Articoli filtrati per data: Novembre 2024

Domenica scorsa al Palasport Giovanni Paolo II , davanti ad un folto pubblico, si è disputato l’incontro amichevole tra le due società sportive di pallavolo affiliate all’ACSI ENNA,vale a dire il Volley Centuripe e l’Amèselon Volley di Regalbuto. L’incontro serviva per tastare i progressi registrati al team di Centuripe e per cercare conferme nel sestetto di Regalbuto. Regalbuto e Centuripe sono legate dallo stesso fenomeno sportivo di pallavolo femminile.Due società in crescita come numero di iscritti e praticanti. Diciamo subito che l’incontro è terminato con il risultato di tre a zero per le regalbutesi che nonostante avessero nelle gambe e nella testa le notti del “carnevale “ grazie ad una panchina più ampia sono riuscite a sopperire alla giornata “no” di alcune titolari che assicurano continuità di rendimento sia in attacco che in difesa. Tre set a zero ma tutti ben giocati da entrambe le formazioni con momenti più intensi. Le ragazze di Centuripe sono alla loro seconda uscita stagionale e dunque per ora pagano la non abitudine alle partite agonistiche dove il risultato dipende da vari fattori. Ma fino ad ora hanno dimostrato di possedere quei fondamentali necessari che negli anni con l’esperienza, potranno rappresentare il valore aggiunto. Tra le regalbutesi da registrare l’esordio casalingo delle due centrali Nella Lizzo Scorpo e Cristina Grassia Marchese e la buona prova ancora una volta della regista Noemi Lombardo. In vista delle prossime festività del Carnevale di Regalbuto,mister Agostino Vitale ha concesso due settimane di pausa in vista dei prossimi impegni che si annunciano piuttosto allettanti specie nei mesi di Aprile e Maggio mesi in cui i due comitati provinciale Acsi di Enna e Catania stanno mettendo a punto il progetto di far disputare un campionato interprovinciale Acsi che possa tenere impegnati gli iscritti fino al mese di giugno per poi proseguire con il tentativo di far disputare partite di soft volley in uno degli stabilimenti balneari della playa di Catania.

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Sette donne autorevoli, giovani e meno giovani, cattoliche e laiche, credenti e non credenti, pongono tre domande al Papa: sul ruolo delle donne nella Chiesa, sul sacerdozio, sulla teologia femminile e femminista. Sono Mariella Gramaglia, Luisa Muraro, Giulia Lo Porto, Marinella Perroni, Giancarla Codrignani, Giorgia Serughetti, Emma Fattorini.  Perché in meno di un anno Papa Bergoglio ha cambiato radicalmente lo stile e l’immagine di una Chiesa che appare, come scrive Matilde Passa, tra rinnovamento e mutazione. Perché non è più tempo di parlare di “Donna”, ma di accettare e far pesare quello che Ludovica Eugenio definisce “Il volto femminile di Dio”, come ormai da tempo dicono le teologhe. Perché la dimensione mediatica del messaggio di Francesco rivela, come argomenta Bia Sarasini, la posta in gioco di un passaggio epocale. Delle donne però Francesco dice poco, si mantiene prudente, parlando delle suore allude alle zitelle, con un modus “barzellettistico”, antico. Un papa così aperto che dialoga volentieri con il mondo laico, delle donne parla con gli uomini…Nel suo documento “Evangelii Gaudium” afferma è vero che non ci sono ostacoli dottrinali al sacerdozio femminile eppure per il sinodo straordinario dei vescovi, che si terrà a primavera prossima, sono state suggerite delle criticità relative a certe forme di femminismo ostile alla chiesa, ma il femminismo non è una ideologia avversa alla chiesa e non lo è neppure l’idea di parità che viene vista come una minaccia all’ortodossia familiare e non lo è neppure la naturale propensione alla complementarietà fra i sessi. Una collegialità maggiore con questo pontefice che ha aperto sospetti ma anche aspettative, che professa la fede in un Dio che è degli ultimi, che è di tutti in egual misura è auspicabile. Caro Francesco fra le possibili interlocutrici ti suggerisco tutte quelle teologhe che si sono date strumenti culturali, cognitivi e intellettuali validi, che hanno saputo recuperare il volto femminile di Dio che la struttura patriarcale della chiesa in questi ultimi duemila anni ha smarrito. La teologa che è strutturalmente ancorata al sociale e in maniera pragmatica incarna dolori e frustrazioni può aiutarti a meglio professare la Parola. Incidendo profondamente in questa realtà androcentrica, che è anche un sistema di potere assai criticabile, ne converrai. Il mondo delle donne ha tante voci e tanto pensiero e se non si apre uno spazio di interlocuzione rischia di perdersi. Caro Francesco hai detto a Scalfari che ti sarebbe piaciuto fare una teologia delle donne, bene parlane direttamente alle donne e lascia perdere Eugenio Scalfari.

