Articoli filtrati per data: Gennaio 2025

Lunedì, 30 Marzo 2020 08:00

Anche Troina dichiarata Zona Rossa.

Forse si è perso tempo,forse no. Di fatto l'aumento dei casi ha fatto decidere il presidente della regione siciliana di dichiarare Troina zona rossa.Non si entra nè si esce.Fino al 15 aprile, nel centro montano dell’entroterra vigerà il divieto di accesso e di allontanamento dal territorio comunale e la sospensione di ogni attività degli uffici pubblici, a eccezione dei servizi essenziali e di pubblica utilità. Potranno entrare e uscire dal paese solo gli operatori sanitari e socio-sanitari, il personale impegnato nell’assistenza alle attività inerenti l’emergenza, nonché esclusivamente per l’ingresso e l’uscita di prodotti alimentari, di prodotti sanitari, di beni e servizi essenziali. 

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Lunedì, 30 Marzo 2020 07:49

738 anni dai Vespri Siciliani

Sono passati 738 anni, da quando il 30 marzo 1282 scoppiò a Palermo una violenta insurrezione contro i dominatori angioini, un’insurrezione, che la storiografia definisce con l’espressione “Vespri Siciliani”.Il 30 marzo del 1282 fu una giornata molto particolare per Palermo. Era un lunedì dell’Angelo e dopo la funzione serale dei Vespri, sul sagrato della Chiesa del Santo Spirito, un soldato francese di Sua Maesta Carlo I d'Angiò si rivolse in maniera ingiuriosa nei confronti di una giovane nobildonna accompagnata dal proprio marito.A difesa della moglie, l’uomo riuscì ad appropriarsi della spada del militare e, nella colluttazione che ne scaturì, lo uccise. Questo gesto fu la scintilla che fece scoppiare la rivolta che noi oggi conosciamo col nome di Vespri siciliani. Da quel momento a Palermo iniziò una vera e propria caccia al francese. Il tempo degli abusi e del malgoverno angioino sull’isola era finito.Questo episodio fu solo l’ultimo di una lunga serie. Il malcontento siciliano partiva da lontano e montava ormai da anni. Tra il conquistatore angioino, che si era liberato di tutti i successori di Federico II, e gli abitanti dell’isola non era mai nata la simpatia. Carlo d’Angiò era visto proprio come un usurpatore che aveva posto fine, con la violenza delle armi, al glorioso regno svevo che aveva visto la sua età dell’oro con lo Stupor Mundi.Dopo essersi cinto della corona di Sicilia nel 1266, con la benedizione di papa Clemente IV, il sovrano francese focalizzò tutte le sue attenzioni sul suo nuovo regno, dove si verificarono soprusi e violenze continue. La Sicilia stava pagando dazio poiché era stata sempre fedelissima ai sovrani svevi e mal digeriva questo avvicendamento dinastico.

