" Io non apro mai gli allegati". Il nuovo libro di Gaetano Amoruso In evidenza

Gennaio 08, 2022 392
Cinque domande a Gaetano Amoruso...
a cura di Michela Ferraro
R - Sono poche 
Allora… un testo ironico mancava alla tua collezione di scritti…
R- In effetti tra romanzi e inchieste avevo dimenticato una buona dose di ironia.
Raccontami di più sul titolo.
R - Un giorno apro la posta e leggo: “Io non apro mai gli allegati”. In pratica una collega di lavoro di un'altra sede, pur di non perdere tempo ad aprire l’allegato, mi chiedeva maggiori chiarimenti su di esso. Un controsenso davvero surreale che dapprima mi ha fatto un po’ incarognire ma sul quale successivamente si è concentrata la mia attenzione per comprendere le vere motivazioni di quella risposta…
Scrivi per catarsi, cosa significa?
R – Significa che cerco di scaricare i malumori del mondo attraverso la scrittura per venire a capo del caos che ci circonda…
In tutti i tuoi libri il fine ultimo diventa la consapevolezza, la riflessione sull’esistenza, sulla vita, dedicando ampio spazio ad alcuni ideali. Vorrei saperne di più e soprattutto vorrei da te una chiave di lettura di quest’ultimo lavoro, il sedicesimo della tua carriera…
R – Questa volta ho voluto descrivere un camminamento, quello sostanzialmente monotono che ognuno di noi compie recandosi al lavoro. In questo tragitto incontro i colleghi a ognuno dei quali, come un novello Socrate, pongo delle domande che non hanno quasi mai una risposta ma che cerco di dare io secondo una visione della vita, quella mia personale.
Il libro è dedicato ad Aldo, un tuo collega di lavoro che è venuto a mancare nel 2018. Raccontami di lui…
R – Vorrei tenermi per me questa parte. Posso solo dire che eravamo proprio due pecore nere, invisi ai capi ma forse proprio per questo rappresentavamo quell’unicum che all’interno di una realtà lavorativa, piccola o grande che sia, non deve mai mancare.
 
Grazie Gaetano e buona fortuna!
Ultima modifica il Sabato, 08 Gennaio 2022 11:18