Riportiamo un post apparso sui social di Umberto Minopoli Presidente presso l'Associazione nucleare Italiana. 60 anni dalla morte di Mattei: un inchino! Non fu solo petrolio e ricerca dell’indipendenza negli idrocarburi. Pochi ricordano che il primo provvedimento della nuova Eni di Mattei fu la costruzione (1958) nel tempo record di soli 5 anni, della prima centrale nucleare italiana: quella di Latina Borgo Sabotino (220 MW). Per avere sicurezza energetica e sviluppo industriale l’Italia, per Mattei doveva puntare su idrocarburi, specialmente prodotti in casa, e nucleare. Il coraggio e l’ intraprendenza di Mattei stimolarono l’industria privata e pubblica. E fu record nucleare per l’Italia. Con due diverse tecnologie rispetto a quella di Latina, l’Edison privata costruì, in soli 4 anni, la seconda centrale italiana ( 186 MW), a Trino Vercellese con tecnologia Usa della Westinghouse. E in 4 anni, un consorzio guidato dall’IRI, costruì la centrale nucleare del Garigliano ( 150 MW) con tecnologia General Electric. Il risultato straordinario del pionierismo e dell’intuizione di Mattei fu che l’Italia, tra il 1958 e il 1964- il decennio della ricostruzione post-bellica- divento’, dopo Stati Uniti e Gran Bretagna la terza potenza nucleare del mondo. Prima di Francia e Urss. E quelle centrali vennero costruite, altro record nel mondo, in 4 anni. Chi lo avrebbe detto? Ricordiamocene quando si sostiene, scioccamente che l’Italia non sarebbe fatta per il nucleare. Una classe dirigente eccezionale-con Mattei, Felice Ippolito, fisici, ingegneri, imprenditori- batte’ le superpotenze industriali del mondo. E proprio nella tecnologia, all’epoca, più avanzata e innovativa.
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