I siciliani dopola morte di Corradino di Svevia avevano perso il loro punto di riferimento verso il quale convogliare le energie nella speranza di una cacciata dell’angioino. In loro soccorso, però, corse il re d’Aragona, Pietro III, il quale era marito di Costanza di Svevia, figlia di Manfredi e quindi nipote di Federico II. La regina risultava, di fatto, l’unica e legittima pretendente al trono di Palermo.Alla fine del 1280 si presentò una concatenazione di eventi che difficilmente si sarebbe ripetuta. Pietro III d’Aragona, dopo aver concluso la riconquista delle sue terre che erano ancora in mano agli arabi, era pronto a sposare la causa siciliana. Il papa Niccolò III, grande alleato della corona angioina, morì e Carlo d’Angiò era impegnato, al fianco dei veneziani, in una guerra contro Michele VIII Paleologo, imperatore di Bisanzio. Fu così che i baroni siciliani colsero la palla al balzo e fomentarono una serie di rivolte popolari che avrebbero dovuto dare un segnale forte: in Sicilia non c’era più spazio per la monarchia angioina.La contesa bellica conseguente ebbe una risonanza internazionale e le potenze europee dell’epoca si schierarono a favore dell’uno o dell’altro partito. Carlo d’Angiò poteva contare sul papa, su Filippo III di Francia e sui guelfi fiorentini. Pietro III d’Aragona era sostenuto da Edoardo I d’Inghilterra e Rodolfo d’Asburgo.All’alba del 31 marzo 1282, la città di Palermo si proclamò indipendente e la rivolta si estese a tutta la Sicilia. Carlo d’Angiò dapprima decise di sedare la rivolta promettendo una serie di riforme, in un secondo momento decise di ricorrere alle sue principali alleate, le armi. Si ebbero una serie di guerre. Fin da subito Pietro III d’Aragona sconfisse il suo rivale il quale ripiegò a Napoli. Malgrado la sconfitta iniziale il sovrano francese non si diede per vinto.Fu così che dalla rivolta del Vespro prese vita una guerra ventennale che vide opposti Aragonesi ed Angioini per il controllo dell’isola. Solo nel 1302 venne firmata la pace di Caltabellotta che pose fine a questa prima fase di conflitti. La conseguenza fondamentale fu la separazione di quello che fino ad allora era un unico regno in due compagini politiche distinte. Il Regno di Sicilia, che corrispondeva a tutto il Mezzogiorno continentale, rimase in mano agli angioini, e il Regno di Trinacria, costituito dalla Sicilia e dalle isole adiacenti, che passò sotto lo scettro di Federico III d’Aragona.I Vespri siciliani oltre alle conseguenze politiche di cui sopra, rappresentarono una fase fondamentale per la storia siciliana. La relazione tra l’isola e la monarchia aragonese divenne strettissima e grazie ad essa, la Sicilia vide crescere la sua importanza strategica nei traffici marittimi del Mediterraneo. Inoltre una cospicua fetta di nobiltà dall’Aragona si trasferì nell’isola integrandosi perfettamente col tessuto sociale locale.Infine il legame tra i siciliani ed i sovrani aragonesi fu molto diverso di quello che si era instaurato con Normanni e Svevi. La nobiltà siciliana, infatti, godeva di un rapporto quasi paritario con quella aragonese e grande era la considerazione della quale godevano i rappresentati dell’isola presso il re, cosa che coi sovrani precedenti non esisteva, in quanto vigeva una più marcata subordinazione.

 
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Domenica, 29 Marzo 2020 11:45

Fabio Venezia in attesa di un tampone.

"Ho febbre e perdita di forze, ho fatto una Tac e alcuni esami, sono in attesa di risultato e di fare il tampone".
Il sindaco di Troina, Fabio Venezia, annuncia sul suo profilo facebook di non stare bene: "Ringrazio quanti in questi minuti mi stanno chiamando e a cui non ho potuto rispondere. Cercando di fare il mio dovere, nei giorni scorsi sono stato purtroppo a contatto con persone risultate poi contagiate e adesso sono in attesa di fare anche io il tampone. Per adesso resisto! Fin quando le forze mi assisteranno continuerò in isolamento e da casa a gestire in prima persona l'emergenza con l'aiuto prezioso dei miei assessori e dei miei collaboratori. Vi ringrazio della vostra vicinanza e del vostro affetto".

