Articoli filtrati per data: Novembre 2024

Sulle partite pregresse sono poche le voci di Sindaci e Consiglieri Comunali che con ogni mezzo cercano di far prevalere il diritto dei cittadini sancito peraltro dalle sentente della Corte Costituzionale e del Tribunale di Enna. Una di queste voci è stata ed è quella della Consigliere Comunale di Regalbuto Santa Todaro , la quale ci invia un suo Comunicato che pubblichiamo. Su questo argomento , abbiamo scritto in un nostro precedente articolo, crediamo che si giocherà una parte cospicua della prossima campagna elettorale per le amministrative che a Regalbuto si svolgeranno nella prossima primavera. Su questo argomento i prossimi candidati a Sindaco dovranno , a parer nostro, dire parole chiare con la manifestazione di un Si o un No al mantenimmento in bolletta della voce " partite pregresse".

"A distanza di tre mesi dall’ordinanza della Suprema Corte di Cassazione che dichiara illegittima la richiesta agli utenti,da parte del gestore idrico, di riscossione di somme retroattive ;Dopo la sentenza d’appello del Tribunale di Enna del 14/12/2021, conforme all’ordinanza della Corte di Cassazione, che dà ragione ai cittadini sulla illegittimità delle “partite pregresse”: I Sindaci della ex provincia di Enna decidono di……TACERE .Dal mese di settembre si attende di conoscere la loro posizione circa le azioni da intraprendere al fine di percorrere la via giusta che metta fine alla disputa che da anni contrappone i cittadini rappresentati dall’associazione dei consumatori e da diversi comitati che si sono formati nel corso degli anni, confortati da numerose sentenze di Giudici di Pace che hanno confermato l’illegittimità della richiesta di partite pregresse, e l’ambiguo comportamento dei Sindaci che disertano le assemblee ATI continuando a rinviare la trattazione dell’argomento. CODARDIA o COLLUSIONE? L’amara constatazione  è, che un problema così chiaramente lesivo per la collettività, venga gestito da politicanti i quali più che perseguire il bene comune preferiscono il proprio tornaconto personale  politico-elettorale. La maggioranza dei nostri Sindaci ha preferito disertare l’assemblea convocata il 21 dicembre e poi riconvocata il 29/12 in videoconferenza,con un solo punto all’o.d.g. (partite pregresse alla luce della sentenza di cassazione). Soltanto 5 Sindaci su 25 rappresentanti erano presenti e precisamente i Sindaci di AGIRA,CENTURIPE,CATENANUOVA,CALASCIBETTA e PIAZZA ARMERINA (il quale è presidente). In tal modo,venendo a mancare il numero legale, l’argomento non si è potuto trattare. Nel frattempo cresce la rabbia dei cittadini che si sentono presi in giro dai loro rappresentanti, mentre il gestore idrico acquaenna continua a richiedere in bolletta, alla voce “Partite Pregresse”, somme che per la giustizia civile non sono dovute dai cittadini.  "                                                                 

