Fase 2. La Protesta dei parrucchieri siciliani .
E’ una levata di scudi quella degli operatori e delle operatrici dei centri di acconciatura e di estetica in tutto il territorio siciliano Una sorta di sollevazione dopo la firma dell’ultimo DPCM, con il quale si rinvia al primo giugno la riapertura delle attività che si occupano della cura e benessere della persona.E' soprattutto sul web che si scarica l'ira dei centri estetici per ciò che seondo loro è una vera e propria decisione a far chiudere le attività che continuano a vedersi negato il loro diritto al lavoro e al proprio stipendio. A quanto pare, la categoria si sta organizzando per una protesta davanti Palazzo d’Orleans.“Riapre il gioco d’azzardo ma bar, ristoranti e parrucchieri restano chiusi fino all’1 giugno. Tre mesi e mezzo senza incassi: ma chi li regge? Si fissino criteri, distanze, capienze massime, ma si dia la possibilità di tornare al lavoro”.
Fase 2. L'allarme della Confcommercio.
Con la Fase 2 si rischiano danni gravissimi a imprese e lavoro. È l'allarme lanciato da Confcommercio: «La Fase 2 rinvia la riapertura degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e di tante attività del turismo e dei servizi. Ogni giorno di chiusura in più produce danni gravissimi e mette a rischio imprese e lavoro», ha dichiarato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, commentando le disposizioni annunciate dal Presidente del Consiglio.Lo afferma il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, spiegando in una nota che "in queste condizioni diventa vitale il sostegno finanziario alle aziende con indennizzi a fondo perduto che per adesso non sono ancora stati decisi. Bisogna invece agire subito e in sicurezza per evitare il collasso economico di migliaia di imprese. Chiediamo al presidente Conte un incontro urgente, anzi urgentissimo per discutere di due punti: riaprire prima e in sicurezza; mettere in campo indennizzi e contributi a fondo perduto a favore delle imprese".
Fase 2.Dura posizione dei Vescovi Italiani.
“Sono allo studio del Governo nuove misure per consentire il più ampio esercizio della libertà di culto”. Le parole del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, nell’intervista rilasciata lo scorso giovedì 23 aprile ad Avvenire arrivavano dopo un’interlocuzione continua e disponibile tra la Segreteria Generale della CEI, il Ministero e la stessa Presidenza del Consiglio.
Un’interlocuzione nella quale la Chiesa ha accettato, con sofferenza e senso di responsabilità, le limitazioni governative assunte per far fronte all’emergenza sanitaria. Un’interlocuzione nel corso della quale più volte si è sottolineato in maniera esplicita che – nel momento in cui vengano ridotte le limitazioni assunte per far fronte alla pandemia – la Chiesa esige di poter riprendere la sua azione pastorale.
Ora, dopo queste settimane di negoziato che hanno visto la CEI presentare Orientamenti e Protocolli con cui affrontare una fase transitoria nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie, il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri varato questa sera esclude arbitrariamente la possibilità di celebrare la Messa con il popolo.
Alla Presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico si richiama il dovere di distinguere tra la loro responsabilità – dare indicazioni precise di carattere sanitario – e quella della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia.
I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale."
Coronavirus. Estate 2020 : Bocciati gli sport di squadra. ?
Le domande sono ovvie: " Potrò giocare a calcetto,basket,pallavolo , beach volley quest'estate ? " La risposta pare che sarà NO. Gli sport di squadra cosidette "amatoriali " ma che secondo noi saranno estese a tutte le piccole società dilettantistiche, suberanno un lungo stop : stando alle ultime indicazioni sulla fase 2, per limitare al massimo il rischio del contagio, saranno vietate per diverso tempo delle attività non ritenute necessarie. Per questo motivo, lo sport potrà essere praticato in maniera individuale, come è stato ribadito più volte dalle autorità competenti negli ultimi giorni, ma alle pratiche amatoriali di squadra si dovrà quasi certamente rinunciare.Secondo il quotidiano La Repubblica, che ha consultato alcune fonti interne alla task force guidata da Vittorio Colao che si sta preparando a varare le misure che il governo dovrà adottare per la fase 2, dal 4 maggio sarà possibile la corsa all’aperto, non necessariamente – come avviene in questo periodo di lockdown – nelle immediate vicinanze della propria abitazione.Tuttavia, il prossimo dpcm che verrà emanato da Giuseppe Conte non prevede di rinunciare alle restrizioni per gli sport di squadra a livello amatoriale. Infatti, in questo caso, il distanziamento sociale non sarebbe assicurato. Dunque dovremmo prepararci a lunghi periodi senza calcetto, beach volley, pallavolo, basket e qualsiasi altro sport di squadra praticato per svago. Diverso, invece, è il discorso per lo sport professionistico, che prevede una ripartenza nelle prossime settimane, da concordare tuttavia con il governo e con il ministro allo Sport Vincenzo Spadafora.Possibile che questo stop duri per gran parte del periodo estivo, anche se la situazione – ovviamente – resta in divenire. Così come c’è la possibilità di reintrodurre restrizioni se dal 4 maggio in poi si dovessero registrare nuovi picchi di coronavirus, allo stesso modo potrebbero essere meno stringenti le norme di distanziamento sociale se il contagio si dovesse evolvere in maniera positiva. Tutto dipenderà chiaramente dall’andamento della curva, anche se gli esperti, al momento, non sono affatto ottimisti, nemmeno per quanto riguarda il periodo estivo e a maggior ragione per l’autunno del 2020 quando gli scienziati prevedono una seconda ondata dell’epidemia da coronavirus.