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Se c'è una delle cose positive di questo virus è quello di averci fatto riscoprire il senso dell'altro , dell'aiuto e della solidarietà. Gli esempi non mancano a Regalbuto : la raccolta di alimenti da destinare alle famiglie più bisognose , Il Mulino Paratore per aver donato la farina , l’Oleificio Baio  per avere donato olio,  la ditta Mondo Plast per aver donato DPI e d altro materiale alla Polizia Municipale, la ditta Soaplast anch’essa a disposizione con DPI per chi si trova in prima linea. la Milla , ma anche semplici cittadini che sui social invitano i panettieri e i fruttivendoli di non buttare la roba per donarla gratuitamente a chi ne ha bisogno. Semplici gesti come quello dell'azienda agricola Nicosia che mette a disposizione i propri prodotti a titolo Completamente gratuito per i concittadini che ne hanno un reale bisogno, una reale necessità, una reale mancanza. " Chiedo a chi conosce o risiede accanto a nuclei familiari meno abbienti, anziani o persone che vivono queste giornate nel totale silenzio e vergogna di contattarmi in modalità privata, tramite messaggi o chiamate al numero 3338794713, indicandomi l indirizzo, sarà mia cura nel totale anonimato consegnare a domicilio quel che posso affinché anche chi non può, possa." Ha scritto il titolare dell'azienda sui social. Si moltiplicano le iniziative che dimostrano pian piano la ritrovata coesione sociale che personalmente vedevo a tratti negli anni passati. Oggi però c'è ancora una sottile diffidenza verso gli altri. Diffidenza dettata soprattutto dalla paura ( a volte esagerata) del contagio , ma chi non ha paura ? E dunque è bene continuare a mantenere le distanze , essere prudenti e rispettare gli inviti a restare a casa. Ma è sulla solidarietà che vorrei ancora soffermarmi, invitando anche gli scettici, a coloro che in qualche modo trovano motivo per "fuggire" dal dare semplicemente, di credere che questa non è una guerra è più . E' qualcosa che non ci aspettavamo , che ci ha trovati impreparati , che ha cambiato le nostre vite. Una cosa che ci sta facendo riscoprire la famiglia nel suo nucleo, che ci sta facendo riscoprire cose dimenticate perchè immersi in una frenetica quotidianità. Ci sono tra noi persone sole, persone che non arrivano alla terza settimana , persone che non trovano lavoro se non saltuariamente. La raccolta di alimenti, la gratuità di certi gesti oggi sono necessari. " NESSUNO SI SALVA DA SOLO , MA SOLO INSIEME. NESSUNO SIA LASCIATO SOLO " nella preghiera di Papa Francesco. Così combatteremo il virus, solamente in questo modo ritroveremo la capacità dei regalbutesi di riemergere più forti e solidali. Quella capacità e quell'impegno che i nostri padri , i nostri nonni misero dal giorno dopo la fine della guerra che pian piano fecero di Regalbuto una delle società più sviluppate della provincia. Solidarietà. Nessuna abbia paura !

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Cento milioni di euro dalla Regione Siciliana per consentire alle famiglie disagiate di accedere all'assistenza alimentare. Lo ha deciso il governo Musumeci, riunito  a Palazzo Orleans, in seduta straordinaria e urgente."Si tratta di una prima necessaria risposta che vogliamo dare per consentire a migliaia di famiglie siciliane, ormai esasperate, di far fronte almeno alle immediate esigenze alimentari. Speriamo che arrivino prestissimo anche gli interventi dello Stato, da me più volte sollecitati. In queste settimane di paralisi - aggiunge il governatore - sono cresciuti a dismisura nella nostra Isola i nuclei familiari più fragili e maggiormente disagiati, quelli cioè che stanno soffrendo più di tutti la perdurante crisi dovuta all'emergenza Coronavirus. Famiglie che in parte si aggiungono alle altre 450 mila dichiarate povere in Sicilia, secondo i dati dell’Istat.Le risorse - continua Musumeci - verranno assegnate, in più tranche, a tutti i Comuni, che nella distribuzione - si legge nella delibera - dovranno prestare particolare riguardo “alle nuove povertà determinate dalle famiglie che non percepiscono più alcun reddito, compreso quello di cittadinanza, e alcuna altra assistenza economica o sanitaria”.

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Due iniziative , due modi per non lasciare indietro quei studenti in difficoltà che non possono seguire le lezioni on line, e un aiuto alle famiglie più bisognose. Così l'amministrazione comunale in concerto con tutti i gruppi consiliari di Regalbuto per venire incontro alle persone  e famiglie che da questa crisi dettata dal Coronavirus e della mancanza di lavoro sono in difficoltà. " Ci stiamo sforzando di contribuire in ogni modo- scrive il Sindaco Francesco Bivona - affinché nessuno, sopratutto a scuola, resti indietro.Per questo di concerto con il Vicesindaco Giaggeri che si occupa di pubblica istruzione e la Preside Prof.ssa Giuffrida, questa mattina abbiamo autorizzato una ulteriore spesa per l'acquisto di un Tablet per gli studenti che si trovano in difficoltà e non possono sostenere spese per dotazione tecnologica.In aggiunta alle risorse messe a disposizione dalla Regione Siciliana, un ulteriore importante contributo economico del nostro comune permetterà quindi di estendere la platea dei ragazzi anche accederanno alla formazione a distanza acquistando dei tablet da consegnare in comodato gratuito con scheda e connessione.

