La mappa del caro acqua in sicilia.Enna la piu' cara. In evidenza

Agosto 09, 2013 2518

Mariella Caruso http://giornaleonline.lasicilia.it/
Catania. Uno foro di un millimetro in un tubo può far perdere anche 2.300 litri di acqua potabile al giorno e danneggiare muri, solai e rivestimenti delle abitazioni. E pure fare aumentare il costo della bolletta idrica che, negli ultimi sei anni, è aumentata in media del 33%. La stessa percentuale sulla quale si attesta la dispersione idrica che, come rileva l'indagine appena pubblicata dall'Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva, produce uno spreco di 3,7 miliardi di euro ogni anno, più del valore di una manovra finanziaria. Dati che allarmano le famiglie italiane, la cui spesa media per il servizio idrico integrato di uso domestico (per intenderci quello che comprende acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione e quota fissa) è di 310 euro all'anno per un consumo medio di 192 metri cubi d'acqua all'anno compresa Iva del 10% per un nucleo di tre persone. Somme (non consumi) che fanno registrare grandi differenze aree macrogeografiche - i rincari sono stati più consistenti al Centro (+9% vs 2011) rispetto al Nord (+5,2) e al Sud (+8,5%) - tra regione e regione e pure tra province della stessa regione.
Se la Toscana è la regione dove l'acqua è mediamente più cara (470 euro contro i 310 di media) in tutte le province, in Sicilia, dove il costo regionale rimane nella media (313 euro) si registrano dislivelli notevoli tra una città e l'altra.

Enna la più cara in Sicilia
A detenere il record di città con i costi idrici più cari è Enna dove un nucleo di tre persone ha dovuto sborsare nel 2012 ben 417 euro, il 7,2% in più rispetto al 2011 e ben il 36,3% in più rispetto al 2006.
Il record del rincaro più consistente spetta invece a Messina, i cui abitanti si sono visti recapitare bollette più pesanti del 23,6% con la spesa lievitata dai 237 euro del 2011 ai 293 del 2012 con un consistente +38,9% nel periodo 2007/2012. Nei sei anni del lungo periodo preso in considerazione dalla ricerca, però, sono le famiglie nissene quelle a essere state percentualmente più tartassate con un aumento complessivo del 43,8% e una bolletta passata dai 274 euro del 2007 ai 394 del 2012. I rincari annuali sono a doppia cifra anche a Siracusa, +15,9% con una spesa annua, però, di 241 euro, e aTrapani, +12,3% con una bolletta media di 339 euro. In controtendenza Agrigento. Nel capoluogo tristemente noto per la carenza idrica i cittadini, nel 2012, hanno risparmiato 32 euro a bolletta: ben l'11,7% rispetto al 2011. Peccato, però, che la spesa annua di 393 euro sia la terza più esosa dietro Enna e Caltanissetta.


A stare decisamente meglio sono i catanesi. Per loro l'aggravio economico della bolletta dell'acqua è stato, l'anno scorso, di appena 190 euro. La cifra non ha subìto alcun ritocco rispetto al 2011 e negli ultimi sei anni l'aumento è stato contenuto entro il 3,3%. Un'oasi felice in una città che, però, non è riuscita a migliorare i suoi impianti visto che la dispersione idrica è rimasta ferma al 41%.

Il nodo della dispersione
Le reti colabrodo sono uno dei crucci dei servizi idrici. In Italia in media si perde il 33% dell'acqua immessa nella tubature sia per mancanza di manutenzione sia per allacci abusivi. Dispersione che al sud sale fino al 43%. A mettere sul chi va là le aziende idriche dei capoluoghi siciliani - pubbliche, private o partecipate che siano - dovrebbe, però, essere il dato dell'aumento della dispersione idrica: dal 36% medio del 2007 si è passati al 42% del 2012. La media in Sicilia è, quindi, del 9% in più rispetto alla media nazionale, con punte più che preoccupanti a Palermo e Siracusa che sono tra le tredici città italiane in cui si perde più della metà dell'acqua immessa in rete. Nel capoluogo siciliano la dispersione arriva al 52%, con un aumento del 5% rispetto al 2007.
Lo stesso a Siracusa con una dispersione del 50% tutta da verificare visto che il dato di riferimento, in mancanza di comunicazione (anche Caltanissetta, Agrigento e Messina non l'hanno reso noto), è quello del 2009. Non va meglio alle altre sicule: altre tre (Ragusa, Trapani e Caltanissetta) sono tra le 56 in cui la dispersione idrica negli ultimi sei anni è aumentata. Nessun miglioramento della rete (ma anche nessun peggioramento) a Catania con il 41% di dispersione. Impossibile fare una valutazione per Enna (36%) e Agrigento (40%), città per le quali mancano dati di riferimento.
Per ridurre le perdite nelle reti idriche, la Regione ha impegnato circa 100 milioni di euro a valere sul Po Fers 2007/2013 per opere da realizzare ad Agrigento, Gela, Caltanissetta ed Enna. Da spendere ci sono ulteriori 50 milioni erogati dal Ministero dello Sviluppo economico come premialità per l'utilizzo di tutti i fondi stanziati per questo scopo con Agenda 2000-2006.


08/08/2013

Ultima modifica il Venerdì, 09 Agosto 2013 10:05