Conte “Riapriremo con cautela, scuole da settembre”
Le scuole riaprono a settembre, i prezzi delle mascherine saranno calmierati e c’è il massimo impegno contro la burocrazia per facilitare l’arrivo degli aiuti finanziari alle aziende. A dirlo in una intervista a Repubblica il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che conferma l’impegno a facilitare la ripartenza del Paese dopo il 4 maggio, anche se bisognerà “procedere con cautela”.
“Stiamo lavorando, proprio in queste ore, per consentire la ripartenza di buona parte delle imprese, dalla manifattura alle costruzioni per il 4 maggio. Non possiamo protrarre oltre questo lockdown: rischiamo una compromissione troppo pesante del tessuto socio-economico del Paese. Annunceremo questo nuovo piano al più tardi all’inizio della prossima settimana. La condizione per ripartire sarà il rigoroso rispetto dei protocolli di sicurezza, per i luoghi di lavoro, per le costruzioni e per le aziende di trasporto – dice Conte nell’intervista a Repubblica -. Nel rispetto di queste condizioni rigorose, potranno riaprire, già la settimana prossima, passando però dal vaglio dei prefetti e con autocertificazione, attività imprenditoriali che consideriamo ‘strategiche’, quali lavorazioni per l’edilizia carceraria, scolastica e per contrastare il dissesto idrogeologico, come pure attività produttive e industriali prevalentemente votate all’export, che rischiano di rimanere tagliate fuori dalle filiere produttive interconnesse e dalle catene di valore internazionali”.
La scuola “e’ al centro dei nostri pensieri e riaprirà a settembre”, sottolinea Conte “ma tutti gli scenari elaborati dal comitato tecnico-scientifico prefigurano rischi molto elevati di contagio, in caso di riapertura delle scuole. È in gioco la salute dei nostri figli, senza trascurare che l’età media del personale docente è tra le più alte d’Europa. La didattica a distanza, mediamente, sta funzionando bene”. Per quanto riguarda le imprese, “Sace ha già predisposto tutto per assicurare la piena garanzia pubblica sui prestiti alle imprese. Monitoreremo che anche le banche garantiscano la piena operatività dei provvedimenti”. ( ITALPRESS)
Confindustria Sicilia. "Per ripartire serve meno burocrazia"
Catania Antonello Biriaco e dal presidente di Confindustria Siracusa Diego Bivona – è stato inviato al presidente della Regione. Una nota di due pagine in cui vengono individuati i tratti necessari per una ricostruzione efficace e una ripartenza effettiva del tessuto produttivo dell’Isola.
“Il Governo e la Politica tutta, si impegnino a semplificare la macchina amministrativa rendendo certi e veloci i percorsi autorizzativi per i nuovi investimenti ed alleggerendo i molteplici vincoli imposti dalla attuale normativa; si utilizzino i fondi comunitari per investimenti che creino realmente valore per l’economia; si avviino tutte le opere pubbliche bloccate, con estrema decisione e con procedure di assoluta emergenza, come ad esempio la semplificazione del Codice degli Appalti, utilizzando il “sistema Genova” se è il caso”. Meno burocrazia dunque che fino ad adesso ha rallentanto la macchina dello sviluppo , è quanto chiedono non solamente gli industriali siciliani ma da tutto il territorio nazionale. Meno burocrazia soprattutto nella macchina dello Stato per rendere più snelle le procedure per accedere ai fondi Europei, ma soprattutto sburocratizzare il codie degli appalti. Una operazione drastica e radicale di semplificazione amministrativa, con tempi certi e veloci per le autorizzazioni, liquidità alle imprese e contributi per la copertura degli oneri sociali. Queste le priorità che gli industriali indicano in una lettera aperta al governatore della Regione Siciliana Nello Musumeci. Il documento, firmato dal vicepresidente vicario di Sicindustria Alessandro Albanese, dal presidente di Confindustria
Coronavirus. Il 25 Aprile a Regalbuto.
