Nonostante le numerose politiche in favore della parità di genere, ancora oggi in Europa le donne guadagnano meno degli uomini. Un divario che varia sensibilmente tra i vari paesi membri e anche tra i lavoratori più o meno giovani. Eppure, anche a fronte di un progressivo allargamento del dibattito sull’uguaglianza di genere che è andato a coprire via via sempre più temi di riflessione, questo traguardo così fondamentale ancora non è ancora stato raggiunto. Stando all’ultimo aggiornamento relativo al 2019, le donne ancora guadagnano meno degli uomini.

Estonia e Lettonia, in particolare, sono i primi paesi Ue per disparità salariale oraria tra uomini e donne, pari rispettivamente al 21,7% e al 21,2%. Seguono sotto questo aspetto i paesi dell'Europa centrale, Austria (19,9%), Repubblica Ceca e Germania (entrambe a quota 19,2%), Slovacchia (18,4%) e Ungheria (18,2%). Mentre in Lussemburgo, il paese europeo con il divario più contenuto, la cifra si abbassa a 1,3%. Segue la Romania, con una disparità salariale pari appena al 3,3% e l'Italia (4,7%). Questo divario a livello salariale ha conseguenze molto significative sulla vita delle donne. In primis le espone maggiormente alla povertà e all'esclusione sociale. Le linee guida Ue definiscono il rischio di povertà come la condizione in cui si guadagna un salario inferiore al 60% del salario mediano del paese in cui si viveA partire dal 2010, il divario tra uomini e donne rispetto all'esposizione a povertà e esclusione sociale ha iniziato a rimarginarsi. Si è trattato però di un processo dai ritmi molto lenti. In 10 anni, la disparità si è infatti ridotta di appena 0,3 punti percentuali, passando da un divario di 2,7 punti nel 2010 a uno di 2,4 nel 2019. Peraltro con una recente inversione di tendenza. Mentre infatti nel 2015 la differenza era scesa a 1,6 punti percentuali, negli anni successivi questa cifra ha ripreso a salire, ritornando, nel 2019, ai livelli del 2012.

FONTE OPENPOLIS 

Non è un’ordinanza di interdizione ma solo un avviso. Avviso di pericolosità, scrive la Capitaneria di porto di Pozzallo, per la presenza di un sommergibile in immersione. È però allerta, nel mare ibleo, per i pescatori di professione e per i pescatori dilettanti. Allerta pure per le popolazioni della parte sud-orientale dell’isola che vedono sorvolare nei cieli elicotteri militari dell’Alleanza Atlantica. Stessa appartenenza, da indiscrezioni, per il sommergibile. Fino a domani, 14 febbraio, al fine di assicurare la tutela della pubblica incolumità, la sicurezza della navigazione marittima e la salvaguardia della vita umana in mare il comandante della Capitaneria di porto di Pozzallo, Donato Zito, ha emesso un avviso con il quale nel mare ragusano la navigazione dovrà svolgersi con la massima cautela e tutte le unità in transito dovranno prestare la massima attenzione al fine di consentire il regolare svolgimento delle attività riconducibili alla presenza del sommergibile.

( fonte Le Vie dei tesori Magaziine)  .  Grazie a un finanziamento di 785mila euro, concesso dall’assessorato regionale alle Infrastrutture e Mobilità, ad Agira inizieranno i lavori di ristrutturazione del Bet Ha Midrash, ex sinagoga, e il restauro dell’Aron Ha Kodesh, antico arredo sacro della religione ebraica. Si tratta di un importante intervento, atteso da quasi trent’anni, che si inserisce nell’azione intrapresa dall’amministrazione comunale, volta alla valorizzazione del patrimonio del territorio e del rapporto secolare che la cultura agirina intrattiene con quella ebraica. L’Aron Ha Kodesh, infatti, è tra le poche testimonianze della radicata presenza degli ebrei nell’entroterra della Sicilia, ma è anche il più antico d’Europa, con la rara caratteristica di essere stato costruito interamente in pietra arenaria locale e non in legno, come avveniva di consueto.  L’Aron di Agira, destinato a contenere i rotoli della Toràh, risalirebbe al 1454 ed era collocato nella sinagoga costruita nella parte alta del centro abitato, trasformata in oratorio cristiano nel 1492, dopo l’editto di Granada con il quale le comunità ebraiche furono espulse dai regni spagnoli. L’Aron rimase all’interno della chiesa di Santa Croce fino agli anni ’70 del secolo scorso, quando fu spostato nella Collegiata del Santissimo Salvatore, dove si trova tutt’ora, per salvaguardarlo dallo stato di abbandono in cui versava. Il monumento, alto 5 metri e più volte scambiato per un portale aragonese, è in stile gotico-catalano e si sviluppa su due livelli, uno dei quali ospitante a basso rilievo lo stemma della casata degli Aragona di Sicilia. Dopo più di cinque secoli, l’armadio sacro tornerà alla sua antica dimora, attraverso un articolato progetto voluto dal Comune di Agira e affidato all’architetto Alfio Musumeci, attraverso un dialogo costante con l’Ucei, Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Il progetto di ristrutturazione della sinagoga prevede il recupero delle mura del 15esimo secolo con integrazioni di architettura contemporanea, differenziate da un profilo in acciaio corten. Le facciate saranno rivestite in pietra di Comiso o di Modica, mentre la copertura sarà costituita da strutture leggere e vetrate, capaci di illuminare gli ambienti interni durante il giorno. 

