTALTI

Montalto è un cognome diffuso in poco più di 400 comuni di tutte le regioni italiane; oltre che in Sicilia, dove è presente in consistente numero, è abbastanza conosciuto in Calabria, Lombardia, Lazio, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Campania, Liguria, Puglia, Veneto, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare Trapani, Palermo, Catania, Siracusa, ecc.; nell'Ennese è noto nei comuni di Agira, Enna, Piazza Armerina, Villarosa, Aidone, Regalbuto.

Montalti è variante di Montalto, specifico nel Forlivese e diffuso in circa 80 comuni italiani; concentrato soprattutto in Romagna, è presente, con piccoli nuclei, anche in Toscana, Lombardia, Lazio, Umbria, Piemonte, Calabria, Sicilia, Trentino Alto Adige. In Sicilia è diffuso in sette comuni di cui quattro nel Catanese (San Gregorio di Catania, Mascalucia, Licodia Eubea, Aci Sant'Antonio), due nel Ragusano (Comiso e Ragusa), uno nell'Ennese (Regalbuto).

Montalto deriva probabilmente dal toponimo Montalto Uffugo (CS) o da Montalto di Castro (Viterbo) o da altri toponimi disseminati in tutt'Italia.

Tracce storiche e personaggi- Una famiglia Montalto, diramazione dei Montalto di Napoli, passò in Sicilia con Riccardo Montalto che ottenne dal re Giacomo la concessione del feudo di Buccheri. Fra i suoi esponenti si ricorda un Antonino Montalto che fu nominato barone di Mollica nel 1735 e capitano di giustizia di Siracusa dal 1746 al 1758. La famiglia risulta iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922. Giuseppe Montalto (Trapani 1965/1995) – agente della polizia penitenziaria, fu ucciso il 23 dicembre 1995 da due killer in una frazione presso Trapani. Giangiacomo Ciaccio Montalto (1941/1983) – magistrato italiano ucciso il 25/1/1983 mentre rientrava a casa a Valderice; aveva svolto indagini sui clan trapanesi dediti al traffico di droga, commercio delle armi, sofisticazione di vini.

 

MONTELEONE

Cognome diffuso in più di 630 comuni di tutte le regioni italiane, in ordine di consistenza numerica: Sicilia, Calabria, Puglia, Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Basilicata, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province, con preferenza, Palermo, Trapani, Agrigento, Catania, Messina; nell'Ennese è noto nel comune di Regalbuto.

Il cognome deriva dai vari toponimi sparsi in tutte le regioni, Monteleone di Puglia (FG), Monteleone di Calabria (VV), Monteleone di Spoleto (PG), ecc. Altra teoria sostiene che Monteleone possa derivare da soprannome che veniva attribuito a persone che provenivano dalla montagna (paginainzio.com)

Tracce storiche e personaggi – Monteleone è un'antica e illustre famiglia, oriunda da Monteleone, attuale Vibo Valentia, da cui trasse la propria cognominizzazione. Essa venne probabilmente fregiata del cavalierato, in seguito alla partecipazione, sotto le bandiere aragonesi, di un Carlo Monteleone alla guerra d'Otranto, del 1481, contro gli ottomani. (H.I.).  

 

MORABITO

Sono diverse le ipotesi sull'origine di questo cognome: deriverebbe dall'arabo “murābit o marabut” con il significato di “eremita, pio, sant'uomo” (V. Blunda); o da “marabout,” termine di origine francese, con il significato di superstizioso, “ipocrita” (Traina); da maràbbitu o murabbitu, con il significato di “astemio” (De Felice); dal latino murus e greco àbatos, con il significato di “muro insuperabile” (Pensabene). Morabito è diffuso in circa 600 comuni di tutte le regioni italiane, in particolare Calabria, Sicilia, Lombardia, Piemonte, Lazio, Liguria, Campania, Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, ecc. In Sicilia è presente in quasi tutte le province, ma ha i ceppi più consistenti nel Messinese (Messina, S. Teresa Riva, Saponara, Sant’Agata Militello, Taormina, Milazzo, Villafranca Tirrena, Rometta, Francavilla di Sicilia, Venetico, Casalvecchio Siculo, Mazzarrà Sant’Andrea, Reitano, Ucria, ecc.), nel Catanese (Belpasso, Catania, Paternò, Fiumefreddo di Sicilia, Acireale, Camporotondo Etneo, Aci Castello, Giarre, Mascali, Piedimonte Etneo, Gravina di Catania, Aci Catena, Aci Sant’Antonio, ecc.), nel Siracusano (Melilli, Lentini, Augusta, Carlentini, Siracusa, Cassaro, Floridia, Solarino, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Trappeto), nel Trapanese (Erice, Marsala). Nell’Ennese è noto nei comuni di Regalbuto, Catenanuova, Nicosia).

