La Coscienza

Febbraio 19, 2014 2397

A volte, leggendo Pasolini e Vittorini, ho pensato che questi due autori, sicuramente più bravi di me, hanno comunque qualcosa che li accomuna col povero scrittore, per certi versi fortunato impiegato, e di cui pago ogni giorno il pizzo, che sta riempiendo  di grafemi neri questa pagina di Agostino. Entrambi, nello loro opere, sottolineavano, a volte palesavano apertamente, altre in maniera recondita, il vuoto e il senso del nulla che ci circonda. Se riuscite a fermarvi per un attimo dalla lettura frettolosa e a scansione di questo articolo forse avrete modo di capire. Stop…chiudete di gli occhi per pochi secondi e pensate. Cos’è più importante nella mia vita? A primo acchito in molti, com’è giusto che sia, penserete ai figli, alla famiglia, qualunque essa sia, alla persona più cara. E’ giusto che sia così? E tutto quello c’è al di fuori? Fame, disoccupazione, immigrazione, deficit pubblico, mafia, camorra, ndrangheta, droga, ingiustizie varie, relazioni amicali extra Facebook?

Mmmh, penserete, problemi troppo grandi che si risolveranno da soli, mmmhh, faccio io…Non è proprio così. Non è stato mai così. Non sono qua per giudicare, non ne ho le vesti, non ne sarei capace, non ho l’attitudine. Sono invece amico con quella forma di difetto che per altri è tale, per altri non lo è. Un  giorno, questo amico che di nome fa Coscienza, mi disse con parole docili, calme, potenti nella loro fragilità di “avere un certo sentimento nel suo spirito e quando esso stesso lo analizzava avvertiva che implicava l’idea di un Padre e di un Giudice, di qualcuno che vedeva nel suo cuore”.

Io che sono uno scrittore modesto e sconosciuto non capì subito nonostante un giorno, dopo un fatto triste, si avvicinò e mi disse “che le nostre emozioni non vanno mai a cose inanimate ma solo a persone. Se ci sentiamo responsabili, se proviamo vergogna o allarme avendo violato l’ordine della nostra coscienza, ciò significa che vi è qualcuno a cui rispondiamo, dinanzi a cui si ha paura”. Magari proprio la coscienza.

Comprendo e condivido una cosa: che legge o leggerà o si fermerà per cambiare sito o pagina ha ragione nel valutarmi: “questo è pazzo, tutti, chi più, chi meno siamo coscienziosi”. Un minuto fa l’invito era quello di fermarvi  e pensare. Fatelo nuovamente, adesso lo sta facendo anch’io mentre scrivo. A volte le parole, mi disse “arrivano come una violenza, rompono il silenzio, arrivano schiantandosi nei piccoli mondi di ognuno, sono dolorose”. Ho capito molto tempo dopo, ero seduto appoggiato ad un muro e di fronte a me un altro, alto e grigio. Piangevo. Si avvicino e continuò a parlarmi”… Io implico una relazione tra l’anima e ciò che è esterno e superiore ad essa; una relazione nei confronti di un’eccellenza che neanche io possiedo e di un tribunale su cui non ho potere ma riconosco la trascendenza veicolo di ogni pensiero retto, di ogni virtù e di ogni  azione positiva e dunque fondazione di ogni autentica personalità umana e di ogni valida forma di società e di civiltà. Da quel giorno non è andata più via. Si diverte con me e mi accompagna alla ricerca di questa trascendenza che forse non è altro che la ricerca del senso della vita nella sua  apertura originaria alla sorgente infinita del vero e del bene.

 

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