I discorsi d’odio (hate speech) sono purtroppo una realtà crescente delle nostre società. La diffidenza e la discriminazione verso il diverso infatti, sono sempre esistite, ma la diffusione di questi contenuti attraverso i social network amplifica enormemente la portata del fenomeno, estendendo la platea di chi può sentirsi colpito da affermazioni razziste o comunque discriminatorie.I minori stranieri in questo contesto sono colpiti due volte all’odio in rete. Come tutti i giovani, quale che sia la loro nazionalità, sono molto esposti a quello che leggono online, senza contare l’effetto moltiplicatore che può avere su un ragazzo vittima di atti di bullismo la condivisione sui social. A questo poi si aggiunge il fatto di essere stranieri e in quanto tali oggetto diretto o indiretto di espressioni d’odio. Si tratta in molti casi di ragazzi che si sentono italiani e che pensano in Italiano. Nonostante questo ottenere la cittadinanza può essere per loro un percorso complesso, scoraggiando un già difficile processo di integrazione. nfatti se 20 anni fa gli studenti con cittadinanza straniera che frequentavano scuole italiane erano poco più di 196mila al già nel 2016 erano diventati oltre 826mila.Una realtà cresciuta molto negli ultimi anni, che il paese dovrebbe fare ogni sforzo per integrare nella società. Si tratta infatti di bambini che in larga parte si sentono italiani e pensano in italiano.Se si guarda i ragazzi stranieri che frequentano le scuole secondarie sono il 37,8% quelli che dichiarano di sentirsi italiani, dato che sale al 47,5 per i ragazzi nati in Italia. Eppure non appena qualcuno, parlando di ius soli, ha provato a riportare il tema dell'integrazione al centro del dibattito, si è riacceso uno scontro dai toni non sempre civili e adeguati. La discussione infatti non si è sviluppata intorno a proposte politiche differenti che riflettono visioni diverse su come sia più opportuno migliorare le politiche di integrazione. Al contrario lo scontro si è acceso, nel migliore dei casi, sulla semplice opportunità di affrontare l'argomento. Ma cosa prevede oggi la legge sull'acquisizione della cittadinanza italiana? La normativa attuale stabilisce che un ragazzo di nazionalità straniera possa richiedere la cittadinanza al raggiungimento dei 18 anni, ma solo se nato in Italia. Tanto basta per creare discriminazioni e difficoltà che a volte diventano insuperabili in un contesto sociale in continua evoluzione ma per quanto sia comunque positivo tornare a parlare di un tema così importante, è improbabile che nell'attuale contesto politico riforme di questo genere possano realmente avere successo.
News