Cannarozzo
Cannarozzo nel linguaggio dialettale siciliano ha molti significati: è esofago, gola, ma anche pasta alimentare a forma di cannello corto e curvo, pagnottella a forma di esofago che si preparava nella ricorrenza della festa di San Biagio; detto scherzosamente di persona, significa, sciocco, citrullo, credulone, ma anche avaro. Il termine, cognomizzato, molto probabilmente si riferisce a soprannome di un capostipite che aveva comportamenti o conformazione da … “cannarozzo”.
E’ un cognome diffuso soprattutto in Sicilia, nel catanese (Catania, Caltagirone, Gravina di Catania, San Cono, Aci Sant’Antonio), nell’ennese (Valguarnera Caropepe, Enna, Villarosa, Calascibetta, Piazza Armerina), nell’agrigentino (Ravanusa, Campobello di Licata, Licata, Agrigento), nel nisseno (Caltanissetta, Santa Caterina Villarmosa, Gela, Mazzarino), nel palermitano, nel ragusano. Con modesti nuclei è presente anche in altre regioni italiane, Lombardia, Piemonte, Toscana, Puglia, Lazio, ecc.).
Tracce storiche e personaggi. Francesco Cannarozzo (Castrogiovanni, odierna Enna, 16/9/1921 – Lugano 19/7/1990, conosciuto con lo pseudonimo di Franco Enna), poeta e drammaturgo, prolifico scrittore e autore di numerosi gialli di successo e di molti racconti di fantascienza pubblicati nella rivista Urania della Mondadori. E’ stato il precursore del giallo di provincia, ambientato nel paesaggio e nelle città siciliane: dopo di lui, in questo genere, seguirono Leonardo Sciascia, Andrea Camilleri, Santo Piazzesi, ecc. La sua ricca serie di episodi romanzeschi gli valsero l’appellativo di “Simenon italiano”. Laura Cannarozzo (Padova 3/4/1976), studi di danza a Padova, Roma e Parigi; formazione artistica con maestri di fama nazionale ed internazionale; dal 2009 direttrice artistica dell’Associazione PadovaDanza.
Arcadipane
Arcadipane è un originario nome di mestiere; deriva da “arca di pane”, espressione che indica la cassa dove l’addetto al forno conservava il pane, una volta sfornato(B.Parodi); l’arca, era una cassa costruita con doghe di legno incastrate l’una nell’altra (Piccitto). Il cognome deriva, quindi, da soprannome attribuito al capostipite e collegato al mestiere da questi esercitato.
Si tratta di un cognome diffuso soprattutto in Sicilia, nel nisseno (Caltanissetta, Mazzarino, Santa Caterina Villarmosa, ecc.), nell’agrigentino (Palma di Montechiaro, Favara, Campobello di Licata, ecc.), nel catanese (Catania, Mascalucia, Acireale), nell’ennese (Pietraperzia, Villarosa, Barrafranca), nel palermitano (Palermo, Villabate), nel trapanese (Castelvetrano, Salemi). Con piccoli nuclei è presente anche in Lombardia, Liguria, Piemonte, Lazio, Emilia-Romagna, ecc.)
Micalizzi
È con cognome tipico siciliano e calabrese (reggino); deriva da una modificazione del nome personale bizantino “Michaelius”, da Micaelìtzes (Michelino), di origine linguistica greca. Micalizzi ha il ceppo principale in Sicilia, diffuso principalmente nel messinese (22 comuni fra cui Messina, Nizza di Sicilia, Scaletta Zanclea, ecc.), nel catanese (17 comuni fra cui Catania, Misterbianco, Scordia, ecc.), nel siracusano (Siracusa, Priolo Gargallo, Avola, Palazzolo Acreide), nel ragusano (Modica, Comiso, Scicli), nell’agrigentino (Ribera, Sciacca, Agrigento). Con piccoli nuclei Micalizzi è presente anche in Lombardia (Varese, Milano, Monza, Lodi), Piemonte (Torino, Cuneo, Alessandria), Toscana, Liguria, Lazio, Calabria.
Tracce storiche e personaggi. Franco Micalizzi (Roma 21/12/1939), compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra, autore delle musiche di molti film, in particolare polizieschi degli anni settanta e ottanta. Ha contribuito in Italia allo sviluppo e rilancio della “pulp musica”(colonne sonore per film dai contenuti forti, abbondanti di crimini violenti, efferatezze e situazioni macabre)