Mobilità docenti, dopo 18 anni l’Italia si adegua all’UE sulla valutazione del servizio svolto: le supplenze vengono equiparate, ma rimangono fuori quelle delle paritarie

Gennaio 04, 2017 2003

Attraverso l’accordo politico raggiunto tra amministrazione e sindacati rappresentativi, anche l’Italia recepisce la direttiva dell’Unione Europea n. 70/99 sulla equiparazione del servizio pre-ruolo a quello svolto da chi ha sottoscritto il contratto a tempo indeterminato. Ciò varrà anche per chi ha svolto servizio sui posti di sostegno, ai fini del vincolo quinquennale. L’intesa ora dovrà tradursi in un contratto articolato da sottoscrivere entro il mese di gennaio, con effetti pratici ai fini della mobilità dei docenti 1°settembre 2017. Approvate anche importanti novità sulle percentuali dei posti vacanti da assegnare al personale precario. L’intesa, tuttavia, non tiene conto dei docenti che svolgono servizio negli istituti paritari, continuando a considerarli dei lavoratori di serie B.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è una mancanza particolarmente grave. Noi avevamo lanciato i primi ricorsi sull’equiparazione delle supplenze svolte negli istituti paritari già nel 2010, denunciando la violazione del principio di non discriminazione. Per tutti questi docenti, quindi, toccherà ancora una volta rivolgersi al giudice per vedersi considerare un loro pieno diritto: noi staremo, ancora una volta, al loro fianco.

Con 18 anni di ritardo, l’Italia recepisce la direttiva dell’Unione Europea n. 70/99: in base all’intesa politica raggiunta nei giorni scorsi tra amministrazione e sindacati maggiori, il nuovo contratto sulla mobilità dei docenti non prevede più differenze di calcolo tra servizio a tempo determinato e indeterminato. In pratica, il servizio pre-ruolo, finora considerato con un punteggio dimezzato rispetto a quello di ruolo, avrà la stessa valenza di quello svolto di chi è stato già immesso nei ruoli della scuola pubblica. Con l'intesa firmata, Ministero dell’Istruzione e organizzazioni sindacali rappresentative decidono quindi finalmente di adeguarsi all’UE e si dicono d'accordo a valutare per intero quel servizio, anche per chi ha svolto servizio sui posti di sostegno (ai fini del vincolo quinquennale).‎

L’intesa, che ora dovrà tradursi in un contratto articolato da sottoscrivere entro il mese di gennaio, con effetti pratici ai fini della mobilità dei docenti 1° settembre 2017, rappresenta un punto di arrivo importante. Ma non esauriente. Perché l’accordo non ha recepito ancora la valorizzazione del servizio svolto nelle scuole paritarie: il Dicastero di Viale Trastevere, infatti, si ostina a tenere la testa nella sabbia, considerando i docenti che svolgono servizio in questi istituti come se fossero dei lavoratori di serie B.

E questo nonostante i successi ottenuti dai legali Anief nei tribunali del lavoro su questo versante di precariato scolastico: per i giudici del lavoro, infatti, l’art 2 del Dl 255/ 2001 convertito in legge 333/01 ha previsto che “i servizi di insegnamento prestati dal 10 settembre 2000 nelle scuole paritarie di cui alla legge 10 marzo 2000 n 62 sono valutati nella stessa misura prevista per il servizio prestato nelle scuole statali” ribadendo come “tali disposizioni evidenziano come la parità di trattamento fra scuole paritarie e scuole pubbliche valga non solo per gli studenti, ma anche per i docenti, essendo entrambi attori sostanziali di un unico sistema che contribuisce all’erogazione del servizio pubblico dell’istruzione”.

“Secondo la nostra organizzazione autonoma, che con il nuovo anno si candida ufficialmente alla rappresentatività sindacale in vista del rinnovo Rsu del 2018, la mancata equiparazione, ai fini della mobilità, del servizio svolto nelle scuole paritarie, è una mancanza particolarmente grave”, spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal. “Noi, dal conto nostro – prosegue Pacifico - avevamo lanciato i primi ricorsi in tempi non sospetti: già nel 2010, quando ha denunciato la violazione del principio di non discriminazione sotteso ai contratti di tutti i supplenti della scuola italiana. Per tutti questi docenti, quindi, toccherà ancora una volta rivolgersi al giudice per vedersi considerare un loro pieno diritto: noi staremo, ancora una volta, al loro fianco. Chi vuole presentare ricorso fa ancora in tempo”.

L’accordo tra amministrazione e sindacati, infine, porterà nuove regole anche per la distribuzione dei posti da assegnare annualmente al personale docente: sale al 60 per cento la percentuale riservata alle assunzioni. Mentre il prossimo adeguamento parziale dell'organico di fatto a quello di diritto permetterà ai neo-assunti su ambito territoriale anche la possibilità di presentare domanda per il restante 30 per cento dei posti. Il 10 per cento rimarrà ad appannaggio dei passaggi di ruolo, per i quali una recente sentenza della Cassazione ha ripensato la materia riconoscendo illegittimo il meccanismo della temporizzazione.

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