(ANSA) - PALERMO, 19 LUG - "La nomina del nostro Raffaele Stancanelli nella commissione per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo è di grande rilevanza. Grazie all'esperienza maturata nella istituzione europea, Raffaele Stancanelli contribuirà certamente a indirizzare la nuova politica agricola comune, avendo a cuore la Sicilia che mai come oggi sta vivendo difficoltà enormi per effetto della siccità.
Siamo certi che farà un buon lavoro in commissione Agri e che avrà sempre un confronto diretto con il governo della nostra Regione per fare in modo che ogni scelta sulla nuova Pac sia il frutto della concertazione e della collaborazione istituzionale". E' quanto si legge in una nota della Lega Sicilia.

 

"L'intero comparto agricolo e zootecnico è in ginocchio.
Al consiglio comunale dello scorso 17 luglio è stata evidenziata la gravità dell'INERZIA dell'amministrazione che, a distanza di due mesi, non ha messo in atto alcun intervento per dare esecuzione alla delibera con cui il consiglio comunale nella seduta del 20/05/2024 ha approvato all' UNANIMITÀ l' ordine del giorno presentato dal gruppo Insieme per Fare.
Ancora una volta si è dato indirizzo al Sindaco e alla Giunta di dare seguito all'atto d'indirizzo votato all'unanimità da questo Consiglio comunale e
riunire con urgenza tutte le parti interessate per conoscere l'evoluzione della problematica e
gli interventi urgenti che si possono introdurre anche a livello locale per supportare gli agricoltori e gli allevatori del nostro territorio, di prevedere una variazione di bilancio urgente per individuare fondi da destinare al
comparto ormai in ginocchio nei limiti delle risorse di bilancio.
Abbiamo il DOVERE di non lasciare da solo questo comparto in un momento così tragico.
Attendiamo fiduciosi...speriamo sia la volta buona per fare, nel nostro piccolo, delle azioni concrete."

La tiroide è un piccolo organo endocrino localizzato alla base del collo, adesa alla trachea, di vitale importanza nella regolazione di molte funzioni dell’organismo quali:

  • Regolazione dello sviluppo e della crescita del feto
  • Regolazione della frequenza cardiaca e della forza di contrazione del cuore
  • Regolazione dell’apparato riproduttivo e delle funzioni sessuali
  • Regolazione del metabolismo e del tessuto adiposo

L’aspetto che approfondiremo in questo articolo è l’impatto che l’attività tiroidea ha sul metabolismo e come, attraverso l’alimentazione, siamo in grado di stimolare questo importante regolatore endocrino.

Entrando nel particolare possiamo affermare che il compito dell’ormone tiroideo, triiodotironina, è quello di stabilire il ritmo metabolico dell’intero organismo: se vi è tanto ormone tiroideo i consumi saranno elevati, al contrario prevarrà l’accumulo e i consumi saranno limitati.

In linea generale possiamo quindi affermare che la nostra tiroide è un termostato in grado di regolare i tassi di spreco e di risparmio energetico a parità di calorie assunte. 

Ma la tiroide come viene controllata? 

Il controllo dell’attività della tiroide avviene per mezzo del cosiddetto asse ipotalamo-ipofisi-tiroide dove l’ipotalamo è il primo componente che entra in gioco che, mediante l’ipofisi, regola la tiroide. In tale schema operativo è facile intuire che la tiroide è solo un operaio che esegue ordini. La comunicazione tra le diverse componenti dell’asse avviene per mezzo di ormoni endocrini quali TRH e TSH. In particolare il primo ormone ad entrare in gioco, secreto dall’ipotalamo, è il fattore di rilascio della tireotropina (TRH) che agisce sull’ipofisi. Questa, stimolata dal TRH secerne la tireotropina (TSH) che, mediante la circolazione sanguigna, raggiunge la tiroide e ne stimola la secrezione degli ormoni tiroidei (triiodiotironina).

Da un punto di vista metabolico, l’ormone tiroideo modifica il tasso di trasformazione dell’energia chimica contenuta nel cibo in energia di pronto utilizzo muscolare: se si produce molto ormone tiroideo, molta dell’energia assunta con il cibo verrà sprecata sotto forma di calore, al contrario, se la secrezione è scarsa la quantità di energia assunta verrà in gran parte accumulata in tessuto grasso.