 Consigliere Comunale Santa Todaro

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Manca ancora una volta il numero legale all'assemblea Ati convocata per discutere sull'abolizione delle partite pregresse . A dare l'annuncio - bisogna darne atto - è il Sindaco di Agira On. Maria Greco : " Sono rammaricata che per la seconda volta manca il numero legale all'Asssemblea Ati convocata per discutere sulle partite pregresse .Purtroppo nonostante l'ordinanza della Corte di Cassazione e la sentenza del Tribunale di Enna i cittadini devono ancora aspettare per non aver fatturate in bolletta le partite pregresse e ottenere la restituzione di quelle indebitamente corrisposte dal 2014 ad oggi . Il Comune di Agira per le somme corrisposte ad AcquaEnna a titolo di partite pregresse proporrà ricorso al Giudice ." 
Nascondere una situazione che sa di balletto che eviti la decisone già ampiamente assunta sia dalla Corte Costituzionale sia dal Tribunale di Enna sul fatto che le partite pregresse non devono essere fatturate in bolletta. Ma come spesso accade in Italia , anche le decisioni dei Giudici sono opinabili e si può tranquillamente non applicarle. Sarebbe interessante comunque conoscere i nomi dei Sindaci che hanno fatto mancare il numero legale non presentandosi in assemblea.
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Il settore alimentare è uno dei principali responsabili delle emissioni di gas serra e, in vista della neutralità climatica, l’Unione europea si sta impegnando a limitarne l’impatto negativo. Una delle strategie è quella di introdurre etichette sui cibi per indicarne la sostenibilità e permettere così ai consumatori di compiere scelte maggiormente informate. Le potenzialità sono molte, ma gli strumenti sono ancora limitati. Secondo la commissione europea, il settore alimentare contribuisce per almeno un terzo alle emissioni globali di gas serra. A seconda del paese, in Ue questa quota si attesta tra il 25% e il 42%. In vista degli impegni presi per lo European green deal, che prevede la neutralità climatica entro il 2050, è quindi necessario limitare la capacità inquinante di questo settore. In questo senso è stata proposta l’introduzione delle etichette “a semaforo” simili a quelle relative all’efficienza energetica degli elettrodomestici. Questo sistema sta acquisendo grande popolarità in molti paesi europei. Le etichette indicherebbero le quantità di Co2 associate al prodotto che si intende acquistare.Al momento, su molti prodotti già si trovano etichette che indicano se l’alimento in questione è stato prodotto secondo certi standard. Parliamo ad esempio dell’etichetta attribuita ai prodotti biologici o del mercato equo-solidale, ma ce ne sono molte altre. Queste etichette, chiamate anche “etichette singole”, aiutano i consumatori a compiere una scelta consapevole quando fanno acquisti e sono inoltre un indicatore importante dell’impegno delle aziende verso standard elevati di produzione.Si tratta però di strumenti limitati, perché forniscono informazioni su un singolo aspetto del processo produttivo. Alcune poi sono ideate dalle stesse aziende produttrici, che in diversi casi non sono trasparenti rispetto ai criteri seguiti e si limitano a utilizzare termini generici come “green” o “ecologico”.Un’etichetta prodotta sulla base di standard definiti chiaramente e che tenga in considerazione vari fattori ambientali non solo sarebbe capace di fornire informazioni più complete ai consumatori, ma potrebbe essere anche uno strumento efficace per ridurre le emissioni legate al settore alimentare.Una recente ricerca dell’università di Oxford dimostra infatti che le etichette possono effettivamente influenzare le decisioni dei consumatori e persuaderli a scegliere i cibi meno inquinanti.Attraverso la strategia Farm to fork, parte dello European green deal, l’Ue intende armonizzare l’etichettatura dei cibi entro la fine del 2022. Sono 3 le principali proposte intorno alle quali si sta articolando il dibattito. In primo luogo, l’introduzione del “Nutri-score“, che classificherebbe gli alimenti secondo le loro qualità nutrizionali. Poi, un’etichetta riguardo il benessere degli animali durante il processo produttivo e un possibile ampliamento della gamma di prodotti per cui deve essere indicato il paese di origine. Non è ancora certo che la valutazione ambientale venga inclusa nel Nutri-score.Tuttavia, secondo uno studio del 2020, più della metà della popolazione Ue vorrebbe avere un’idea più chiara dell’impatto ambientale dei cibi da loro consumati.A giugno del 2020, un’iniziativa di cittadini europei ha proposto l’introduzione di un Eco-score, prendendo spunto dai progetti nazionali lanciati da alcuni paesi membri tra cui la Francia e la Germania. Un altro programma pilota, cui hanno partecipato una serie di grandi imprese, è quello dell'”Enviroscore“, che ha preso il via nell’autunno 2020.Il rischio che queste iniziative non abbiano effetti sostanziali, ma solo di facciata, è sempre alto. Il principale elemento critico sono i criteri utilizzati per la formulazione delle etichette. Spesso, questi trascurano aspetti importanti come l’uso di pesticidi, la biodiversità, il benessere animale e ambientale. Questioni che sono state incluse, per esempio, nel sistema di etichettatura francese “Planet-score”.Per contrastare efficacemente il fenomeno però, la soluzione migliore sarebbe quella di avere un’unica modalità di etichettatura a livello europeo, che faccia uso di criteri comprensivi. Anche se il Nutri-score, volendo congiungere la parte nutrizionale e quella ambientale, potrebbe paradossalmente risultare troppo ampia.

fonte Openpolis

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Mercoledì, 29 Dicembre 2021 12:19

Gli infortuni sul lavoro ai tempi della pandemia

Gli infortuni sul posto di lavoro sono ancora una realtà in Europa e molte persone perdono la vita in questo modo. La Francia, in particolare, è il paese in cui nel 2018 sono stati registrati più episodi di questo tipo: 3.400 ogni 100mila occupati. Mentre il numero maggiore di incidenti fatali è stato riportato in Austria, con 4,31 decessi ogni 100mila lavoratori. La pandemia ha avuto un impatto su questo fenomeno, riducendo, con il lockdown, le occasioni per incidenti "tradizionali" ma creando allo stesso tempo insicurezza sanitaria. In Italia le denunce per infortunio mortale registrate  nel 2020 rispetto al 2019 sono del 34,5 % . Nel 2020, rispetto all'anno precedente, è diminuito in Italia il numero di denunce sporte per infortunio sul posto di lavoro (-11%), ma è aumentato significativamente il numero degli incidenti mortali. Per quanto riguarda i dati relativi ai primi mesi del 2021, la tendenza sembra si stia invertendo, ma si tratta di informazioni da analizzare con cautela considerata la tardività delle denunce.