Il Sindaco ha deposto una corona d'alloro sul monumento dei caduti e la città ha ancora una volta risposto positivamente e responsabilmente all'invito a restare a casa. E' trascorso così il 25 aprile dei regalbutesi tra pranzi a casa e svolgere alcune attività straordinarie domestiche. C'è chi ha festeggiato a base di dolci , brindando da un balcone all'altro delle case e poi la sera sono state parecchie le famiglie che hanno ordinato la cena a base di pizze e panini presso i ristoranti e le pizzerie della città. Ancora dunque un segnale positivo nella comune lotta a non far diffondere il coronavirus nonostante la stanchezza dei sacrifici fatti restando a casa oramai da quasi 50 giorni ma si aspettano le decisioni del Governo su ciò che sarà dopo il 4 maggio anche se nessuno si illude che tutto sia passato. Tutt'altro.
Terra. Si è chiuso il buco dell'ozono.
l buco dell’ozono “senza precedenti” per le dimensioni e durata, rilevato nell’Artico quest’anno, si è interamente chiuso. A renderlo noto è il Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine (ECMWF) sul suo account Twitter. Nel mese di marzo, gli scienziati hanno osservato segni di una strana ”apertura” nello strato di ozono al di sopra del Polo Nord, un fenomeno attribuito alle basse temperature prodotte da un ciclone freddo. Gli esperti del Programma Europeo per l’Osservazione della Terra e la Sorveglianza Copernico hanno annunciato come l’anomalia fosse ormai chiusa, come da previsioni. La formazione e la successiva riduzione del buco dell’ozono non hanno nulla a che fare con l’inquinamento atmosferico. L’origine è da ricercare nel comportamento insolito del vortice polare che di solito trasporta aria fredda nelle regioni artiche. L’arrivo del vortice, quest’anno eccezionalmente duraturo, ha provocato il diradamento dell’ozono mentre il successivo aumento delle temperature, fino a 20 gradi, ha riportato lo strato di gas alle condizioni originali. L’ozono scherma la superficie del nostro Pianeta dalle radiazioni ultraviolette che arrivano dal Sole e dallo spazio. E si stanno registrando le prime conseguenze del fenomeno: stando a un'équipe di scienziati , la progressiva chiusura del buco dell’ozono sta cambiando significativamente la circolazione atmosferica, in particolare nell’emisfero australe.
Maria Grazia Vignera. Talento e sensibilità.
Non sarebbe difficile descrivere Maria Grazia. Tante sarebbero i termini per definirla a tal punto che diventa difficile sceglierne uno. lei è talento , passione per l'arte e la poesia che esprime sempre con quel timido sorriso e innata timidezza tipica di chi con l'arte esprime se stesso. Abbiamo scelto però di lasciare a voi lettori la voglia di scoprire il personaggio , incollando un suo post sui social e pubblicando una sua opera in concorso sul sito Dantebus dove sarà possibile votarla e se vorrete ...condividerla . O andare sul suo profilo fb. Il dipinto si intitola IL RIFUGIO.
"Non c’è un senso della vita se non il senso che noi le diamo…e quel senso è la nostra ricchezza. Dai importanza al miracolo della vita quando questa la tieni stretta al tuo cuore, l’unico posto in cui un esserino indifeso si sentirà protetto…l’unico luogo in grado di accogliere ed essere abbandonato nello stesso momento, l’unico in grado di saper riconoscere diversi tipi d’amore, perché così grande da poterli ospitare tutti. C’è posto per chi è presente da una vita, per chi la sua vita l’ha appena iniziata, per chi ha deciso di essere di passaggio…per chi, inaspettatamente, si fa spazio in un angolo di questo, diventando il senso del tuo tempo. Ti ritrovi dunque innamorato di chi ti ha dato la vita, di chi riempie i tuoi occhi di vita, di chi riconosci come la parte tua mancante...E così scopro che la combinazione di tutte queste tessere è l’essenza della mia vita…la mia estrema ricchezza."
Maria Grazia Vignera
Coronavirus. A Catania le prime granite e brioche a domicilio.
In tempi di coronavirus con l'approssimarsi della bella stagione e costretti ancora a restare a casa , il desiderio della solita granita con la brioche è soddisfatta dalle pasticcerie che hanno iniziato , su prenotazione, a portare nelle case dei catanesi l'amata granita con l'immancabile brioche. La foto l'abbiamo rubata ad un amico che costretto a mantenere chiusa la propria attività si è concesso già una delle delizie top della Sicilia e di Catania in particolare.