E’ qui che si apre la nostra riflessione: come potevano essere più utilmente utilizzati quei fondi? Si poteva e si può fare qualcosa di immediato per la tutela dell’ambiente e della salute dei nostri concittadini? Certamente sì!
A nessuno sfugge la grossa quantità di vasche e coperture di eternit ancora presenti nel nostro centro abitato, e come è noto a tutti l’eternit ha effetti altamente cancerogeni sull’organismo, specialmente a causa dell’azione usurante del tempo e delle intemperie.
Per questo proponiamo che si metta subito mano a questa problematica.
Come? Ci permettiamo di fare alcune proposte:
- Istituzione di un capitolo di spesa di almeno 10 mila euro (giusto il costo di un’app per smartphone!) l’anno per i prossimi 5 anni almeno, che verranno utilizzati come compartecipazione del Comune di almeno il 50% per le spese che i privati cittadini dovranno sostenere per smaltire l’eternit.
- Stipula di una convenzione con azienda o ente che si occupa dello smaltimento di eternit al fine di ottenere un servizio migliore ad un costo minore.
- Elaborazione celere di un regolamento che stabilisca i criteri per la compartecipazione del comune nei confronti dei cittadini che ne facciano richiesta e per la redazione delle graduatorie.
In questo modo nell’arco di alcuni anni il nostro territorio potrebbe essere liberato da questa terribile minaccia per la nostra salute e soprattutto per la salute delle generazioni future.
Volendo continuare a ragionare di tutela dell’ambiente non possiamo che proporre il ripristino del servizio di raccolta dei medicinali scaduti: conferire i medicinali nell’indifferenziata è un vero e proprio attentato alla salute e all’ambiente e da luogo al pericolosissimo fenomeno della resistenza ai medicinali. Su questo non si può perdere tempo!
Infine crediamo sia utile riflettere sul nesso tra Salute e Sport. Sappiamo che le società sportive, parte importante del volontariato nel tessuto sociale, soffrono cronicamente di carenze dovute ai tagli dei trasferimenti. Spesso a soffrire in silenzio sono anche le famiglie di quei giovani, di quei bambini, costretti ad abbandonare la pratica sportiva per grave indigenza economica: una comunità in cui è precluso il gioco e lo sport anche ad un solo bambino è una società destinata all’autodistruzione!
Per questo proponiamo che si istituisca un fondo di almeno 5 mila euro (giusto il costo di un certo numero di splendide felpe!) per garantire il diritto dell’accesso allo sport per i giovani regalbutesi. Come fare? Ad esempio abbattendo o azzerando i costi per le visite mediche a carico delle famiglie e/o garantendo ai fanciulli provenienti dalle situazioni di grave indigenza un’adeguata assistenza per l’acquisto delle attrezzature sportive e delle rette mensili a carico delle famiglie medesime.
Per evitare di essere accusati di populismo di sinistra o di essere sobillatori abbiamo voluto corredare le nostre riflessioni di alcune proposte che crediamo realizzabili. Le coperture finanziarie, viste le recenti scelte, non dovrebbero essere impossibili da trovare.
La politica è fatta di scelte, noi proponiamo di scegliere la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini con azioni concrete e senza sperpero di denaro.