Politica. Il valore del confronto- AgoVit
Nella lunga partecipazione alla vita politica durante la prima Repubblica, nella scula di partito ci hanno insegnato quanto sia importante il valore del dialolo e del confronto sia all'interno del partito sia con gli avversari politici. Era facile le sere delle domeniche , quando il "corso" era affollato dalle famiglie a passeggio e nelle piazze , dove di solito potevi trovare tutti gli attivisti dei partiti, assistere alla distribuzione dei fogli " ciclostilati" da parte dei giovani dei movimenti dove ognuno esprimeva la propria oinione sui temi più importanti della vita sociale e politica del paese. Non vi erano nè cellulari nè i social e quindi il confronto non poteva che avvenire faccia a faccia. Quei giovani , completato il giro di distribuzione dei ciclostilati, si ritrovavamo ognuno con le proprie comitive dove il colore politico non aveva senso ma si privilegiava l'amicizia e le identiche passioni. Man mano nel tempo il valore del confronto si è del tutto smarrito e l'avversario è diventato nemico. Alla stessa stregua dei nemici da combattere. Se mi soffermo su ciò che avviene su facebokk , possiamo tarre alcuni esempi della incapacità che abbiamo acquisito nel tempo nello stabilite il confronto nel rispetto dell'opinione altrui. La mia opinione è quella giusta e non la tua. ! E da li nessuno riesce a fare un passo avanti. Nella mia esperienza durante la prima Repubblica , le elezioni , di qualsiasi tipo, si limitavano in mamiera temporale alla sola campagna elettorale e dal giorno dopo si ritornava ad occuparci della vita reale. Oggi le campagne elettorali , se ci fate caso, non finiscono mai. Anzi , lo scontro rimane ancora più violento quando dai risultati delle urne, specie dopo le amministrative locali, si innesca il meccanismo dell cosidetto " nemico" al quale tutto è negato , quasi come una specie di punizione per non aver votato coloro che invece le elezioni le hanno vite. Questi atteggiamenti di fatto attivano il tracollo dei rapporti di amicizia e in alcuni casi familiari. Nella prima Repubblica mi hanno insegnato il valore di saper distinguere l'attivismo politico dall'amicizia. Di esempi ne ho avuto da uomini e donne di tutti i partiti. Quegli uomini e donne sapevano distinguere questi valori , pur non avendo lauree. Ricordo quando alla fine dei consigi comunali , il confronto continuava nelle lunghe passeggiate in pazza tra sorrisi , pacche e nelle sere d'estate al bar davanti ad un bicchiere di birra. Socialisti, Repubblicani, Socialdemocratici, Comunisti, Democristiani , in piazza si ritornava ad essere amici senza alcuna distinzione. Oggi purtroppo non è così. Si è disposti a rompere qualsiasi rapporto di amicizia o di rispetto per l'altro cercando di far emergere la propria opinione a volte persino con maniere che definire violente può essere riduttivo. Nella prima Repubblica ci hanno insegnato il valore dello svolgere l'incarico di Sindaco, di assessore di consigliere con il dovere del " buon padre di famiglia" in ogni nostra azione e in special maniera con gli avversari politici perchè i " voti - ci hanno insegnato- per vincere , devono arrivare proprio da chi non ci aveva votato. " Riporto la frase di un uomo politico di Regalbuto , ancora in vita, che mi accompagna ancora adesso: " Agostino , noi abbiamo vissuto gli anni d'oro della politica. Oggi difficilmente riusciremmo a muoverci in essa." In questi ultimi anni ho dovuto togliere il saluto a tanti per il semplice fatto di non aver saputo distinguere questi valori e perchè ho avuto certezza che tra fare discorsi e i fatti dimostrati c'è un gran vuoto. Un vuoto forse incolmabile che ho dovuto assumere per quella sorta di amor proprio che deriva dall'orgoglio e dalla consapevolezza che mi dice che ricercare il confronto e il dialogo con chi manca di senso politico e non sa distinguere alcuni valori fondamentali è solamente tempo perso. !! - AgoVit
Pro Loco Regalbuto dedica il mese di Ottobre ai bambini.
Oltre 12 milioni di euro per l’ammodernamento dei frantoi oleari. Questa l’entità del finanziamento, con fondi del Pnrr, previsto dal bando pubblicato sul sito del dipartimento regionale dell’Agricoltura.
