L'Etna anti Unesco tra rifiuti e furbetti In evidenza

Maggio 13, 2013 1922

ZAFFERANA ETNEA (CATANIA) - All’ingresso del sentiero non c’è un cartello turistico degno di questo nome. Ma l’autista del fuoristrada 4x4 conosce benissimo la strada: la prima a destra, dopo quel cumulo d’immondizia con vista (e puzza) mozzafiato. Con a bordo cinque turisti, solca sicuro la strada scoscesa del Pietracannone - in piena zona A del Parco dell’Etna, la più “protetta” - e accompagna la comitiva fin dove si può abbracciare la Valle del Bove con lo sguardo.

I turisti ripagano l’estasi con un paio di “cinquantoni” sull’unghia; la guida abusiva li agguanta e si allontana sgommando. Etna, versante nord; ieri mattina, ore 9,40. A un mese esatto dall’inizio della 37ª sessione del Comitato del patrimonio mondiale (dal 13 al 27 giugno a Phnom Penh, in Cambogia) abbiamo scoperto che tra il Vulcano e l’Unesco il vero ostacolo non saranno le 180 delegazioni pronte a spulciare il dossier per la World heritage list.

Ma i primi nemici siamo noi. Quelli che non rispettano i divieti, quelli che fanno i picnic con vuoti a perdere, quelli che “sfregiano” il futuro patrimonio dell’Umanità con disumana nonchalance. Ed proprio questo l’elemento di maggior preoccupazione, non tanto per un traguardo ormai scontato, quanto per i rigorosi controlli a cui l’Etna sarà sottoposto nei prossimi anni.

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