La battaglia di Regalbuto . 31 luglio – 2 agosto

Agosto 14, 2017 4032

 IL 27 luglio, l’ordire delle operazioni della Divisione Hermann Göring  conteneva istruzioni dettagliate per mantenere Regalbuto che insieme a Centuripe formavano la linea più avanzata della difesa di Adrano, posizione chiave nella linea dell’Etna. Regalbuto era, per la Divisione (tedesca), l’estrema linea occidentale di difesa (che dalla costa si estendeva fino ad Acireale). Il Generale-Maggiore della G.O.C., Paul Conrath, considerava questo fianco, il fianco destro, il punto critico della sua linea di difesa. E aveva ragione, poiché l’avanzata verso est del Generale-Maggiore Simonds faceva di Regalbuto un ovvio obbiettivo delle forze canadesi; mentre l’ingiunzione con l’ala sinistra della 15a Divisione Granatieri Panzer non era affatto solida, mancavano ad ambo le formazioni forze necessarie per una sicura difesa. Pe rafforzare il fianco destro, Conrath ordinò al battaglione motorizzato della Hermann Göring di prendere in mano la difesa di Regalbuto e di ritenere o prendere sotto il suo comando uno squadrone di carrarmati e alcune unità di artiglieria. Il Battaglione motorizzato,1 che in precedenza faceva parte di un gruppo di battaglia della Divisione, era ora sotto il diretto comando di Conrath. Per la prima volta da quando si erano scontrati a Grammichele, i Canadesi avrebbero di nuovo affrontato il Battaglione Hermann Göerings. Un ordine, emanato dal Battaglione motorizzato il 27 luglio, sottolineava la necessità di mantenere la posizione di Regalbuto. 2 Con orgoglio, l’autore del documento ha ricordato al Battaglione che le azioni del nemico “non li hanno finora costretti a ritirasi ad una nuova linea di difesa.” Benché preparativi erano già stati fatti per la Divisione Hermann Göering di ritirarsi, al momento giusto, “alla posizione (‘bridgehead’) inizialmente dell’Etna.” La sola circostanza che potrebbe forzare tale ritirata sarebbe “il movimento della 15 Pz Gren Div”! Avendo dato istruzioni di rimuovere il trasporto nelle retrovie, l’ordine concludeva enfaticamente: In tutti gli ordini, concerneti la posizione della nuova testa di ponte, deve essere assolutamente chiaro che la presente posizione deve essere mantenuta a qualsiasi costo. Le istruzioni per la ritirata sono solo preparatorie. Non ci deve essere nessun dubbio su questo punto. L’abbandono delle posizioni attuali e una ritirata combattiva alla nuova testa di ponte sarà fatta solo dall’espresso ordine della divisione.3 Hitler stesso non poteva essere più determinato. É da ricordare che nell’ordine di catturare Agira, il Generale Simonds aveva assegnato alla 231a Brigata il compito di avanzare a est, verso Rigalbuto, e impadronirsi del ponte sul quale l’autostrada 121 attraversa il fiume Salso ad ovest di Adrano.4 Presto, il mattino del 29, la Brigata, dalla sua posizione, mandò avanti due battaglioni a est e a sud di Agira. Come i Canadesi, anche la truppa della Brigata Malta trovò che la campagna attraversata dall’autostrada 121 offriva tutti i vantaggi ai difensori. C’era la stessa successione di creste che attraversavano la strada ad angolo retto, posizione ideale per una forte azione della retroguardia tedesca. In questo terreno frastagliato e montagnoso, in gran parte coperto da fitti uliveti e mandorli, era quasi impossibile, ai plotoni di ricognizione, riconoscere o scoprire dove si trovasse il nemico e, frequentemente, un corpo avanzante della consistenza di una compagnia o più piccolo si trovava improvvisamente impegnato contro una difesa ben trincerata che dovrebbe essere affrontata da un battaglione e col supporto dell’artiglieria. Gli Hampshires incontrarono una situazione simile la notte del 29 luglio. Assieme ai Dorsets, avevano aperto la strada alla Brigata nell’avanzata verso est per circa nove k.m., cautamente sondando ogni rialzo del terreno, senza incontrare seria opposizione. Quando cadde