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Per le ore 18 di oggi è stato convocato il Comitato Tecnico Scientifico regionale e il presidente della regione Siciliana On. Nello Musumeci su La 7 ha preannunciato i possibili provvedimenti. «Non siamo ancora zona gialla in Sicilia, e questo è merito della comunità, temiamo di esserlo tra qualche giorno» ha affermato Musumeci nel corso della trasmissione Omnibus su La 7. «Ogni nostra attenzione è destinata non solo alla tutela della salute, specie dei più fragili e dei ragazzi – dice Musumeci – ma anche ad evitare di bloccare il settore economico che da noi sarebbe una catastrofe. Oggi adotteremo le misure necessarie. Continuando Musumeci ha detto che «Noi siamo d’accordo con l’orientamento generale dei colleghi presidenti delle Regione affinché il governo possa rivedere le regole che disciplinano la quarantena. E’ un fatto di giustizia. Chi si è già sottoposto al vaccino ha il diritto di potersi muovere con maggiore facilità. Sono regole che se non venissero cambiate rischierebbero di bloccare una parte del paese. Oggi riuniamo il nostro Cts perché vogliamo rivedere intanto la distribuzione del personale, vogliamo aumentare i “drive in” con il reclutamento di alcune centinaia di biologi e dare una maggiore attenzione a chi resta in casa perché non si senta un recluso. Bisogna essere particolarmente attenti a garantire la quarantena essenziale solo per chi ne ha obiettiva necessità – ha concluso Musumecii – dieci giorni sono tanti».

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CASTELVETRANO, 27 DIC - Mancano i scaldabagni a scuola e genitori e docenti organizzano un mercatino per raccogliere fondi per comprarli. È la singolare iniziativa organizzata al plesso "Borsani" dell'Istituto "Capuana-Pardo" di Castelvetra .  L'idea è nata da un'esigenza e, cioè, quella di poter comprare due scaldabagni per i servizi igienici del plesso frequentato dai bambini. Lo avrebbe dovuto fare il Comune (trasferendo i fondi all'Istituto) e, invece, ci hanno dovuto pensare i genitori. Così i bambini, con l'aiuto delle maestre, hanno realizzato alcuni piccoli oggetti di Natale e poi sono stati donati con libere offerte. La somma raccolta ha consentito di poter acquistare i due scaldabagni che un genitore, Nino Accardo, in forma del tutto gratuita, ha montato. (ANSA

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Scatterà dal 10 gennaio l’avvio delle somministrazioni dei richiami (booster) con un intervallo ridotto a 4 mesi dalla seconda dose.La data, che fino ad ora era soltanto una ipotesi, è stata confermata oggi dal generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid, in vista all’hub vaccinale nella caserma degli Alpini Vian di Cuneo. “Darà un ulteriore impulso alla campagna; stiamo correndo per cercare di arginare la variante Omicron". Intanto in questi giorni c'è la corsa al tampone e le code nelle farmacie per le vaccinazioni. Un pò mi sembra che la realtà ci dice che i nostri comportamenti sono pari a cellule inpazziete tra disinformazione , non rispetto delle regole ,i trasporti ancora non garantiscono il distanziamento e episodi di abuso di potere nel controllo del green pass che nel tempo si sta dimostrando sempre più insicuro. Ne è l'esempio ciò che è accsaduto a Siracusa e riportato dal sito " Siracusa Oggi": Positivi al Covid-19 ma con Green Pass verde, lasciapassare per muoversi in tutta libertà. A distanza di 6 giorni dall’esito del loro tampone molecolare, per due cittadini siracusani, marito e moglie, non è cambiato nulla. Se fossero in malafede, insomma, potrebbero andare dove vogliono. C'è bisogno di estrema chiarezza e nel contempo rispetto delle regole , ma la gente ogni giorno perde fiducia nella comunicazione per cui decide da se quale atteggiamento mettere in atto per la propria salute.

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Venerdì, 17 Dicembre 2021 14:24

Un ragazzo su 5 guarda il porno on line.

