Da sette mesi senza stipendio e per ora pare che potrebbero allungarsi i tempi.Lo stato di agitazione dei dipendenti del consorzio di bonifica Enna 6 potrebbe mettere a repentaglio la delicata stagione estiva irrigua delle quasi cinquemila aziende agricole e zootecniche che attingono acqua nei 500 km di conduttura gestito dal consorzio ennese, il quale fornisce acqua per irrigazione a 24 comuni ricandenti nel proprio comprensorio che va dalla provincia di Catania a quella di Caltanissetta passando per quella di Enna. Senza contare la ricaduta in termini economici e occupazioni dato che il Consorzio fornisce acqua per irrigazione e potabile anche al Sicily Outlet village a Dittaino. Preoccupati gli utenti i quali assieme ai dipendenti incontreranno oggi il sindaco di Adrano e Biancavilla ma nei prossimi giorni incontreranno altri sindaci, per cercare di sbloccare la difficile situazione in cui si trovano. " Non è possibile rimanere per sette mesi senza salario perchè a questo punto non sappiamo più cosa rispondere alle nostre famiglie- ci dice un operaio del Consorzio- E' una situazione umiliante che ci impedisce di fare qualsiasi progetto familiare o personale per il futuro." I numeri sono impietosi per i 150 dipendenti, i quali in passato avevano altri compiti oltre quelli svolti durante le stagioni irrigue. Alti i costi di gestioni e ridotti i fondi previsti nel bilancio regionale: la differenza dovrebbe essere a carico degli utenti i quali spesse volte rinunciano al contratto con il consorzio perchè troppo onerosi per le proprie aziende. " Il consorzio di Enna - ci dice il direttore Gaetano Punzi - è il più debole tra gli undici della Regione perchè sono diminuite le competenze che in passato consentivano occupazione stabile ai dipendenti. La politica messa in atto dai governi siciliani sui consorzi di bonifica ha ridotti tali compiti e dunque è un sistema che deve essere corretto per creare più servizi e occupazione che si traducono in sviluppo dell'agricoltura specie nelle zone interne della Sicilia." Intanto la stagione estiva è alle porte e non pensiamo ci sia tempo da perdere per scongiurare almeno l'eventuale sciopero che avrebbe esiti dannosi per l'agricoltura in generale.
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