la notte, ricevettero l’ordine di lanciare un attacco contro un lungo spartiacque che si allungava verso sud a circa un miglio da Regalbuto (vedi ‘Sketch’ 2). Diversamente dagli altri spartiacque nella zona, questo correva parallelo alla strada, dominandola per tutta la sua lunghezza. Su questa altura rocciosa, le truppe della Hermann Göring avevano piazzato le loro posizioni per prevenire o ritardare la caduta di Regalbuto. Gli Hampshires si resero dispiacevolmente conto di questo, quando una ricca scarica di nebelwerfer li raggiunsi mentre stavano per inquadrarsi in linea di marcia. Praticamente un plotone venne annientato. Malgrado questo inaspettato maleauspicio, il battaglione continuò coraggiosamente avanti, sotto il tiro incrociato delle mitraglie. Dall’aumento delle perdite, si resero conto della forza nemica e, pertanto, l’attacco venne sospeso.5 La luce del giorno rivelò la forte posizione nemica. Dalla vetta, 700 metri sul livello del mare, del monte Santa Lucia, il punto più alto del crinale montuoso di Regalbuto, i tedeschi dominavano completamente sia l’entra est che l’entrata sud del paese. Regalbuto si erge a più di 800 metri sopra il livello del mare, alla convergenza di tre imponenti promontori. A sud-ovest si estende per quasi due chilometri lo schienale di Regalbuto; un altro schienale meno ripido, chiamato monte Serione, si estende per quasi la stessa lunghezza verso la valle del Salso; e verso est, separato da Santa Lucia da una profonda scarpata che ammette la strada da Catenanuova, si impenna come un precipizio, all’estremità della grande barriera di creste fino a Centuripe, la torreggiante collina (“Tower Hill”). L’autostrada 121 mena a Regalbuto ma fino che il nemico mantenne le alture di Santa Lucia e di Serione, era impossibile entrare in paese. Il 30 luglio, il Generale Urquhart ordinò al II battaglione del Reggimento Devonshire di prendere il crinale verso sud. Quella notte, in un ben pianificato attacco fiancale, intrapreso con gran coraggio e maestria, il battaglione britannico attaccò e conquistò lo schienale di Regalbuto. Durante l’attacco, i Devons ebbero l’appoggio di 144 pezzi medi dell’artiglieria reggimentale da campo.6 Ma alla luce del giorno, gli Hermann Görings, rinforzati da truppe del III Reggimento Paracadutisti, si lanciarono in un contrattacco disperato. I Devons mantennero saldamente le loro posizioni e respinsero il nemico, ma subirono la perdita di otto ufficiali e 101 uomini.7 L’azione ricevette i complimenti di The Red Patch (Il rapporto rosso), un volantino giornaliero di una pagina che Il Comando della Divisione canadese aveva cominciato a pubblicare. Il giornaletto acclamò il combattimento della 231a Brigata lungo la cresta montuosa di Rigalbuto e il successo dei Devons nel respingere i paracadutisti tedeschi e gli Hermann Görings e concluse l’articolo con le seguenti parole: In Tunisia solo quaranta uomini della Divisione Hermann Göring contrattaccarono una posizione difesa da un battaglione con tanto ottimo risultato che il battaglione venne sradicato. È principalmente merito degli Devons che sconfissero con successo un così poderoso attacco. Ben fatto Devons.8 Essendo la Brigata Malta già in possesso del crinale di Rigalbuto, il logico passo successivo era attaccare l’autostrada; e, infatti, nel tardo pomeriggio del 31, i Dorset attaccarono lo sperone del monte Serione. Una compagnia catturò la non ancora completata stazione ferroviaria (i lavori vennero sospesi nel 1940), terminale di una linea ferroviaria che si arrampicava dalla vallata del Salso. Sul terreno sovrastante la stazione, un’altra compagnia combatté i tedeschi che si erano trincerati dietro i muri di un cimitero. Verso il pomeriggio, i Dorsets erano in possesso di tutto il lungo schienale Sirione fino alla periferia di Regalbuto; e, da qui, dominavano le due strade che dal paese menavano a nord e a nordovest. Prima che calasse