Enna. Acqua: le “partite pregresse” tra arroganza e latitanza. Di Massimo Greco In evidenza

Luglio 21, 2016 812

Nel conflittuale rapporto tra utenti e gestore del servizio idrico la vicenda della “partite pregresse” è quella che, verosimilmente, rende plastica la differenza tra una gestione privatistica e una gestione pubblicistica del servizio pubblico locale. Il volto “arrogante” dell’ente gestore del servizio idrico in provincia di Enna si sta mostrando in tutta la sua evidenza in questi giorni di recapito delle bimestrali fatture agli utenti che, nonostante la presenza di quattro sentenze emesse da due diversi Giudici di Pace del Tribunale di Enna, continuano a contemplare la voce di costo “partite pregresse” dichiarata illegittima sotto i diversi profili di cui abbiamo già parlato in passato. Ma vi è di più.

La società “AcquaEnna”, ad una mia specifica contestazione ha così risposto ”La sentenza n. 40/216, emessa dal Giudice di Pace, non solo è opponibile limitatamente a quelle fatture, ma essa non ha valore di cosa giudicata ed è oggi sub-iudice…Solo una pronuncia abrogativa di una disposizione di legge ha una disposizione erga omnes, colpendo essa tutti gli effetti dell’atto, è evidente che tale effetto non può attribuirsi alla sentenza Lei citata. Tanto ritenuto si invita a corrispondere il pagamento delle somme legittime e legittimamente richieste con la fattura n….”. Per la temeraria società “AcquaEnna”, mentre tutti gli utenti non possono usufruire della giurisprudenza del Giudice di Pace per richiedere i rimborsi di quanto illegittimamente versato, i soli utenti destinatari delle citate sentenze del Giudice di Pace potranno avere rimborsate le sole “partite pregresse” contenute nelle fatture impugnate ma non anche quelle future. “AcquaEnna”, in sostanza, è quindi libera di continuare ad inserire e pretendere,pena la minaccia dell’interruzione della fornitura idrica, le illegittime “partite pregresse” e gli utenti dovrebbero rivolgersi al Giudice di Pace a ritmi bimestrali.

Orbene, a tacere delle necessarie considerazioni che saranno fatte nelle sedi opportune, l’altra faccia della medaglia, simmetrica alla “arroganza”, che qui si vuole evidenziare è quella della “latitanza”.
Latitano infatti i Sindaci della nuova Assemblea Territoriale Idrica (ATI) che, ancora oggi, non sono riusciti neanche a rendere esecutiva la decisa sospensione in autotutela della delibera della precedente ATO Idrico con la quale si autorizzava l’ente gestore del servizio alla riscossione di tale “partite pregresse”. Così come continua a latitare un legislatore regionale, degno di questo nome, affetto da una cronica e patologica confusione e assolutamente inadeguato a dotare l’ordinamento di strumenti normativi in un settore importante e vitale come questo.

Occorre altro per far capire cosa animava il vento referendario che si è opposto alla gestione privatistica del servizio idrico?

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