REGALBUTO – S.Ignazio.Un miracolo da raccontare -

Marzo 08, 2020 4112

Tratto dal libro del prof Francesco Miranda "Strade, storie, leggende, uomini ed eroi " , un miracolo che avvenne nel 1666. Una storia, un evento che merita di essere ricordato.  Il quartiere è un cumulo di macerie da quando nel lontano Natale del 1972 franò a causa di un vasto smottamento del terreno; allora circa 150 famiglie furono costrette ad abbandonare la propria dimora e cercarono rifugio presso case di amici e parenti o in locali pubblici (Istituto San Giuseppe, edificio della Pretura, edifici scolastici, ecc.). Soltanto dopo un decennio fu costruito un nuovo quartiere (nuovo quartiere S. Ignazio) e nuovi alloggi furono assegnati ad alcune famiglie.
Oggi, rovina fra le rovine, sorge la chiesetta di S. Ignazio eretta nel quartiere nello stesso luogo dove, si dice, avvenne un evento miracoloso. Il 2 giugno 1666, nella casa di Salvatore e Leandra Sinagra erano state affisse tre immaginette di Sant’Ignazio; Leandra si preparava ad impastare il pane quando la figlia si accorse che l’immagine posta al centro della parete versava dal. dito indice della mano destra alcune gocce di sangue. La ragazza si mise subito a gridare al miracolo e ben presto la notizia si diffuse in tutto il paese. Per devozione l’immagine venne incastonata in una cornice d’argento e, protetta da un vetro, fu riposta nella teca della Chiesa Madre detta anche “Tesoro di San Vito”. Con atto pubblico del 15 aprile 1667 i Giurati e i Reggitori della città elessero Sant’Ignazio protettore e compatrono di Regalbuto. Il miracoloso evento e i miracoli subito dopo compiuti per intercessione di Sant’Ignazio, vennero riportati in un volumetto, scritto dall’Arcivescovo di Catania Mons. Michelangelo Bonadies, e intitolato: “Ristretto di quanto la maestà divina si è compiaciuta di operare in un’immagine del patriarca Sant’Ignazio Loyola fondatore della Compagnia di Gesù nella città di Regalbuto”, in Palermo per il Bua e Camagna, 1668. Recentemente il volumetto è stato ristampato e riproposto a cura del parroco della Chiesa Madre don Alessandro Magno col titolo: Sant’Ignazio di Loyola. La venerazione nella terra di Regalbuto, Leonforte 2010, Tipolitografia Arti Grafiche Jesus.
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Sant’Ignazio viene ricordato come il fondatore della Compagnia di Gesù, sorta a Montmartre (Parigi) nel 1534 ed approvata dal papa Paolo III nel 1540. La sua esperienza spirituale è espressa in un’opera da lui scritta “Gli Esercizi spirituali”, una serie di meditazioni e norme poi utilizzate come una vera e propria guida per l’itinerario spirituale. Ignazio nacque a Loyola, nei Paesi Baschi (Spagna), da una famiglia di piccola nobiltà. Ultimo di 13 fratelli, rimasto orfano della madre a sette anni, diventa paggio nella corte del re di Castiglia e qui si avvia alla vita cavalleresca. Partecipa alla vita militare e, a seguito di una ferita procuratasi nella battaglia di Pamplona, passa un lungo periodo di convalescenza nel castello del padre e qui ha occasione di leggere numerosi testi religiosi, alcuni dei quali dedicati alla vita di Gesù e dei Santi: emerge in lui il desiderio di seguire Gesù. Cambia vita ispirandosi a Francesco d’Assisi e si reca in Terra Santa. A Gerusalemme elabora un metodo di preghiera e contemplazione basato sul “discernimento”. Nel monastero di Manresa, in Catalogna, pratica un severo ascetismo e scrive gli “Esercizi spirituali” che il futuro ordine dei Gesuiti poi adotterà. Va a Parigi e qui con sei fedeli discepoli, fra cui quel Francesco Saverio che poi diventerà santo, fa voto di povertà e castità e fonda la “Società di Gesù”. Ritornato in Italia Ignazio e il gruppo dei suoi discepoli vengono ordinati sacerdoti. Chiede al papa l’approvazione per la costituzione del nuovo ordine e papa Paolo III riconosce la Compagnia di Gesù come ordine religioso della Chiesa cattolica. Da questo momento Ignazio dedica la sua vita alla direzione della Compagnia di Gesù, scrive “Le Costituzioni”, che regolano la vita del neonato ordine; nel 1548 fonda a Messina il primo Collegio dei Gesuiti. Muore a Roma il 31 luglio 1556. Venne beatificato da papa Paolo V nel 1609 e canonizzato da Gregorio XV nel 1622. Il suo corpo è collocato in un’urna di bronzo dorato conservata nella Cappella di Sant’Ignazio della Chiesa di Gesù a Roma. (Fonte: biografieonline.it)

Ultima modifica il Domenica, 08 Marzo 2020 19:32