la sera, essi ebbero il cambio dalle truppe del 48o Highlanders canadesi che, temporaneamente, erano sotto il comando della Brigata Malta.9 I preparativi per l’assalto al paese di Regalbuto stesso erano già pronti; alle 4:30 del pomeriggio, il Generale Simonds spiegò ai comandanti delle Brigate, le direttive generali dell’operazione. E spiegò loro che due delle tre alture che dominavano il paese erano ora nelle nostre mani; ma il tentativo dei Devons di occupare la “Collina Torre” – chiamata così per via di un osservatorio piazzato sulla parte più alta, in cima alla roccia—venne fermato dal fuoco incrociato di carri armati piazzati a sud, nella vallata. La 231a Brigata aveva il compito di portate pezzi anticarro per fare i conti coi carri armati; e quella notte stessa, intraprendere quella che sembrava fosse una “ricognizione di forza” contro quella posizione vitale. Il R.C.R. (della I Brigata) doveva essere pronto a sfruttare il successo o, se fosse necessario, lanciare un assalto con l’appoggio dell’artiglieria divisionale. Anticipando la cattura del paese, veniva ordinato alla II Brigata di mandare avanti pattuglie per esplorare il territorio montuoso del nord-est, tra il fiume Salso e il suo tributario Troina.10 Dall’area di concentrazione tra le colline a est di Agira, i R.C.R. fecero, la sera del 31 agosto, una marcia di avvicinamento di circa 18 chilometri. Abbandonando l’autostrada, presero un viottolo di campagna che li condusse a sud dello schienale montuoso di Rigalbuto, proprio tra le case periferiche del paese, che è costruito come un ferro di cavallo attorno al profondo precipizio. Dall’altra parte del burrone si ergeva, quasi verticalmente la collina, obiettivo dei Canadesi, che sembrava una torre dalle ripide pareti e la strada da Catenanuova le circondava la base. Il Ten.-Colonnello Powers, promosso Maggiore proprio il 30 luglio, apprese che le ricognizioni della Compagnia Dorset della Brigata Malta non erano riuscite a fare contatto col nemico e, per indurre il nemico a scoprire la sua posizione, fece aprire il fuoco. Siccome non c’era un obbiettivo specifico su cui dirigere il fuoco, il supporto dell’artiglieria venne cancellato, e alle 2 a.m. le truppe del R.C.R. [Royal Cnadian Regiment] terminarono il loro attacco. Lasciando una compagnia per coprire l’avanzata, le altre tre cominciarono la difficile discesa lungo le pareti cretose ovest che si sgretolavano sotto i loro piedi. L’ostacolo si rivelò eccezionalmente profondo. Solo una compagnia, quella che avanzava al centro, riuscì a completare la discesa e cominciare la scalata della scarpata est prima che, la luce del giorno dirigesse su di loro il fuoco delle mitraglie e dei carri armati del nemico nascosti nella parte sud e sud-est della periferia del paese. Il battaglione anticarro non era ancora arrivato e plotoni scaglionati ai fianchi con PIATs anticarro ebbero poco successo. Uno di questi plotoni, avendo penetrato dentro Regalbuto, nel tantativo di sorprendere i tedeschi, venne separato dalla sua compagnia dal fuoco nemico. E passò tutto il giorno per trovare nella parte occidentale del paese la via per raggiungere ed eventualmente riuscì a congiungersi al 48o Highlanders su monte Serione.11  All’alba del I agosto, le tre compagnie del R.C.R. cercarono riparo dove potettero, lungo i pendii scoscesi del lato ovest del burrone. Passarono, là, una giornata terribile, soggetti continuamente al fuoco di armi leggere, di mortai e cannoni del nemico, e soffrendo la fame e la sete, resa più intensa dal sole cocente e dalla puzza dei cadaveri, non sotterati, intorno a loro. Nel pomeriggio, il plotone anti-carro trascinò e mise in posizione uno dei sui pezzi di sei “pounds”, alla periferia sud-ovest del paese per mirare alle posizioni tedesche situate all’altro lato del burrone. Ma il nemico era allerta e mentre il pezzo era quasi pronto per sparare, un carro armato tedesco sbucò