Adesso è semplice affermare che " lo avevamo detto". A dire il vero non abbiamo mai creduto alla favola che alcuni giornali andavano raccondando sulla costituzione di un mega libero consorzio che comprendesse i comuni dell'ex provincia di Enna e alcuni comuni dei Nebrodi. Gufi ? No . Solo ragionamento logico. La notizia che riportiamo dal quotidiano La Sicilia non fa che confermare il fatto che sul territorio dell'ex provincia di Enna pesano ancora le decisioni che vengono presi ad Enna da parte di personaggi incolori che intrecciano i loro obiettivi seppur da apparenti posizioni diverse.Non hanno meno colpe quei sindaci e presidenti dei consigli comunali che si sono "rifiutati" fino ad ora di discutere dell'argomento demandando il tutti ai "giochi politici" forse più comodi da realizzare per chi pensa alla politica come realizzazione personale. Abbiamo sempre affermato che questa volta sarebbe stato democratico sentire l'opinione dei cittadini del territorio dell'ex provincia di Enna perchè oggi si offre la possibilità ai cittadini di esprimersi su un argomento che li legherà possibilmente per i prossimi decenni al nuovo territorio. E adesso ? Meglio leggere fino in fondo l'articolo che segue.
regalbuto press
Grazie alla legge regionale n°8 del 2014, i comuni dei Nebrodi occidentali non hanno bisogno di aderire al consorzio delle Madonie o a quello di Enna per non dipendere più da Messina”. La riunione che si è svolta in un locale di Castel di Tusa, alla presenza di sindaci e consiglieri comunali, ha lanciato la proposta di costituzione di un nuovo consorzio dei Nebrodi, che comprenderà buona parte del versante tirrenico della vecchia provincia, e si potrebbe verificare la rinunzia dei nove comuni che avevano aderito, anche se non ufficialmente, al libero consorzio di Enna, partecipando tra l’altro ad alcune riunioni, che erano state organizzate presso l’Università Kore e condividendo totalmente le iniziative, che erano state intraprese, approvando in maniera totale le iniziativa intraprese dal sindaco Paolo Garofalo. Ora, invece tutto torna in alto mare perché alcuni rappresentanti politici di quella zona hanno evidenziato che è preferibile che l’area nebroidea non sia smembrata, perché anche aderendo ad un altro consorzio, le circoscrizioni dell’Agenzia delle Entrate, del Tribunale, dell’Azienda sanitaria, del Catasto, del Provveditorato agli studi, della Questura, della Prefettura, dell’Inps, ecc., rimarrebbero invariate, con il risultato che i comuni dei Nebrodi occidentali, pur associandosi ad Enna o alle Madonie, continuerebbero a far riferimento a Sant’Agata di Militello o a Patti, quando non direttamente a Messina, per tanti servizi. Una situazione questa che mette in difficoltà il libero consorzio di Enna,
perché verrebbero a mancare sia i 18 mila abitanti dei nove comuni dei Nebrodi ed anche Piazza Armerina, che pare abbia deciso di aggregarsi al libero consorzio di Catania assieme a Niscemi, che esce dal libero consorzio di Caltanissetta. Sui liberi consorzi, come ha sostenuto il sindaco di Enna, Paolo Garofalo, sono necessarie delle regole certe e non improvvisate per potere agire con una certa chiarezza. “Riteniamo -ha sempre dichiarato Garofalo – quanto meno ragionevole spostare la scelta dopo che si ha chiaro di cosa s’ intende fare con i Consorzi. Per questa ragione abbiamo proposto che i comuni si esprimeranno 60 giorni dopo l’approvazione della legge che ne determinerà funzioni e competenze”. Nonostante si sia in pieno agosto alcune cose vanno sicuramente valutate ed accertate perché il tempo scorre e la scadenza si avvicina a meno che a Regione non decida di dare una proroga che è stata richiesta sia dal gruppo dei grillini all’Assemblea regionale sia anche da diversi sindaci siciliani, una proroga di almeno sei mesi per potere ragionare meglio sulla costituzione di questi liberi consorzi.
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Riprendiamo e pubblichiamo dal quotidiano La Sicilia