Ventimiglia. Una storia da raccontare.

Settembre 23, 2018 1672

Lei è Delia, ha un bar a Ventimiglia che da qualche anno è un punto di riferimento amico per i migranti che vogliono andare in Francia e proseguire il loro viaggio in Europa. Ma da qualche giorno il bar Hobbit, che si trova in via Sir Thomas Hanbury 14, è in vendita. Delia è stata costretta a farlo, dopo essere stata isolata e criticata da parte della popolazione locale che lo ha soprannominato il “bar dei neri”, perché sono tanti i migranti di colore che trovano qui un posto dove andare a usare il bagno, ricaricare il cellulare e ricevere qualcosa da mangiare. Se la solidarietà Delia era abituata a darla, adesso la sta ricevendo. Difatti sono stati già raccolti circa 20.000 eu per salvare il bar. Oltre 600 donatori. Tanti i messaggi che hanno accompagnato le donazioni: c’è chi ha inviato 5 euro, chi 200. “Storie come queste danno speranza.Ma fanno anche riflettere sul perchè la frontiera di Ventimiglia resta ancora chiusa e sulle storie umane che ogni giorno si vivono al confine. La storia di Delia inizia nell’estate di 3 anni fa, quando -si legge nella presentazione del crowdfunding - invita a entrare e offre un pasto ad alcune donne e bambini seduti sul marciapiede di fronte al bar. Da allora, grazie al passaparola, il bar è diventato un punto di riferimento per tutti i rifugiati che transitano da Ventimiglia, oltre che per i volontari e le organizzazioni solidali. Delia, soprannominata “Mamma Africa”, ha aiutato migliaia di persone in transito, offrendo vestiti, un pasto caldo, un abbraccio e un luogo accogliente a chiunque ne avesse bisogno. Ha distribuito scarpe, aiutato a decifrare documenti, assistito nella ricerca di alloggio, offerto pasti gratuiti a donne, bambini e a chiunque non può permettersi di pagare. Al bar Hobbit si possono caricare i cellulari e si può utilizzare il bagno (attrezzato di spazzolini, dentifricio, sapone, assorbenti e fasciatoio) senza obbligo di consumazione. I bambini hanno un angolo tutto loro, che Delia ha creato raccogliendo giocattoli usati. Il bar è spesso l’unico rifugio per i più vulnerabili, donne incinte, minori, vittime di tratta. Ventimiglia è a 9 chilometri dalla Francia qui arrivano centinaia di migranti che tentano di passare il confine per raggiungere familiari o conoscenti in Francia, Inghilterra e altri Paesi europei. Ma il passaggio può durare mesi, la polizia francese li respinge. Così uomini, donne e bambini rimangono bloccati a Ventimiglia, senza accesso all’acqua potabile, bagni pubblici, cibo, un luogo dove dormire, a parte il campo della croce rossa».

 

Ultima modifica il Domenica, 23 Settembre 2018 14:17