da dietro un palazzo e sparò tre colpi, uno dopo l’altro. Un proiettile colpì in pieno il pezzo anticarro, uccise uno degli operatori e ferì gli altri. Quando si fece notte, il quartiere generale della Brigata ordinava al Battaglione di ritirarsi coperto dal buio.12 Nello stesso tempo, la 48a Brigata Highlanders era rimasta in contatto con i difensori rilegati nell’angolo nord-ovest di Rebalbuto. L’azione da ambo le parti era limitata al cecchinaggio e allo scambio di raffiche di mitraglia, gli Highlanders subirono alcune perdite dal fuoco nemico. Le compagnie fucilieri, come quelle del Reggimento Reale canadese, erano sprovviste delle loro armi di supporto, perché non si era ancora riusciti a portarle attraverso i tre km o più, dall’autostrada 121, lungo il viottolo di campagna molto danneggiato dalle cannonate nemiche. Il 2 agosto, solo dopo aver consumato il rancio, la I Compagnia campale R.C.E. [Royal Canadian Engineers] riuscì (lavorando tutto il giorno precedente sotto il fuoco dei cannoni nemici poté costruire un viotto di emergenza dalla strada principale fino a Monte Serione), a fare avere agli Highlanders le armi di supporto e il tanto desiderato rancio.13 A causa dello stallo dopo gli sforzi della I Brigata, il comandante della Divisione emanò, quel pomeriggio 1 agosto, un ordine. Si considerava che il nemico, piazzato sulle alture a est di Rigalbuto, non si sarebbe ritirato “finché non avesse ricevuto ordine specifici dal suo alto comando: è ben trincerato, ha circa otto carri armati ed è, quindi, probabile che combatterà duramente per mantenere la su posizione.”14 Poiché un attacco frontale non avrebbe avuto esito positivo, ci riuscirebbe, probabilmente, un attacco a tenaglia. A questo proposito, Simonds decise di impiegare la I Brigata sul fianco destro, con lo scopo di attaccare, dal di dietro, lungo il lato est, la problematica Collina torreggiante (Tower Hill). Sulla sinistra, la II Brigata avrebbe dovuto seguire i suoi plotoni di ricognizione e occupare l’alto piano tra il Salso e il Troina. La Brigata Malta aveva il compito di provvedere una solida base per queste operazioni e, eventualmente, assistita dal 48o Highlanders, che era ancora sotto il comando del Generale Urquhar, assicurare il paese di Regalbuto stesso”. Cadde su gli Hastings e i Prince Edwards il compito di mettere in atto il piano della I Brigata. A circa un miglio da Regalbuto, la strada verso Catenanuova si inerpicava fino a una pianura, una sella tra due colline, il conico monte Tiglio ad ovest e il più massiccio monte San Giorgio ad est. La scalata del Tiglio era l’obbiettivo iniziale dei Canadesi; e il tratto di strada tra le due alture venne disegnato come la linea iniziale per l’attacco principale alla vetta più alta, San Giorgio, ad est della Collina torreggiante. Gli Hastings inziarono la scalata verso le 10:00 p.m. del 1 agosto, e per l’alba del giorno seguente avevano occupato monte Tiglio, trovandolo abbandonato dai nemici. Passarono delle ore prima che i preparativi per l’assalto finale fossero completati. Gli uomini erano contenti del riposo, poiché come spesso accadeva in Sicilia la marcia avveniva attraveso la campagna dove i veicoli non potendo transitare, e il rancio, l’acqua, le munizioni, gli apparecchi telegrafici, i mortai e tutti gli altri strumenti necessari venivano portati dagli uomni lungo una mulattiera che, secondo il Comandante della Brigata, la via “tra il salire e scendere,[era] il doppio della distanza percorsa”.16 Ma mentre la fanteria aspettava, gli uomini dei reparti addetti al trasporto delle armi di supporto non perdevano tempo. Era ancora buio, quando i pezzi di medio calibro del 7o Reggimento bombardavano l’autostrada a est di Regalbuto, e all’alba il I Reggimento da Campo creò una linea fumogena nella stessa area, bersaglio per i 25 Kittyhawks, da bombardare e mitragliare. La Divisione aveva preparato un piano di bombardamento