Garibaldi, in quell'agosto, attraversa trionfalmente il territorio siciliano secondo un itinerario ben preciso. Il primo agosto da Palermo raggiunge il bosco della Ficuzza dove ai 2000 armati lì convenuti si aggiunge un intero battaglione della Guardia Nazionale guidato da Enrico Albanese, il medico che sarà addetto allo Stato Maggiore e che gli curerà poi la ferita sull'Aspromonte. Divide il suo piccolo esercito in tre colonne: una, al comando di Bentivegna, percorrerà la costa meridionale per Girgenti, la seconda, diretta per Termini su Messina, viene affidata a Trasselli, la terza, diretta a Catania, rimane al suo comando. Il 2 agosto per Corleone si avvia a Mezzojuso; il 3 agosto si trova a Roccapalumba, il 6 agosto ad Alia, il 7 agosto a Valledolmo, l'8 a Villalba, il 9 a Santa Caterina Villarmosa, Manchi e Marianopoli; da qui il 10 agosto lascia la sua colonna e fa una digressione verso Casteltermini, Agrigento, Caltanissetta. Il 13 agosto a Villarosa viene raggiunto dalla colonna Bentivegna, quindi va a Castrogiovanni (Enna) dove la colonna raggiunge i 4000 armati; una puntata a Piazza Armerina e, quindi di nuovo, a Castrogiovanni; il 15 agosto raggiunge Leonforte, il 16 San Filippo d'Argirò (Agira), il 17 Regalbuto. Qui incontra i deputati della sinistra Antonio Mordini, Salvatore Calvino, Giovanni Cadolini e Nicola Fabrizi che tentano di dissuaderlo dal proseguire l'impresa. Lo stesso giorno va a Centuripe, il 18 visita Paternò, Misterbianco e, il 19 agosto, raggiunge Catania da cui il 24 sera si imbarca diretto in Calabria. A far fede a queste date bastano le lapidi-ricordo presenti nelle varie località toccate da Garibaldi.
La lapide di Leonforte, dettata da Mario Rapisardi, recita:
LEONFORTE/ MDCCCLXXXV/ DI ROMA SIGNORA/ TEMPIO DI PACE, TRONO DI GIUSTIZIA/ SCUOLA DI LIBERTA'/ PARLO' GARIBALDI/ AI LEONFORTESI/ IL XV AGOSTO MDCCCLXII/ QUALE MEMORIA, QUALE DELUSIONE/ ALL'EROE IL MARTIRIO DI ASPROMONTE/ AL POPOLO IL DOVERE/ DI CACCIARE IL TRAFFICATORE/ DI PREPARARE LA NUOVA ETA';
la lapide posta nel palazzo Zuccaro di Agira, recita:
ABBATTUTA LA TIRANNIDE/ LANCIATO IL FATIDICO GRIDO PER LA PASSIONE DI ROMA/ GIUSEPPE GARIBALDI/ IL 16 AGOSTO 1862/ OSPITO' IN QUESTA CASA/ CONSACRATA AL CULTO DELLA LIBERTA' E DELLA PATRIA/ SALUTO' DA QUESTI SPALDI IL POPOLO AGIRINO/ VOTATO ALLA FEDE/ PER L'UNITA' E LA GRANDEZZA D'ITALIA
La lapide di Centuripe, anch'essa dettata da Mario Rapisardi, recita:
GIUSEPPE GARIBALDI/ INTENTO ALLA LIBERAZIONE DI ROMA/ IL 17 AGOSTO 1862/ SOSTO' CON I SUOI PRODI IN QUESTA CITTA'/ DISCHIUSA A TANTO ASPETTO/ DI VILLE, DI MONTAGNE E DI MARE/ E DA LUI CHIAMATA “BALCONE DELLA SICILIA”
La lapide di Catania, dettata da Mario Rapisardi, recita:
A/ GIUSEPPE GARIBALDI/ CHE NELLA NOTTE DEL XVIII AGOSTO MDCCCLXII/ PRONUNZIAVA DA QUESTA CASA/ LE STORICHE PAROLE/ O ROMA O MORTE/ IL POPOLO CATANESE/ DEDICAVA QUESTA LAPIDE/ IL 2 GIUGNO 1883/ PRIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DELL'EROE/ A GLORIOSA MEMORIA DEL FATTO/ AD ABORRIMENTO PERPETUO/ D'USURPATORI, DI SACERDOTI, DI REGGITORI CODARDI.
(Notizie tratte dal testo di Francesco Asso, Itinerari garibaldini in Toscana e dintorni 1848/1867, Regione Toscana 2011, pagg.108/109, e riportate nel testo di Francesco Miranda, Regalbuto: strade, storie, leggende, uomini ed eroi, GBE Roma 2011, pagg.190/191)