Questo fatto documenta con estrema chiarezza che l’affermazione “una caloria è sempre una caloria” non è supportata da nessun presupposto scientifico se inserita nel contesto del nostro meraviglioso ma complesso organismo. Questa affermazione trova veridicità puramente fisica e termodinamica (l’energia non si crea né si distrugge ma si trasforma), ma se introduco 100 kcal, il mio organismo può decidere, in relazione a fattori ambientali e ormonali, se accumularli tutti sotto forma di tessuto grasso o se accumularne solamente metà e il restante dissiparlo in calore. E’ quindi evidente che una caloria prende destini diversi pur non violando le leggi fondamentali della termodinamica ma con un profondo effetto in termini di peso corporeo e salute metabolica: un soggetto con una tiroide ben stimolata sarà più propenso a mantenere il peso forma poiché’ l’accumulo derivato dall’energia del cibo verrà in gran parte persa, al contrario, colui che soffre di ipotiroidismo (termine che indica in rallentamento dell’attività della tiroide) sarà propenso ad ingrassare per l’effetto opposto.

In questi termini è quindi molto importante capire come sia possibile stimolare l’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide per poter prevenire efficacemente il sovrappeso.

Nel 1994 viene scoperta all’università della Pennsylvania la leptina, un’adipochina particolarmente importante per la regolazione delle risposte ipotalamiche di accumulo o di consumo energetico capace di stimolare l’ipotalamo e quindi, a cascata, la tiroide. La leptina inoltre, stimolando l’ipotalamo, è in grado di indurre il senso di sazietà che viene percepito subito dopo un pasto. Il soggetto obeso, nonostante produca normali livelli di leptina, questa non mostra un’attività efficiente e per questo viene chiamato obeso leptino-resistente. La maggior parte dei soggetti obesi produce normali livelli di questa adipochina la quale però non mostra alcuna efficacia a livello ipotalamico con conseguente riduzione del senso di sazietà e iperalimentazione.

Lo studio della leptina ha dunque indicato una nuova strada che prescinde dagli apporti calorici per dare invece valore alla regolazione delle modalità di accumulo e di consumo dell’organismo indotte dall’ipotalamo. Il punto dunque non è quello di ridurre o aumentare le calorie, ciò che conta è porre l’ipotalamo in modalità “consumo” in modo da riportare le percentuali di grasso e muscolo corrette. Restringere fortemente le calorie assunte, come avviene per moltissime diete fai da te o diffuse online, è invece il più potente segnale di accumulo che possa giungere all’ipotalamo: in periodo di crisi e di riduzione delle entrate, inevitabilmente si riducono i consumi con conseguente maggior tendenza ad accumulare tessuto grasso.

Il primo segnale che va ad attivare l’ipotalamo è un adeguato apporto energetico: se c’è benzina il metabolismo lavora. Ciò significa che la leptina prodotta stimola l’ipotalamo e di conseguenza la tiroide incrementando i tassi di consumo indotti dagli ormoni tiroidei. Mangiare in abbondanza presuppone il fatto che gli alimenti siano di qualità, dove per qualità si intendono gli alimenti naturali di cui l’uomo si è cibato nelle ultime migliaia di anni. L’alimentazione naturale non può prevedere zucchero, farine raffinate, dolcificanti, conservanti e additivi.

Nessun animale è mai grasso in natura, con la sostanziale differenza che l’unico cibo che l’animale consuma è naturale. Gli unici animali grassi, sono quelli che condividono il cibo raffinato con l’uomo come gli animali domestici e degli zoo dove i bambini si divertono a lanciare pezzetti di merendine. L’abbondanza di cibo sano non ha mai provocato nessun ingrassamento o danni metabolici a nessun animale.

In conclusione, i centri cerebrali della sazietà, non disturbati da interferenti endocrini come zucchero, edulcoranti ecc, fermano la fame al momento opportuno e aumentano i tassi di consumo mediante stimolazione tiroidea. Al contrario gli alimenti industriali e raffinati lavorano sui centri cerebrali inducendo ricerca compulsiva di nuovo cibo lavorato e resistenza leptinica, instaurando una spirale incontrollabile.