Lo spazio sinagogale ospiterà proprio l’Aron, che in questa occasione verrà smontato con precisione e accuratezza dalla Chiesa del Santissimo Salvatore, e sottoposto a restauro conservativo attraverso propedeutiche analisi petrografiche, chimiche, biologiche e microbiologiche, con la supervisione dell’archeologa medievista Daniela Patti, docente all’Università Kore di Enna. L’Aron verrà sottoposto a studi scientifici, ricomposto e orientato a est, verso Gerusalemme, mentre delle teche posizionate lungo alcune pareti della sinagoga conterranno importanti reperti connessi alla cultura ebraica agirina. Una mensola sopra l’arca santa ospiterà la lampada simbolo della fiamma eterna, che nella notte illuminerà l’edificio, consentendone la visibilità a distanza.

I lavori, che partiranno nelle prossime settimane, sono stati presentati lo scorso settembre in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica: il sindaco Maria Greco insieme alla giunta, infatti, intravede nella ricostruzione della sinagoga un’occasione di rilancio del territorio, facendo della presenza dell’Aron l’inizio di un sodalizio culturale e religioso tra cristiani ed ebrei, capace di ripartire proprio dal centro della Sicilia.

Da mezzanotte non sarà più sindaco di Messina, l'ultimo giorno per Cateno De Luca, che si è dimesso per candidarsi - per ora in solitario - a governatore della Sicilia, è cominciato presto. Qualche diretta Facebook in maglietta bianca per i suoi quasi 500 mila followers, poi gli incontri per i saluti istituzionali: il rettore, il prefetto, il questore, l'arcivescovo, imprenditori e sindacalisti. Dopo la visita istituzionale, De Luca ha incontrato il presidente della Corte d'appello, quindi a Palazzo Leoni per salutare i dipendenti e i sindaci del messinese, con annessa diretta Fb.
    Fitto il programma anche nel pomeriggio, con la relazione a Palazzo Zanca, sede del municipio, in serata l'ultima riunione della giunta e alle 23 la formalizzazione delle dimissioni.
    Mezz'ora dopo diretta no stop sulla sua pagina Fb con la consegna della fascia tricolore al segretario generale del Comune, l'omaggio floreale all'Immacolata in piazza e il brindisi di commiato in piazza Duomo. Un quarto dopo la mezzanotte, De Luca presenterà il candidato sindaco sostenuto dal sua movimento 'Sicilia Vera'. Domani in Assemblea siciliana, alle 10.30, De Luca lancerà ufficialmente la sua corsa a governatore. (ANSA).

MESSINA, 12 FEB - "Mi sono arrivate diverse offerte sia di una vicepresidenza della Regione e di un assessorato al bilancio, sia eventualmente una nomina come sotto segretario in futuri governi nazionali. Questo perché hanno capito che condizioneremo gli equilibri: parte difatti l'operazione movimento meridionalista, c'è già pronta denominazione e loghi e Messina sarà il fulcro. La mia candidatura alla presidenza della Regione sta facendo tremare i palazzi". A dirlo il sindaco di Messina, Cateno De Luca durante la conferenza stampa nella quale ha salutato i giornalisti ricordando che il 14 prossimo rassegnerà le dimissioni per candidarsi a presidente della Regione e indicherà il suo candidato a primo cittadino della città dello stretto.
    "Rispetto a 10 anni fa - prosegue - quando mi sono candidato alla guida della Regione ho l'esperienza e gli anticorpi per affrontare adeguatamente questa sfida. Il prossimo presidente deve ragionare come un sindaco e governare con la stessa tensione, questo è mancato nel governo della Regione che non è stato amministrata si è fatta solo politica con la logica dei soldatini.". (ANSA).

