E citiamo solo alcune delle prodigiose promesse dei politici ennesi: il progetto dell'aeroporto in partnership con i cinesi come accennato è svanito nel nulla; l'intesa Enna-Padova che avrebbe spinto gli imprenditori veneti a investire al Dittaino è stata presto chiusa in un cassetto dopo la firma tra le due province regionali; i parecchi milioni di euro ottenuti per la scala mobile - un'idea già assurda in partenza per un territorio sottoposto a continuo dissesto idrogeologico e che reclama tante altre priorità - dopo l'annuncio di vittoria sono stati stornati altrove; per l'idroscalo al lago Pozzillo ci fu un tiepido tentativo di volo ma fu l'unico; del Parco tematico di Regalbuto, la megastruttura di divertimento per il quale era stato firmato l'accordo ma si sta ancora cercando la prima pietra ormai sommersa dalla vegetazione; per la strada Panoramica di Enna, ovvero la strada provinciale 28 che costituiva uno degli accessi alla città, dopo tira e molla e documentazioni giacenti sulle scrivanie dei ministri, si è giunti a un finanziamento di circa 6 milioni di euro che in pochi mesi è già lievitato a 7,5 milioni e naturalmente di avviare i lavori non se ne parla. Senza contare gli impegni caduti nel vuoto per la Ss 290 che da un anno è impercorribile.
Tra le chimere ennesi facciamo rientrare anche la strada Nord-Sud per la quale si paventa la revoca di un finanziamento di quasi mezzo miliardo di euro; a questo aggiungiamo le incredibili vicissitudini di numerose strade provinciali, con interventi appaltati poi revocati e comunque mai eseguiti a regola d'arte. Un tempo chi veniva da Caltanissetta poteva usufruire anche della Pergusina, ma è ormai un'arteria ridotta a una trazzera piena di insidie così come non è neanche agevole la strada per la Villa romana del Casale, meta - è superfluo ricordarlo - di migliaia di turisti. Per non parlare delle gincane da compiere per arrivare al museo di Aidone dove è custodita la Venere, a cui forse gli americani avrebbero riservato onori ben più adeguati. Della stazione ferroviaria ennese è quasi inutile parlarne, perché è praticamente in disarmo, anche se ogni tanto viene annunciato che verrà inserita in un progetto più ampio di rilancio infrastrutturale previsto dalle Ferrovie. Idem per l'autodromo di Pergusa, che un tempo richiamava tanti appassionati mentre ora si avvia verso un totale declino a causa anche della crisi che ha investito le manifestazioni motoristiche. E perché non citare anche i beni monumentali ennesi? Il Castello di Lombardia si sbriciola, la Torre di Federico è allagata dalla pioggia, i musei sono quasi tutti chiusi. In pratica chi arriva a Enna, lo fa solamente per affacciarsi dal Belvedere anche se la balaustra e traballante.
Ci sarebbe da scrivere tanto su ciò che non va nell'Ennese, compreso il tragico destino riservato a Confindustria, Asi e Camera di commercio. Ma basta così. Il disastro è sotto gli occhi di tutti e si aggravato a causa della carenza di fondi degli enti pubblici. Consigliamo solamente ai politici già usciti di scena a fare mea culpa su ciò che non si è fatto, mentre ai nuovi politici chiediamo di affrettarsi a pensare al proprio territorio prima che scada il loro mandato. Sono sicuro che da domani, appena uscirà questo articolo, qualcuno si risentirà come accaduto alcune settimane fa quando abbiamo pubblicato un bilancio e i costi delle sedute inutili delle commissioni provinciali (la fame nel mondo o altre tematiche di respiro internazionale che con Enna non hanno nulla a che vedere). Qualcuno addirittura chiedeva una rettifica di ciò che abbiamo pubblicato ma voleva rimanere anonimo! Anche ora, come sempre, siamo pronti a ospitare i commenti degli ex o attuali rappresentanti istituzionali che suoneranno pressappoco così: «Non è vero, abbiamo fatto questo, quest'altro e seminato tanto bene per l'Ennese». Ma vorremmo che qualcuno dicesse anche: «Avete ragione non abbiamo realizzato quel progetto oppure era un'iniziativa errata, abbiamo fallito e vi spieghiamo i motivi». Ci vuole sincerità ogni tanto e rispetto per gli elettori-cittadini.
Promesse a vuoto e fondi mai giunti.Il fondo di Enrico De Cristoforo
Quando ho letto l'articolo apparso sulla pagina di Enna del quotidiano "La Sicilia" mi sono subito trovato daccordo con quanto scritto da Enrico e la sera l'ho chiamato per complimentarmi con lui sul contenuto di un "fondo" che fotografa l'esatta situazione della nostra provincia.Se l'aveste perso ve lo riproniamo di seguito.
«E' in arrivo il volo Hong Kong-Enna, i passeggeri usciranno dal gate 9». Bene adesso prendo mio cugino e saliamo con la scala mobile a Enna Alta, oppure con la macchina attraversiamo la Panoramica. Così lo accompagno a visitare il museo Varisano, il museo Alessi, l'interno del Castello. Poi andiamo al famoso Parco di Regalbuto, e quasi quasi facciamo anche un giro sull'aereo turistico che parte dal molo del Lago Pozzillo. Domenica andiamo a vedere una bella partita al campo sportivo «Gaeta», poi gli faccio visitare la zona nord dell'Ennese, risparmiando tanti chilometri grazie alla maestosa strada dei Due mari (la Gela-Santo Stefano di Camastra). Purtroppo per gli ennesi, in quello ho scritto finora non c'è nulla di reale. Di concreto ci sono solamente i fiumi di parole, miliardi di lire prima e milioni di euro adesso che passano sopra le vostre teste e non arrivano mai a destinazione.
Da quando sono responsabile della cronaca di Enna, credetemi ne ho sentite talmente tante di promesse per questo territorio da riempire il rimorchio di un tir. Politici - senza distinzione di colore - che hanno impostato la campagna elettorale sulle infrastrutture, sugli accordi nazionali e addirittura internazionali per il commercio, la cultura, il welfare. Rappresentanti istituzionali che garantivano l'arrivo quasi imminente di finanziamenti cospicui che avrebbero garantito lavoro per tanti, agevolazioni per le imprese, meno disagi viari, servizi per il terzo settore, contributi per lo sport, lo spettacolo, le altre iniziative culturali. Avete visto qualcosa di concreto? Non mi sembra.