E' l'interrogativo del dopo voto in Francia. Se molti sostenitori e politici di sinistra hanno dichiarato a Euronews di sentirsi sollevati, altri hanno avvertito che i giorni e le settimane a venire saranno cruciali per l'alleanza, che è riuscita a compattarsi rapidamente quando Macron ha indetto le elezioni lampo. Nonostante sia in testa ai sondaggi, la coalizione di sinistra non ha la maggioranza assoluta in Parlamento. "La nostra gioia non sminuisce il risultato del Rassemblement National, che ha ottenuto comunque tanti voti - ha dichiarato a Euronews Annah Bikouloulou, segretario nazionale dei Giovani Verdi -. Siamo molto contenti sia di vedere che c'è stata una grande mobilitazione sia di vedere questo risultato che era simbolico. È significativo che ci sia un certo numero di francesi che vogliono voltare pagina rispetto alla politica di Macron: vogliono una politica di cambiamento". Bikouloulou ha aggiunto che i prossimi passi "non saranno semplici" e che ci saranno sicuramente molti negoziati tra le parti.

Il primo poteva anche essere stato frutto del caso, ma il secondo premio consecutivo è solo una reiterata conferma che chi crede nella forza creativa e divulgativa dell’editoria, ha sicuramente in nuce valori immarcescibili come l’amicizia e il credere nel potere edificante della cultura.
Così, ieri sera, ad Aci Sant'Antonio (Catania), gli editori di GAEditori, ovvero Antonello La Piana e Gaetano Amoruso, hanno ricevuto il premio ETNACI 2024 per la pubblicazione di opere rilevanti. Un premio, e la motivazione dello stesso, che racchiude in sé otto anni di un lavoro editoriale spesso fuori dagli algidi canoni delle pubblicazioni fine a sé stesse. Noi tutti della redazione di Brevis siamo orgogliosi di far parte di questa famiglia, e di aver dato il nostro piccolo contributo per traguardare mete così ambiziose grazie, soprattutto, a un tetragono spirito collaborativo, merce sempre più rara nella società del “do ut des”. Al prossimo riconoscimento.

Concetto Sciuto

La secca del lago di Pergusa sta provocando notevoli ripercussioni economiche che vanno altre al valore storico e ambientale del Lago , tra i più famosi e conosciuti d’Italia. A tale proposito il segretario provinciale della Democrazia Cristiana Nello Rampulla , ha sollecitato l’On Carmelo Pace  quale capogruppo della Democrazia  Cristiana all'ARS perché voglia far presente al Presidente della Regione lo stato di rabbia ma nel contempo di impotenza del popolo democristiano ennese e degli ennesi tutti di fronte allo stato di totale abbandono in cui versa il lago di Pergusa.” La provincia di Enna- scrive Rampulla -  è nota si per la Villa Romana del Casale, per Morgantina, per il Castello di Lombardia ma nel mondo è conosciuta per il Lago di Pergusa luogo ricco di tradizioni e mitologia   e per l'autodromo che attorno ad esso si sviluppa. Tutto il complesso rappresenta il traino per l'economia ennese che vede nel turismo il suo elemento principale.  Orbene oggi il lago è ridotto ad una pozzanghera che è capace di emettere solo miasmi mefitici che hanno fatto piovere disdette agli operatori che hanno attorno al lago le loro attività di ristorazione. Mi diceva uno dei maggiori operatori di aver ricevuto più del 60% di disdette di banchetti per luglio, agosto e settembre. Non si puo' banchettare col "fetore" vomitevole derivante dall'ex lago.

L'unica cosa che gli resta da fare è chiudere per potere riaprire dopo che le piogge,se e quando  verranno, renderanno vivibile  e respirabile l'aria nella zona. Orbene la proprietà del laghi è della Regione che la gestisce per il tramite della provincia e pertanto  spetta ad essa mettere in essere tutti quegli atti necessari per rimediare ai danni causati dallo stato in cui versa il lago . Pertanto ti prego di chiedere al Presidente della Regione on. Schifani di proclamare lo stato di calamità naturale per l'area del lago con conseguente ristorazione economica per gli operatori in uno a tutti gli interventi immediati e di lunga scadenza per far si che Enna possa riavere nel lago di Pergusa la sua carta d'identità ed il volano per le attivita' turistiche che rappresentano l'unica voce positiva di una economia ennese che definire asfittica è un eufemismo

Il granchio blu ha causato sino ad oggi danni per 100 milioni di euro ai pescatori italiani, devastando gli allevamenti di vongole e cozze ma facendo piazza pulita anche di ostriche, telline, altri crostacei e pesci come sogliole e cefali, per un conto che rischia di raddoppiare se non verranno presi provvedimenti per fermare l’invasione del “killer dei mari”. E’ il bilancio stilato dalla Coldiretti Pesca al Villaggio di Venezia, con il Veneto che è la regione più colpita dall’emergenza. Per l’occasione è stata allestita un’esposizione delle specie più a rischio a causa dell’invasione della specie aliena originaria delle coste Atlantiche dell’America, mentre i cuochi pescatori e contadini di Campagna Amica hanno preparato una serie di ricette per valorizzare in cucina il temibile predatore, con la cattura per il consumo che è oggi la soluzione più valida per affrontare il problema. 