Gabriella Grasso

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Sabato, 22 Febbraio 2014 09:45

AL PALASPORT RITORNA LA PALLAVOLO FEMMINILE.

Ritorna la pallavolo femminile al Palasport Giovanni Paolo II di Regalbuto. Domenica 23 febbraio prossimo alle ore 17,00 sul parquet del Palasport si incontreranno le due formazioni affiliate all’ACSI Enna di Centuripe e Regalbuto. Un amichevole di lusso che certamente non mancherà di entusiasmare il pubblico che ama la pallavolo. Noemi Lombardo e compagne terranno a battesimo difatti la prima trasferta ufficiale del team Volley Centuripe che scenderà a Regalbuto per mettere a frutto i mesi di allenamento che sotto la guida attenta della dirigenza stanno cercando di far rinascere la pallavolo a Centuripe. L’occasione è appunto l’amichevole con la formazione di mister Agostino Vitale che fino ad ora ha puntato a cercare quel salto di qualità che gli permette di poter affrontare le partite più insidiose. Il ritorno di Nella Liuzzo Scorpo e Cristina Grassia Marchese hanno fatto si che la rosa a disposizione della società si sia arricchita di esperienza , mentre l’ottima forma di Ilenia Bivona ( posto 4) e del libero Martina Politi sono garanzia di tenuta sia in attacco che in difesa. Appuntamento dunque alle ore 17,00 di domenica 23 febbraio con la pallavolo al Palasport di Regalbuto.

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Venerdì, 21 Febbraio 2014 19:48

L'Oleandro....

Guardare l’Italia attraverso la metafora dell’oleandro. Della pianta che grazie a una minoranza dei suoi fiori colora un intero paesaggio e stabilisce la superiore bellezza di un luogo. I fiori dell’oleandro sono qui le tante donne sconosciute che si battono per una giustizia generosa verso i deboli e per chi ha visto calpestati i suoi diritti. Le donne che in veste di avvocato, giornalista o architetto, sindaco o militante dell’antimafia, creatrice di cooperative o barista o studentessa, scienziata o operaia, cantante o stagista, suora o professoressa o viaggiatrice misteriosa, comunicano a chi è sopraffatto dalle immagini di un paese indecente un’altra idea dell’Italia. Che regala serenità, un senso profondo di decoro morale, il piacere di scoprire che il paese descritto come privo di esempi ne è invece ricco dalla Lombardia alla Sicilia. Un libro che restituisce con naturalezza al lettore una realtà fatta di dignità, di impegno e di fiaba inconsapevole.Il progetto del libro muove da questa metafora. Anche un paese infarcito di codardi e di infingardi, di meschini e di arrivisti, diventa bello e degno di essere vissuto se ha le sue minoranze che pensano e costruiscono, donano e seminano. Lottano contro le ingiustizie o regalano gentile ed educata convivenza, fanno avanzare la scienza o conferiscono nobiltà alle istituzioni. In fondo, anche se di questi tempi l’affermazione un po’ stride con il mito trionfale delle maggioranze, ormai abilitate a decidere – in quanto tali – che cosa sia giusto o ingiusto, falso o vero, sono le minoranze che fanno la storia.

Le minoranze sono rappresentate dalle donne e dalle loro storie, fuori dai luoghi comuni, dai cliché e dalla solita storia (maschile) a cui siamo stati abituati. Da qui, forse, un giorno, riusciremo a ripartire.