Riferimenti storici e personaggi - Tracce di questo cognome si trovano in Sicilia nel 1178, con un Al- muràbit, nel 1165 con un Elmoràbat e, nel 1131/1148 nel Catasto Servile di Sicilia con un Iohannes Morabitus. GIUSEPPE MORABITO (Archi 5/6/1858 – 3/12/1923), vescovo di Mileto, arcivescovo titolare di Cizico; viene ricordato come l’apostolo della Calabria ed il vescovo dei terremoti del 1905 e del terremoto di Messina del 1908. GIUSEPPE MORABITO (Reggio Calabria 7/1/1900-Messina 12/10/1997) – poeta e prosatore latino, insegnante di latino e greco a Catanzaro e a Messina. Scrittore di carmi in latino, nel 1954 ottenne la medaglia d’oro al “Certamen Hoeufftianum”, il più prestigioso premio letterario di poesia in lingua latina bandito dall’Accademia Reale delle Arti e delle Scienze dei Paesi Bassi.

 

MOSCHITTA

Cognome raro, diffuso solo in poco più di 30 comuni in gran parte siciliani; con piccoli nuclei è presente anche nelle regioni Calabria, Toscana, Lombardia, Piemonte, Lazio, Umbria, Veneto. In Sicilia è presente nelle province di Catania, Agrigento, Palermo, Messina; nell'Ennese è noto nel comune di Regalbuto.

Questo cognome dovrebbe derivare da soprannomi legati al termine “mosca” di cui è alterato diminutivo; muschitta, termine dialettale siciliano, è un moscerino. Tali soprannomi venivano attribuiti, probabilmente, a capostipiti per particolari caratteristiche fisiche o caratteriali. Il cognome potrebbe anche derivare da nome di località come monte Moschitta nel catanese (zona Monte Santo Mauro di Caltagirone).

Personaggi: Naomi Moschitta (Catania 2001), attrice, conduttrice e cronista in programmi sportivi (Antenna Sicilia, Sportitalia)

 

MOSTO

Questo cognome, abbastanza raro, è tipico del genovese con antiche tracce anche nei territori della Repubblica veneta; è diffuso in circa 25 comuni delle regioni Liguria, Sicilia, Campania, Piemonte, Lazio, Emilia Romagna, Veneto. In Sicilia è presente nelle province di Siracusa, Palermo, Enna (comuni di Barrafranca e Regalbuto). Dovrebbe derivare dal nome medievale Mosto.

Tracce storiche e personaggi - Una famiglia Mosto nel XV secolo ebbe dimora a Palermo ed i titoli di marchese di Lungarini, barone di Ficarra e Signore di Brolo e Jannello; discendeva dalla famiglia Da Mosto di Venezia nota nel XIII secolo e, a sua volta, discendente dalla più antica casata di Cadamosto. La famiglia risulta iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922. Gianfranco Mosto: proveniente da Genova, fondò a Regalbuto, nei primi anni '70, insieme ai cugini A. Di Maria e G. Spampinato, la Francis Sub, industria locale per la produzione di attrezzature da mare di ogni tipo.

 

MUGAVERO

Cognome raro, diffuso in circa 60 comuni di Sicilia, in gran parte, della Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania, Liguria, Toscana, Emilia Romagna. In Sicilia è presente nelle province di Caltanissetta, Enna, Catania, Messina, Palermo, Siracusa.; nell'Ennese è noto nei comuni di Agira, Enna, Leonforte, Regalbuto, Assoro, Calascibetta.

L'origine di questo cognome dovrebbe risalire al termine medioevale, di matrice spagnola, “mugavero” (= soldato catalano armato alla leggera sia a cavallo che di fanteria), a sua volta, derivato dall'arabo “mugawir” (= combattente bellicoso, predatore).

Riferimenti storici. I mugaveri ebbero gran parte nelle guerre dell’Italia meridionale nei secoli XII, XIII, XIV, nei quali si indicava con questo nome la fanteria spagnola o catalana mescolata di Mori e di cristiani (etimo.it).

 

MULONE

(come Riccardo Mulone, country head di UBC Italia)

L’origine del cognome è da ricercarsi nella forma aferetica del nome medioevale “Amolinus”, appartenuto probabilmente ad un ignoto capostipite (H.I.), o deriverebbe dal greco μυλών = mulino, da cui i derivati molinè, mulonè, e molonia (Macris). Non è da escludere, inoltre, la derivazione dello stesso dalla italianizzazione del termine dialettale “muluni” (anguria). (cfr. V. Blunda, origine dei cognomi in Sicilia)

