Se n’è parlato per molto tempo sottovoce, ora se ne discute a voce forte di scissione del Pd. Che ci sia stata una scissione, gramscianamente intesa come “sconnessione sentimentale”, di una parte consistente di elettori del Pd, è un dato oggettivo e incontrovertibile. Commovente è stata la testimonianza di quell’operaio con le lacrime agli occhi per non aver più un partito che lo difende, raccolta da un giornalista della Sette che ho visto giovedì sera nel programma Piazza Pulita. L’adesione di questo partito al liberismo ha logorato il rapporto con i suoi elettori e con la tradizione delle sinistra italiana. Un partito di sinistra che fa proprie ed attua, quando governa, le politiche liberiste della destra, rompe il rapporto con le classi lavoratrici. Anche in altri paesi europei la sinistra, che si richiama al socialismo, attua le politiche dei suoi nemici di destra, che esaltano il mercato, le privatizzazioni e la competizione. Ma in questi paesi si sta tentando di invertire questa tendenza con Corbyn nel Partito laburista, con Podemos in Spagna, con Hamon nel Partito socialista francese e Tsipras in Grecia. Sono esperienze diverse, ma accomunate dalla presa di coscienza della necessità di rimediare ai guasti provocati da questa sinistra che fa le politiche della destra liberista. La scissione del Pd ipotizzata in Italia da D’Alema e da Bersani rappresenta un tentativo di inversione di tendenza rispetto alla linea neoliberista. Nel suo interessante articolo di fondo comparso su “La Stampa”, Giovanni De Luna ritiene che questo tentativo di D’Alema e di Bersani non produrrà grandi risultati. Qual è il motivo? L’affermazione dei 5Stelle, il movimento che, come fa notare Sergio Rizzo sul “Corriere della Sera”, ha una classe dirigente selezionata con metodi che fanno acqua da tutte le parti. “Il partito di Grillo – sostiene De Luna – è stato infatti in grado di rappresentare efficacemente una parte delle rivendicazioni e delle istanze programmatiche della sinistra alternativa; si tratta però di una formazione politicamente spuria, che mette insieme spinte xenofobe e speranze ugualitarie, pulsioni autoritarie e slanci di democrazia diretta”. A confermare il carattere spurio e ambiguo dei 5Stelle concorrono i risultati dell’indagine sugli elettori dei 5Stelle condotta da Demo e pubblicati su “la Repubblica”: il 37% valuta positivamente un’alleanza dei 5Stelle con la destra mentre il 48% vede di buon occhio un’alleanza con il Pd.
News