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Anche quest’anno, dal 21 al 23 marzo 2014, organizzati dall’Amministrazione Comunale, si svolgeranno nello splendido Comune di Centuripe (EN) i festeggiamenti della Sagra dell’arancia rossa di Centuripe, dedicata alle dolcissime arance locali, frutto coltivato da anni in grande quantità in queste fertili zone ai piedi dell’Etna.In dialetto locale chiamate "taruocco", queste arance sono un prodotto tipico della Sicilia conosciute per la loro dolcezza e bontà.Centuripe, uno dei “Comuni più belli d’Italia” è un glorioso centro siculo, che nell’occasione si trasformerà in un grande teatro grazie alle varie iniziative e spettacoli che animeranno i pomeriggi e le serate allietando i numerosi turisti e le persone del posto. La Sagra delle arance coinvolgerà artisti ed associazioni del territorio al fine di promuovere non solo la tra-dizione popolare e la cultura “siciliana”, ma anche le sue peculiarità turistiche.Seguirà la realizzazione dell’evento con la Pro Loco di Centuripe, associazione attiva di promozione e valorizzazione turistica e storico-culturale del territorio attraverso l’idea  della battaglia dell’arancia rossa.Il programma dei festeggiamenti prevede manifestazioni di carattere culturale, spettacoli musicali e folclori-stici, vendita delle arance e di altri prodotti a km zero dal mattino alla sera, degustazioni gratuite di delica-tezze alle arance, nonché percorsi enogastronomici. Non mancherà la benedizione delle arance a cura del parroco Don G. Giuffrida. 

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Giovedì, 20 Febbraio 2014 15:12

Edilizia.In arrivo due milioni di euro.

La legge di Stabilità dello Stato recentemente approvata mette a disposizione della provincia di Enna ben 2 milioni di euro che i Comuni possono utilizzare per interventi in edifici privati. L’importo massimo del contributo per gli interventi sulle parti strutturali di edifici privati viene stabilito in base a precisi parametri: per il rafforzamento locale 100 euro per ogni m2 di superficie lorda coperta complessiva di edificio soggetta ad interventi, con il limite di 20.000 euro moltiplicato per il numero delle unità abitative e 10.000 euro moltiplicato per il numero di altre unità immobiliari; per il miglioramento sismico 150 euro per ogni m2 di superficie lorda coperta complessiva di edificio soggetta ad interventi, con il limite di 30.000 euro moltiplicato per il numero delle unità abitative e 15.000 euro moltiplicato per il numero di altre unità immobiliari; per le demolizione e le ricostruzione 200 euro per ogni m2 di superficie lorda coperta complessiva di edificio soggetta ad interventi, con il limite di 40.000 euro moltiplicato per il numero delle unità abitative e 20.000 euro moltiplicato per il numero di altre unità immobiliari.
È stato approvato l’elenco dei Comuni che possono sforare il patto di stabilità per pagare le imprese. I Comuni devono pagare entro giugno. La Ragioneria generale dello Stato ha pubblicato il riparto degli spazi finanziari attribuiti a ciascun comune per escludere dal patto di stabilità interno i pagamenti in conto capitale per un importo complessivo di 840 milioni di euro previsto per i comuni. La Legge di stabilità aveva riaperto i termini per richiedere lo sforamento finalizzato al pagamento dei debiti commerciali degli enti locali e specificatamente di debiti in conto capitale certi, liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2012, di debiti in conto capitale per i quali sia stata emessa fattura o richiesta equivalente di pagamento entro lo stesso termine, nonché dei debiti in conto capitale riconosciuti alla data del 31 dicembre 2012 ovvero che presentavano i requisiti per il riconoscimento di legittimità entro la medesima data. Ora occorre che i comuni provvedano a pagare entro giugno non potendo computare nell’esclusione i pagamenti successivi.
Gli importi per i venti comuni della provincia di Enna sono circa due milioni di euro, così ripartiti: Agira 91.661; Aidone 62.864; Assoro 57.372; Barrafranca 96.616; Calascibetta 97.557; Catenanuova 94.500; Centuripe 92.362; Cerami 76.674; Enna 409.645; Gagliano Castelferrato 82.302; Leonforte 120.218; Nicosia 147.365; Nissoria 67.523; Piazza Armerina 232.852; Pietraperzia 85.912; Regalbuto 90.578; Troina 126.866; Valguarnera Caropepe 60.686; Villarosa 75.786.