Mulone è diffuso in circa 50 comuni di alcune regioni italiane: Sicilia, Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Calabria, Abruzzo, Lazio, Veneto. In Sicilia è presente nell’Agrigentino (Canicattì, Cattolica Eraclea, Agrigento, Sciacca, Montallegro, Santo Stefano Quisquina, ecc.) nel Nisseno (Caltanissetta, San Cataldo, Serradifalco, ecc.), nel Catanese (Catania, Aci Catena, Aci Sant’Antonio, Acireale, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Altavilla Milicia, Bagheria, Villabate, Carini, ecc.), nel Trapanese (Mazara del Vallo, Erice, Trapani, ecc.), nel Ragusano (Ragusa), nell’Ennese (Regalbuto)

Riferimenti storici e personaggi. Riccardo Mulone (Catania 6/2/1973), laurea in economia e commercio con 110/110 e lode presso l’Università di Catania nel 1996, dal 1999 è Country Head (amministratore delegato e responsabile Italia) di UBS (Unione Banche Svizzere. Vito Mulone (Regalbuto 1921/1990), sacerdote, biblista, co-traduttore di una Bibbia curata dalle Edizioni Paoline negli anni Sessanta; conosceva l’aramaico e ha tradotto il “Monologio di Sant’Anselmo d’Aosta”, edito nel 1946 dalla Pia Società San Paolo di Roma. Docente di latino e greco nelle scuole superiori, ha insegnato teologia presso l’Istituto San Paolo di Catania.

 

MUNI

Cognome diffuso in 63 comuni delle regioni Sicilia, Piemonte, Liguria, Lazio, Lombardia, Puglia, Friuli, Emilia Romagna, Calabria, Campania. In Sicilia è presente nelle province di Catania, Agrigento, Palermo, Messina, Caltanissetta, Siracusa, Enna (nei comuni di Centuripe, Catenanuova, Piazza Armerina, Troina, Enna. A Regalbuto era presente fino a qualche decennio fa).

Muni è un patronimico (= figlio di Muni) derivato dalla cognominizzazione dell'aferetico dialettale di Simone (ebreo Shime'on = Dio ha ascoltato), o dell'aferetico del nome Salomone.

Come nome “Muni” ha origini antiche e un significato profondo. Deriva dal sanscrito, una delle più antiche lingue conosciute e considerata sacra nell’induismo e nel buddismo. In sanscrito, “Muni” significa “saggio” o “santificato”. Il nome è molto popolare nelle culture indiane, dove si riferisce a persone di grande saggezza spirituale e conoscenza. (da venere.it)

Tracce storiche e personaggi - Famiglia originaria di Fiandra venuta in Italia al seguito di Carlo Magno; ebbe per molto tempo la signoria di Imola, di Lugo, di Barbiano e di Zagognara e del castello di Cunio (H.I)

Una famiglia Muni di Regalbuto abitava in via Plebiscito; la signora era una maestra presso la locale scuola elementare.

 

MURATORE

Muratore. Il cognome deriva da soprannomi legati al mestiere di muratore: è un cognome agentis o epanghelmatico (secondo la classificazione di Triandafillidis) significante, appunto, mestiere. Etimologicamente deriva dal termine latino “múrus”, e, più anticamente; “moirus, moerus”, che, come si nota, ha la stessa radice di “moenia” = mura e di “munire”, cioè trincerare, fortificare, costruire per difendersi; “múrus” per i romani era la muraglia costruita per fortificare la città, in contrapposizione al termine “paries”, parete, muro di una casa o di qualunque altro edificio. Il cognome è diffuso in tutta la Sicilia, in particolare nel Palermitano (Palermo, Bagheria, Capaci, Casteldaccia, ecc.), nel Messinese (Pettineo, Messina, Santo Stefano di Camastra, ecc.), nel Catanese (Catania, Gravina di Catania, San Giovanni La Punta, ecc.), nell’Ennese (Regalbuto, Catenanuova, Nicosia, Troina, ecc.), nell’Agrigentino (Canicattì, Campobello di Licata, Ravanusa, Agrigento, ecc.), nel Siracusano (Carlentini, Francofonte, Rosolini, ecc.); è diffuso anche nel Piemonte (Cuneo, Torino, Asti, ecc.), in Liguria (Ventimiglia), in Lombardia, in Calabria (nel Reggino), e in altre regioni italiane. La sua variante Muratori è originaria dell’Emilia-Romagna.

Riferimenti storici e personaggi. Muratore è un’antica famiglia molto nota in Sicilia: un Antonino, dottore in legge, fu avvocato della Gran Corte di Randazzo e Taormina nel 1488; un Benedetto fu proposto come sindaco dai nobili di Mineo nel 1736; un Tommaso Muratore fu sindaco dei nobili di Mineo negli anni 1746/47. Ludovico Antonio Muratori (Vignola 1672 – Modena 1750), religioso, storico, scrittore, archivista e bibliotecario; scrisse molte opere fra cui la famosa “Rerum Italicarum Scriptores” (1723/1738), che copre il periodo dall’anno 500 al 1500, e gli “Annali d’Italia” (1743/1749). Mons. Salvatore Muratore (Campobello di Licata 28/12/1946), XIV vescovo della diocesi di Nicosia (EN) dal 22/1/2009, al 22 aprile del 2022, successivamente vescovo emerito.