" Non è il tempo delle medaglie, ma della solidarietà e dell’unione. - scrive Bivona -In queste settimana stiamo assistendo ad una comunità coesa e più forte. Ogni iniziativa è sostenuta da tutti.A partire da tutti i consiglieri comunali indistintamente, che ringrazio e che ci hanno dato il massimo supporto appoggiando ogni provvedimento emesso in questo momento senza alcuna distinzione di maggioranze o opposizioni, condividendo appieno tutta l’azione svolta.Ed è in questi momenti che si vede anche la forza di una comunità  dei singoli cittadini, che già stamattina hanno riempito i carrelli dei volontari dell’Avas  della Misericordia di Regalbuto.E ringrazio anche
- Il Mulino Paratore per aver donato la farina
- L’Oleificio Baio per avere donato olio
- La ditta Mondo Plast per aver donato DPI e d altro materiale alla Polizia Municipale
- La ditta Soaplast anch’essa a disposizione con DPI per chi si trova in prima linea.

 

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Una delle precauzioni igieniche  alla quale dobbiamo per forza abituarci è l'uso dei guanti monouso. E' bene tenere a casa una scorta di questi guanti anche perchè è la stessa parola che lo indica: guanto usato una sola volta. Come tale ogni volta che andiamo a fare la spesa nei supermercati e afferriamo il carrello e gli alimenti in genere , comprese le monete per poi pagare alla casse, è necessario buttare i guanti che abbiamo usato. Perchè questi guanti non si possono ne lavare ne riutilizzare al pari delle mascherine che dopo l'uso dovranno essere buttate nella indifferenziata. Utilizzare guanti in lattice monouso per contrastare il coronavirus è sicuramente un fattore importante poiché possono essere una barriera efficace ma come e quando utilizzarli e quando invece farne a meno? Proviamo a fare il punto. I guanti monouso in lattice sicuramente sono da utilizzare perché servono a contrastate il contagio ma solo se sappiamo come utilizzarli e come toglierli, altrimenti il loro utilizzo viene vanificato. Vanno utilizzati quindi in modo corretto facendo molta attenzione a non toccare il lato che è stato a contatto con oggetti, ecc altrimenti tutti i batteri e virus che non abbiamo toccato prima li veicoliamo tutti in un colpo. I guanti monouso servono a prevenire le infezioni a patto che: non sostituiscano la corretta igiene delle mani che deve avvenire attraverso un lavaggio accurato e per almeno 60 secondi , prima e dopo aver indossato i guanti. La procedura dice di rimuovere il primo guanto afferrando la parte esterna del guanto sul polso e sfilandolo in modo tale da rovesciarlo una volta rimosso. Rimuovere quindi il secondo guanto facendo scivolare le dita della mano non protetta all'interno del polso del guanto sfilandolo in modo tale che sia rovesciato. Dopo aver rimosso i guanti procedere a lavare le mani in quanto l'utilizzo degli stessi non è garanzia al 100% di protezione totale dalla contaminazione.Come ricorda l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), bisogna stare attenti a seguire tutte le precauzioni del caso. In alcuni contesti lavorativi, i guanti “sono necessari, come per esempio per il personale addetto alla pulizia, alla ristorazione o al commercio di alimenti”, è il parere dell’Iss riportato nelle raccomandazioni. Quindi lo ribadiamo: lavarsi bene le mani prima e dopo e soprattutto  i guanti non devono essere riutilizzati e non bisogna toccarsi con esse bocca,occhi e naso. Un ultima cosa è utile dirla specie per chi con gli stessi guanti è costretto a prendere alimenti e contante  per pagare la spesa. E' secondo noi opportuno evitare lo stesso contatto degli alimenti e del contante.

Vi rimando per maggiori informazioni ad uno dei tanti articoli che servono ad approfondire l'argomento . Leggi qui

 
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C'era da immaginarlo e del resto l'attuale situazione conferma che ci vorrà del tempo affinchè si possa dire che siamo fuori pericolo. Per esempio i vaccini. Si ipotizza un anno e forse più prima che vengano testati e messi in produzione, il fatto che le attività potranno ricominciare lentamente ma con estreme prudenza perchè , nonostante il calo del picco ( quando arriverà), il virus continuerà a trasmettersi nell'uomo. Quindi l'annuncio che dal 3 aprile le scuole non riapriranno. Ma , secondo noi, dichiarato dal Governo valido l'anno scolastico, si può ipotizzare che il ritorno nelle aule potrebbe ulteriormente allungarsi.

