Quel 27 ottobre 1962 fu una morte misteriosa quella di Enrico Mattei, ancora oggi senza una spiegazione. Con lui morirono tutte le speranze del popolo Gaglianese, un paese ridotto al lumicino, i giovani sono scappati via, la gente anziana rimasta, non dimentica Enrico Mattei, che l’ha resa protagonista di un sogno durato poco, perché limitato appena ad una generazione. Oggi a ricordarlo ci ha pensato il Sindaco Zappulla, Mario Ridolfo della FASI, Leader dei siciliani in Lombardia, il pio Parroco Sac.Ruggiero, il presidente dell’Università Kore, Cataldo Salerno, Pietrangelo Buttafuoco e tanti altri. Nessuno si è risparmiato negli elogi a Enrico Mattei e ai Gaglianesi, perfino il parroco, disorientato dal fatto di vedere ogni giorno meno parrocchiani e paesani, indica Ulisse come modello, superando persino la sindrome di questo mito: “…e Ulisse passava i giorni seduto sugli scogli, consumandosi a forza di pianti, sospiri e pene, fissando con i suoi occhi il mare sterile, piangendo incessantemente…” contrapponendogli Enea che «Arde di andarsene via e di lasciare quelle amate regioni» e che, senza piangere, sacrificava ogni sentimento volteggiando verso la libertà. Aggiunge anche Marco Polo, il più grande viaggiatore e esploratore di tutti i tempi, che ovunque andava trovava qualcosa delle bellezze della sua amata Venezia, ed io aggiungerei con una pò di malizia, che se Marco Polo avesse viaggiato oggi, in qualsiasi posto avrebbe trovato un siciliano e avremmo potuto, così, parlare della globalizzazione della sicilianità. Torniamo ad Enrico Mattei e ai Gaglianesi e al modo come li scopre Pietrangelo Buttafuoco, scrittore e giornalista di chiara fama, il quale avendo vissuto la sua infanzia nel comune di Agira, posto su un monte, il paese di Diodoro Siculo,ubicato vicino Gagliano, racconta la sua visione vissuta dall’alto di questo paesello guardando le distese di alberi di mandorlo che abbondavano nelle vallate e che, con la loro fioritura, annunciano la primavera e, quando essi si spogliavano dei petali bianchi dei fiori, tutto sembrava un’immensa distesa di neve e, paradossalmente, anziché il freddo c’era il sole.con un tiepido calore di primavera. Ma oggi quei Mondorleti che portavano ricchezza non ci sono più, perché ? Si chiede Pietrangelo, perché un organismo potente europeo ha deciso che le mandorle in Sicilia non vanno prodotte e nel frattempo noi l’importiamo dall’estero, estirpando una ricchezza richiesta in tutto il mondo. Certamente, sostiene, che allo stesso modo di come una potenza europea estirpò le mandorle dalla Sicilia un’altra potenza mondiale decise di togliere di mezzo un uomo che tanto amava la propria terra, Enrico Mattei. E’ la catarsi in sala, la gente applaude e Pietrangelo Buttafuoco, commosso, aggiunge: noi speriamo che in politica si faccia vivo un altro Enrico Mattei e che i Gaglianesi piantino degli alberi di mandorlo per ricordare alle nuove generazioni che stà per arrivare una nuova primavera per Gagliano e per la Sicilia. E’ stato un bel giorno quello trascorso a Gagliano, non c’era la presenza di tanti paesani, perché emigrati, ma non mancava quella di coloro i quali sognano il giorno del riscatto dei gaglianesi…
Franco Santangelo