 

MUSARRA

Cognome tipicamente siciliano, del Messinese (Messina, Tortorici, S. Marco d'Alunzio, Caronia, Capo d'Orlando, Capri Leone, Castell'Umberto, San Salvatore Fitalia, ecc.) e del Catanese (Paternò, Maniace, Catania, Palagonia, Adrano, Bronte, Vizzini, Riposto, Licodia Eubea, Castel di Judica, Randazzo, ecc.) ed anche del Siracusano (Lentini, Siracusa, ecc.), del Palermitano (Altavilla Milicia, Cefalù), dell’Ennese (Regalbuto, Catenanuova), del Nisseno (Villalba, Riesi). È presente, inoltre, qua e là in alcune altre regioni italiane, Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, ecc.

Il cognome deriva   dalla italianizzazione nel nome turco Mazhar o dall'arabo Musar'àh, che significa “felicità”, ma è possibile che derivi da dialettali della Sicilia, dove “musarra” è un albero di banane, ma anche una musa (uno strumento musicale a fiato), ma anche la barca della tonnara dalla quale il rais dirige le operazioni di pesca (Piccitto). Qualcuno (il Pellegrini) lo fa derivare dal dialettale “musciaru” (arabo mansàr o minsàr) che ha diversi significati: mucchio di frutta e graticcio su cui si mette la frutta ad essiccare al sole, e “musciara” giaciglio rustico, mucchio di biancheria sporca, mucchio di pietre raccolte in un campo coltivato (Piccitto). Il cognome, inoltre, richiama toponimi come Rocca Musarra, cratere a 1632 m. s.l.m. sull'Etna, con la caratteristica forma a dente, Muxaro, comune in provincia di Agrigento, Mosorrofa, località di Reggio Calabria.

Riferimenti storici e personaggi Antonio Musarra (Genova 22/4/1983), professore associato di Storia medievale presso l’Università La Sapienza di Roma. Le sue ricerche sono incentrate sulla storia del Mediterraneo medievale, con particolare riguardo alla storia delle crociate e dell’Oriente latino, alla storia della navigazione e della guerra navale, alla storia del viaggio e del pellegrinaggio, alla storia del francescanesimo e del minoritismo e alla storia politica, economica e sociale delle città italiane nel Medioevo.

 

MUSELLO

Raro cognome presente in pochissimi comuni sparsi fra le regioni Campania, Emilia Romagna, Liguria, Sicilia; in quest'ultima regione è noto solo nell'Ennese, nel comune di Regalbuto.

Il cognome, originario di Torri del Benaco (Verona), deriva dal nome tardo latino Musellus; ha come varianti Musella e Muselli.

Tracce storiche e personaggi – Lo storico Della Corte nel 1592 indicò in D. Irecho Giudice di Musello il nome più antico della casata, posto nel 1279 in un lungo elenco di cittadini veronesi. I Muselli, conosciuti a San Martino come proprietari e fautori della trasformazione della Villa Musella nel corso dei secoli XVII e XVIII,  si estinsero nel 1862 con la morte di Matilde, terzogenita di Girolamo Muselli.

 

 MUSSOLINO

Cognome raro, diffuso in 30 comuni, in gran parte meridionali (Campania, Sicilia); piccoli nuclei si trovano anche in Lazio, Veneto, Basilicata, Sardegna, Emilia Romagna, Piemonte, Calabria, Trentino. In Sicilia è presente nelle province di Ragusa, Catania, Enna (nei comuni di Centuripe e di Regalbuto). Ha come varianti Musolini, Musolino, Mussolini.

Questo cognome dovrebbe originare dal vocabolo arabo “moseli” che indica una sottile tela di cotone usata per la biancheria intima, derivato, a sua volta, da Mosul o Mossul, antica città della Mesopotamia in cui tale stoffa veniva confezionata. In latino medioevale il termine arabo divenne “mussola” italianizzata poi in “mussolina, mussolino”.

Tracce storiche e personaggi - Benito Mussolini (Predappio 29/7/1883 – Giulino di Mezzegra 28/4/1945) – politico, giornalista e dittatore italiano, rimasto al potere dal 1922 al 1943.

 

MUSUMECI

Cognome molto diffuso nella zona etnea e sparso in più di 360 comuni di tutt'Italia, in particolare nel meridione (Sicilia, Calabria, ecc.) e poi in Lombardia, Lazio, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare nel Catanese (in 46 dei 58 comuni della provincia, fra cui Catania, Giarre, Acireale, Misterbianco, Mascali), nel Siracusano (in 16 dei 25 comuni della provincia, fra cui Siracusa, Melilli, Augusta), nel Messinese (23 comuni, Messina, Francavilla di Sicilia, ecc.), nel Palermitano (10 comuni), Ragusa (Scicli), nell'Ennese è noto nei comuni di Agira, Enna, Centuripe, Regalbuto, Troina, ecc..

