12. I cognomi dell'ennese: Caramanna, Marotta, Volante, di Francesco Miranda In evidenza

Febbraio 20, 2014 3665

12. I cognomi dell’ennese:  Caramanna,  Marotta, Volante, di Francesco Miranda

Caramanna

Il cognome Caramanna ha due ceppi: il ceppo siciliano che probabilmente deriva da “Caramania” regione dell’Asia Minore, posta di fronte all’isola di Cipro, luogo di origine dei capostipiti o luogo da cui gli stessi erano ritornati dopo aver partecipato alla Crociate.; il ceppo piemontese che dovrebbe derivare da nomi di località come Caramagna di Imperia, Caramagna di Monsacco, nell’alessandrino o Caramagna Piemonte nel cuneese. Caramanna è diffuso maggiormente in Sicilia, in quasi tutte le province, in particolare nel catanese (Catania, San Giovanni La Punta, Acicatena, ecc.), nel nisseno (San Cataldo, Delia, Caltanissetta, ecc.), nell’agrigentino (Canicattì, Favara, Agrigento), nell’ennese (Agira, Enna); è diffuso anche nel Lazio, Campania, Lombardia, Piemonte, e in qualche altra regione italiana.

Tracce storiche e personaggi.  Secondo lo storico Filafelfio Mugnos (Lentini 1607/Palermo 1675), Caramanno fu una famiglia nobile di Noto alla quale appartenne un Giovanni Caramanno, “cammariero” del re Ludovico dal quale ebbe molti beni; li perdette però   a causa della sua partecipazione alla ribellione dei baroni. Tali beni furono recuperati dal figlio Antonio che possedette mezzo feudo della Baronia di Mazzarrone, nel territorio di Caltagirone. A lui succedette la figlia Giovanna che  ottenne conferma del feudo e che poi donò al monastero di Noto.

Marotta

Si tratta di un cognome diffuso in tutte le regioni del sud, soprattutto  in Campania (nel napoletano, nel salernitano, nel casertano) e in Sicilia, in tutte le province, in particolare nell’agrigentino (Favara, Sciacca, Aragona, ecc.), nel catanese (Catania, Misterbianco, Palagonia, ecc.), nel messinese (Messina, Naso, Sant’Agata Militello, ecc.), nel siracusano (Siracusa, Priolo, ecc.), nell’ennese (Pietraperzia, Barrafranca, Piazza Armerina, Aidone, Valguarnera Caropepe, Enna, Villarosa, Calascibetta, Leonforte). Con nuclei più modesti è presente anche in Lombardia, Puglia, Lazio, ecc.).  Il cognome dovrebbe derivare da toponimi come Marotta (località balneare in provincia di Pesaro-Urbino) che, a sua volta, si rifà al latino “Mala rupta” o “Mauri rupta”. Secondo il Minervini Marotta dovrebbe derivare dal veneto “Marota” che significa “vivaio, recipiente per le anguille; o dal calabrese “marrotta” = cesta rotonda da frutta; o dal dialetto napoletano “marotta” = uccello, pica; o da vezzeggiativo del vocabolo dialettale napoletano “maro” = infelice, misero. Secondo il Rohlfs Marotta è italianizzazione del cognome francese “Marotte”.

Tracce storiche e personaggi. GIUSEPPE MAROTTA (Napoli 5/4/1902 – 12/10/1963), scrittore e sceneggiatore. La sua carriera è stata divisa fra giornalismo e scrittura: la sua opera letteraria è folta e continua. Ha collaborato con Tribuna Illustrata e il Corriere della sera; è stato redattore  presso la Arnoldo Mondadori Editore e poi alla Rizzoli. Per il cinema ha scritto soggetti e sceneggiature cinematografiche e teatrali in collaborazione con De Sica, Zavattini,  Ettore Giannini, Mario Soldati, Edoardo De Filippo, Francesco De Feo; fu critico cinematografico per l’Europeo fino alla morte. GERALDO MAROTTA (Napoli 26/4/1927), avvocato e filosofo italiano. Per i suoi contributi al mondo della filosofia ha avuto moltissimi riconoscimenti da università italiane ed internazionali; gli è stata conferita la laurea ad honorem in filosofia dall’Università agli Studi di Bieleferd (Germania), dall’Università Erasmus di Rotterdam, dalla Sorbona di Parigi, dalla Seconda Università di Napoli; in pedagogia dall’Università agli Studi di Urbino. Ha ricevuto la Medaglia d’oro per i benemeriti della cultura e il Diploma d’onore del Parlamento Europeo per l’opera svolta in favore della cultura europea. Nel 1975 fondò l’Istituto italiano per gli Studi filosofici di cui ancora è il presidente e al quale ha donato la sua biblioteca, ricca di più di 300 mila volumi.

Volante

Si tratta della cognomizzazione del nome medioevale femminile Volante, probabilmente portato da una capostipite: è quindi una forma matronimica nata da un’alterazione del medioevale Violante indicato come forma originale di Iolanda, derivato da “viola”, cioè “di colore viola” o “simile alla viola”. Potrebbe anche essere un incrocio tra il francese antico Yolant e l’italiano Viola.

Volante è diffuso soprattutto nel Lazio (fra Frosinone e Roma), in Piemonte (fra il torinese e l’alessandrino), in Sicilia, dove è presente in particolare nel nisseno (Mussomeli, Marianopoli, Santa Caterina Villarmosa), nell’ennese (Enna, Villarosa, Pietraperzia), nel messinese (Barcellona Pozzo di Gotto, Lipari, Acquedolci, Terme Vigliatore), nel palermitano (Castellana Sicula, Misilmeri, Termini Imerese, ecc.). Con piccoli nuclei è diffuso anche in altre regioni italiane (Lombardia, Abruzzo, Campania, Liguria, Veneto, ecc.)

Tracce storiche e personaggi. UMBERTO VOLANTE, scultore italiano; nato nel 1925 a Cona, in provincia di Venezia, si è formato artisticamente a Venezia, dove ha frequentato l’Istituto d’Arte dei Carmini e poi il Magistero d’Arte e l’Accademia delle Belle arti. Nel 1948 ha iniziato la sua attività di scultore nel suo studio di Merano (Bolzano). Esperto in molte tecniche plastiche quali maiolica, mosaico, bronzo, metallo sbalzato, ma anche nelle tecniche pittoriche dell’affresco e del graffito e nelle tecniche grafiche della xilografia, a Merano, dove risiede stabilmente, ha ampliato e approfondito l’uso di mezzi espressivi come lo smalto su bronzo, lo strappo di affresco, lacca su legno, ecc.: le sue opere sono note in molte città italiane e straniere.

 

 

 

 

Ultima modifica il Domenica, 02 Marzo 2014 07:27