Il Fiume Ciane ed il Papiro. Ciane, ninfa di Siracusa, tentò invano d'impedire il rapimento di Proserpina da parte di Fiutone, signore dell'Ade. Come punizione fu trasformata in fiume...; ma qualcuno afferma che fossero le lacrime della sconsolata Ciane a formare il corso d'acqua. Lungo le sponde del Ciane, nei dintorni di Siracusa, cresce ancora spontaneamente il papiro, con i suoi cespi alti fino a 3-4 metri e altrove ormai estinto. Il Ciane è un breve fiume le cui acque sgorgano dalle sorgenti di Fisima e Pìsimotta e sfocia dopo soli otto chilometri nel porto di Siracusa. In passato tutta questa area era acquitrinosa; qui si estendevano le paludi di Lisimelie che dopo opere dì bonìfica han-nao ceduto il posto a fertili zone agricole. Dell'area, visitabile a piedi o in barca, fanno parte anche le vecchie saline oggi abbandonate.
Le saline. Le saline di Siracusa si estendono per circa 50 ettari; furono installate all'inizio del '600 e da allora hanno prodotto sale marino fino al loro abbandono ai primi degli anni '80. Oggi è previsto il loro parziale riprìstino per conservare, anche se a solo scopo didattico, una testimonianza di una tìpica tradizione siciliana ormai quasi scomparsa. Le saline sì osservano bene dall'area antistante il faro: l'acqua che le riempie è, ormai, solo quella piovana e nei mesi estivi la zona è spesso totalmente asciutta. In detto periodo si possono osservare il reticolo di argini in pietra o in terra ed i canali con i resti delle vecchie chiuse in legno che mettevano in comunicazione fra loro i diversi ambienti, permettendo la distribuzione dell'acqua marina ai diversi settori della salina fino alle cosiddette casedde, le vasche quadrate vicino al mare. Qui il sale veniva raccolto e conservato in cumuli protetti da tegole o custodito nel vasto magazzino a pochi metri dal faro. Oggi le saline sono, soprattutto, un luogo privilegiato per l'osservazione degli uccelli acquatici. Dalla punta rocciosa su cui sorge il Faro e lungo il percorso indicato si possono osservare facilmente, soprattutto d'inverno, da novembre a marzo, gli uccelli presenti quali folaghe, anatre, fenicotteri, cigni reali, falchi di palude, cormorani e gabbiani mentre in primavera si possono ammirare gli aironi cenerini, le bianchissime garzette, le curiose spatole dal becco a cucchiaio, l'ibis mignattaio nonché il cavaliere d'Italia nel mese di aprile.