Secondo il Pensabene, Musumeci deriva dal greco “mèsos” o “méhos” = mezza altezza, bassa statura; potrebbe essere collegato al termine arabo “mishmish” = albicocca (Miccichè) o, forse, è una cognomizzazione di un nome armeno (Mushel) il cui diminutivo “Mushelik”, è stato prima grecizzato in “Musulice”, quindi italianizzato in “Musuleci”, da cui il siciliano Musumeci (A.Musumeci).

Tracce storiche e personaggi - Questo cognome è molto noto ad Acireale dove compare fin dal 1500 nella forma latina Musumechi.  Sebastiano (Nello) Musumeci (Militello Val di Catania 21/1/1955) – giornalista, scrittore, parlamentare e presidente della provincia di Catania dal 1994 al 2003; già presidente della Regione Sicilia attualmente è ministro nel Governo Meloni.

 

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Incrementata e più che raddoppiata la dotazione finanziaria del bando "Sicilia che piace 2024 - Enti locali". L'iniziale budget previsto dall'avviso passa da 400 mila a 925mila euro circa, a valere sul capitolo del bilancio della Regione Siciliana. Questo vorrà dire che tutti e 100 i progetti presentati dai Comuni siciliani che sono stati ritenuti ammessi e finanziabili riceveranno il contributo in conto capitale fino ad un massimo di 10 mila euro ciascuno. Si tratta di progetti per iniziative di sviluppo in settori come agroalimentare, artigianato, ambiente, nautica, moda, turismo, enogastronomia e per iniziative di sviluppo turistico e valorizzazione del territorio che dovranno concludersi entro il 31 ottobre 2024. Una prima graduatoria provvisoria aveva permesso la concessione del contributo solo a 42 progetti, mentre 57 erano stati ritenuti ammissibili ma non immediatamente finanziabili. 
 

«Sono lieto di annunciare un significativo incremento della dotazione finanziaria per il bando "Sicilia che piace", un'iniziativa strategica per sostenere e promuovere lo sviluppo dei nostri enti locali. Questo aumento consentirà di ampliare la partecipazione e di finanziare progetti di grande impatto per il rilancio economico della nostra isola – dice l'assessore alle Attività produttive Edy Tamajo - L'obiettivo è incentivare le amministrazioni locali a investire in iniziative che valorizzino le risorse territoriali e migliorino la qualità della vita dei cittadini, con particolare attenzione alla sostenibilità, all'innovazione e alla promozione delle eccellenze siciliane. La nostra regione ha un potenziale straordinario, e questo bando rappresenta uno strumento concreto per mettere a frutto le nostre energie e competenze. - e conclude - Ringrazio il mio staff che ha contribuito a rendere possibile questo incremento, segno di una visione condivisa per il futuro della Sicilia e di un impegno costante verso lo sviluppo delle nostre comunità».


Approvati dunque dal dipartimento regionale delle Attività produttive anche gli elenchi definitivi dei progetti ammessi e finanziabili e di quelli esclusi per inammissibilità presentati lo scorso maggio. Dei cento progetto di sviluppo ammessi, 41 riguardano la provincia di Messina, 25 Palermo, 9 Agrigento, 9 Catania, 4 Trapani e 4 Enna, 3 Ragusa e 3 Caltanissetta, 2 Siracusa. Il contributo regionale in conto capitale sarà al massimo dell’80 per cento del costo dell’intera iniziativa, fino ad un massimo di 10 mila euro a progetto, al netto di Iva.


Gli elenchi definitivi al seguente link del portale Regione Siciliana: https://www.regione.sicilia.it/la-regione-informa/avviso-sicilia-piace-2024-enti-locali-incremento-dotazione-approv-elenchi-definitivi

