Il Giorno della Civetta al Teatro Urania di Regalbuto. In evidenza

Gennaio 09, 2023 320

Salvatore Colasberna, presidente di una piccola impresa edilizia chiamata Santa Fara, viene ucciso nella piazza Garibaldi, mentre sale sull'autobus per Palermo. All'arrivo dei carabinieri, i passeggeri si allontanano alla chetichella, l'autobus resta vuoto e rimangono soltanto l'autista e il bigliettaio, che comunque di fronte alla divisa non riconoscono il morto e non si ricordano chi fossero i passeggeri. Il venditore di panelle, rimasto a terra al momento del delitto, è scomparso. Un carabiniere lo trova all'ingresso della scuola elementare, dove come al solito vende i suoi prodotti, e lo accompagna dal maresciallo Arturo Ferlisi. Ma neanche lui sa nulla e, anzi, dice di non essersi nemmeno accorto dello sparo. Dopo due ore di interrogatorio il panellaro ricorda che, all'angolo tra via Cavour e piazza Garibaldi, verso le sei, ha sentito due spari provenire da un sacco di carbone situato vicino al cantone della chiesa. Le indagini vengono affidate al capitano Bellodi, ex partigiano, destinato a diventare avvocato, ma rimasto in servizio nell'Arma in nome di alti ideali, non condividendo, peraltro, il clima di omertà che caratterizza la Sicilia e i suoi abitanti. 

Al Cine teatro Urania sabato 14 gennaio alle ore 21 Salvo e Eduardo Saitta presentano uno dei classici della letteratura contemporanea , con la regia di Antonello Capodici e la partecipazione  di Francesca Ferro. Il giorno della civetta è un romanzo dello scrittore italiano  Leonardo Sciascia, che finì di scrivere nel 1960 ma che la casa editrice Einaudi pubblicò nel 1961. L’opera merita un’attenzione particolare perché mette insieme sia le questioni di sfondo politico sia la polemica contro il mondo che sfocia in un forte pessimismo, mai negativo ma analitico. La rassegna teatrale di Regalbuto , dopo la pausa natalizia , ritorna e  propone al pubblico regalbutese  un testo teatrale che racconta purtroppo una realtà ancora attuale in Sicilia. Il romanzo di Sciascia si conclude con un messaggio di speranza riferito agli uomini e donne che hanno combattuto la mafia contrastandola in ogni parte e in ogni luogo. Nelle ultime pagine del libro il capitano Bellodi, nonostante la delusione, esprime la volontà di tornare in Sicilia e continuare a combattere contro i mali di quella terra.