La previsione è quella che ogni famiglia nel corso dell'anno dovrà pagare in media 1500 euro in più rispetto allo scorso anno , somma dovuta per il rincaro delle materie prime e soprattutto quelle energetiche che hanno avuto come conseguenza il rincaro delle bollette di gas , luce e benzine.La ripresa dell'economia italiana, come del resto quella dell'Eurozona, dovrà fare i conti con un'inflazione più alta di quella prevista in precedenza. A guidarla, come è noto, il caro bollette, che comporterà rincari a catena, in particolare sui prezzi dei prodotti alimentari. È l'allarme lanciato dalla Commissione europea, cjhe ha presentato le sue previsioni economiche invernali. "Le indicazioni dei contratti futuri - ha detto il commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni - mostrano che i prezzi dell'energia dovrebbero rimanere elevati più a lungo e che le pressioni sui prezzi si stanno estendendo a diverse categorie di beni e servizi". Di conseguenza, gli esperti di Bruxelles hanno rivisto al rialzo le stime sull'inflazione nel 2022: nell'Eurozona, l'aumento dei prezzi dovrebbe essere del 3,5%. In Italia, la stima è ancora più alta della media dei Paesi euro: +3,8% . Per il primo trimestre 2022 gli incrementi si tradurranno per quella elettrica in una spesa per la famiglia-tipo nell'anno scorrevole (compreso tra l’1 aprile 2021 e il 31 marzo 2022) di circa 823 euro, con una variazione del +68% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell'anno precedente, corrispondente a un incremento di circa 334 euro/anno. Lo precisa Arera nella nota in cui annuncia gli aumenti .Nello stesso periodo, la spesa della famiglia-tipo per la bolletta gas sarà di circa 1.560 euro, con una variazione del +64% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell'anno precedente, (+610 euro/anno) Inoltre, da gennaio l'aumento della bolletta dell'elettricità per la famiglia-tipo in tutela sarà del +55%, mentre per quella del gas del +41,8%. Gli aumenti che scattano "malgrado gli interventi" del governo, spiega l'Autorità, precisando che gli incrementi record delle materie prime "avrebbero portato ad un aumento del 65% della bolletta dell'elettricità e del 59,2% di quella del gas" .

 “La guerra è un controsenso della creazione. Nella Bibbia Dio crea uomo e donna. Ma poi arriva una guerra tra fratelli, uno cattivo contro un innocente, per invidia, e poi una guerra culturale. Subito vengono le guerre. E’ un antisenso della creazione, la guerra è sempre distruzione. Fare una famiglia, portare avanti la società è costruire, la guerra è distruggere”. Così Papa Francesco in collegamento da Casa Santa Marta a “Che Tempo che Fa” su Rai3.

“C’è un problema di categorizzazione, di primo e secondo posto e le guerre, mi dispiace dirlo, in questo momento sono al primo posto. Bambini, migranti, poveri, coloro che non hanno da mangiare non contano, sono nelle categorie basse, non sono al primo posto. Nell’immaginario universale quello che conta è la guerra – ha sottolineato il Pontefice -. Con un anno senza fare armi si può dare da mangiare e fare educazione per tutto il mondo in modo gratuito, ma questo è in secondo piano. Si pensa alle guerre, è duro ma è la verità. La prima categoria è la guerra, gli altri al secondo posto. Guerra ideologica, commerciale, di potere, per andare avanti e tante fabbriche di armi”.

“Con i migranti quello che si fa è criminale. Per arrivare la mare soffrono tanto, ci sono filmati sui lager, uso la parola sul serio: lager in Libia – ha spiegato Francesco -. Cosa soffrono? Vogliono fuggire. I filmati sono nella sezione del dicastero umano. Soffrono, poi rischiano per attraversare il Mediterraneo, alcune volte sono respinti da chi ha responsabilità locale e dicono: no, qui non vengono e muoiono sul mare”.

“Vediamo poveri, migranti che muoiono, bambini che hanno fame, vediamo le ingiustizie ma c’è la tentazione molto brutta a guardare da un’altra parte. Guardiamo, ci lamentiamo un po’ e poi è come se nulla fosse accaduto – ha detto ancora il Papa -. E’ necessario sentire e toccare, non basta vedere. Entra la psicologia dell’indifferenza. Ci manca toccare le miserie. Penso ai medici, agli infermieri che hanno dato la vita in pandemia, hanno toccato il male e scelto di rimanere con gli ammalati. Il tatto è il senso più completo, pieno, quello che ci mette la realtà nel cuore. Toccare è farsi carico dell’altro, se guardiamo senza toccare con le mani il dolore della gente, mai potremmo trovare una soluzione, una via”.