Billie Eilish da Los Angeles lo ha detto al mondo: "La pornografia è una sciagura. Mi ha devastato il cervello". Da noi, in Italia, si passa per Telegram.Su Repubblica di oggi una inchiesta sulla pornografia on line preda dei ragazzi in età di scuola media. Un dato su tutti - titola Repubblica - è quello che uno su 5 con il cellulare ogni giorno si collegano on line con isiti porno. "Stava sempre chiuso in stanza e anche quando scendeva per cenare aveva il cellulare. Era costantemente connesso a una realtà parallela". La signora Gabriella gli ha parlato ma Giovanni ha reagito con rabbia urlandole contro "Hai violato il mio spazio, tu non puoi capire". Luigi Cancrini, psicoanalista, spiega: "Troppi adolescenti pensano di sapere tutto del sesso e sono, invece, digiuni nell'alfabeto delle emozioni. L'accesso precoce alla pornografia online ha creato in questa generazione un divario enorme tra sentimento e sessualità". Non c’è nulla di scandaloso, il porno accompagna da secoli la storia dell’umanità. Con l’arrivo di internet è diventato un fenomeno di massa e i contenuti pornografici sono diventati via via più spinti e violenti proprio perché accessibili a chiunque, in qualunque momento, in ogni luogo. In Italia nove adolescenti su dieci tra i 10 e i 17 anni usano il cellulare e si collegano quotidianamente a internet. Mettendo insieme decine di studi scientifici internazionali si registrano dati preoccupanti. Il video porno non è sempre cercato volontariamente dagli adolescenti, ma può apparire perché condiviso da altri amici, oppure viene visto accidentalmente (per pop-up, entrando in siti inappropriati per sbaglio o per curiosità durante ricerche online). I contenuti pornografici sono molto diffusi nei canali di messaggistica istantanea, soprattutto WhatsApp e Telegram, dove gira anche materiale pedopornografico. Cosa fare ? Difficile a dirsi anche perchè i ragazzi riescono a evitare i controlli da parte dei genitori. Fatto sta che gli adolescenti esposti con regolarità a video e immagini di porno spinto sono portati ad avere atteggiamenti sessisti e più aggressivi. Il 70% dei ragazzi percepisce le donne come oggetti sessuali (ed è d’accordo con frasi del tipo: «Le donne guidano gli uomini sessualmente e poi si lamentano dell’attenzione che ricevono»), contro il 30% di chi non li guarda. Il 34% dei ragazzi ha riconosciuto di aver fatto pressioni sulla partner per potersi toccare le parti intime o avere rapporti sessuali; il 17% ha invece ammesso di costringere la partner a compiere questi atti. Alla domanda «La pornografia online ti ha dato delle idee sui tipi di sesso che vuoi provare?», il 44% degli adolescenti maschi e il 29% delle femmine hanno risposto positivamente. E se il sesso della pornografia online è percepito come realistico, sale anche la convinzione che il sesso occasionale sia più normale di quello all’interno di una relazione stabile.

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C'è poco da fare. Noi torniamo sempre oramai su due termini che secondo  devono rappresentare il vero metro di giudizio dei candidati Sindaci che si contenderanno le prossime elezioni amministrative Regalbuto '22. Una di queste è senza dubbio come la pensano sulle partite pregresse che tanto fanno discutere alla luce soprattutto dell'ultima sentenza del Tribunale di Enna che di fatto ha riconosciuto in appello il 14 dicembre scorso l'illegittimità. Da quando sono state messe in bollette le partite pregresse hanno contribuito all'esosità dell'acqua potabile ma che fino ad ora non ha avuto - su questo argomento - parole chiare e definitive dei Sindacio Ennesi. Su questo e su altri argomenti è giusto chiedere ai prossimi candidati di esprimersi , per capire meglio il loro oprientamento in maniera chiara e univoca senza giri di parole.

Pubblicato in politica

Anche il Tribunale di Enna a seguito della sentenza della Corte di Cassazione ha riconosciuto in appello l'illegittimità delle partite pregresse. E' stato deciso il 14 settembre scorso. Adesso si attendono le decisioni di AcquaEnna sull'eventuale ricorso in Cassazione teso a dimostrare le loro ragioni , e non meno importanti saranno le decisioni dei Sindaci del territorio , anche se - secondo noi - c'è poco da sperare su un eventuiale pronunciamento teso ad annullare le partite pregresse dalle bollette. Intanto dall'associazione Pippo Bruno oltre a manifestare soddisfazione per la sentenza, fa sapere che chiederà al Tribunale l'azione inibitoria ex art.140 del codice del consumo per bloccare nelle bollette la voce " partite pregresse".

Fonte Tele Nicosia

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