Il Delta del Po è la zona dove la presenza del granchio blu sta causando i danni più ingenti. A partire dalla primavera 2023 ed a tutt’oggi, sia nel versante veneto che in quello emiliano la produzione di vongole è stata praticamente azzerata, con il predatore in grado di frantumare letteralmente i gusci dopo averli tirati fuori dalla sabbia dei fondali. Devastati anche gli allevamenti di cozze, a partire dalla pregiata Scardovari Dop. Una situazione che minaccia la sopravvivenza nella zona di oltre 2.000 famiglie, con una gran parte dei dipendenti delle cooperative e dei consorzi che si trovano in cassa integrazione e con una difficoltà per gli addetti delle ditte individuali che non possono beneficiarne.

 Una minaccia mortale per un settore, quello dell’acquacoltura, che è uno dei fiori all’occhiello della pesca Made in Italy con un valore della produzione di circa mezzo miliardo di euro, dove la voce più pesante è rappresentata proprio dalle cozze, con le vongole al terzo. Ma cresce anche la produzione di ostriche che sta diventando un’eccellenza Made in Italy.

Un comparto che potrebbe acquisire un’importanza sempre maggiore considerato che nel 2022 a livello mondiale, per la prima volta nella storia, l’acquacoltura ha superato la pesca di cattura come principale settore di produzione di animali acquatici, secondo l’ultimo rapporto pubblicato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao).

 Dinanzi al dilagare di quella che viene elencata dalla scienza tra le peggior specie invasive introdotte nel Mediterraneo, con un gravissimo impatto sugli ecosistemi lagunari che è oggi solo la “punta dell’iceberg” di una vera e propria catastrofe ecologica, la soluzione è  la promozione del consumo di granchio blu, con la creazione di una filiera che coinvolge pesca, grande distribuzione, ristoranti e agriturismi, .

 Al Villaggio di Venezia sono stati presentati alcuni piatti a base di granchio blu creati dalla fantasia dei cuochi pescatori e contadini di Campagna Amica.

Un’opportunità che trova d’accordo il 54% degli italiani, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ presentata per l’occasione, tra un 8% che ha già messo nel piatto una pietanza a base di granchio blu e un 46% che sarebbe disposto a farlo, mentre un analogo 46% non li assaggerebbe.

L’obiettivo – conclude la Coldiretti – è contribuire a contenere l’eccessiva diffusione del granchio, che sta prendendo il sopravvento nei fondali delle nostre coste, individuando opportunità economiche per i territori duramente colpiti.

Si è tenuto al Garden l’incontro sul tema “clima, ambiente e salute ” promosso dalla Segreteria provinciale della Democrazia Cristiana di Enna primo di una serie di incontri che serviranno a far emergere i fabbisogni della collettività ennese al fine di promuovere tutte le azioni necessarie e possibili per eliminare o quantomeno mitigare quelle criticità che hanno portato questa provincia ai più bassi livelli di sostenibilità. Grande la partecipazione, sono stati affrontati i temi inerenti l’inquinamento ambientale con particolare riferimento alle patologie tumorali rilevate in provincia di Enna. Dopo i saluti del Segretario Provinciale della DC di Enna Ing. Sebastiano Rampulla ha introdotto i lavori la dottoressa Caterina Seminara che ha voluto fortemente l’incontro per portare tra l’altro la sua esperienza personale conclusasi felicemente. La dott. Maria Fascetto Sivillo ,ispettrice e referente regionale per la sicurezza chimica presso il Ministero della salute, che ha relazionato sul tema “Ambiente e salute: la risorsa acqua” . Il dottor Carlo Santangelo – specialista oncologo dirigente medico che ha affrontato il tema su ” Epidemiologia dei tumori nella provincia di Enna” infine il sen. Domenico Scilipoti Isgro’ – specialista in Ostetricia e ginecologia nonchè responsabile nazionale del dipartimento sanità della DC, che si è soffermato su ” Prevenzione e terapia delle patologie ambientali” ha moderato i lavori il dott. Mauro di Piazza- membro del comitato scientifico del Cemec della Repubblica di San Marino e responsabile regionale max emergenze Sicilia della DC. Ha cocluso i lavori il Segretario Nazionale della Democrazia Cristiana Toto Cuffaro il quale ha assicurato il massimo impegno della Nuova DC per far sì che nelle sedi politiche opportune vengano portate avanti e risolte le criticità rilevate durante l’incontro molte delle quali interessano tutto il territorio nazionale. 