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Il Carnevale 2014 oramai impazza nelle vie e nelle piazze di Regalbuto e come ogni anno si moltiplicano gli appelli delle Istituzioni contro l’abuso di alcool durante le sere della festa. Per prima è stata l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesco Bivona il quale la settimana scorsa aveva convocato un “vertice” con le forze dell’ordine per mettere in atto alcune iniziative atte a scoraggiare il pericoloso fenomeno che coinvolge anche i minori in cerca di sballo. Ora è la volta del movimento civico “uniti per Regalbuto” che ha pubblicato manifesti murali che invitano a non consumare alcool durante le feste di Carnevale.“Abbiamo predisposto una serie di iniziative – riferisce il consigliere comunale Mariano Beninati – atte a sostenere le famiglie e i giovani, abbiamo iniziato questo percorso con la conferenza “Famiglie in chat: navigando nella legalità”, proseguendo con iniziative di solidarietà come la donazione di alimenti alla Caritas Regalbutese e la donazione di giocattoli ai bambini malati del reparto oncologico del Policlinico di Catania , adesso noi consiglieri comunali di Uniti per Regalbuto ci siamo autotassati per dare la possibilità al nostro movimento di realizzare questa campagna di sensibilizzazione attraverso tre manifesti che scoraggiano l’utilizzo di sostanze alcoliche. In questi giorni gli spazi di affissione comunali saranno tappezzati con immagini e slogan di impatto, con la speranza che il messaggio che vogliamo lanciare, venga recepito dai cittadini regalbutesi, non affogate il divertimento nell’alcol recita uno degli slogan, cercate di metterlo in atto.” Santa Todaro responsabile del settore sociale del Movimento Civico ribadisce: “questa iniziativa ci impegna anche con una serie di volantinaggi durante le giornate del carnevale e con l’affissione delle nostre locandine anche nelle scuole, vogliamo lanciare il messaggio in modo capillare e fare capire che ci si può divertire anche senza l’uso dell’alcol che molto spesso crea scompiglio nelle famiglie, nelle comitive e di certo non giova alla riuscita di una festa o di una manifestazione come il carnevale. Uno degli slogan recita : “Libera il divertimento dall’alcol” ed è cosi che vogliamo crescere i nostri giovani e aiutare le famiglie regalbutesi, liberi da ogni forma di dipendenza. “

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Verrà conferita sabato 1 marzo la cittadinanza onorari allo scrittore Andrea Camilleri e all’ex capo della Squadra Mobile che per anni ha prestato servizio a Enna, Santi Giuffrè.La stesura del programma è ai dettagli ma pare sicuro che la giornata sarà divisa in due momenti: al mattino conferenze, nel pomeriggio il consiglio comunale che conferirà la cittadinanza. La seduta si svolgerà al teatro Garibaldi alla presenza dei due illustri “prossimi” ennesi sempre che le condizioni di salute aiutino Camilleri nel viaggio.
L’idea della cittadinanza onoraria è nata dal sindaco Paolo Garofalo che ha subito trovato la sponda del Consiglio Comunale nella programmazione dell’evento che ha visto anche l’importante collaborazione della questura di Enna con in testa il questore Ferdinando Guarino.
Per Enna, che vuole avocare a sé il senso di città della cultura, sarà un’occasione davvero importante e le attese trepidanti di questi giorni confermano quanta attenzione si stia prestando all’evento.
Lo scrittore Andrea Camilleri, il creatore del Commissario Montalbano, ad Enna ha passato alcuni anni della sua giovinezza, dal 1946 al 1948, ed in quei tre anni spesso il suo rifugio preferito era la Biblioteca Comunale dove andava per scrivere le sue poesie ed i suoi racconti e dove consultava volentieri i testi di Nino Savarese.
Santi Giuffrè, invece, ad Enna è stato capo della Squadra Mobile – primo incarico per lui – per poi passare nel 1991 alla questura di Palermo che gli ha aperto le porte ad incarichi e risultati lusinghieri tutti improntati alla legal

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12. I cognomi dell’ennese:  Caramanna,  Marotta, Volante, di Francesco Miranda

Caramanna

Il cognome Caramanna ha due ceppi: il ceppo siciliano che probabilmente deriva da “Caramania” regione dell’Asia Minore, posta di fronte all’isola di Cipro, luogo di origine dei capostipiti o luogo da cui gli stessi erano ritornati dopo aver partecipato alla Crociate.; il ceppo piemontese che dovrebbe derivare da nomi di località come Caramagna di Imperia, Caramagna di Monsacco, nell’alessandrino o Caramagna Piemonte nel cuneese. Caramanna è diffuso maggiormente in Sicilia, in quasi tutte le province, in particolare nel catanese (Catania, San Giovanni La Punta, Acicatena, ecc.), nel nisseno (San Cataldo, Delia, Caltanissetta, ecc.), nell’agrigentino (Canicattì, Favara, Agrigento), nell’ennese (Agira, Enna); è diffuso anche nel Lazio, Campania, Lombardia, Piemonte, e in qualche altra regione italiana.

