Una corretta alimentazione è alla base della crescita e dello sviluppo psicofisico di bambini e ragazzi. Trasmettere delle corrette abitudini in questo senso è un compito che sicuramente spetta in primis alla famiglia, ma non solo. La scuola infatti, attraverso il servizio di refezione, può garantire agli alunni pasti sani ed equilibrati. Una possibilità che non tutti trovano nella famiglia di origine, per difficoltà organizzative, di tempo o spesso economiche, soprattutto nei contesti di maggior disagio.Da qui l’invito dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza a rendere il servizio mensa accessibile nelle scuole a tutti i bambini in condizioni di povertà. Una proposta che è stata inserita nel quinto piano per l’infanzia e l’adolescenza.Il servizio di refezione dà alla scuola la possibilità di educare bambini e ragazzi anche dal punto di vista alimentare, attraverso l'offerta di pasti sani.Un ruolo che può in alcuni casi compensare le difficoltà della famiglia di origine che, per questioni economiche o di altro tipo, in tanti casi non garantisce una dieta equilibrata ai figli.In questo senso va tuttavia sottolineato che in Italia la mensa scolastica non è un servizio gratuito. Quindi le famiglie che non possono permettersi una buona alimentazione, presumibilmente non possono permettersi neanche di pagare il servizio di refezione per i propri figli. Un punto su cui vuole intervenire la proposta del garante per l'infanzia e l'adolescenza, a supporto delle famiglie e dei minori con maggiori difficoltà economiche.Oltre all'aspetto legato all'alimentazione, le mense facilitano agli alunni la frequentazione del tempo pieno a scuola e, di conseguenza, la conciliazione per i genitori della vita lavorativa con quella familiare. Un aspetto su cui investe anche il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), per promuovere lo sviluppo di questo servizio.Le amministrazioni comunali avranno quindi un ruolo centrale nella messa in atto concreta di questo piano.
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