Spesse volte abbiamo pubblicato le storie di Regalbutesi che si sono distinti nello sport , nella medicina , nella politica e nella lotta contro il nazi fascismo. Apprendiamo con piacere da un post pubblicato dallo studioso e scrittore Franco Santangelo di SEI giovani eroi partigiani regalbutesi ( oltre a Vincenzo Gamiddo del quale abbiamo pubblicato) che hanno partecipato alla lotta per la liberazione. . Questi nostri eroi abbiamo il dovere di farli ricordare soprattutto alle giovani generazioni . La proposta fatta tempo ( molto tempo fa) alla Amministrazione Comunale di Regalbuto di dedicare una piazza o una stele ai nostri partigiani , oggi si rafforza sempre di più nell'aver appreso la storia di questi ragazzi grazie anche alla penna di Franco Santangelo.
Profilo: I partigiani della Brigata Oreste venuti a conoscenza dell'attacco sferrato dai nazi-fascisti all'imbocco dell'alta valle Borbera, senza indugio si portano a Pertuso e fianco a fianco lottano insieme ai contadini del posto, per tre giorni tennero testa agli attaccanti, ma in uno scontro con le truppe tedesche della Wehrmcht in Val Borbera, aiutate dalle camice nere di Novi Ligure - il Caposquadra Partigiano Vito Castiglione si batteva strenuamente per difendere una importante quota, la cui perdita avrebbe potuto causare l'accerchiamento della sua formazione. Nel duro scontro finale alla testa dei suoi gregari riusciva a mettere in fuga il nemico, assicurando così il possesso definitivo della quota. Colpito al petto da una raffica nemica decedeva successivamente per la causa della libertà. Con decreto del Ministero della Difesa Italiano del 31 ottobre 1972 è stato decorato con la Medaglia d'Argento al valore della Resistenza. In val Borbera in onore dei partigiani caduti è stata eretta una stele. Fonte Ministero Difesa Italiano.
Profilo:Francesco Missorici nasce a Regalbuto il 21 gennaio 1924 in una famiglia di modeste origini contadine. Nel maggio del 1943 lascia la Sicilia per il Piemonte, dove svolge il servizio militare fino al settembre 1943. L’8 settembre lo sorprende ad Alba, presso il 253° reggimento fanteria. Per qualche mese, dopo lo sbandamento seguito alla notizia dell’armistizio, vive nascosto nel Cuneese lavorando con alcuni compagni e riuscendo a sopravvivere grazie agli aiuti degli abitanti del posto. Nel marzo del 1944 è catturato dai tedeschi durante un rastrellamento e rimane prigioniero, in attesa di essere mandato in Germania, per circa un anno. Nel marzo del 1945 riesce a scappare e si unisce ai partigiani della 45ª brigata Garibaldi. Con il nome di battaglia di "Pippo" partecipa a diverse azioni nell’Astigiano. Dopo la liberazione ritorna a Regalbuto dove riprende l’attività di bracciante e si iscrive all’Associazione nazionale combattenti e reduci. Nel 1959 si trasferisce a Catania e trova lavoro come manovale. Si iscrive all’Anpi negli anni ’80, avendo avuto notizia solo allora dell’esistenza dell’associazione.
GAETANO FAILLA. Profilo: n. Regalbuto 27/07/1916, operaio, soldato, partigiano in Emilia Romagna nel Ferrarese. Dall'aprile 1944 nella 35a Bis Brigata Garibaldi "Mario Babini" del Battaglione "Edgardo Fogli". Merita essere ricordata l'opera in queste valli di Renata Viganò, staffetta partigiana nella stessa Brigata, con la narrativa e poi il film "L'Agnese va a morire" e "La morte non costa niente" di Antonio Melluschi. La Brigata a cui aderì Gaetano Failla svolse le principali attività nel disarmo di tedeschi e fascisti, nel recupero dei piloti degli aerei colpiti e nel servizio di informazioni agli alleati. Con l'avvicinarsi del fronte si moltiplicarono anche gli scontri in campo aperto, spesso condotti insieme ai partigiani della 28ª brigata Garibaldi Mario Gordini, fino alla vera e propria battaglia per la liberazione di Filo del 12-14 aprile 1945.
Marzullo Giuseppe nome di battaglia "Alberto". Profilo: n. Regalbuto il 04 ottobre 1923 m. 24 aprile 1945, facente parte della Brg GL Borrotzu di Rapallo (GE), nonostante le diverse disposizioni del Comando di Zona, la Brigata in data 23/24 aprile si reca a Rapallo per liberare la città ed assumerne il controllo, vengono fatte trattaive con i Tedeschi di stanza nella zona per la resa, questi chiedono una tregua prima fino a mezzanotte e dopo per essere dilazionata sino alla mattina successiva, in mattinata sopraggiungono altri tedeschi in ritirata provenienti dalla riviera di levante i quali entrano in conflitto con i partigiani rompendo la tregua, catturano tredici partigiani e subito li passano alle armi fucilandoli, di questi cinque muoiono immeditamente, tra i quali Giuseppe Marzullo, di Regalbuto, due riescono a fuggire e i rimanenti rimangono feriti, mentre i tedeschi fuggono in ritirata. Per le poche testimonianze rimane il dubbio se i partigiani hanno subito una imboscata tedesca oppure si è trattato di uno scontro con le truppe tedesche in ritirata. L'eccidio del muraglione antisbarco di Rapallo, Rapallo, 24.04.1945
Giuseppe Lanza nome di battaglia "Cocò". Profilo: Partigiano, si aggregò alla I Divisione Garibaldi di Val Sangone (Piemonte), in una operazione di rastrellamento fu catturato e deportato in Germania.