per l’artiglieria prima che le tre compagnie canadesi dei regimenti da campo della I Brigata attaccasero.17 Quando l’assalto della fanteria si sviluppò, tutto il supporto aereo a disposizione venne concentrato contro il pesante traffico diretto verso est, lungo la strada tra Rebalbuto e Adrano. Problemi col mal funzionamento delle radio da campo e la difficoltà di comunicare con altri mezzi, dato il terreno estremamente accidentato, ritardò i preparativi per l’attacco finale. Ma prima dell’ora stabilita per l’attacco, ch’era stato rimandato per le 4 p.m. del 2 agosto, la notizia, che quella mattina un reparto della 48o Highlanders era penetrato in Regalbuto trovando il paese deserto, venne recepita. Conseguentemente, il bombardamento venne cancellato all’ultimo minuto, e al Maggiore Kennedy venne ordinato di dirigere gli Hastings e i Prince Edwards verso l’obbiettivo finale.18 Gli Hastings attraversarono la strada per Catenanuova, trovando che a Monte San Giorgio non c’erano nemici e, poi, virando verso nord attraversarono la vallata che li separava dalla vasta scarpata torreggiante circa 800 metri nel cielo. Benché avessero abandonato il paese, i tedeschi non volevano lasciare l’area di Regalbuto prima di un ultimo sforzo. E, infatti, una retroguardia di paracadutisti, consistente di circa due compagnie, manteneva ancora l’importante promontorio e da lì accolse le avanguardie degli Hastings e dei Prince Edwards con una selvaggia scarica di mitraglie e colpi di mortaio. I mortai pesanti di 3 inch, che i Canadesi avevano faticosamente trasportato lungo la campagna scabrosa, vennero rapidamente messi in opera con efficace successo. Una compagnia si arrampicò su monte San Giorgio e sotto la copertura del fuoco delle sue armi leggere, le altre tre compagnie continuarono l’assalto. Le comunicazioni radio, riscattatosi dal mal funzionamento, ora funzionavano bene, e il F.O.O. [Forward Observation Officer] del II Reggimento Campale poté comunicare accuratamente le posizioni del nemico. Con queste informazioni, la fanteria assaltò il crinale dove erano le postazioni nemiche costringendo i tedeschi alla fuga. Per le otto di sera, il battaglione era in possesso della postazione. E, così, era caduta l’ultima resistenza nemica sulla via per Adrano.19 La ritirata del nemico da Regalbuto diede agli aerei degli Alleati l’opportunità prevista dal Generale Simonds: nella giornata del 2 Agosto, le forze aeree hanno riportato di aver colpito quaranta autoveicoli soppresi sulla strada tra Regalbuto e Adrano, mentre otto bombardamenti leggeri vennero effettuati su Adrano stesso, provocando un incendio. Verso nord, l’autostrada parallela 120 offriva ugualmente buoni bersagli, poiché Troina era ora sotto attacco dalla divisione degli Stati Uniti, e nel fluire del traffico tedesco, scappando verso est, venne affermato che cinquanta veicoli furono distrutti a Cesaro.20 Quando i Canadesi entrarono a Regalbuto, proprio dietro le truppe della Brigata Malta che aveva occupato il paese, videro una scena di distruzione molto più vasta di ogni altra vista in Sicilia prima. Il paese aveva ricevuto un’abbondante dose di cannonate e di bombardamenti aerei e, quasi, nessuna costruzione era rimasta intatta. Macerie bloccavano completamente la strada principale; un passaggio venne aperto quando il genio con bulldozers aprì, in una strada secondaria, un viottolo stretto che permetteva il passaggio di un solo veicolo. Per la prima volta non c’era la folla applaudente a darci il benvenuto, insieme alla usuale richiesta, a voce alta, di sigarette, cioccolate o biscotti. Il paese era deserto; la maggior parte degli abitanti era scappata nelle colline intorno o nei tunnel della ferrovia. E ora cominciavano a ritornare, sporchi, laceri e apparentemente affamati, cercando pietosamente miseri oggetti tra le macerie delle loro case distrutte.2

Ultima modifica il Lunedì, 14 Agosto 2017 10:32