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VIOLENZA SU DONNE: SICILIA, DA REGIONE 236MILA EURO PER REDDITO DI LIBERTA' =
Assessore Albano, 'Sostegno concreto a vittime per conquistare autonomia e indipendenza'
Palermo, 5 set. (Adnkronos) - Sostenere le donne vittime di violenza e
che si trovano in condizione di povertà ad affrontare un percorso di
indipendenza economica, di autonomia e di emancipazione, grazie
all'assegnazione, per un determinato periodo, di una fonte di reddito
stabile. È l'obiettivo dell'avviso rivolto ai Comuni che l'assessorato
regionale della Famiglia e delle politiche sociali ha pubblicato per
finanziare il cosiddetto 'reddito di libertà'. "Anche quest'anno -
dice l'assessore Nuccia Albano - abbiamo finanziato una misura che
aiuterà le donne ad affrancarsi dai casi di violenza domestica,
favorendone l'indipendenza economica. Il reddito di libertà,
finalizzato all'acquisizione o alla riacquisizione della propria
autonomia e indipendenza personale, sociale ed economica, è un aiuto
concreto per quelle donne che vogliono riprendere in mano la propria
vita, mettendo anche al sicuro i propri figli".
 "Tra le spese ammissibili - spiega l'esponente della Giunta Schifani
-, il contributo al pagamento del canone di affitto per abitazione o
attività lavorativa, le spese di attivazione delle utenze, le polizze
assicurative e l'apertura e tenuta di un conto corrente dedicato
bancario o postale". Il budget a disposizione dell'avviso, a
sportello, è di 236mila euro, fino a esaurimento fondi. I
finanziamenti andranno ai Comuni che, in sinergia con i centri
antiviolenza o con le strutture di accoglienza a indirizzo segreto
iscritte all'albo regionale, vogliono avviare un progetto
personalizzato in favore delle donne vittime di abusi e
maltrattamenti, anche con figli minori o disabili. Potrà essere
richiesto un contributo annuo non superiore a 10mila euro per ciascuna
donna. L'istanza, firmata dal legale rappresentante del Comune
richiedente, dovrà essere trasmessa in formato pdf, esclusivamente
tramite invio con posta certificata all'indirizzo
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. a partire dal
prossimo primo ottobre e non oltre il 31 dello stesso mese.

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Dal 5 al 16 settembre milioni di studenti e studentesse torneranno tra i banchi di scuola, ma già si guarda alle possibili soste disseminate lungo l’anno. Il calendario premia la pausa natalizia che durerà ben 17 giorni, mentre a saltare sarà il ponte dell'Immacolata e di Sant'Ambrogio.Un superponte di primavera si profila a fine aprile, quando tra Pasqua, la Festa della Liberazione e il Primo Maggio, su 17 giorni quelli di lezioni saranno solo 5. Ecco tutte le date previste. L’anno scolastico 2024/25 scalda i motori ma già si consulta il calendario sui possibili pit-stop. Dal ponte di Ognissanti a quello del 2 giugno sono diverse le festività nazionali o regionali disseminate lungo l’anno con il conseguente fermo delle lezioni. Ecco le date da tenere a mente.

Calendario alla mano, la prima sosta dell’anno all'orizzonte è il 1° novembre. La festa di Ognissanti cade di venerdì e consente dunque di effettuare un “mini ponte” di Halloween di tre giorni fino a domenica 3

- Niente da fare invece per il 7 e 8 dicembre, giorni in cui si festeggiano rispettivamente Sant’Ambrogio (ma solo a Milano e provincia) e, in tutta Italia, l’Immacolata Concezione. Ricorrenze che quest’anno cadono di sabato e domenica ed è dunque più difficile partire per un assaggio pre-Natalizio di più giorni, magari sulle piste da sci o spulciando tra i mercatini.

- La delusione dell’Immacolata sarà ricompensata in parte dal calendario delle festività natalizie che quest’anno offre un fermo potenziale "record" di 17 giorni. Il Natale 2024 cade di mercoledì e quindi la maggior parte delle scuole saluterà l’anno solare già venerdì 20 dicembre. Ovunque le lezioni ripartiranno invece martedì 7 gennaio 2025, il giorno dopo l’Epifania.

- Possibili chiusure potrebbero coincidere con il Carnevale che varia in base a Regioni e diocesi. Le date da segnare in questo caso sono soprattutto dal 2 al 4 marzo, quando si festeggia il Martedì Grasso. A differenza di altri ponti per festività nazionali, la scelta di interrompere le lezioni spetta interamente all’istituto scolastico.

- Nel 2025 la domenica di Pasqua cade il 20 aprile e le scuole si fermeranno, a seconda del calendario regionale, da giovedì 17 (o venerdì 18) fino a martedì 22 incluso. Due giorni di lezioni ed è già il 25 aprile, Festa della Liberazione.

- La Festa della Liberazione cade quest’anno di venerdì e dà diritto ad un weekend lungo fino a domenica 27 aprile. Di conseguenza, dal 17 al 27 aprile la permanenza a scuola si limiterà a soli due giorni di lezione su dieci.

- Un altro ponte in programma è quello del Primo Maggio. La Festa dei Lavoratori sarà di giovedì e questo apre la strada ad un’ulteriore sosta di quattro giorni, fino a domenica 4 maggio.

- Prima della chiusura dell’anno c’è tempo inoltre per un altro mini-ponte in occasione del 2 giugno, Festa della Repubblica. Lunedì 2 giugno, scuole e uffici pubblici rimarranno chiusi, circostanza che allungherà di un giorno il weekend del 31 maggio-1° giugno.

