L’acqua è oro e ora non è solo un modo di dire: il bene più prezioso potrà essere oggetto di speculazione finanziaria. Come preannunciato a settembre, infatti, l’acqua è quotata in borsa e dunque il suo prezzo oscillerà come accade alle materie prime come appunto l’oro. E così, mentre in Italia votiamo perchè l’acqua resti un bene pubblico, nel mondo si pensa a quotarla in borsa.
Lo riferisce il CME Group che ha tracciato le prime previsioni di mercato basate sul Nasdaq Veles California Water Index. Una notizia che avremmo voluto vedere in prima pagina su tutti i giornali, e di cui invece i media stanno parlando fin troppo poco, considerando la sua gravità per l’umanità tutta.
L’acqua scarseggia: uno studio pubblicato proprio un anno fa ha mostrato come montagne e ghiacciai di tutto il mondo non riescano più a stoccare e immagazzinare l’acqua per colpa della crisi climatica, e come questo porterà in pochi anni ad una vera e propria emergenza idrica planetaria con quasi due miliardi di persone che moriranno di sete, letteralmente.
Contribuisce alla crisi l’eccessivo sfruttamento di questa risorsa da parte del settore primario, dell’industria e del consumo umano, rendendo l’acqua, sulla carta un bene largamente disponibile vista la sua diffusione sul pianeta, un bene prezioso non perché fondamentale ma perchè sempre più raro.
In questo disastro causato prevalentemente dall’uomo la prima reazione “concreta” è della finanza: il prezzo dell’acqua oscillerà e quindi potrà essere oggetto di investimenti e, purtroppo, di speculazioni più o meno legali.
L’8 dicembre, per esempio, il Nasdaq Veles California Water Index quotava l’acqua a $ 486,53 per piede acro, una misura di volume comunemente usata negli Stati Uniti equivalente a 1.233 metri cubi.