Rappresenta l'1,8% del Pil nazionale. Fa lavorare più di 15.000 aziende.

Lo sport è tra i motori dell’economia italiana: nel 2023 ha generato 24 miliardi di euro, rappresentando l’1,8% del Pil. Il calcio, il primo tra gli sport per numero di spettatori, è in continua crescita, che aumenteranno del +8% ogni anno fino al 2025, del +37,7% se consideriamo le stime entro il 2030. Maggiori investimenti in strutture sono necessari, anche in comparazione al resto d’Europa, a progetti realizzati, i 14 nuovi stadi di calcio porteranno 12 mila nuovi posti di lavoro. E non solo, secondo le stime attrarranno +3,3 milioni di spettatori, con conseguente aumento dei ricavi da stadio per oltre 200 milioni complessivi. Queste tra le conclusioni dell’ultimo report di Rome Business School, ‘Lo sport in Italia. Governance, impatto economico e infrastrutture sportive’ a cura di Francesco Baldi, docente dell’International Master in Finance di Rome Business School; Massimiliano Parco, economista, Centro Europa Ricerche, e Valerio Mancini, direttore del Centro di Ricerca Divulgativo di Rome Business School.

In Italia il calcio rimane lo sport da cui provengono la maggior parte degli introiti economici nazionali, ma la media di affluenza per partita è del 78,3%, tra le più basse a livello continentale, indice dell’insoddisfazione dei tifosi per l’esperienza legata allo stadio. ‘L’invecchiamento delle strutture e la mancanza di modernizzazione non permettono di diversificare e aumentare l’incasso del sistema sportivo. Anche se sono in corso di realizzazione diversi impianti, serve un piano più strutturato che metta al centro lo spettatore e le sue nuove necessità, ravvivando l’esperienza del match day e curando il business potenziale dato ad esempio da spazi commerciali, hospitality di lusso, oggettistica e gadget, attività di gaming ed entertainment’, afferma Valerio Mancini, tra gli autori.

GLI IMPIANTI E GLI SPORTIVI PER REGIONE

 

Circa il 78% del Pil del settore sportivo in Italia deriva dal settore dei servizi, pari a oltre 19 miliardi di euro. Seguono l’industria in senso stretto (12,7%), con un valore di prodotto di 3,1 miliardi di euro, e il commercio, che contribuisce con poco più di 1 miliardo di euro (4,3%). I settori delle costruzioni e dell’agricoltura hanno un peso complessivo di poco superiore al 2%. ‘In Italia si contano 15.651 aziende operanti nel settore sportivo. Esse producono 3 miliardi di fatturato, di cui il 60% apportato da imprese di micro-dimensione (fino a 9 addetti) e il 23,7% da imprese di piccole dimensioni (tra 10 e 49 addetti)’ afferma Francesco Baldi..

Gli impianti sportivi in Italia sono 77.000. Le amministrazioni comunali ne detengono la proprietà e gestiscono circa il 63% di essi (in generale, i soggetti pubblici detengono il 69% degli impianti). Il restante 31% è gestito da soggetti privati, inclusi istituzioni religiose (10%), società sportive (4%) e altri soggetti privati (17%).

L’Emilia-Romagna è la regione con la maggior presenza di impianti sportivi (12,7%), seguita dalla Lombardia (12,3%) e dal Veneto (12,1%), Valle d’Aosta, Basilicata e Molise fanalini di coda (0.5%). L’Istat (2023) posiziona le regioni montuose come il Trentino-Alto Adige e la Valle d’Aosta come quelle dove ci sono più individui che praticano sport in maniera continua: 39,6% e 34,4% rispettivamente. La regione che registra i numeri più bassi è la Campania (19%), seguita dalla Calabria (19,2%).