La dotazione finanziaria complessiva (12.690.731,77 euro) è finalizzata all’erogazione di contributi in conto capitale a fondo perduto per ammodernare gli impianti di lavorazione, stoccaggio e confezionamento dell’olio extravergine di oliva, con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità del processo produttivo, ridurre la generazione di rifiuti e consentire il loro riutilizzo per la produzione di energia.
Perché possano essere ammessi a finanziamento, gli investimenti dovranno essere coerenti con alcune delle condizioni stabilite per l’impiego dei fondi del Pnrr, in particolare il principio di non arrecare un danno significativo all'ambiente (DSNH-Do no significant harm), che si traduce in una valutazione di conformità degli interventi da eseguirsi ex ante – cioè in fase di presentazione della proposta progettuale - ed ex post – cioè in fase acquisto del macchinario o di realizzazione dell’investimento.
Gli obiettivi fissati dalla sottomisura riguardano la diminuzione del fabbisogno di energia necessaria per condurre i processi di produzione dell'olio extravergine di oliva; l’aumento della produzione a parità di materie prime in ingresso connesso a un aumento di efficienza del processo estrattivo; la riduzione dell’impatto ambientale dovuto allo smaltimento delle sanse e all'utilizzo di una minore quantità di acqua.
L’olio d’oliva è uno dei simboli della produzione siciliana, un comparto che vale all’incirca 200 milioni di euro, che supera le 200 mila tonnellate di olive molite e conta 106 mila produttori e 128.500 ettari di uliveti.
La Sicilia è al terzo posto, in Italia, dopo Puglia e Calabria, per quantità di olio prodotto, corrispondente approssimativamente al 10% dell’intera produzione nazionale, con più di 700 frantoi censiti ogni anno, per una coltivazione che si estende per il 64% nella zona collinare, il 19% nella montana e il restante 17% in pianura.
Autorità di bacino, Diga Pozzillo: il limo sul fondo diventa una risorsa per l'agricoltura.
La Fede dietro il successo del musical " Rita da Cascia".
Il successo del musical " Rita da Cascia" non è arrivato per caso , perchè proviene da lontano e la cui storia vale la pena raccontare. Nella primavera 2021 si è scoperto che la moglie di uno dei protagonisti , aveva un tumore al colon sottoponendosi a un ciclo di radioterapia e chemioterapia seguito dall'intervento per l'asportazione del tratto di colon interessato dal tumore. Così gli amici di Enna hanno deciso di riunirsi in preghiera per la vita della loro amica "affidandola " a Santa Rita e promesso che se tutto fosse andato per il meglio avrebbero allestito un musical di ringraziamento sulla vita della Santa. Per fortuna tutto è andato per il meglio e così si è creata la compagnia che dagli iniziali otto sono arrivati una quarantina. Il regista Rosario Primavera ha scritto il copione, assegnato le parti , le prove e infine la prima apparizione al pubblico a Piazza Armerina , arrivando fino ad ora a ben 5 repliche , l'ultima delle quali nel Teatro Garibaldi di Enna. . E ne è uscito uno spettacolo che ha commosso e appassionato gli spettatori , nato appunto dalla grande fede che accomuna l'intera compagnia. L'auspicio è quello di riuscire a portare in scena il musical fino a Cascia, dove è giunta notizia del progetto che è stato accolto con favore.
Ha vinto il premio Campiello.
Lampedusa. Il segno della solidarietà espresso da un pompiere.
Doveva andare a cena con amici, lo attendeva una grigliata di sgombro, quando, all'improvviso, ieri sera, s'è ritrovato davanti casa una decina di giovani del Burkina Faso che chiedevano da mangiare. Anche loro si erano allontanati dall'hotspot di contrada Imbriacola ed erano in cerca di cibo."Erano stremati, ma soprattutto affamati - racconta il vigile del fuoco Antonello Di Malta - uno di loro si è messo in ginocchio chiedendo da mangiare". Di Malta ha rinunciato alla sua cena con amici, è rientrato a casa e, assieme alla madre, ha preparato una spaghettata.
"Li ho fatti accomodare nella veranda di casa mia - racconta Di Malta - e abbiamo cenato con loro. Avevano una fame pazzesca.
Ma questa cosa la stanno facendo tutti, o quasi, i lampedusani.
Perché tutti diamo una mano". Di Malta, nonostante avesse una serata programmata già da un po', non se l'è sentita, e lo dice chiaramente, "di lasciarli senza mangiare". "Mi hanno raccontato di essere originari del Burkina Faso, di essere partiti da Sfax e che hanno fatto un viaggio di 4 giorni. Alcuni dei miei ospiti erano arrivati ieri mattina, altri erano qui da due giorni".
ANSA