Tracce storiche e personaggi.  Secondo lo storico Filafelfio Mugnos (Lentini 1607/Palermo 1675), Caramanno fu una famiglia nobile di Noto alla quale appartenne un Giovanni Caramanno, “cammariero” del re Ludovico dal quale ebbe molti beni; li perdette però   a causa della sua partecipazione alla ribellione dei baroni. Tali beni furono recuperati dal figlio Antonio che possedette mezzo feudo della Baronia di Mazzarrone, nel territorio di Caltagirone. A lui succedette la figlia Giovanna che  ottenne conferma del feudo e che poi donò al monastero di Noto.

Marotta

Si tratta di un cognome diffuso in tutte le regioni del sud, soprattutto  in Campania (nel napoletano, nel salernitano, nel casertano) e in Sicilia, in tutte le province, in particolare nell’agrigentino (Favara, Sciacca, Aragona, ecc.), nel catanese (Catania, Misterbianco, Palagonia, ecc.), nel messinese (Messina, Naso, Sant’Agata Militello, ecc.), nel siracusano (Siracusa, Priolo, ecc.), nell’ennese (Pietraperzia, Barrafranca, Piazza Armerina, Aidone, Valguarnera Caropepe, Enna, Villarosa, Calascibetta, Leonforte). Con nuclei più modesti è presente anche in Lombardia, Puglia, Lazio, ecc.).  Il cognome dovrebbe derivare da toponimi come Marotta (località balneare in provincia di Pesaro-Urbino) che, a sua volta, si rifà al latino “Mala rupta” o “Mauri rupta”. Secondo il Minervini Marotta dovrebbe derivare dal veneto “Marota” che significa “vivaio, recipiente per le anguille; o dal calabrese “marrotta” = cesta rotonda da frutta; o dal dialetto napoletano “marotta” = uccello, pica; o da vezzeggiativo del vocabolo dialettale napoletano “maro” = infelice, misero. Secondo il Rohlfs Marotta è italianizzazione del cognome francese “Marotte”.

Tracce storiche e personaggi. GIUSEPPE MAROTTA (Napoli 5/4/1902 – 12/10/1963), scrittore e sceneggiatore. La sua carriera è stata divisa fra giornalismo e scrittura: la sua opera letteraria è folta e continua. Ha collaborato con Tribuna Illustrata e il Corriere della sera; è stato redattore  presso la Arnoldo Mondadori Editore e poi alla Rizzoli. Per il cinema ha scritto soggetti e sceneggiature cinematografiche e teatrali in collaborazione con De Sica, Zavattini,  Ettore Giannini, Mario Soldati, Edoardo De Filippo, Francesco De Feo; fu critico cinematografico per l’Europeo fino alla morte. GERALDO MAROTTA (Napoli 26/4/1927), avvocato e filosofo italiano. Per i suoi contributi al mondo della filosofia ha avuto moltissimi riconoscimenti da università italiane ed internazionali; gli è stata conferita la laurea ad honorem in filosofia dall’Università agli Studi di Bieleferd (Germania), dall’Università Erasmus di Rotterdam, dalla Sorbona di Parigi, dalla Seconda Università di Napoli; in pedagogia dall’Università agli Studi di Urbino. Ha ricevuto la Medaglia d’oro per i benemeriti della cultura e il Diploma d’onore del Parlamento Europeo per l’opera svolta in favore della cultura europea. Nel 1975 fondò l’Istituto italiano per gli Studi filosofici di cui ancora è il presidente e al quale ha donato la sua biblioteca, ricca di più di 300 mila volumi.

Volante

Si tratta della cognomizzazione del nome medioevale femminile Volante, probabilmente portato da una capostipite: è quindi una forma matronimica nata da un’alterazione del medioevale Violante indicato come forma originale di Iolanda, derivato da “viola”, cioè “di colore viola” o “simile alla viola”. Potrebbe anche essere un incrocio tra il francese antico Yolant e l’italiano Viola.

Volante è diffuso soprattutto nel Lazio (fra Frosinone e Roma), in Piemonte (fra il torinese e l’alessandrino), in Sicilia, dove è presente in particolare nel nisseno (Mussomeli, Marianopoli, Santa Caterina Villarmosa), nell’ennese (Enna, Villarosa, Pietraperzia), nel messinese (Barcellona Pozzo di Gotto, Lipari, Acquedolci, Terme Vigliatore), nel palermitano (Castellana Sicula, Misilmeri, Termini Imerese, ecc.). Con piccoli nuclei è diffuso anche in altre regioni italiane (Lombardia, Abruzzo, Campania, Liguria, Veneto, ecc.)

