6. I cognomi dell'ennese: Sollami, Giaquinta, Buscema/i, Vassallo, di Francesco Miranda In evidenza

Ottobre 19, 2013 2882

6. I cognomi dell’ennese:  Sollami,  Giaquinta,  Buscema/i,  Vassallo di Francesco Miranda

Sollami

Cognome tipicamente siciliano; dovrebbe derivare dalla italianizzazione del nome ebraico SHOLAM, forma graficamente alterata del nome SHALOM. Sollami è diffuso solo in alcune province siciliane: nel nisseno (San Cataldo, Caltanissetta, Gela, Ecc.), nel palermitano (Palermo, Misilmeri, Altofonte), nell’agrigentino (Canicattì, Licata), nell’ennese (Villarosa), nel catanese (Giarre). Piccoli nuclei si trovano anche in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio, Campania, Toscana.

Tracce storiche e personaggi. Secondo una ricerca storico-araldica, Sollami è una famiglia catalana che si trasferì a Cagliari nel secolo XIV; nel 1531 un Pietro Sollami, mercante, acquistò i feudi di Posada e Siniscola, nel territorio di Nuoro, ma morì nel 1360 e i suoi feudi furono incamerati dal fisco.

 

Giaquinta

Giaquinta è una variante di Giaquinto, uno dei tanti patronimici composti con gli accorciativi di Giovanni e delle sue antiche versioni (Johannes, Ianni, Zanni, ecc.): Giaquinto = Gianni Quinto. Potrebbe anche derivare dal personale Giacinto/Giacinta, nome tardo latino Hyacinthus, proveniente dal greco antico Hyakinthòs (Ŷáķινθος ), termine usato per indicare una gemma blu, forse lo zaffiro, ma anche un fiore porpora o rosso. Il riferimento all’attuale giacinto iniziò nel XIV secolo. E’ un cognome tipicamente siciliano, noto in quasi tutte le province, in particolare nel catanese (Catania, Grammichele, Mineo, ecc.), nel ragusano (Giarratana, Ragusa,  Monterosso Almo, ecc.), nel siracusano (Siracusa, Floridia, Buccheri, ecc.), nel messinese, nell’ennese (Pietraperzia, Enna, Villarosa). Con piccoli nuclei è presente anche in altre regioni italiane, Lombardia, Piemonte, Calabria, Toscana, ecc.

Tracce storiche e personaggi. Nella mitologia greca Giacinto era un giovane amato e accidentalmente ucciso da Apollo: dal suo sangue il dio fece spuntare un fiore. Secondo una ricerca storico-araldica un’antica e nobile famiglia del Regno di Napoli, Giacinto,  godette nobiltà a Napoli, Salerno, Bari, Molfetta, Roma, Caltagirone. La famiglia è documentata a Salerno nel 959, a Molfetta nel 1121. Adolfo Giaquinto (Napoli 1847- Roma 1937), Poeta dialettale, visse sempre a Roma dove scrisse poesie in romanesco. Di professione cuoco, scrisse di culinaria in libri e giornali.

Buscema/i

Buscema è un cognome diffuso soprattutto nella Sicilia orientale,  nel ragusano (Modica, Scicli, Vittoria, ecc.), nel siracusano (Siracusa, Rosolini, Noto, ecc.), nel catanese (Catania, Gravina di Catania, Tremestieri Etneo, ecc.); Buscemi è diffuso in tutta la Sicilia con frequenze maggiori nell’agrigentino (Menfi, Aragona, Licata, ecc.), nel palermitano (Palermo, Monreale, Bagheria, ecc.), nel catanese (Catania, Adrano, San Gregorio di Catania, ecc.), nel siracusano (Avola, Siracusa, ecc.), nel trapanese (Castellammare del Golfo, Marsala, Castelvetrano, ecc.), nell’ennese (Calascibetta, Leonforte, Agira, Enna, Nissoria, Valguarnera Caropepe,  Sperlinga, Villarosa, Piazza Armerina).

Entrambi i cognomi derivano dal toponimo prediale Buscemi, comune in provincia di Siracusa, il cui  nome arabo era Qal’at abi Samah che significa castello (qal’at) dell’uomo dal neo o dalla voglia. Buscema/Buscemi corrispondono, quindi, alla cognomizzazione o del nome personale del capostipite o da soprannomi attribuiti ai capostipiti in relazione alla loro provenienza (da Buscemi).

Tracce storiche e personaggi. Shama o samah era uno dei tanti epiteti del profeta Maometto, con probabile riferimento al “sigillo della profezia”, un neo o voglia che Maometto aveva sulla spalla; secondo una interpretazione tratta dalla Bibbia (Isaia  9,6: “ci è dato un bambino, ci è dato un figlio: e il governo sarà sulla sua spalla”) i Musulmani ritenevano che l’ultimo profeta (Maometto) si sarebbe contraddistinto per un segno sulla spalla (un neo o voglia). 

Vassallo

Nel sistema feudale del medioevo era detto vassallo chi riceveva l’investitura di un feudo dietro giuramento di fedeltà al sovrano o ad un signore o ad un vescovo: il termine deriva dal latino medioevale “vassallum”, che, a sua volta, proviene da vassus (servo), di origine germanica  (“gwas = giovane, garzone, valletto); Vassallo è, quindi, cognomizzazione di tale carica. Il cognome è comune in tutt’Italia, ma i suoi  nuclei maggiori si trovano in Piemonte e  in Liguria e, a sud, in Sicilia e in Campania. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare nel palermitano (Palermo, Capaci, Altofonte, ecc.), nel catanese (Catania, Mascalucia, Caltagirone, ecc.), nell’agrigentino (Agrigento, Favara, Ribera, ecc.), nel messinese, nel trapanese (Mazara, Trapani, ecc.),nell’ennese (Nicosia, Pietraperzia, Villarosa, Enna).

Tracce storiche e personaggi. Tracce di questa cognomizzazione si trovano in un atto d’indulto di Roberto D’Angiò ai cittadini di Montoro (Avellino), datato giugno 1340, in cui si parla di un Philippus Vassallo, e in Piemonte, nella seconda metà del 1600 con un Vittorio Vassallo dei conti Bruno di San Samone, architetto insigne. Angelo Vassallo (Pollica 22/9/1953 – Pollica 5/9/2010), politico, sindaco di Pollica per tre mandati, dal 1995 al 2010; al quarto mandato era stato rieletto con una larghissima maggioranza; ucciso in un attentato di matrice camorristica forse collegato alle azioni svolte dal sindaco a tutela dell’ambiente. L’omicidio è ancora oggetto di indagine da parte della magistratura. Luigi Arnaldo Vassallo (Sanremo 30/10/1852 – Genova 10/8/1906),  giornalista e scrittore. A Roma nel 1880, con Raffaello  Giovagnoli, fondò il Capitan Fracassa, giornale ricco di notizie e di vignette; quindi fondò il Don Chisciotte della Mancia e il Don Chisciotte di Roma; nel  1879/80 divenne direttore de Il Messaggero e nel 1896, direttore del Secolo XIX di Genova. Come corsivista scriveva con lo pseudonimo di Gandolin.

Ultima modifica il Lunedì, 21 Ottobre 2013 12:02