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Tra interventi di Ernesto Basile, lo scalone a doppia rampa, la "sala dei suicidi", saloni di rara bellezza e intrighi familiari: la storia di palazzo Valguarnera Gangi a Palermo è una delle più affascinanti d'Europa.
Dopo aver visto palazzo Gangi, il regista Luchino Visconti non ebbe dubbi, l'ambiente era perfetto e non fu necessario nessun trucco scenografico.
Le riprese della scena del ballo, che ricordiamo per durata occupa quasi metà del film, furono girate in una torrida estate del 1962 durante cinque settimane e coinvolse ben seicento comparse. Si girava di notte per potere meglio sopportare il caldo, dalle 18 fino alle 5 del mattino.
Il regista ed il direttore della fotografia Rotunno utilizzarono al minimo la luce artificiale e scelsero di illuminare tutte le sale, lampadari compresi, con migliaia di candele che puntualmente per il caldo si scioglievano velocemente per cui ogni ora era necessario interrompere le riprese per poterle cambiare tutte.
Raramente connubio fu più felice e riuscito: sia il palazzo che il film da quel momento vivono in simbiosi nella memoria collettiva, per cui visitare il palazzo permette di vivere sulla propria pelle l'indimenticabile sequenza della scena del ballo, dove Angelica ed il principe di Salina, come ologrammi proiettati dalla nostra mente, sono ancora lì, belli ed eleganti, a volteggiare sulle splendide note del valzer di Verdi.