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Sabato, 28 Marzo 2020 11:20

Matteo Renzi. Riapriamo tutto.

Il senatore Matteo Renzi insiste sull'urgenza di riavviare al più presto le attività produttive che sono state sospese con l'ultimo decreto del governo, per limitare i contagi di coronavirus in Italia: "Questo virus ci farà ancora male. Non per settimane, per mesi e mesi. Il vaccino non c’è e se andrà bene torneremo ad abbracciarci tra un anno, se andrà male tra due…". È l'allarme lanciato ancora una volta dal leader di Italia viva, in una lunga intervista ad ‘Avvenire', che chiede di riaprire entro Pasqua le scuole, i negozi, le chiese e le librerie. Per l'ex segretario dem gli italiani dovrebbero imparare a convivere con il virus.

L'ex premier aggiunge: "Riapriamo. Perché non possiamo aspettare che tutto passi. Perché se restiamo chiusi la gente morirà di fame. Perché la strada sarà una sola: convivere due anni con il virus". Per il senatore di Scandicci "bisogna consentire che la vita riprenda. E bisogna consentirlo ora. Sono tre settimane che l’Italia è chiusa e c’è gente che non ce la fa più. Non ha più soldi, non ha più da mangiare. I tentacoli dell’usura si stanno allungando minacciosi specialmente al Sud. Senza soldi vincerà la disperazione e si accende la rivolta sociale. I balconi presto si trasformeranno in forconi; i canti di speranza, in proteste disperate".


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Lo comunica l'Oasi stessa.
"Oggi i pazienti e gli operatori ai quali è stato riscontrato il contagio da Covid-19 presentano un quadro clinico che non desta particolari preoccupazioni, manifestando una sintomatologia con forma lieve o moderata.Non si registrano al momento casi di persone con stato di salute severo o insufficienza respiratoria grave. Risultano attualmente ricoverate in altri ospedali, tre persone, delle quali due saranno dimesse presumibilmente tra oggi e domani.
Per quanto riguarda il fabbisogno dei dispositivi di protezione individuale, criticità che si registra in tutta Italia, sono arrivati in questi giorni, e anche stamani, altre mascherine e diverso materiale sanitario per consentire agli operatori di lavorare in sicurezza. La quantità al momento è sufficiente per proseguire nei prossimi giorni.
Nel frattempo si è in attesa di ricevere e acquisire ulteriori forniture anzitempo richieste. Nel pomeriggio di oggi inoltre, in Istituto, si è svolto un incontro tra i vertici aziendali dell’Oasi, il commissario per l’emergenza Giuseppe Murolo, il responsabile del Comitato per l’emergenza Covid-19 in Sicilia, Antonio Candela, e il direttore scientifico dell’Istituto Neurolesi "Bonino Pulejo", Dino Bramanti, quest’ultimi inviati dall’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, per monitorare e coordinare ulteriori azioni di prevenzione e contenimento del contagio da Coronavirus. “Abbiamo ritenuto, congiuntamente con gli membri del Covid- Team, di procedere all’impiego di dispositivi di telemedicina per portare le informazioni direttamente dal letto di casa, qualora qualcuno fosse a domicilio o in altre strutture non ospedaliere, agli operatori sanitari. Si tratta di monitoraggi che permetteranno di valutare anche un eventuale ricovero. Infine – conclude il professor Bramanti – le misure fino ad ora adottate dall’Istituto sono state assolutamente adeguate e applicate in maniera preliminare e preventiva, e ulteriormente affinate a seguito dell’insediamento del commissario Murolo”.
Il responsabile del Comitato per l’emergenza Covid-19 in Sicilia, il dottore Antonio Candela, ha espresso parole di gratitudine per il personale sanitario dell’Irccs Oasi di Troina che sta operando con "grande abnegazione e spirito di sacrificio".

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