Fermare la strage prima che questa diventi normale. In evidenza

Luglio 21, 2014 1404

Nuova tragedia dell'immigrazione nel Canale di Sicilia. Un gommone semiaffondato è stato soccorso: sono stati recuperati i cadaveri di 5 immigrati, mentre 61 naufraghi sono stati tratti in salvo. Secondo questi ultimi, a bordo dell'imbarcazione ci sarebbe stata un'ottantina di persone: si cercano i dispersi. Sono 84mila gli sbarchi dall'inizio dell'anno, e si teme che entro l'estate si possa toccare quota 100mila. La fregata Zeffiro, la corvetta Urania ed un elicottero EH101 decollato da Lampedusa, informa un comunicato della Marina, hanno prestato assistenza al gommone semiaffondato in cooperazione con la nave mercantile Genmar Compatriot (Bermuda), che ha imbarcato i migranti e i corpi delle cinque vittime con l'ausilio della motovedetta CP905 delle Capitanerie di Porto. Nave Urania continua le operazioni di ricerca in zona.
In attesa di sbarco 1.771 profughi messi in salvo - Quattro navi della Marina Militare hanno affrontato nella notte diverse situazioni di emergenza nel soccorso e recupero di molti immigrati in arrivo dalle coste nordafricane. In diverse situazioni, sono state soccorse 763 persone, che portano a 1.771 il totale dei migranti giunti negli ultimi giorni e che sono in attesa dello sbarco nei porti che il ministero dell'Interno comunicherà. C’è poi un ulteriore problema. Il gran numero di arrivi sta mettendo a dura prova il sistema di accoglienza nei Comuni.

E non è un caso che proprio oggi Antonio Satta, componente dell’ufficio di presidenza dell’Anci, sia tornato a chiedere al governo un intervento: “bisogna mettere a punto – dice – nuove misure per sostenere più da vicino i Comuni che in queste settimane stanno affrontando l’arrivo di immigrati. Serve un più stretto raccordo tra Governo, Prefetture e Comuni. Ad oggi, l’iniziativa, non di rado, è stata lasciata a questo o quell’amministratore locale. Non possiamo pensare che tutto sia affidato alla buona volontà dei Comuni. Per far fronte a questi numeri, l’11 luglio scorso governo ed enti locali hanno siglato un piano d’accoglienza. Tre le fasi. La prima di «soccorso» è tutta in mano al Viminale: identificazione, visite mediche, assistenza per pochi giorni nei centri per immigrati governativi presenti sul territorio. Centri che già oggi lavorano su numeri che superano i tetti previsti dalle convenzioni, eppure i prefetti entro 24 ore riceveranno dal ministero la richiesta di 10mila posti extra da mettere a disposizione. Per far fronte alla situazione sembra che si utilizzeranno caserme dismesse . Ogni Regione dovrà accogliere la propria quota. Dopo le iniziali resistenze, anche Lombardia e Veneto si sono piegate. La ripartizione sarà proporzionata alle risorse che ciascuna Regione riceve dal Fondo nazionale per le politiche sociali. E così prima sarà la Lombardia (che si mangia il 14,15% della torta): su una quota base di 10mila migranti da accogliere, gliene toccheranno 1.415. Seguono Campania (998), Sicilia (919) e Lazio (860). Ma i numeri reali finali, saranno ben maggiori: moltiplicati per tre o quattro. Il Mediterraneo purtroppo è diventato un mare dove la tragedia si consuma quotidianamente. Queste vittime, nota l’Unhcr, vanno ad aggiungersi ad almeno altre 290 persone morte o disperse a causa di incidenti in barca nelle acque al largo dell'Italia, della Turchia e della Grecia. Il bilancio dei morti nel Mediterraneo dall’inizio dell’anno è di 1000 persone. “Queste sono notizie certe, ma ci hanno raccontato anche di un barcone con 250 persone a bordo, partito dalla Libia insieme ad altri e mai arrivato”, dice Barbara Molinario e il conto che sta tenendo l’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite ormai ha raggiunto i mille morti nel mediterraneo dall’inizio dell’anno.”

Ultima modifica il Domenica, 10 Agosto 2014 15:52
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