Per quanto riguarda infine la chiusura dell’anno scolastico 2025/25 le Regioni hanno fissato il termine tra venerdì 6 e martedì 10 giugno mentre, salvo sorprese, la maturità 2025 dovrebbe iniziare mercoledì 18 giugno

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Eventi di grande richiamo turistico quali spettacoli, fiere, rassegne musicali, teatrali, cinematografiche e gastronomiche, e ancora gare sportive e feste religiose. Queste alcune delle tipologie di appuntamenti previsti in Sicilia tra il 2024 e il dicembre 2025 inseriti nel "Calendario delle manifestazioni di grande richiamo turistico" adottato dalla Regione Siciliana per il biennio 2024-25 con un decreto firmato dall’assessore al Turismo, Elvira Amata.


«Da quest'anno il calendario è biennale così come avevamo anticipato nel corso della Borsa internazionale del Turismo di Milano - dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani - perché riteniamo strategico per la programmazione conoscere per tempo le iniziative di richiamo in modo tale da favorire anche la destagionalizzazione turistica».

«Ci siamo dotati del calendario degli anni 2024 e 2025 - dice l'assessore regionale al Turismo, Elvira Amata  - per sottolineare l’importanza di una pianificazione biennale che individui le manifestazioni di forte richiamo inserite attraverso l'apposito Avviso scaduto a giugno 2023. Si tratta di uno strumento fondamentale per la programmazione turistica fortemente voluto dal governo Schifani il cui obiettivo è arricchire l'offerta con spettacoli ed eventi artistici, folkloristici e sportivi di iniziativa pubblica e privata».

Il calendario, che ha finalità esclusivamente promozionali, comprende manifestazioni individuate in base al richiamo turistico, ed è frutto dell'avviso rivolto a enti pubblici, di culto, teatrali e lirici regionali, fondazioni e ancora ong, onlus, associazioni e cooperative senza fini di lucro, di riconosciuta esperienza e capacità tecnico-finanziaria, organizzatori di iniziative sul territorio regionale di comprovato valore e capacità di intrattenimento turistico. Ogni ente ha potuto presentare una sola iniziativa; sono stati presi in esame iniziative di valorizzazione del contesto culturale e paesaggistico, delle tradizioni popolari o dell’enogastronomia, iniziative sportive di richiamo e quelle legate ad attività all’aria aperta, ai cammini e alla promozione dei borghi storici e rurali. Nella valutazione si è tenuto conto della solidità dell’ente e della capacità di attrazione della manifestazione, della vocazione turistica del territorio e della sua accessibilità, della presenza nella zona di strutture ricettive e servizi.

Fra gli eventi previsti nel calendario, la Settimana Santa di Enna, Caltanissetta e Trapani, il ciclo di rappresentazioni classiche di Siracusa, la Belliniana – omaggio al Cigno di Catania, la Targa Florio, la Coppa degli Assi a Palermo, il Taormina Film Fest, Taobuk e Taomoda, le Orestiadi di Gibellina, il Sicilia Jazz Festival, e ancora la festa di San Giorgio a Ragusa, quella di San Calogero ad Agrigento, il Festino di Santa Rosalia a Palermo e la festa di S. Agata a Catania. E inoltre il carnevale di Acireale e Sciacca, la festa della Vara a Messina, le Vie dei Tesori in varie località, il Cous Cous Fest a San Vito lo Capo, l'Etna Comics a Catania, Inycon a Menfi e il Mandorlo in fiore ad Agrigento.

Il decreto che contiene il Calendario è disponibile sul portale istituzionale della Regione Siciliana a questo link https://www.regione.sicilia.it/istituzioni/servizi-informativi/decreti-e-direttive/servizio-6-da2495-s6-22082024.

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Sabato, 24 Agosto 2024 14:34

Base Popolare sullo Ius Scholae .

Essere favorevoli allo Ius Scholae significa sostenere una proposta di legge che permetterebbe ai giovani stranieri di ottenere la cittadinanza italiana dopo aver completato un ciclo di studi in Italia. Questa proposta mira a riconoscere l’integrazione e l’appartenenza di questi giovani alla società italiana attraverso il percorso scolastico.
Vantaggi dello Ius Scholae:
Integrazione Sociale:
Favorisce l’integrazione dei giovani stranieri, riconoscendo il loro impegno e la loro partecipazione alla vita scolastica e sociale italiana.
Equità e Giustizia:
Offre una via più equa per ottenere la cittadinanza rispetto all’attuale sistema basato principalmente sullo Ius Sanguinis (diritto di sangue), che può risultare discriminatorio per chi è nato e cresciuto in Italia da genitori stranieri.
Stabilità e Sicurezza:
Garantisce maggiore stabilità e sicurezza ai giovani e alle loro famiglie, permettendo loro di sentirsi pienamente parte della comunità italiana.
In sintesi, lo Ius Scholae rappresenta un passo importante verso una società più inclusiva e giusta, riconoscendo il contributo dei giovani stranieri che crescono e studiano in Italia.
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Giovedì, 22 Agosto 2024 14:05

Carceri. Di Franco. " Bisogna far presto."

