Politica. La riforma delle province è legge. In evidenza

Marzo 13, 2014 1276

L’Ars ha approvato il ddl che istituisce le aree metropolitane e i liberi consorzi dei comuni. Voti a favore 62, contrari 14, astenuti 2. Contro hanno votato Fi, gruppo Musumeci, Cantieri popolari e parte di Mpa di cui due deputati si sono astenuti. Subito dopo il voto, i presidenti dell’Ars Ardizzone e della Regione Crocetta hanno ringraziato tutti i deputati sia che abbiano votato a favore o che abbiano votato contro. Per diventare legge, ora si attende il pronunciamento del commissario dello Stato e la conseguente promulgazione in toto o in parte.Un pasticcio. Lo conferma che il testo già esaminato ed approvato nell’articolato abbia subito alcune modifiche. Gli uffici dell’Ars, che hanno svolto un lavoro egregio ed accurato, in sede di coordinamento hanno riscontrato incongruenze, suggerendo alcune modifiche che sono arrivate in Aula sotto forme di emendamenti del governo. Ma l’emendamento governativo dalle chiare caratteristiche politiche riguarda la soglia minima per la formazione dei Liberi consorzi. In sede di discussione dell’articolato, a scrutinio segreto, era stato stabilito che non fosse di 150 mila abitanti come proposto dal governo, ma di 180 mila. Un voto interpretato come un siluro alla eventuale formazione di un consorzio attorno a Gela. Come dire un siluro destinato al governatore Crocetta. Ieri, col nuovo emendamento del governo si è ripristinata la soglia di 150 mila abitanti, ma con uno percorso diverso e tuttavia tendente a raggiungere lo stesso obbiettivo di Gela. Non potendo annullare il voto precedente su 180 mila abitanti, si è escogitato che quella soglia riguardava la formazione dei nuovi consorzi, mentre eventuali uscite, col nuovo emendamento del governo, si pone come condizione che il consorzio di provenienza non andasse sotto i 150 mila abitanti.

{jcomments on}Fi ha presentato un suo emendamento sulla base di 180 mila. Il presidente della commissione Cracolici ha proposto 170 mila, il governatore Crocetta ha insistito su 150 mila. Si tratta, è la rivincita di Gela e di Crocetta: 150 mila. Per sommi capi, il ddl di legge prevede la costituzione di tre aree metropolitane: Palermo, Catania e Messina. I consorzi previsti corrispondono al territorio delle province, ma entro sei mesi se ne potranno istituire altri col voto dei 2/3 dei consigli comunali e successivo referendum.I liberi consorzi non assorbiranno automaticamente le competenze delle disciolte Province. Con apposita legge, come prevede un emendamento del governo, saranno stabilite le funzioni e le competente «da trasferire ai liberi consorzi, alle città metropolitane, ai comuni, alla Regione o agli enti regionali». I consorzi avranno un’assemblea formata dai sindaci dei comuni aderenti. Il presidente sarà eletto dai sindaci e dai consiglieri dei comuni che ne fanno parte. E dovrà essere sindaco di un comune del territorio. come del resto gli otto assessori. Sarà eletto anche un vice presidente che, secondo la prima versione avrebbe sostituito il presidente in caso di impedimento o dimissioni. Ma con l’emendamento governativo di ieri sarà sostituito da un commissario. I consiglieri e gli amministratori dei Consorzi non percepiranno alcuna indennità. Le spese per recarsi nella sede del con Consorzio per lo svolgimento del mandato saranno a carico del comune di provenienza. Le aree metropolitane saranno trasformate in città metropolitane e saranno gestite dal sindaco del comune capoluogo. Nei dettagli se ne saprà di più fra sei mesi, quando l’Ars sarà chiamata ad approvare apposita legge. Le città metropolitane saranno chiamate anche a gestire i fondi comunitari e statali: si calcola che complessivamente ammonteranno a circa un miliardo di euro. I dipendenti delle vecchie Province, per avere una destinazione definitiva dovranno attendere che, fra sei mesi, venga varata la legge sulle competenze e le funzioni dei Liberi consorzi. E solo allora saranno operativi i nuovi organismi territoriale. Frattanto continuerà la gestione commissariale.

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