(ITALPRESS).

 

Se da un lato si respira aria di serenità, fiducia e spirito collaborativo tra i movimenti Regalbuto Riparte, Obiettivo Comune  e Movimento 5 Stelle i quali già si trovano in uno stadio avanzato del lavoro fin qui svolto sia nella scelta dei candidati che ( soprattutto) del programma, dall’altro lato o meglio da altri lati , i gruppi che si sono formati sono ancora nella fase interlocutoria alla ricerca di possibili alleanze. Si intensificano gli incontri e corteggiati speciali sono i Democratici , che si sono già incontrati con Forza Italia e Innoviamo. A proposito di Forza Italia c’è da sottolineare , forse, che la lettera aperta di Croce Parisi conferma , al contrario di quanto si vocifera, che è pur sempre candidato a Sindaco, ma non  per quella parte di Forzisti che già hanno aperto un dialogo con il Pd. Insomma si ha l’impressione che da questo lato alcuni e forse la maggior parte dei movimenti hanno già le idee chiare sulla candidatura a Sindaco ( in giro si fanno  i nomi ma per correttezza di informazione preferiamo aspettare i comunicati ufficiali) e al Pd si chiede di chiudere una larga alleanza. E’ la fine della centralità dei Dem ? Forse si e forse no perché tutto dipenderà dalle scelte che la segreteria vorrà e dovrà prendere nei prossimi giorni. E che ne sarà di Croce Parisi. ? Andrà avanti nella formazione di una terza lista ? Oppure preferirà rimanere un libero battitore ? Ma c’è dell’altro e questo altro è voce comune che sia rappresentato dal gruppo che fa capo a un ex candidato a primo cittadino in passate tornate elettorali, gruppo i cui emissari  hanno   partecipato a  incontri esplorativi e  che con  i Democratici potrebbero avanzare  una nuova candidatura,  che però non convince gli altri movimenti , forse perché dagli ex “Guardiamo al Futuro” il nome del candidato a Sindaco sembra sia  già stato scelto e confermato nel loro interno. Allo stato attuale dunque ci sarebbero tre candidati Sindaci di cui uno ufficiale e due ancora ufficiosi. Resta al PD e al gruppo di cui sopra , la scelta sul da farsi. E su quest’ultimo punto ci saranno altre novità interessanti.

RegPress

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Croce Parisi.  

Gentile elettrice, caro elettore di Regalbuto ,
sono partiti puntualmente come ogni campagna Elettorale Amministrativa gli incontri per preparare la classe (sempre nuova)Dirigente per la Governace della nostra bellissima CITTÀ.
il prossimo 12 Giugno sarete chiamati a decidere il futuro di Regalbuto. Dal vostro voto dipenderà quale sarà la Regalbuto dei prossimi anni, quella in cui vivremo e vivranno i nostri figli.
La vocazione di Regalbuto è quella di essere una CITTÀ nel suo splendore invidiata perché era un bel pezzo di PIL per l’economia Siciliana – è stata la prima realtà Regionale nel campo della gomma–plastica e deve tornare a svolgere un ruolo trainante, anticipatore, innovativo. E’una CITTÀ la nostra concreta e operosa, con grandi tradizioni da salvaguardare nell’industria manifatturiera, ma devi ricordate quando lavoro si faceva a casa,(e una crescita del turismo e del terziario che va tutelata e rafforzata.)
Per questo occorre un’amministrazione adeguata. Stiamo rivivendo nuovamente l’emigrazione tanti amici e parenti lasciano il Paese per nuove opportunità.
Regalbuto è in affanno: la povertà è aumentata, l’occupazione diminuita, il sostegno ai giovani dimenticato, I GIOVANI NON SONO UNO SLOGAN. All’avvicinarsi di ogni campagna elettorale si risente, per il resto del tempo praticamente dimenticati, parlare di GIOVANI: “bisogna riportare i giovani alla politica, al voto, alla partecipazione… bla, bla, bla”. Sono stanco di sentire parlare dei nostri giovani quasi come un’entità astratta senza un’età precisa senza soluzioni concrete per realizzare le loro legittime aspirazioni. Ed ecco che le forze politiche scrivono programmi, manifesti ad essi dedicati, ma senza alcuna soluzione pratica e fattibile ma soprattutto utile per la loro crescita umana e lavorativa. I nostri giovani cittadini hanno idee, progetti, voglia di fare. Più degli altri rappresentano chi crede ancora a un reale possibile cambiamento. Ma ad essi vanno dati gli strumenti, luoghi e confronto diretto con chi voglia investire nelle loro idee. Le buone idee non hanno confini, ma ciò deve essere declinato in ogni singola comunità e contesto urbano, e non relegato a rimanere un mero slogan. I GIOVANI NON SONO UNO SLOGAN. Parlo con tanti giovani a Regalbuto, colgo e percepisco la loro voglia di fare, mi nutrono con ondate di idee e innovazione. È doveroso da parte mia registrare che tutto ciò merita una risposta vera. La chiave di tutto, fondamento della mia cultura liberale, è che basta adoperarsi per creare una reale sinergia tra pubblico e privato trovando semplici soluzioni ma di grande impatto innovativo.