STADI ITALIANI E DEI PRINCIPALI PAESI EUROPEI A CONFRONTO

La maggior parte degli stadi in Italia, ad eccezione di poche realtà positive, come l’Allianz Stadium di Torino, il Mapei Stadium di Reggio Emilia, la Dacia Arena di Udine e il Gewiss Stadium di Bergamo, sono obsoleti e necessitano di significative ristrutturazioni per soddisfare gli standard contemporanei di comfort e sicurezza. Non solo, ad oggi solo nel 12% degli stadi di Serie A vengono utilizzati impianti che sfruttano fonti di energia rinnovabili. Secondo le Norme sull’Infrastruttura degli Stadi Uefa (Uefa, 2024), è possibile identificare il livello di un impianto attraverso un punteggio che va da un minimo di 1 a un massimo di 4 e l’Italia, in questo ambito, ha meno stadi nella massima categoria Uefa rispetto a Spagna, Francia o Germania.Questa differenza è principalmente data da un diverso approccio alla modernizzazione delle infrastrutture sportive: in Spagna, maggiore è la collaborazione tra club di calcio e autorità municipali, che vedono questi progetti come un’opportunità per stimolare l’economia locale. I club spagnoli inoltre, come l’Atletico Madrid, combinano efficacemente risorse proprie con prestiti bancari, sponsorizzazioni e accordi di denominazione, semplificando il processo di finanziamento. In Francia, eventi internazionali come l’Euro 2016 e la Coppa del Mondo femminile del 2019 hanno incentivato la modernizzazione delle infrastrutture sportive, posizionando il paese tra i leader in Europa per costruzione e rinnovo di stadi. La Germania, invece, si distingue per il suo modello di finanziamento basato su contratti di denominazione con grandi marchi, leva per creare e mantenere gli stadi moderni e funzionali. Dopo il Covid, la Germania ha rapidamente recuperato, raggiungendo una media di affluenza del 96% per ogni partita della Bundesliga (Transfermarket, 2024).

Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it

 

«L’incremento del Pil pari al 2,2% fa della Sicilia la regione italiana ad avere segnato la crescita maggiore nel 2023. Un indicatore, certificato da Svimez, che ci gratifica e fa da stimolo all’azione del mio governo per continuare a lavorare con ulteriore impegno per lo sviluppo della nostra Isola nella direzione che abbiamo intrapreso, con l’obiettivo di utilizzare al meglio tutte le risorse e senza alcuno spreco». Lo afferma il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, commentando i dati diffusi dall'associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno. In un quadro in cui l’intero Meridione d’Italia ha incrementato il prodotto interno lordo reale (+1,3%) più delle altre aree del Paese, la Sicilia registra la crescita di Pil più elevata tra tutte le regioni italiane, trascinata soprattutto dagli investimenti pubblici. «Un risultato solido, dopo il rimbalzo dei Pil all’uscita dal Covid - aggiunge Schifani - ottenuto grazie anche alle opere pubbliche realizzate e in corso di realizzazione nel nostro territorio. Le infrastrutture sono fondamentali per lo sviluppo e su questo abbiamo le idee ben chiare. Rilevanti per la crescita anche il pieno impiego delle risorse della programmazione 2014-2020 entro il periodo di spesa previsto e i primi effetti del Pnrr. La Regione Siciliana, tra finanziamenti regionali ed extraregionali - prosegue il governatore - ha messo in campo la massa di risorse più significativa del Mezzogiorno, in connessione anche alla tempestività nell’adozione dei provvedimenti finanziari e alla velocizzazione delle procedure: la Sicilia, infatti, è stata la prima Regione italiana ad aver recepito il nuovo Codice dei contratti pubblici, rendendo così chiare e certe le regole da applicarsi negli affidamenti di lavori e servizi». «In prospettiva - prosegue Schifani - la chiusura del nuovo Accordo per i Fondi di sviluppo e coesione firmato con lo Stato, che mette in campo 6,8 miliardi di euro nel complesso, potrà rafforzare la crescita dela nostra economia. Se il settore delle costruzioni e dei servizi risulta trainante e l’export dei prodotti siciliani cresce velocemente e il comparto industriale ha retto più che altrove, è l’agricoltura che appare penalizzata, così come in quasi tutta Italia. Questo - conclude Schifani - rende ancora più forte la determinazione del mio governo nell’orientare la spesa e gli interventi di sostegno verso questo settore che rappresenta un’economia di straordinaria importanza per la nostra Isola. Un comparto che deve essere tutelato in un momento così difficile come quello che stiamo vivendo a causa della perdurante siccità».