La situazione delle carceri italiane è piuttosto critica, con un sovraffollamento che ha raggiunto livelli allarmanti. Non è però l’unico problema. I suicidi tra i detenuti sono in aumento : 64 fino ad ora. Cronica la mancanza di personale di sorveglianza, ma anche di supporto medico, educativo e psicologicoL’intera comunità penitenziaria è messa a rischio dalla patente violazione della legalità presso gli istituti detentivi. Il Componente della Direzione Nazionale della Democrazia Cristiana , Giuseppe Di Franco – iscritto all’associazione Nessuno Tocchi Caino- sta partecipando allo sciopero della fame per sostenere la proposta di legge sulla liberazione anticipata speciale (che contiene modifiche anche di quella ordinamentale) presentata da Roberto Giachetti il quale, insieme a Rita Bernardini, partecipa al Satyagraha nella forma dello sciopero della fame iniziato il 22 gennaio 2004. L’obiettivo è quello di attuare altre proposte normative che raggiungano lo stesso obiettivo di diminuire la popolazione reclusa e migliorare le condizioni di vita e di lavoro di tutta la comunità penitenziaria. ” Satyagraha vuol dire “forza della verità” ed è con questa convinzione che, con il metodo rigoroso della nonviolenza, intendiamo affermare con forza e con la forza della verità le drammatiche condizioni di vita negli istituti di pena in Italia e dialogare con i rappresentanti istituzionali che hanno potere di intervento rispetto alla piaga del sovraffollamento delle carceri ed all’urgente e indifferibile problema delle carenze di personale di ogni professionalità: agenti, educatori, direttori, assistenti sociali, mediatori culturali, medici e operatori sanitari, magistrati di sorveglianza.” ” Bisogna però far presto- ci dice Di Franco- per ricondurre la popolazione delle carceri alla capienza legale e ridare dignità umana senza la quale porta disperazione e morte tra i detenuti. “

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Ill.mo sig. Sindaco con riferimento alla Sua ultima ordinanza relativa al nuovo piano viario di piazza Garibaldi ci permettiamo sommessamente di fare alcune precisazioni. È innegabile che una sana e buona amministrazione si distingue allorché nel gestire la “res pubblica” è in grado di coniugare gli aspetti economici con la vivibilità dell’ambiente. Orbene, non v’è dubbio che il provvedimento da Ella adottato certamente migliora la vivibilità e fruibilità della Piazza.
Tuttavia -ad onor del vero – buona parte dei nicosiani difficilmente potranno fare a meno dell’auto per effettuare le loro fugaci soste per le abbisogna quotidiane e ciò tanto per la carenza di parcheggi nelle immediate vicinanze quanto per la dislocazione dei nostri concittadini che popolano campagne e periferie. Purtroppo, di contraltare, ne viene a soffrire l’economia degli esercizi commerciali della zona che, di colpo, si vedono privati di una fetta consistente di mercato che in questi momenti è di vitale importanza e senza la quale rischiano di dover chiudere. A questo punto, un rapporto costi benefici fa pendere la bilancia completamente dalla parte dei costi. I vantaggi sulla viabilità non possono essere paragonati alle perdite economiche degli esercizi commerciali. Purtroppo, caro Sindaco, riteniamo che anche questa volta Lei abbia toppato e pertanto la invitiamo, una volta tanto, ad essere più umile, ad ammettere l’errore di valutazione (se di valutazione si tratta…) commesso e a ripristinare la viabilità nella piazza, rimandando a tempi ” strutturalmente” migliori il provvedimento adottato che la invitiamo immediatamente a revocare. Le precisiamo che tutto ciò è scevro da interessi politici ma è l’aver voluto dar voce alle maestranze interessate.

Firmato la Nuova Democrazia Cristiana di Nicosia

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Comunicato Stampa congiunto delle Segreterie di Enna e Provinciale della DC.

Nel ribadire per l’ennesima volta come il voto negativo espresso dalla Nuova DC in consiglio comunale, alla proroga di un anno del Consorzio dell’autodromo di Pergusa, fosse un voto squisitamente politico di una forza di opposizione che non ha condiviso e contesta l’operato del Sindaco e della sua Amministrazione, valutazione cui ancora ancora oggi sia la Segreteria Comunale che quella Provinciale fanno riferimento, non si può condividere l’attacco portato al CDA di Pergusa, nel documento programmatico a firma dei consiglieri comunali di opposizione, attacco che per la sua formulazione non può essere considerato politico ma certamente gestionale e quindi non rientrante nelle valutazioni politiche espresse da queste segreterie sul voto contrario in consiglio comunale. Tanto premesso la Segreteria Provinciale e la Segreteria Comunale si dissociano dalla sottoscrizione del voto dei due consiglieri della Nuova DC in quanto palesemente in contrasto con le valutazioni espresse da queste segreterie.

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