Le Amministrazione Comunali mettano a disposizione uno spazio fisico tecnologicamente attrezzato dove i potenziali giovani imprenditori si possano confrontare tra loro ed elaborare le proprie idee capendo se le stesse possono anche diventare un unico progetto. Solo dal confronto nascono le buone idee. Creando innanzi tutto rete tra di loro. Coinvolgano, per aree tematiche, imprenditori sia locali che non, già di comprovata esperienza nei vari settori di pertinenza, per permettere un confronto costruttivo sia di tutoraggio sia di possibile sbocco lavorativo o meramente di investimento su un’idea proposta. Organizzino sistematicamente incontri mensili tra aspiranti imprenditori, creatori di idee e chi in esse potrebbe metterci struttura realizzativa e finanza. Si crei una rete istituzionale pubblico-privato che metta i nostri giovani cittadini in diretto contatto con i possibili investitori.
Ciò non da meno sui temi della partecipazione civile e democratica prevedere una consulta pubblica di confronto tra i giovani il sindaco e l’intera giunta di governo della città. investire sui giovani vuol dire investire sul futuro e permettere al territorio di crescere e innovarsi. Non sono più disposto ad ascoltare nel dibattito politico amministrativo la parola GIOVANI COME SE FOSSE UNO SLOGAN DA USARE A CONVENIENZA IN DETERMINATI PERIODI PER POI DIMENTICARSENE COMPLETAMENTE.  Bisogna cambiare, nel segno della concretezza e dell’operosità. Per questo ho scelto di scendere in campo con professionisti i grande qualità, il Sottoscritto ci conosciamo tutti sono un moderato con una forte passione DELLA POLITICA con 20 anni di esperienza DIRETTA presso Assessorati della Regione Siciliana e tanto altro. Le candidature, scelte in base alla professionalità e alle competenze da mettere al servizio della collettività. La partita si vince se ci sono veramente oltre alla passione Politica le competenze. Per questo mi auguro che riunendo in una federazione tutte le componenti Politiche si ritorni dentro i partiti per dare uno slancio alla nostra CITTÀ.

Il Circo Massimo, lungo circa 600 metri e largo 150, poteva ospitare forse - secondo le stime di Plinio il Vecchio - 250.000 spettatori (circa un quarto o un quinto della popolazione cittadina in età imperiale) ed è tutt'ora il più grande edificio per spettacoli mai costruito dall'uomo. Dove sarebbe sorto il circo sarebbe avvenuta la famosa corsa che avrebbe distratto i sabini mentre avveniva il ratto delle loro donne. Secondo Livio le prime strutture in legno risalirebbero all'epoca di Tarquinio Prisco e in età repubblicana vennero costruiti alcuni edifici che componevano il circo, prima in legno poi in pietra, finchè non venne completato da Augusto, che per ornare la spina fece portare dall'Egitto un enorme obelisco di Ramses II, oggi in Piazza del Popolo. Un secondo obelisco, di Tutmosis III e IV, venne fatto portare sotto Costanzo II alla metà del IV secolo d.C., e oggi si trova nei pressi di San Giovanni in Laterano.
L'edificio, che ospitava corse di quadrighe, ma occasionalmente anche spettacoli di gladiatori e venationes (almeno fino alla costruzione del #Colosseo), fu probabilmente l'origine dell'incendio neroniano del 64 d.C., come raccontava già Tacito: nelle botteghe che occupavano il perimetro doveva essere rimasta accesa una lanterna che, cadendo, avrebbe appiccato l'incendio, attizzato dalla notte particolarmente calda.
Nel circo fu posto per volere del senato anche, ad un'estremità, un arco di trionfo per Tito. La struttura ricevette la sua forma finale sotto Traiano e subì poi vari restauri, specialmente sotto Caracalla. Nel VI secolo venne usato ancora da Teoderico per tenere degli spettacoli, cui presenziò durante i festeggiamenti per i suoi tricennalia.