I rastrellatori abbandonavano la Val Sangone: in una settimana hanno ucciso un centinaio di partigiani e diciotto civili, catturato e deportato in Germania oltre cinquanta uomini, fra questi Giuseppe Lanza di Regalbuto, incendiato due paesi interi (Pontetto e Forno) e numerose case in ogni frazione.
Le formazioni della Val Sangone, nel quadro di un piano coordinato con le formazioni della Val Susa, attaccano la polveriera di Sangano ed i presidi di Avigliana. Il comandante De Vitis, dopo la conquista della polveriera e la cattura dell'intero presidio, fa fronte al contrattacco tedesco e con un nucleo di coraggiosi cade per consentire la ritirata della sua formazione. Il suo posto di comando della formazione verrà preso da Giuseppe Falzone. Inserimento e revisione cronologia comparata di Guido Ostorero.
Giovanni Battista Gammino, Partigiano. Profilo: n. a Regallbuto 18 novembre 1913 aggegato alle Brigate Partigiano nel Trentino Alto Adige. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 il Trentino Alto Adige assieme a Trieste vienero annessi dal terzo Reich, mentre Mussolini costituisce la Repubblica di Salò. I tedeschi impedirono che i repubblichini attraversassero i confini regionali, per la poca fiducia nutrita, ma insieme in quel territorio costituirono una zona franca. Le formazioni partigiane si prepararono sulle montagne per attaccare i nazisti invasori ma anche i fascisti della vicina Salò. I tedeschi crearono il CST (Corpo di Sicurezza del Trentino) composto da più di tremila giovani del luogo con il compito di controllare il territorio e tutte le attività antifasciste. Le formazioni partigiane capirono che la loro posizione non era soltanto da ascrivere ad una strategia militare come la resistenza armata ma doveva essere accompagnata da una resistenza civile nei confronti del Gauleiter di Innsbruck, Franz Hofer che imperava nel trentino, nominato da Hitler. Per questi motivi la lotta di liberazione nella regione rimase circoscritta alla tenacia e combattività di minoranze di giovani votati al sacrificio, all'adesione di soldatati disertori o sbandati, come Giovanni Battista Gammino, che con azioni di collegamento con formazioni partigiane del bresciano attuarono interventi organici di disturbo e sabotaggio sia nei confronti dei nazisti che dei fascisti arroccati a Salò. La repubblica di Salò finisce il 25 aprile 1945 con l'ultimo atto di scioglimento del giuramento dei militari e civili republichini e definitivamente con l'uccisione di Mussolini tre gorni dopo e degli altri membri del governo a Dongo.
Vincenzo Gamiddo. Partigiano. Profilo: n. a Regalbuto 14 aprile 1924 m. 23 novembre 1944 - della IX Div. Garibaldi "Alarico Imerito" col nome di battaglia "Fiamma" - fucilato insieme ad altri partigiani in una operazione di rastrellamento tedesco. Si legge nei verbali del movimento di resistenza operante a Variglie frazione di Asti, quanto segue: "A fine estate del 1944 si costituisce il distaccamento armato di Variglie, aggregato al distaccamento di Varigliasco, appartenente alla 101° Brigata Garibaldi 9° Divisione. Il distaccamento era composto da 27 volontari, tra operai, contadini e alcuni sbandati dell'8 settembre 1943, tra i quali Vincenzo Gamiddo, nato a Regalbuto provincia di Enna. L'entusiasmo di questi giovani era alto, riposavano nelle stalle, al posto del bestiame. Questi uomini controllavano l'intera zona, svolgendo azioni di sabotaggio contro posti di blocco fascisti e attacchi alle tradotte militari. Nell'autunno 1944, mentre tutta la zona ribolliva di formazioni partigiane, il comando nazifascista fu costretto a sferrare diversi attacchi: il 23 novembre 1944 punta su Variglie e alle ore cinque del mattino si ebbero i primi scontri con le formazioni partigiane. Purtoppo i partigiani Vincenzo Gamiddo, Merloni Lionello e Oddone Umbertino, vennero circondati, catturati e rinchiusi in una casa in zona Ribet. La reazione delle altre formazioni partigiane fu immediata, accorsero in aiuto, la lotta fu dura, tanto che i nazifascisti batterono in ritirata ed ebbero un morto e un ferito. Raggiunsero però il luogo dove i due giovani partigiani erano stati fatti prigionieri insieme a Vincenzo Gamiddo, li prelevarono e li legarono mani e piedi, dopo rastrellarono una ventina di abitanti della zona, presero i prigionieri e li posero di fronte agli abitanti rastrellati e infine fucilati, dopo gli abitanti furono trasferiti in carcere. Nel luogo in cui vennero fucilati i partigiani Vincenzo Gamiddo, Merloni Lionello e Oddone Umbertino, venne eretta una lapide in ricordo del sacrificio dei caduti, mentre la salma del partigiano Vincenzo Gamiddo riposa ancora oggi nel cimitero di Variglie. L'ANPI di Asti lo ha ricordato donando una lapide in sua memoria al comune di Regalbuto.