In Italia è aumentato il numero dei giovani hikikomori In evidenza

Marzo 04, 2025 106

Non escono mai da casa, non studiano, non comunicano. Le famiglie si sentono impotenti di fronte a questo loro a volte brusco a volte progressivo sottrarsi al mondo, mentre i compagni di scuola spesso li dimenticano. Diventano invisibili. I “ritirati”, ragazzi fra i quattordici e i diciannove anni, si sono auto condannati agli arresti domiciliari. Non vogliono avere contatti con un mondo che a questa assenza si abitua, come s'abitua a tutto. E in questa graduale rinuncia di tutti ad andarli a cercare, gli hikikomori (termine inventato dai giapponesi per indicare gli auto-reclusi, da hiku, “tirare”, e komoru, “ritirarsi”) trovano solo conferma della giustezza della loro scelta. Sono ragazzi nell’età delle grandi trasformazioni, tra la scuola media e l’università. Si tratta di quei due milioni e mezzo di Neet (ragazzi che non studiano e non lavorano, acronimo dell’inglese Not in Employment, Education or Training) che hanno perso fiducia negli altri e nel futuro. Non c’è sessualità, non c’è contatto. I ritirati non hanno relazioni. E in Italia sono in allarmante aumento.

 

Il loro numero è, infatti, quasi raddoppiato dopo la pandemia, passando dal 5,6% del 2019 al 9,7% del 2022. A tracciare l’identikit dei “ritirati sociali” e a denunciare la gravità del fenomeno crescente è uno studio condotto dal gruppo multidisciplinare di ricerca “Mutamenti sociali, valutazione e metodi” (Musa) dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Cnr-Irpps), pubblicato sulla rivista Scientific Reports. “La pandemia da Covid-19 ha esacerbato la trasposizione delle relazioni umane verso la sfera virtuale”, spiega Antonio Tintori, tra gli autori del lavoro assieme a Loredana Cerbara e Giulia Ciancimino del gruppo di ricerca Musa del Cnr-Irpps. In particolare lo studio sottolinea come l’iperconnessione, ossia la sovraesposizione ai social media, abbia "un ruolo primario in questo processo corrosivo dell’interazione e dell’identità adolescenziale e successivamente del benessere psicologico individuale”. L’iperconnessione, dunque, secondo lo studio, non solo è principale responsabile dell’autoisolamento ma anche “dell’esplosione delle ideazioni suicidarie giovanili”. Dati alla mano, dal 2019 al 2022 sono drasticamente aumentati i giovani che si limitano alla sola frequentazione della scuola nella loro vita, ma anche nel mondo adolescenziale è significativamente diminuita l’abitudine a trascorrere il tempo libero faccia a faccia con gli amici. Attraverso tecniche avanzate di modellizzazione statistica sono stati identificati tre profili di adolescenti: le "farfalle sociali", "gli amico-centrici" e i "lupi solitari". Proprio all'interno di quest'ultimo profilo, è stato individuato un sottogruppo composto da adolescenti che non incontrano più i loro amici nel mondo extrascolastico, il cui numero è quasi raddoppiato dopo la pandemia, passando dal 5,6% del 2019 al 9,7% del 2022. Si tratta, appunto, dei ritirati sociali, mai così tanti come oggi. 

Ultima modifica il Martedì, 04 Marzo 2025 16:14
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