Tracce storiche e personaggi. UMBERTO VOLANTE, scultore italiano; nato nel 1925 a Cona, in provincia di Venezia, si è formato artisticamente a Venezia, dove ha frequentato l’Istituto d’Arte dei Carmini e poi il Magistero d’Arte e l’Accademia delle Belle arti. Nel 1948 ha iniziato la sua attività di scultore nel suo studio di Merano (Bolzano). Esperto in molte tecniche plastiche quali maiolica, mosaico, bronzo, metallo sbalzato, ma anche nelle tecniche pittoriche dell’affresco e del graffito e nelle tecniche grafiche della xilografia, a Merano, dove risiede stabilmente, ha ampliato e approfondito l’uso di mezzi espressivi come lo smalto su bronzo, lo strappo di affresco, lacca su legno, ecc.: le sue opere sono note in molte città italiane e straniere.

 

 

 

 

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Mercoledì, 19 Febbraio 2014 10:32

La Coscienza

A volte, leggendo Pasolini e Vittorini, ho pensato che questi due autori, sicuramente più bravi di me, hanno comunque qualcosa che li accomuna col povero scrittore, per certi versi fortunato impiegato, e di cui pago ogni giorno il pizzo, che sta riempiendo  di grafemi neri questa pagina di Agostino. Entrambi, nello loro opere, sottolineavano, a volte palesavano apertamente, altre in maniera recondita, il vuoto e il senso del nulla che ci circonda. Se riuscite a fermarvi per un attimo dalla lettura frettolosa e a scansione di questo articolo forse avrete modo di capire. Stop…chiudete di gli occhi per pochi secondi e pensate. Cos’è più importante nella mia vita? A primo acchito in molti, com’è giusto che sia, penserete ai figli, alla famiglia, qualunque essa sia, alla persona più cara. E’ giusto che sia così? E tutto quello c’è al di fuori? Fame, disoccupazione, immigrazione, deficit pubblico, mafia, camorra, ndrangheta, droga, ingiustizie varie, relazioni amicali extra Facebook?

Mmmh, penserete, problemi troppo grandi che si risolveranno da soli, mmmhh, faccio io…Non è proprio così. Non è stato mai così. Non sono qua per giudicare, non ne ho le vesti, non ne sarei capace, non ho l’attitudine. Sono invece amico con quella forma di difetto che per altri è tale, per altri non lo è. Un  giorno, questo amico che di nome fa Coscienza, mi disse con parole docili, calme, potenti nella loro fragilità di “avere un certo sentimento nel suo spirito e quando esso stesso lo analizzava avvertiva che implicava l’idea di un Padre e di un Giudice, di qualcuno che vedeva nel suo cuore”.

Io che sono uno scrittore modesto e sconosciuto non capì subito nonostante un giorno, dopo un fatto triste, si avvicinò e mi disse “che le nostre emozioni non vanno mai a cose inanimate ma solo a persone. Se ci sentiamo responsabili, se proviamo vergogna o allarme avendo violato l’ordine della nostra coscienza, ciò significa che vi è qualcuno a cui rispondiamo, dinanzi a cui si ha paura”. Magari proprio la coscienza.

Comprendo e condivido una cosa: che legge o leggerà o si fermerà per cambiare sito o pagina ha ragione nel valutarmi: “questo è pazzo, tutti, chi più, chi meno siamo coscienziosi”. Un minuto fa l’invito era quello di fermarvi  e pensare. Fatelo nuovamente, adesso lo sta facendo anch’io mentre scrivo. A volte le parole, mi disse “arrivano come una violenza, rompono il silenzio, arrivano schiantandosi nei piccoli mondi di ognuno, sono dolorose”. Ho capito molto tempo dopo, ero seduto appoggiato ad un muro e di fronte a me un altro, alto e grigio. Piangevo. Si avvicino e continuò a parlarmi”… Io implico una relazione tra l’anima e ciò che è esterno e superiore ad essa; una relazione nei confronti di un’eccellenza che neanche io possiedo e di un tribunale su cui non ho potere ma riconosco la trascendenza veicolo di ogni pensiero retto, di ogni virtù e di ogni  azione positiva e dunque fondazione di ogni autentica personalità umana e di ogni valida forma di società e di civiltà. Da quel giorno non è andata più via. Si diverte con me e mi accompagna alla ricerca di questa trascendenza che forse non è altro che la ricerca del senso della vita nella sua  apertura originaria alla sorgente infinita del vero e del bene.

 

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