Ogni anno all'inizio di Settembre le feste della Madonna del Perpetuo Soccorso chiudono idealmente le manifestazioni religiose e musicali dell'estate. Anche quest'anno sarà così e già i preparativi della Festa sono iniziati da tempo, almeno quelli che attengono alle funzioni religiose. I giorni della Festa sono in genere ricordati con una certa nostalgia da chi partecipava anche emotivamente alla " papera" (rottura dei cavalieri delle giare in terracotta con dentro una sorpresa) o all'albero della cuccagna, con il palo intriso di sapone molle. Tempi che furono. Nell'approssimarsi della Festa non mancavano e forse non mancano le consuete dispute di opinione a chi toccava la palma di Patrono della Città. San Vito o la Madonna ? Oggi crediamo che poco importa chi dei due è il Patrono perchè la fede e la devozione della gente che si manifesta ogni giorno dell'anno passa sopra ogni eventuale divisione. La novità è forse scritta in un documento del 1580 nel quale si legge che la Vergine del Soccorso è protettrice e patrona di Regalbuto , un documento che è frutto di ricerche da parte di Vito Bonanno. La polemica più forte però è quella che ogni anno divide gli animalisti con gli organizzatori della Festa. In palio da tempo memorabile viene legato in un piccolo recinto un vitello che andrà al possessore del fortunato biglietto. Come ogni festa però il legame che la comunità esprime diventa più forte delle diatribe e la Madonna così come San Vito saranno sempre nelle preghiere di chiederà una grazia o la realizzazione di un desiderio o la protezione per i propri familiari lontani. Sarà bello invece rivedere gli anziani del quartiere " do chianu" e del circolo anziani ( ex circolo combattenti) che seduti sulle panchine o sulla propria sedia portata da casa assisteranno alle serate della festa con lo sguardo attento alla ricerca di un familiare che vada loro incontro per un saluto e il sorriso di felicità per aver trascorso una serata diversa. A volte penso che se gli immancabili amanti della foto nei giorni di Festa si dedicassero a fotografare quei visi si scoprirebbe una parte di noi stessi che a poco a poco sta scomparendo.
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