La comunicazione della Commissione Europea sull’analisi annuale della crescita 2013 rileva che dopo anni di crescita debole,la crisi ha conseguenze sociali particolarmente pesanti, che i sistemi previdenziali hanno inizialmente attutito,ma che ora si sono estesi a tutti i settori. La disoccupazione ha registrato un ‘impennata e la povertà’ e’ in forte aumento nei territori e aree più’ emarginate. Le regioni svantaggiate dei paesi Mediterranei, quale il Mezzogiorno d’Italia e la Sicilia,necessitano di una significativa ripresa degli investimenti che sono pesantemente diminuiti in questi ultimi anni, per aggredire i nodi strutturali di una reale crescita. Diventa indispensabile orientare le politiche di bilancio ai vari livelli ,a partire da quello comunitario ,per sostenere il Patto per la crescita e l’occupazione adottato dai Capi di Stato e di Governo nel Consiglio Europeo del giugno 2012. Di conseguenza si deve pervenire ad un accordo sul Quadro Finanziario Pluriennale 2014-2020 dell’Unione Europea indispensabile per la crescita e la competitività’,in tutta Europa, a partire dalle aree più’ svantaggiate, al fine di conseguire gli obiettivi di Europa 2020 e le necessità a livello locale e regionale. Non si può’ non sottolineare l’importanza della specificità’ del bilancio comunitario dell’Unione Europea. Infatti la struttura di tale strumento finanziario,sia pure nella limitatezza delle risorse previste,rispetto ai bilanci nazionali, risiede nel valore aggiunto europeo che offre, nell’effetto leva che genera e nel fatto che sino al 94,5 per cento delle sue risorse e’ destinato agli investimenti e soltanto il 5,5 per cento alle spese amministrative. Rimane aperta l’ esigenza di un forte aumento delle risorse finanziarie da destinare al bilancio comunitario con l’introduzione delle risorse proprie dell’UE che dovrebbero sostituire i ‘contributi nazionali’ sulla base di quanto e’stato sottoscritto da tutti gli stati e da tutti i parlamenti nazionali con l’articolo 311 del TFUE in cui si impegna l’UE a finanziare integralmente il bilancio con le risorse proprie. Un consistente aumento della dimensione finanziaria del bilancio finanziario e’ strettamente connessa all’avanzamento del processo di integrazione politica dell’Unione finanziaria ed economica e del perseguimento della costituzione della Federazione Degli Stati Europei,in cui nel bilancio federale si dovrebbero allocare risorse finanziarie equivalente a circa il 20 per cento del p.i.l. dei paesi membri con un forte ridimensionamento dei bilanci nazionali nel contesto di una economia europea più’ competitiva e fortemente solidale in particolare verso le aree e i territori più’ svantaggiati.
I n questa fase diventa urgente che si vada all’ approvazione della proposta presentata dalla Commissione Europea ,che e’alla base della discussione con forti contrasti alla vigilia dell’apertura della sessione del Consiglio Europeo,in modo di dare coerenza all’iter avviato con i vari documenti e regolamenti predisposti che prevedono di dare reale operatività’ all’utilizzo delle risorse a partire dal 1 gennaio 2014 con nuove procedure innovative attraverso i contratti di partenariato nel periodo 2014-2020”.
L'assessore provinciale Zinna interviene sul quadro finanziario europeo 2014/2020 In evidenza
Enna. A proposito dell’imminente riunione, prevista per domani 7 febbraio del Consiglio Europeo chiamato ad esprimersi sul Quadro finanziario europeo per gli anni 2014/2020 l’assessore provinciale alla Programmazione, Salvatore Zinna ,esperto in politiche economiche europee a tal proposito dichiara:
“Il Quadro finanziario 2014-2020 e’ uno strumento fondamentale per gli obiettivi dell’Unione Europea fissati nella strategia ‘EUROPA 2020. Lla Commissione Europea ha presentato il 29-6-2011 la proposta iniziale del Q.F.P. denominandola ‘Un bilancio per la Strategia Europa 2020′, al fine di superare gli esiti deludenti della Strategia di Lisbona declinata nel decennio 2000-2010. Il nuovo progetto comunitario deve poter trovare una rispondenza nelle risorse disponibili e in particolare nell’autonomia finanziaria dell’Unione Europea. Purtroppo la dotazione finanziaria prevista inizialmente da parte della Commissione Europea con 1025miliardi di euro,ossia l’1,05 del RNI dell’UE, già’ si presentava insufficiente e adesso rischia di essere decurtata nella approvazione definitiva per il ruolo assunto da parte di 8 governi del Nord Europa con proposte penalizzanti di tagli consistenti per un ridimensionamento del debole bilancio comunitario. E’ opportuno ricordare il monito del Parlamento Europeo che in un documento di lavoro su ‘come finanziare l’Agenda 2020 nonostante la crisi di bilancio sottolineava che ‘porre un limite massimo al bilancio significa mettere un limite alla fiducia nell’Europa vale a dire di bloccare la solidarietà’ tra gli europei’. Una tale impostazione dovrebbe poter prevalere in una fase di recessione dell’intera Unione Europea con contraccolpi drammatici nelle aree e nei territori più’ deboli.
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